5.17. ABBAZIA DI SANTA MARIA A PATTANO

L'ampio contesto conventuale dell'Abbazia di Santa Maria di Pattano, con alcuni suggestivi ambienti, ora inglobati in costruzioni più recenti, è ciò che resta dell'antico cenobio dedicato alla Vergine Hodigitria. Esistente già dal 993, fu probabilmente tra i primi monasteri fondati dai monaci d'Oriente giunti a Velia per sfuggire alla persecuzione iconoclasta.
Fu soppresso probabilmente da Paolo III che lo donò in commenda a Giovanni d'Aragona, figlio di Federico I Re di Napoli. Da allora, nel corso dei secoli, si sono avvicendate alla guida del Monastero varie famiglie aristocratiche, quali i Carafa e i Pignatelli, fino all'acquisto del sacerdote Agostino Giuliani, la cui famiglia lo ha tenuto fino agli ultimi anni Sessanta.
Il complesso accoglie importanti testimonianze storiche che, unitamente al fascino di essere immerso nel verde degli ulivi, ne fanno un esempio di rara bellezza e di grande valore storico-culturale.

Costituito da diversi spazi funzionali alla vita del cenobio, il complesso conventuale è vario ed articolato: la chiesa, il campanile e vari ambienti sono organizzati su tre livelli disimpegnati con ballatoio con volta a botte.
La chiesa, ad unica navata con volta a crociera, è dedicata a Santa Maria. Sulla parete sinistra sono visibili tracce di affresco (un'aureola e vesti) del X-XI secolo e sulla stessa parete, su uno strato sovrapposto sono visibili dipinti raffiguranti Santa Chiara ascrivibili alla seconda metà del XVIII secolo.
Poco distante si erge il campanile del X-XI secolo, a base quadrata su cinque ordini divisi da quattro cornici marcapiano orizzontali composti da due filari di mattoni intervallati da pietrisco e malta.

Figura 5. 65. Campanile

Figura 5. 66. Chiostro

La chiesa di S. Filadelfo è a due navate separate da un diaframma costituito da quattro archi poggianti su colonne di spoglio; della fine del X secolo e inizi dell'XI, accoglie numerosi elementi figurativi presenti soprattutto nella navata destra, che in origine doveva essere quella conventuale. La navata sinistra , che probabilmente accoglieva i fedeli, attualmente si presenta priva di decorazioni con un unico elemento artistico rappresentato dall'altare tardo settecentesco realizzato a stucco policromo.
Sotto l'altare sono state trovate le spoglie di S. Filadelfo, Santo drammaturgo, il cui culto richiamava a Pattano un gran numero di fedeli. La sua statua lignea, ora al Museo Diocesano di Vallo della Lucania, costituisce uno dei rari esempi di scultura lignea bizantina ritrovata nel territorio cilentano. 

Figura 5. 67. Chiesa di S. Filadelfo: Abside

La chiesa era completamente affrescata; troviamo le tracce di questi dipinti solo sulla controfacciata, sui sottarchi della parete del diaframma e nel catino absidale. Alla fase più antica sembrano ascrivibili gli affreschi del X-XI secolo del primo strato della controfacciata, rappresentati da una teoria di Santi di cui restano pochi frammenti, e quelli distinti in tre registri: l'Ascensione nel catino, la Vergine orante tra i dodici apostoli nel cilindro e i nove vescovi nella parte inferiore. 
Sul secondo strato, anch'esso collocabile tra il X-XI secolo, ma segnato da una diversa tendenza pittorica, si intravedono immagini molto danneggiate di santi: sono a stento riconoscibili, grazie alle scritte in greco, S. Giovanni l'Elemosiniere e S. Euplo e l'immagine di un santo monaco.
L'ultima stagione decorativa dovrebbe risalire al tardo XVI secolo, come si evince dalla data, non troppo leggibile apposta ad una delle scenette superstiti che un tempo decoravano con episodi miracolosi della vita di S. Filadelfo tutte le basi dei sottarchi.
Elementi di rilevante interesse archeologico sono emersi durante i lavori di restauro del 1991 quando sotto il pavimento della navata sinistra sono state rinvenute due tombe con corredo funerario in cui spiccano un paio di orecchini a cestelli d'oro e due brocche del VI secolo. L'importante scoperta ha fatto nascere l'esigenza di effettuare un'ulteriore campagna di scavi nella navata destra che ha portato alla luce un antico edificio termale di una villa rustica romana, oltre ad altre sepolture.

Figura 5. 68. Affresco