Andrea Antognini

 

Mi chiamo Andrea. Il mio nome è la mia sola certezza, anche se, a volte... anche questo è discutibile, in quanto io non mi chiamo molto spesso e, quando lo faccio, di solito non mi rispondo. Vivo in contumacia di me stesso... preferisco delegare la mia presenza alla mia poesia, alla mia prosa, alle mie favole e ai miei sogni. Credo che meglio di me, esse sappiano raccontare la mia vita.

Il mio vero "Io" non è quello che lavora per vivere, infatti, se qualcuno mi chiedesse: "Che fai per vivere?", mi verrebbe voglia di rispondere: "Respiro!". Ma anche questa non sarebbe la verità: per sopravvivere, respiro... per vivere scrivo. Il mio è un continuo prendere appunti, un bisogno estremo di sensazioni, di emozioni, da annotare sul blocco di fogli, che restano in attesa di essere violati dalla Vita, dalla mia vita... è l'ineffabile di un pensiero che fugge... da rincorrere, da catturare, per rendere reale la corsa verso me stesso.... o, forse, solo il sogno della mia sosta nella realtà.

Amo la natura, gli animali ... e tutto ciò che possiede la magia di non farsi contaminare dal Tempo, come una favola ascoltata mille volte e che ogni volta mi lascia con il fiato sospeso, nell'attesa di quello che potrebbe accadere... e che forse non accadrà: una fuga dalla consapevolezza dello scontato.

Considero il superfluo una necessità ed il quotidiano un optional... da pagare a caro prezzo. Ma può la poesia considerarsi un superfluo di cui fare a meno? Può una fiaba considerarsi un di più, quando il mondo riesce con il fare a meno anche dell'amore... ma non rinuncia al suicidio, complice del Tempo ? So soltanto, che leggendo versi immortali... l'angoscia di quel Tempo scompare per un attimo, forse... ma anche l'Eternità ha mosso così i suoi primi passi, e il primo è stato un istante... ed io credo che quell'istante, quell'attimo che per primo ha lasciato la sua impronta sul Tempo, si chiamasse Poesia!

Non cerco la fama, né il successo... anche se non nego che non scrivo solo per me stesso. Sarei un ipocrita a paragonare il mio scrivere ad un Diario, da tenere chiuso, nascosto in un cassetto, con l'ancor più segreta speranza che qualcuno, un giorno, lo trovi.

Ed infatti eccomi qui a presentare i miei scritti... che non posso definire "lavori"... non costano fatica... anzi ! Non richiedono una ricompensa materiale, tangibile... ma allo stesso tempo, lo confesso, si nutrono della speranza d'incontrare qualcuno che vada, magari, a sbatterci contro... senza farsi male e, che da quello scontro, possa nascere un incontro...

Per scrivere bisogna essere almeno in Due, ma se oltre Dio... ci fosse anche qualcun altro, non sarebbe poi tanto male... Ed è a quel qualcun altro che mi rivolgo, ringraziandolo di aver dedicato un poco del suo tempo al mio... quel tempo che non andrà perduto, perché se scrivo, se continuerò a farlo, è anche per te, chiunque tu sia !

 

Vorrei non

dover scrivere

la mia vita ,

e lasciarla frusciar via senza parole...

ma se smettessi, forse

sarebbe lei a scriverla per me.