1.19. DALL'UNITÀ D'ITALIA AI GIORNI NOSTRI

Con l'annessione del Mezzogiorno al Regno d'Italia (22 ottobre 1860) i contrasti e le contraddizioni secolari della storia meridionale emersero in tutta la loro pienezza, esasperati anche dall'affrettata unificazione che colpì gli interessi delle popolazioni meridionali, per l'imposizione del gravoso sistema fiscale e per l'accentuato centralismo burocratico piemontese.
L'Italia unificata era, in concreto, una molteplicità di realtà molto diverse tra loro. I principi e i governi stranieri avevano lasciato le loro impronte; a Nord l'imperial regio aveva amministrato con competenza e aveva potuto lasciare condizioni di vita e di lavoro che oggi diremmo di livello europeo; da Roma in giù i sistemi di potere e le condizioni economiche e sociali erano invece di secolare sottosviluppo.
Con eccezionale violenza si manifestò, specie nelle zone interne del nostro territorio, il fenomeno del brigantaggio, dovuto al profondo malessere economico e sociale di pastori e contadini che, scontenti del loro stato, dei sorprusi dei signorotti, delle angherie del fisco, del diniego di giustizia e della coscrizione obbligatoria, preferirono darsi alla macchia e al saccheggio.
Furono comunque compiuti, nel nostro territorio, importanti progressi che favorirono la specializzazione delle colture agricole, lo sviluppo delle industrie di trasformazione e le attività di commercializzazione dei prodotti agricoli.
Salerno, da modesta cittadina, divenne una città di media grandezza. Sotto la guida del sindaco Matteo Lucani furono dati inizio ai lavori per la costruzione del Corso Vittorio Emanuele, destinato a diventare la principale via della città, e fu costruito, nei pressi della spiaggia di S. Teresa, il Teatro Verdi.

Figura 1. 30. Matteo Luciani

Il Fascismo, che si affermò a Salerno con ritardo rispetto alla media nazionale, non incise molto sul territorio provinciale, né dal punto di vista economico e ancor meno dal punto di vista culturale.
Non mancarono, comunque, durante il regime concrete realizzazioni in campo urbanistico, con la costruzione di nuovi edifici che recano, ancora oggi, inconfondibili tracce dello stile littorio: il Palazzo di Giustizia, il Palazzo di Città, il Palazzo delle Poste, oltre ai vari edifici scolastici e al campo sportivo littorio, oggi intitolato a Donato Vestuti.
Il tributo di sangue di Salerno e provincia, prima nell'impresa etiopica, poi nella guerra civile spagnola e infine nella seconda guerra mondiale, è stato rilevante.
Lo sbarco alleato dell'8 settembre 1943 nella Piana del Sele, che incontrò un'accanitissima resistenza da parte delle forze naziste, apportò altri lutti, sofferenze e devastazioni al già martoriato popolo salernitano, provocate non solo dai bombardamenti aerei alleati, ma soprattutto dall'esercito tedesco, durante il ripiegamento verso la linea difensiva del Garigliano, ove resistette fino a giugno del 1944.

Figura 1. 31. Salerno all'inizio del 1900

Il 10 febbraio del 1944 la sede del Governo passò da Brindisi a Salerno. Dal 12 febbraio al 15 luglio, Salerno è capitale e sede del Governo provvisorio.
Durante il boom economico, la provincia di Salerno, pur registrando progressi in quasi tutti i settori produttivi, vide accentuarsi maggiormente il divario tra le zone interne e la fascia costiera: le prime si presentavano come una vasta sacca di depressione e sottosviluppo, la seconda soffriva invece i mali del sovraffollamento demografico, della disoccupazione e di uno sviluppo urbano caotico e incontrollato.
Un altro aspetto rilevante fu il tentativo, in un primo tempo riuscito, ma successivamente risoltosi in un fallimento quasi completo, di industrializzare la città con la creazione di numerosissimi insediamenti ora ridottosi drasticamente con le prevedibili conseguenze anche sul piano occupazionale.

Figura 1. 32. Parco del Mercatello

A tanto disastro ha cercato di porre rimedio il sindaco Vincenzo De Luca, il quale, dopo aver rivitalizzato il centro storico e trasformato in lungo e in largo la città, ha dato inizio a grandi opere infrastrutturali quali: la Lungoirno, la Cittadella Giudiziaria, la Stazione Marittima, la Metropolitana, il Polo Annonario, il Polo Nautico, il Sea Park, l'Aeroporto di Pontecagnano, la Villa Comunale, i Parchi Urbani e le Sale Multicinematografiche.
Vogliamo augurarci che a conclusione di tali opere si prosegua su questa linea ormai tracciata, perché un ampliamento dell'attuale porto commerciale e porto turistico, un'adeguata rivalutazione della Litoranea che da Salerno conduce a Paestum, e la costruzione di idonee strutture ricettive, potrebbero far finalmente decollare quella città turistica tanta sognata e auspicata.

Figura 1. 33. Villa comunale di Salerno