Il Topo e la Matita

 

Dallo schizzo al 3D i percorsi della conoscenza sono cambiati, si sono evoluti. La complessità del percorso educativo di un futuro progettista si è arricchita di strumenti tecnologici raffinati, complessi. Un monitor e un foglio bianco. Quale interfaccia grafica scegliere per la comprensione dell'oggetto che si desidera costruire? Il topo (mouse) o la matita? Dove è preferibile il percorso analogico, dove quello digitale?



Un foglio bianco.

Capella Sistina, la creazione"In principio Dio creo.."(1) è la sensazione che si prova ogni volta di fronte ad un foglio bianco. La grafite come la mano michelangiolesca di Dio, da vita alle linee che la nostra immaginazione ha pensato (2).


Nella progettazione architettonica attuale la matita, come il vinile nelle nostre soffitte, è divenuta una tecnica desueta, attraverso il mouse costruiamo percorsi virtuali nei bit di una macchina interfacciata a un video che ogni volta, spegnendosi, simula in un click la fine del mondo.. Sembra che il cerchio si chiuda.

Ma se un Dio è esistito, son convinto che prima  di allacciare la luce (3) ha fatto un'immensità (4) di schizzi.
E' quindi attraverso una matita che i pensieri diventano concreti e progettiamo tutti gli elementi che ci circondano. La prima manifestazione dell'idea, non può essere digitale, ma deve sgranarsi nella ruvidita di un foglio, divenire plastica nel chiaroscuro grafitico (5)

Eppure...
L'ultimo disegno, un modello tridimensionale digitale di un edificio, ha cambiato qualcosa. Ha arricchito il mio modo di osservare la realtà. I professionisti del 3D avranno già vissuto questa fase ai primordi del loro percorso.

Cagliari, balconciniConcluso l'ultimo render del modello 3D, mi sono ritrovato a camminare per strada con alcune colleghe e colleghi. Il percorso era lo stesso di tutti i giorni, ma non era più reale, era digitale.

Il cielo, gli edifici la strada erano il risultato di un render di linee digitali estruse, sottratte, confuse in un wireframe (linee di contorno), ombreggiate in modo spettacolare dal sole e dai riflessi degli altri oggetti.

Fin qui, nulla di straordinario, un esame e una correzione,se sentiti, vissuti, ti assorbono e ci si ritrova a osservare le novità apprese per strada, e con gli amici(6)

La sorpresa maggiore è stata la presa di significato di ogni oggetto. Tutto aveva un senso nuovo, intrinseco, geometrico, plastico. Non solo la facciata neoclassica della Cagliari ricostruita, non solo il timpano modanato o il capitello corinzio .   

capitello S.Remi'

TUTTO!

 

 

 


condizionatore La maniglia bronzea  dei portoni in legno, la persiana socchiusa, il bugnato annerito dallo smog. Particolari classici ma anche insoliti come le grate metalliche (forgiate da fabbri o fuse in fonderia). Assumevano significato anche le geometrie assurde di porte  pacchiane in alluminio anni 70/80 , le griglie dei condizionatori,  i cartelli stradali, muretti, gradini, pluviali, ecc.
Quindi un primo risultato è stato una capacità di osservazione approfondita, la complessità dell'ambiente si è arricchita della volumetria degli oggetti, della loro forma archetipa. Ogni oggetto diveniva la somma o la sottrazione di più oggetti elementari, linee direttrici sulle quali forme planari estruse o in rivoluzione generavano volumi.
Una Cagliari diversa, ricca di significanti tecnici, strettamente connessi a forme  semplici e lineari.

pluviale & DuomoMa anche colorata, densa di materiali, ruvidi, opachi, lucidi, riflettenti. Un colpo d'occhio sulla piazza S. Benedetto generava una suddivisione di volumi, ripetizioni e simmetrie, eccezioni. Con una quantità e qualità di messaggi decisamente superiore e diversificata (7).

La presa di coscienza profonda dello strumento di modellazione solida tridimensionale e resa fotografica ha generato nuove e complesse modalità di approccio al paesaggio. Output che generano input. Una visione condivisa dai colleghi che, come me, ancora non avevano raggiunto un livello di conoscenza approfondito di questro strumento e che ora si ritrovano a commentare le forme di una anonima maniglia metallica, di un anonimo edificio, sotto lo sguardo curioso dei passanti, che immaginano una nostra fuga dalla clinica di Monte Claro.
Penso che non sia quindi necessaria una risoluzione manichea della questione il Topo o la Matita.

L'invasione dei topi nelle scrivanie dei futuri progettisti non dovrebbe avere gli stessi effetti della biblica piaga delle cavallette(8) ma adeguatamente indirizzata potrà essere una tecnologia arricchente, educativa, un'integrazione fruttuosa del lavoro con foglio e matita.

...e in un futuro più o meno vicino qualcuno si ritroverà a camminare sulla spiaggia romanticamente con all'orizzonte un magnifico tramonto sul mare...
in render.
eh no questo non ve lo concedo,
Io al mare ci vado.

 

 

 

 

 

 

 

 

(1) Genesi 1,1
(2) Il cogito ergo sum cartesiano (Cartesio, Principia philosophiae 1, 7 e 10) si trasferisce su carta attraverso una matita, il progetto come essenza, spirito dell'idea creatrice.
(3) mi chiedo se la notte biblicacmente parlando non sia un mancato pagamento delle bollette ENEL
(4) senza dirla con Ungaretti, lo si puo ben dire, l'infinito per Lui non era sicuramente un concetto astratto
(5) l'archetipo dell'arte del disegnare, il graffito (p.p. di graphire), e la grafite(grapho, scrivo) delle nostre matite hanno etimologia comune, derivano dal greco graphion "stilo per scrivere sulle tavolette incerate" e  successivamente ripresa nel latino volgare graphiare, graffiare, da graphium.
(6) chi, dopo aver fatto fisica tecnica, non si è sentito novello Archimede, per gli scenari che l'igrometria e la trasmissione del calore prospettavano. Anche il solo capire (tecnicamente) il potere refrigerate di un ventilatore era una conquista da comunicare, da vivere, se ho comprato una ventola lo devo a quell'esame..e il mal di testa dell'umidità relativa troppo bassa per colpo della stufetta, la muffa sulle pareti.
(7)Non era influente la qualità "artistica" dell'oggetto osservato, artigianato e industria, arte e spazzatura assumono una forma in quanto tali, il significante geometrico  e formale costruisce significati condivisibili e riconoscibili.
(8) Esodo 10,1-20