Maria SS. Avvocata del Popolo patrona di Sessa Aurunca
Madonna del Popolo:
La tavola della Madonna del Popolo è un dipinto ad olio del sec. XVI. Le origini del quadro non sono del tutte note, attualmente nella cattedrale di Sessa Aurunca,
proveniente dal Monastero di Sant'Anna.Nel 1700 fu coperta da una lamina in argento (come era consuetudine a quel tempo) che lasciava vedere il volto
della Madonna e del bambino, offuscati dalle vernici antiche, ormai ossidate, che formavano una patina giallognola
che occultava completamente la brillantezza dei colori originari.
Liberata dalla lamina in argento si è potuto misurare la esatta dimensione stilistica ed iconocrafica.
Si tratta di una tavola del cinquecento sicuramente parte di un polittico, come rivelano le due tavolette con i SS.
Pietro e Paolo ritrovate nei depositi della Curia Vescovile , attribuiti allo stesso autore. La Madonna è in trono
con il Bambino in piedi poggiato in grembo. Il restauro ha permesso di rivelare la brillantezza dei colori ottusi
dalla vernice e mortificati dagli innumerevoli chiodi, di varie fogge e dimensioni, utilizzati per fissare la
lamina alla tavola.
Il dipinto è attribuibile al pittore Marco Cardisco ( documentato dal 1520 al 1541), di origine calabrese e attivo,
secondo il Vasari, dal 1508 al 1542, come avava intuito il Prof. Velluci, quando ancora il dipinto era coperto
dalla lamina in argento. Marco Cardisco è un "polidoresco" ossia un erede della pittura di Polidoro da Caravaggio che aveva lasciato
un'importante eredità ai cosidetti artisti "regnicoli" e nei suoi principali seguaci come il Cardisco e Pietro Negroni, i due calabresi
che appartengono alla stessa famiglia, spesso impegnati nella stessa committenza.
L'attribuzione a Marco Cardisco è confortata dal confronto con la Madonna e il Bambino in Trono con le tavole laterali dei SS.
Michele e Giovanni del polittico di Livieri nel santuario di Santa Maria a Parete (intorno al 1530), che ha un'identica
impostazione iconografica e stilistica. La Madonna in Trono ha la stessa foggia nei panneggi, il bambino è in piedi
con il volto che sfiora il viso della Madre come nel dipinto di Sessa Aurunca. Le tavolette ritrovate nei depositi
della Curia con le immagini severe di S.Paolo sono parte, sicuramente, di un originario polittico ormai smembrato
costituito da una tavola centrale con la Madonna parte di una complessa macchina lignea che comprendeva le due
tavolette dei Santi, attribuiti allo stesso pittore, come risulta evidente da un confronto con la tavola dei
Dottori della Chiesa di Baltimora,Walters Art Gallery, e, soprattutto, la figura centrale di Sant'Agostino, così
uguale ai Santi di Sessa Aurunca nei capelli lumeggianti di oro, nei tratti volto e nel disegno delle mani di
Sant'Agostino che sorreggono le Sacre Scritture. La produzione di Marco Cardisco è molto documentata (P.Giusti e
Pier Luigi L.De Castris,Pittura del Cinquecento a Napoli,1988).La tavola è databile intorno al 1530,all'epoca del
ritorno di Marco Cardisco dal primo soggiorno romano,ancora suggestionato dai modi raffaelleschi e,
contemporaniamente,dal contratto con la "Cultura Romana [...]di Maciuca e Polidoro", dopo la committenza della
Cona di Santa Maria delle Grazie a Costantinopoli con la Madonna delle Grazie e i Santi Michele Marco e Andrea
datata al 1527 circa.
.