Andrea Fabbri
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Costa orientale Sardegna
(estate 2002)

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Da Olbia a Cagliari in 5/6 giorni

L'idea di macinare qualche chilometro in Sardegna mi frullava per la testa già da tempo, vuoi per gli insistenti inviti dei parenti Cagliaritani vuoi per la curiosità di misurarmi con una terra così diversa dai luoghi che frequento solitamente. All'inizio mi frenava solo la mia enorme ignoranza che mi faceva pensare alla Sardegna come ad una terra brulla, piatta e tutta (e solo...) spiagge. Così il mio carattere sicuramente più "montanaro" che "marinaio", soffocava sul nascere ogni fantasia. Poi, quasi per caso, girando un po' su internet, ho letto i racconti di chi quel viaggio lo aveva già fatto come Armando e Luisa e le informazioni avute dai BrosGua sul newsgroup it.hobby.cicloturismo hanno fatto il resto (info BrosGua).
Una ultima lettura del vocabolario Sardo-Italiano dedicato al ciclismo e ... si parte!
E' così che ho potuto vedere una terra ricca non solo di spiagge da sogno e mare cristallino, ma anche di gole impervie e montagne rocciose. Non da ultimo, ho potuto contare in ogni momento sull'ospitalità e disponibilità del popolo Sardo.
Per chi fosse interessato, ecco come è andata:

bbluPrimo giorno Olbia-San Teodoro (Km 30)
La prima giornata si risolve nel giro di un paio d'ore. Lo sbarco, in perfetto orario, avviene infatti alle 18:00. Dal porto di Olbia non è difficile trovare la SS125 seguendo le indicazioni per Nuoro-Siniscola ed evitando una superstrada. Serve solo un po' di attenzione su alcuni ponti in uscita dal porto piuttosto stretti e con i parapetti preoccupatamente bassi e malandati. mappa_sardImboccata la SS125 il paesaggio diventa subito indiscutibilmente Sardo. Si fiancheggiano sugherete e i fichi d'india spuntano un po' ovunque mentre i nomi delle località sui cartelli stradali sembrano scioglilingue a chi, come me, non è abituato a tante "U". All'altezza di Monte Petrosu sono indeciso se deviare verso Capo Coda Cavallo da dove ammirare meglio l'imponente scogliera dell'isola di Tavolara oppure tirare diritto verso sud. Decido per la seconda e dopo un totale di circa 30Km arrivo a San Teodoro dove sorgono alcuni campeggi. Io opto per il camping La Cinta di cui ricordo volentieri la spiaggia di sabbia finissima e il buon ristorante (appena all'esterno). Meno volentieri ricordo le zanzare che provvederanno a bucherellarmi per tutta la serata.

bbluSecondo giorno San Teodoro-Cala Gonone (Km 100)
Nella prima parte non sono presenti particolari difficoltà. La strada corre non lontano dalla costa e di tanto in tanto si scorgono insenature che probabilmente meriterebbero una sosta. Io faccio sosta a Santa Lucia e dalla terrazza ai piedi della torre di avvistamento mi godo il panorama. Ripartito passo per Orosei e proseguo in direzione di Dorgali. La strada inizia a salire con più decisione mentre il paesaggio muta bruscamente con la striscia di asfalto che si stacca dalla costa e si insinua tra le montagne. Per chilometri e' un susseguirsi di enormi cave di marmo bianchissimo e la polvere bianca che impasta e ricopre ogni cosa contrasta con le acque limpide osservate fino poche ore prima. Dorgali sembra non arrivare mai con la strada che diventa ancora più impegnativa complice una crisi di fame che mi taglia le gambe. Arrivato in vista di Dorgali non è ancora finita! Bisogna salire ancora e, anche se in riserva, arrivo al tunnel che si affaccia sul golfo di Orosei. Appena fuori dal tunnel un panorama mozzafiato mi ripaga delle fatiche degli ultimi kilometri. Seguono 7 Km di tornanti in discesa che mi portano in un lampo al camping di Cala Gonone. La serie di tornanti è divertente se non fosse che penso già a quando dovrò affrontarli in salita!

bbluTerzo giorno sosta a Cala Gonone
Cala Gonone meriterebbe una sosta ben più lunga della mia. Le possibilità di escursioni sono innumerevoli. Grotte di Ispignoli, Cala di Luna, Grotta del Bue Marino ecc. sono solo alcuni esempi. Io decido di concedermi mezza giornata di riposo completo a parte una pedalata fino a Cala Fuili sulla strada a picco sul mare. Un violento temporale metterà fine prematuramente alla giornata.
Sempre a Cala Gonone conosco poi i ragazzi della ..... (noleggio di MTB) i cui consigli risulteranno utilissimi per la tappa del giorno sucessivo.
Verso sera, passato il temporale, da una delle terrazze che sovrastano la spiaggia assisto ad una scena singolare. Un grosso albero frondoso disegna sulla sabbia un'ombra semicircolare. Appena all'interno dell'ombra una decina di anziane siedono in cerchio e con movimenti cadenzati giocano (suppongo) a tombola! Quello che piu' colpisce è che le anziane indossano tutte il tipico gonnellone nero e alcune anche il velo (nero) sul capo. Stanno lì in mezzo a ragazze in bikini e bambini urlanti che giocano a palla. Sono lì ma sembrano essere a kilometri (o anni...) di distanza.

bbluQuarto giorno Cala Gonone-Tortolì (Km 70)
Questa è, almeno sulla carta, la tappa piu impegnativa. Pertanto decido di anticipare la partenza alle primissime luci dell'alba. Affronto subito i 7 Km di tornanti in salita nella fresca penombra della mattina. Fortunatamente dopo un inizio piuttosto duro, la salita diminuisce leggermente e trovato il passo giusto arrivo alla galleria senza grosse difficoltà. Breve pausa per godere una ultima volta dello splendido panorama e quindi riattraverso il tunnel. Seguono 18 Km da favola. La strada continua a salire lentamente, mentre sulla destra e un susseguirsi di scorci incredibili fino alla vista del superbo Su Gorropu. La strada a quell'ora è quasi totalmente in ombra, l'aria fresca e per kilometri non incontro nessuno, ma quello che mi colpisce maggiormente è il silenzio. Nessun rumore di auto, nessuna voce, nessun cinguettio, nulla. L'arrivo al passo di Genna Silana (1017 msl) e conseguente spuntino al bar in compagnia di 2 cicloturisti Austriaci diretti in Sicilia è l'occasione per festeggiare. Dal valico di Genna Silana la strada è praticamente tutta discesa fino a Tortolì a parte qualche strappetto in corrispondenza dei successivi passi di Genna Cruxi (906 msl) Genna Sarbene (764 msl) ecc. e agli ultimi kilometri quasi pianeggianti. Anche nella lunghissima discesa si godono panorami da cartolina. Come indicatomi dai ragazzi di Cala Gonone tra due gallerie aperte a destra trovo la fonte per il rifornimento d'acqua (ben segnalata... e unica di tutto il percorso!). Lì due anziani stanno riempendo alcune damigiane. Prima mi scrutano in silenzio poi mi chiedono ripetutamente qualcosa in dialetto Sardo e io ovviamente non capisco nulla. Mi sento un po' a disagio... poi uno dei due toglie la damigiana dalla fonte e con gesti eloquenti mi indica di riempire la borraccia. Eseguo e ringrazio.
Nella parte finale della discesa ho un piccolo problema meccanico alla bicicletta (si è allentata la ghiera destra del movimento centrale) e i pochi arnesi che ho con me non mi consentono una riparazione definitiva. Provo a cercare un meccanico per biciclette ma mi informano che l'unico della zona è a Tortolì. Poco male visto che sono diretto proprio là, e appena entrato nell'abitato di Tortolì chiedo al primo tizio sul marciapiede informazioni in merito. Questo mi guarda per un attimo poi con voce cadenzata mi fa: « un-attimo! » entra in un portone e ne esce direttamente a cavallo di un vespino, mette in moto ed esclama: « segui-a-me ». Percorro in scia all'improvvisato apripista circa un kilometro attraverso viuzze e piazzali fino davanti all'officina che cercavo. Propongo al gentilissimo scooterista un caffè al bar li vicino per sdebitarmi ma lui si congeda con un « siamo-a-posto-così! » e girato il vespino se ne va. Con le chiavi giuste riparare la bici è questione di pochi minuti e visto che ci sono chiedo al meccanico indicazioni per raggiungere il più vicino campeggio. Questo prima mi spiega la strada e poi si offre di accompagnarmi in macchina! A stento riesco a dissuaderlo inventandomi qualche scusa. Francamente non so in quante altre parti d'Italia avrei ricevuto una simile accoglienza!

bbluQuinto giorno Tortolì-Villasimius (Km 130)
Il risveglio al camping di Tortolì è il più umido di tutto il viaggio. Durante la notte l'umidità arrivata dal mare è penetrata ovunque, sacco a pelo compreso! Strizzato tutto riparto in direzione sud. Il panorama, specie se confrontato con quanto visto il giorno prima, non è un gran che. La zona piu' bella dovrebbe essere quella che risale il corso del Rio Pardu dalle parti di Jerzu ma un errore ad un incrocio mi porta su una nuova variante della SS125 che mi costringe a percorrere alcuni (troppi) viadotti in salita e delle gallerie saltando il tratto suddetto. A parte questo il viaggio prosegue senza particolari fino all'altezza di Torre Salinas dove avevo previsto di fermarmi ma vista l'ora e le gambe decido di tirare dritto fino a Villasimius. Purtroppo tiro "troppo" dritto e salto la svolta che doveva portarmi a Capo Ferrato. Dopo qualche divagazione riesco comunque a riportarmi al mare circa a metà della costa Rei. Qui l'industria del turismo è arrivata in forze e a tratti la fa assomigliare un po' alla riviera romagnola... Continuando ancora verso sud prima di Villasimius mi aspetta ancora una bella, quanto inaspettata e assolata, salita! A Villasimius sosto al camping Spiaggia del Riso e espletate le (lunghissime) operazioni alla reception posso accedere alla omonima spiaggia dove scogli dalle forme bizzarre adornano il paesaggio.

bbluSesto giorno Villasimius-Cagliari (Km 50)
Il trasferimento da Villasimius a Cagliari sembra, sulla carta, poca cosa. Si tratta invece di un percorso piuttosto impegnativo a causa dei continui sali-scendi. Lungo strada qualche sosta nei punti panoramici regala la vista di insenature dalle acque limpidissime mentre una miriade di ville e villette ricoprono ogni altura. Io faccio sosta a Torre delle Stelle causa "visita parenti" e ripartirò per Cagliari solo nei giorni successivi. Comunque arrivando a Cagliari si costeggiano una serie di stagni in cui centinaia di fenicotteri rosa sostano incuranti del rumore del traffico. Spostandosi più verso l'arenile si puo' percorrere la vecchia strada chiusa al traffico che corre lungo la famosa spiaggia del Poetto fino al porto turistico di Marina Piccola. Appena entrato in città ho anche la "fortuna" di forare la ruota posteriore ma essendo l'unica foratura di tutto il viaggio non posso certo lamentarmi. Seguirà, nei giorni successivi la visita alla città di Cagliari dove il traffico particolarmente veloce e le auto posteggiate in doppia fila sicuramente non facilitano chi si muove in bicicletta. I panorami che di godono dalla zona alta (bastione ecc.) sono comunque da incorniciare.

by Andrea Fabbri

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