8.8. IL PRESEPE DIPINTO DI MARIO CAROTENUTO |
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C’è
nell’animo di ogni popolazione una sorta di passione artistica
legata alle ricorrenze rituali o finalizzata ad ornare il luoghi
di frequentazione collettiva. |
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Figura 8. 58. | Figura 8. 59. |
Un’espressione che può considerarsi un modo di
celebrare il trascendente e di esprimere la bellezza del
soprannaturale con uno stile sempre legato alla realtà, dove i
colori e le decorazioni possono anche essere pieni di fantasia, ma
i visi delle figure restano rudi, marcati e a volte austeri. |
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Figura 8. 60. | |
Inaugurato nel dicembre del 1982, il presepe, composto solo
dalla grotta della Natività e da pochi pastori, oggi conta circa
72 figure, esclusi gli oggetti, gli alberi e gli animali, tutti
dipinti su multistrato da 13 mm, con colori acrilici, ed occupa
l’intera sala S. Lazzaro. La realizzazione ha richiesto 14 anni di
lavoro, con la collaborazione dell’équipe della bottega S.
Lazzaro, diretta dal prof. Giuseppe Natella, ideatore di tale
progetto che ha realizzato i fondali e le scenografie, segando e
ritagliando sagome disegnate dal Maestro. |
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Figura 8. 61. |
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Infatti, appena si entra nella sala S. Lazzaro al Duomo si ha subito la sensazione di entrare in un villaggio rurale e di trovarsi in mezzo a gente comune, di attraversare il mondo di genuinità dove gli uomini che ti guardano (il castagnaro, i contadini, la donna, i vecchi e gli stessi re magi con i loro sontuosi abiti cinquecenteschi) hanno, come per miracolo, forse perché toccati dalla suggestione dell’irripetibile evento che si celebra in fondo alla sala, nella capanna, la capacità di essere un’altra volta e per sempre uomini, di aver recuperato il coraggio di esprimere quei valori senza i quali nessun uomo può dirsi uomo. E sembra essere questa la lezione più alta del “Presepe dipinto” di Mario Carotenuto. |
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