Antigone Sofocle

 

Molte ha la vita forze tremende; eppure più dell'uomo nulla, vedi è tremendo. Và sul mare canuto nell'umido aspro vento, solcando turgidezze che s'affondano in gorghi sonori. E la suprema fra gli dei, la Terra, d'anno in anno egli affatica d'aratri sovvertitori e di cavalli preme tutta sommovendola.  […] Con ingegno che supera sempre l'immaginabile, ad ogni arte vigile, industre, egli si volge al male ora, ora al bene. Se le leggi osserva della sua terra e la fede giurata agli dei della sua gente, sè, con la patria, esalta; un senza patria è chi s'accosta per sua folle audacia al male. E non mi sieda mai vicino al focolare, e in nulla abbia suoi pensieri comuni coi miei, chi cosi vive ed opera. ( Antigone )

...e per i più smaliziati...

 

pollà tà deinà kouden anqròpon deinèteron pèlei

toutò kai poliou pèran pòntou ceimeriw nòtw

cwrei,peribpucioisin

perwn up oidmasin,qewn te tàn upertatan,gan ayqiton akamatan,apotruetai illomenon arotwn etos eis etos,

ippein genei poleuwn.

 

Sofwn ti tò mhcanoen

tecnas uper elpid ecwn

tote mev kakon,allot ep esqlon erpei

nomous pareipwn xqovos qewn t'enorkon dikan

uyipolis apolis otw to me kalon zunesti tolmas carin

met emoi parestisos genoito met isos fponon os tad epdoi