Eisenman ha tessuto con Terragni un rapporto molto importante: il primo aspetto
riguarda appunto il rapporto che lo stesso Eisenman ha nei confronti di Terragni;
rapporto che potremmo definire bidirezionale.
La sua ottica non è quella di una storico ma quella di un architetto
operativo.
Possiamo analizzare ad esempio due opere di Terragni: la Casa del Fascio e
la Giuliani Frigerio.
queste due opere organizzano spazi, volumi e architettura in maniera molto
diversa. La Casa del Fascio è un erosione dall’ esterno verso
l’interno. La casa Giuliani Frigerio, al contrario, va dall’ interno
verso l’ esterno. L’ una e l’ altra hanno dunque movimenti
opposti.Questo doppio modo di ragionare è implicito in Eisenman che
lo mette in esecuzione fin dalle esercitazioni del 1977 fino al 1990.
Tuttavia, la casa chiave per capire il rapporto con Terrgani è la House
2, poiché mette in atto i due ragionamenti che prima abbiamo visto,
dall’ esterno all’ interno.
In quest’ opera questi due aspetti convivono in una operazione di implosione,
ovvero un’ esplosione in uno spazio non libero ma chiuso.
L’ idea di questa casa è proprio questa implosione, non si tratta
di uno scavo ma di una esplosione verso l' interno. Ciò dimostra una
maniera articolata per definire un processo architettonico.
(formalismo informatico)
La forma principale è la “L”
I nuovi architetti degli anni ‘60 riflettono
su temi di architettura attraverso il “ testo critico ”, e lavorano
su meccanismi strutturali dove l’ architettura ha regole sintattiche
e quindi governabili. La generazione dei maestri, invece, sentiva molto gli
esiti costruttivi e la rivoluzione industriale. Intorno al 1960 queste cose
vengono date per assodate; quindi nascono degli sguardi molto eccentrici sull’
architettura, le informazioni ottiche sono ottenute dall’ osservare
la realtà attraverso lenti deformanti
ottiche basate su lenti deformanti.
Tra i più importanti architetti che vedono l’ architettura in
maniera distorta c’è COLLIN ROWE.
Egli guarda l’ architettura con una logica parziale, attraverso cioè
sotto punti di vista molto taglienti.
Infatti studia i rapporti ad esempio tra i ritmi palladiani e quelli di Le
Corbusier.
La filosofia s’ inserisce in questo contesto con un’ analogia;
si puo dire infatti che ci sono tre fasi che interessano gli architetti:
1-Lo strutturalismo
2-L’ analisi del testo
3-Il decostruttivismo
1- Lo strutturalismo deriva da una lettura
delle strutture antropiche, di come si organizza l’ uomo e soprattutto
le popolazioni antiche. Claude Levis Strauss studia le organizzazioni delle
società del passato e di quelle rimaste nell’ antichità.
Darwin studia il rapporto tra strutture fisse e variazione gettando le basi
per la ricerca degli architetti di quell’epoca.
La generazione di Eisenman non è questa. Egli si appassiona ad un altro
filone, quello dell’ analisi del testo altrimenti detta “ linguistica
culturale ”
I linguaggi si auto-codificano.Testo non vuol dire contenuto semantico ma
le regole interne di composizione. Leggere la House 2 secondo il testo non
vuol dire togliere elementi tettonici ma introdurlo in elementi sintattici.
2-3- L’ analisi del testo dal punto di vista della scrittura del testo
vero e proprio appartiene al pensiero decostruttivista.
La decostruzione è un concetto di sfalsamento di dislocamento; come
tecnica filosofica non ha che fare con un elemento per così dire storto,
ma è un’ operazione che si pone come obiettivo.
Ad esempio, se io prendo un testo classico come “ I Promessi Sposi ”
e lo analizzo decostruendolo, cioè mettendo sul testo una lente che
distorce e ne decostruisce la storia, otterrò ovviamente un effetto
spiazzante.
Tale effetto lo avrò a maggior ragione nel caso provassi a leggere
lo stesso testo attraverso l’uso della teoria dell’ inconscio
di Freud. Gli effetti che avrò ottenuto alla fine dell’ analisi
forse non saranno solo spiazzanti, ma illuminanti.
“decostruzione che va alla ricerca di.....
” Questa è la fase dei
Five di New York.
Questi architetti, dal punto di vista
del linguaggio neoclassico, hanno un linguaggio abbastanza omogeneo.
Nell’ intersezione dei due quadrati
nella House 3 si rilegge una base sintattica.
Nella House 10 del 1976 Eisenman fa un ragionamento più ricco, si sgancia
dal formalismo del testo e delle funzioni sintatiche, vertendo verso una certa
plausibilità. Questa si snoda attorno ad un percorso in discesa.
Tuttavia non verrà realizzata.
Alla fine degli anni 70 Eisenman entra in crisi.
In questa fase di Eisenman definiamo due aspetti fondatori:
1-il luogo, la relazione tra architettura
e contesto è imprescindibile;
2-fatto linguistico e formale, la lingua ha una sua autonomia, l’architettura
riacquisisce questo aspetto perduto da molto tempo.
Entra in psicanalisi creando cosi sculture
basate su movimenti complessi, movimenti che hanno a che vedere con la psiche.
Un altro momento importante è il 1978..Nel progetto di Venezia siamo
in pieno postmoderno che rilancia il rapporto con il contesto, inteso come
operazione mimetica.
Eisenman assorbe quest’ idea, che l’ architettura è fatto
contestuale; il contesto assume però non un ruolo mimetico, ma che
si muove concettualmente.
Si tratta di contesti fisici che vengono analizzati attraverso la storia e
il susseguirsi del tempo per cercare le linee di forza ambientate nel contesto
non contemporaneo ma storico-concettuale.
Si perde dunque la differenza tra figura e sfondo che appartengono ad un unico
mondo con la conseguenza che l’ architettura progetta prima se stessa.
Il progetto a Berlino prevede di conservare alcuni edifici esistenti “
imbrigliando “ questi edifici in una maglia che rilegge mappe storiche
creando un disegno omogeneo che appartiene ad un mondo nuovo e unitario.
Il postmoderm che aveva determinato una crisi per Eisenman viene assunto con
tecnica di spostamento; secondo lui infatti una crisi diventa costruttiva
se affrontata e non dimenticata.
Il luogo entra all’interno del progetto ma non in modo classico ma eccentrico.
La parola chiave diventa PALINSESTO, tipo di pergamene medievali su cui si
scriveva per strati, cancellando il testo scritto precedentemente, che in
ogni caso lasciava una traccia, si ottiene così una stratificazione,
una rilevanza, una presenza. Eisenman inizia a guardare il sito come un palinsesto,
definendo una stratificazione fatta secondo una logica critica e concettuale.
Il palinsesto di un luogo viene creato ricercando dei segni stratificati nel
tempo che non esistono più, si ottengono diverse mappe che sovrapposte
tra loro definiscono delle griglie alternative. E’ molto interessante
come Eisenman rimette in gioco il tema del postmodern in una logica completamente
diversa.
La tecnica del palinsesto viene applicata da Eisenman nell’ampliamento
del museo d’arte.
Il progetto è basato su un palinsesto definito grazie a mappe che sovrapposte
tra loro determinano delle griglie, con significato sia semantico che spaziale,
la griglia ha la funzione di organizzare gli eventi.
LE GEOMETRIE BOOLEANE
Per progettare un istituto di ricerca a Pittsburg
elabora un ragionamento sulle geometrie booleane; infatti considerando lo
spostamento di un cubo nello spazio si ottiene uno spazio deformato con leggi
proprie, realizzando un progetto legato a questa idea.
Per progettare un centro di ricerca molecolare, Eisenman studia la teoria
del DNA. La distribuzione segue uno schema tipologico riconoscibile composto
però da composizioni particolari.
LO SPAZIO TRA
Nel progetto per una nuova galleria d’arte Eisenman aveva a disposizione
una localizzazione libera all’interno del campus universitario. Egli
decide invece di usare un’area tra due edifici esistenti, sfruttandone
alcuni spazi da integrare con quelli del progetto. Applica il concetto di
“en between”, in questo modo uno spazio di risulta diventa un
nuovo centro.
IL MOVIMENTO
Le tecniche futuriste di movimento non hanno avuto applicazione pratica nell’architettura
per circa 70-80 anni. La tecnica di Balla, basata sulla vibrazione e l’ondulazione
delle forme che subiscono una duplicazione, viene riapplicata da Eisenman
nel progetto della casa a Cadice, mai realizzata. La casa ha un impianto ad
“L” che viene duplicato e sovrapposto, una serie di operazioni
meccaniche creano ondulazioni della forma, l’idea può essere
descritta pensando ad un palinsesto non più basato sulle tracce del
passato ma in grado di autocrearsi. Si ottengono così geometrie concepite
secondo logiche dinamiche. Il movimento diventa l’arma del processo.
Un progetto importante è L’Arlow Center a Cincinnati, un ampliamento
costituito da un nuovo corpo, ottenuto facendo vibrare la forma dell’edificio
preesistente secondo una curvilinea, in questo modo nascono delle linee forza
esterne ai confini originali che si trasformano in movimenti fisici. Le vibrazioni
creano delle griglie che possono diventare nuovi corpi, nuovi tracciati per
trattare il suolo, tutto il complesso progettuale viene così unito
da una forza comune che è il movimento.
TRASFORMAZIONE del SUOLO
Il progetto della Chiesa di Tor Tre Teste a Roma apre una nuova ricerca, quella
in cui l’architettura diventa una trasformazione del suolo, si ottiene
così un complesso formato da un suolo naturale ed uno artificiale.
In questo progetto c’è un’innovazione anche nelle funzioni
e nella distribuzione interna, infatti gli ambiti religiosi sono posizionati
in una sorta di canyon dove le pareti sono definite da schermi su cui si può
proiettare la messa di S. Pietro.