Cassa di risparmio postale

 

Nel 1903 Wagner vinse il premio del concorso per il progetto della Imperial Regia Cassa di Risparmio di Vienna (Postsparkasse).

Il rapporto con il tessuto urbano è evidente. Quattro strade ritagliano un lotto che suggerisce una composizione simmetrica secondo un concetto espresso da Wagner in Moderne Architetture: ”Solo quando la conformazione del sito, i mezzi a disposizione e soprattutto motivi di ordine pratico rendono difficile l’adozione della simmetria, può giustificarsi una soluzione asimmetrica”.

L’organizzazione interna: un alternarsi di pieni (gli uffici) e di vuoti (i cavedi per illuminarli) di cui il centrale e più ampio per ospitare il cuore dell’edificio, la notissima sala-casse. Inglobata tra le due ali parallele per il servizio assegni e la retrostante sala per gli effetti bancari, si presenta suddivisa in tre navate coperte da un soffitto in ferro e vetro. L’immagine di “bolla d’aria” che si percepisce guardando dall’interno la copertura, è solo una parte del ben più complesso organismo strutturale formato da due coperture in ferro e vetro sovrapposte e collegate fra di loro: la prima sulla sala, ad andamento curvilineo, e la seconda, dal profilo a capriate, che involucra il tutto. Un’ulteriore superficie vetrata, infine, è anche il pavimento in vetro-cemento che serve a dar luce ai locali sistemati nel seminterrato.

La Cassa di Risparmio postale assomiglia a una colossale scatola di metallo, un effetto dovuto alle sottili lucide lastre di marmo bianco che sono ancorate alle facciate con rivetti d’alluminio.

La Postsparkasse “somiglia a un’enorme cassaforte”: con questa espressione comprendiamo la felice corresponsione tra funzione, forma e significato di un’opera che non affidava la sua rappresentatività all’aura stilistica, bensì alla ragione stessa della sua origine. Tutti sono sempre stati d’accordo nel celebrarne l’antistoricismo e l’adesione allo stile utile, esaltando i primati di un linguaggio razional-funzionalista ancora di là da venire. Analogamente si è insistito sulla novità dei materiali impiegati: ferro, vetro, gomma, alluminio; sulla modernità degli impianti di aerazione, di riscaldamento, di smaltimento della neve sulla copertura vetrata.

Coronata da un “pergolato” d’onore, cui sono appese corone d’alloro, fiancheggiata da vittorie alate dalle braccia levate verso il cielo, la Cassa di risparmio postale rappresentava la benevolenza paternalistica dell’Impero austro-ungarico al culmine della sua potenza.

Nella sala della Postsparkasse si realizza compiutamente il passaggio da un neoclassicismo dell’ingegneria, ancora legato alla cultura ottocentesca, ad un classicismo protorazionalista che dal primo ha espunto ogni componente archeologica e decorativa per conservare solo gli accenti razionali e metodologici. Ma che soprattutto utilizza la modularità, la geometrizzazione, la scientifica riduzione degli sprechi per la conquista di una inedita spazialità da rendere nella “superficie”. Ma alla poetica del “piano” ereditata dal passato, Wagner associa anche quella del “punto” colta dalla contemporanea avanguardia secessionista. Infatti l’unico elemento decorativo dell’intero complesso sono le teste dei chiodi d’alluminio coi quali vengono fissate le lastre di marmo sulla facciata.

Wagner, diversamente dai suoi allievi secessionisti, costruì sempre per la realtà del presente più che per una qualche remota utopia simbolista.