Andrea Fabbri
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Racconti a pedali
L'asina Corsa

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Asina

Estate 2005, Corsica settentrionale.

Sono appena tre giorni che pedalo sulle strade della Corsica e già questa terra mi ha rapito l'anima.
Da qualche ora sto avanzando lentamente attraverso la solitudine del Desert des Agriates e decido che è ora di fare una pausa. Mi fermo e mi siedo su un grosso paracarro.
Intorno a me il nulla... o quasi. De-Deng...
Taglio a metà un primo panino e lo farcisco a dovere Deng...De-Deng.
Alzo gli occhi e ad una trentina di metri vedo una asina con il sonaglio, lei si ferma e mi guarda. Chissà cosa sta pensando, mi scruta immobile, poi ricomincia ad avanzare con una lentezza quasi innaturale. Cammina lungo una scarpata sassosa soppesando con attenzione ogni singolo passo, non in linea retta ma con un continuo ampio zig-zag. De-Deng... Deng.
Io intando divoro il primo panino e passo alla preparazione del secondo, l'asina continua nella sua lenta manovra di avvicinamento, sembra sapere di avere tutto il tempo necessario, che quello strano essere con le ruote non scapperà prima del suo arrivo.
E infatti poco prima che di finire il secondo ed ultimo panino l'asina è ad un paio di metri da me, al di là del recinto.
Mi guarda ancora per qualche instante immobile e poi inizia a strofinare il muso su uno dei pali del recinto. Mi avvicino e allungo la mano per vedere la sua reazione e lei si allunga verso di me.
Inizio ad accarezzarla sul muso, sulla testa, le tiro le orecchie. Si vede che le piace... e piace anche a me! Dopo un po' l'asina decide che può bastare e si ritrae lentamente al di là del recinto, ma non si allontana.
Ho ancora un pezzetto di pane e provo a porgerlo all'animale. Lo faccio con un po' di apprensione, il pezzo di pane è piccolo e non vorrei rimetterci qualche falange, l'asina si avvicina delicatamente e me lo toglie dalla mano con precisione chirurgica, lo rigira in bocca e poi lo lascia cadere a terra ai suoi piedi.
Lo raccoglie di nuovo insieme ad un po' di fieno, mastica a lungo e quindi fa nuovamente cadere il pane. Ripete l'operazione più e più volte fino a ridurre il pane ad un insieme di briciole sparse qua e là. Sembra quasi che nonostante il pane non fosse di suo gradimento non l'abbia voluto fare notare come farebbe una gentile signora esperta di galateo. L'asina mi fissa ancora per qualche istante e poi fa per allontanarsi.
Decido di scattare una foto ma la macchina fotografica è nella sua custodia che è nel marsupio che è sulla bicicletta che è qualche metro più in là. Ci metto un po' a recuperare il necessario ma non c'è fretta perchè l'asina sembra sapere anche questo ed aspetta pazientemente.
Sono pronto, inquadro, click. Solo ora l'asina riprende il suo lento avanzare e si allontana De-Deng... Deng
In questo momento vorrei essere un asino per seguirla e perdermi nella silenziosa vastità del Desert des Agriates.

by Andrea Fabbri

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