Andrea Fabbri
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Racconti a pedali
Cinghiali!

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E' una domenica qualsiasi di una settimana qualsiasi del febbraio di qualche anno fa. Sto salendo sulla strada forestale che porta sul M.te Paganuccio, una sterrata tutta tornanti che conosco bene. E' una bella giornata, non fa particolarmente freddo anzi a tratti il sole riesce a bucare la coltre grigia che ricopre il cielo... e questo è bello.
Pedalo lentamente, in silenzio, assorto in chissà quali pensieri quando a metà di una rampa scorgo tra i cespugli a non più di quattro o cinque metri da me un "culone" nero e peloso . Una forte scarica di adrenalina mi risveglia all'istante dai miei pensieri e focalizzo immediatamente che si tratta di un cinghiale, un grosso cinghiale, che sta rumorosamente disotterrando qualche radice... e questo non è bello.
Smetto subito di spingere sui pedali accompagnando comunque il modesto abbrivio della bicicletta per evitare che la ruota libera emetta il suo tipico ticchettio. La bicicletta si ferma nel silenzio.
Piede a terra.
Non e' certo la prima volta che nelle mie uscite incontro dei cinghiali, ma non gli ero mai arrivato così vicino, in genere gli "incontri" avvengono a distanza di sicurezza, e allora e' sufficiente aspettare un po' così i bestioni se ne vanno per la loro strada e si può proseguire.
Comunque più che la ridotta distanza, ciò che mi preoccupa maggiormente è che l'animale non mi ha ancora visto e temo la sua reazione quando si accorgerà della mia presenza.
Rapida valutazione e decido per la fuga in discesa.
La strada è troppo stretta per tentare una rapida inversione a U. Il fondo stradale è troppo sconnesso. Troppo rischioso.
Allora trattenendo il fiato smonto dalla bicicletta, la sollevo di peso e la giro di 180 gradi indirizzandola verso la discesa con gli occhi sempre piantati sul cinghiale. Stavo per completare l'operazione in apnea quando la ruota anteriore urta qualcosa forse una foglia secca o un ramoscello... cric!
... un "cric" appena percettibile ma che amplificato dalla adrenalina risuona nei miei orecchi come il BigBen di Londra....
e adrenalina doveva averne in abbondanza anche il cinghiale a cui il rumorino deve essere giunto forte e chiaro!
E' un tutt'uno... il cinghialone emette un grugnito tipo urlo di Tarzan e parte!
Gia' parte... ma non parte da solo :-(
Mi rendo conto solo ora di essere finito come un pirla nel mezzo di un intero branco di cinghiali 7... 8... 10 ... forse piu' di cui quello che ho individuato per primo era solo l'avanguardia!
E' una scena da panico! immaginate 8-10 cinghiali che partono a razzo... 32-40 zoccoli che "sgommano" nel sottobosco... 16-20 zanne che si fanno strada trai rovi e ginestre...
E' tutto un rotolare di sassi, alberi che si scuotono, ginestre che collassano.
Sembra che l'intero bosco si sia messo a correre!
Gli 8-10 bestioni percorrono un semicerchio nel bosco sopra strada poi attraversano la strada forestale a una ventina di metri dalla mia posizione e scompaiono uno dopo l'altro nella boscaglia sotto strada.
E io? io sono rimasto lì, pietrificato, con ancora la mano destra in presa sul tubo della sella e la ruota posteriore ancora a mezz'aria.
Aspetto che gli ultimi rumori scompaiano anch'essi inghiottiti dalla fitta vegetazione rigiro la bicicletta e faccio per ripartire.
Ma qualche cosa non va, qualcosa non funziona... a gia' ... sto ancora trattenendo il fiato.
Ricomincio a respirare, lentamente, e riprendo a salire.


by Andrea Fabbri

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