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arte sui francobolli

Carlo Crivelli

ca. 1430 - 1494

        

 l'8 agosto 2000 nel quinto centenario della morte di carlo crivelli, viene emesso un francobollo per la serie "arte". la vignetta raffigura il  dipinto a tempera "madonna col bambino", opera tarda del pittore veneziano.  ² il quadro venne rinvenuto dentro un armadio della sacrestia della chiesa di san francesco al alto (ancona)  nel 1861, oggi conservato alla pinacoteca comunale di ancona.

800 L. - 0,41 € Dipinto "Madonna col bambino" di Carlo Crivelli policromo Dent.14 p • Stampa: calcografia e offset • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Dis. di R.Morena • Tir.3.500.000
 

   

 

VATICANO

 


" È pittor degno che si conosca per la forza del colorito più che pel disegno; e il suo maggior merito sta nelle piccole istorie, ove mette vaghi paesetti, e dà alle figure grazia, movenza, espressione, e talora qualche colore di scuola peruginesca [...] per il succo delle tinte e per un nerbo di disegno questo pittore può a buon diritto chiamarsi pregevolissimo tra gli antichi. Si compiacque d'introdurre in tutti i suoi quadri delle frutta e delle verdure, dando la preferenza alla pesca ed al citriolo; quantunque trattasse tutti gli accessorj con bravura tale che in finitezza ed amore non cedono al confronto de' fiamminghi. Non sarà inutile accennare che i suoi quadri sono condotti a tempera e perciò a tratti, e sono impastati di gomme sì tenaci che reggono a qualunque corrosivo; motivo per cui si mantennero lucidissimi. "   

Pur in mancanza di documentazione, si pensa che Carlo sia stato apprendista di Antonio Vivarini, Giovanni d'Alemagna e Bartolomeo Vivarini, quest'ultimo ben informato della contemporanea cultura pittorica padovana, fondata sulla scuola di Francesco Squarcione; a questa dovette guardare il giovane Crivelli, particolarmente al coetaneo dalmata Giorgio Čulinovič, detto Giorgio Schiavone - il più anticlassico degli squarcioneschi, non avendo voluto assimilare la lezione toscana giunta a Padova - il quale  era operoso a Venezia, ad Andrea Mantegna, a Filippo Lippi e a Donatello.

Lo storico veneziano Carlo Ridolfi  cita le opere del Crivelli, che dovrebbero essere fra le sue prime ma sono ora perdute, nelle chiese veneziane di San Sebastiano - un san Fabiano e le Nozze mistiche di santa Caterina - e di San Sebastiano presso San Lorenzo - delle Storie di san Leone Bembo.

 opera invece nota e considerata comunemente la più giovanile che di lui resti, è la Madonna col Bambino di San Diego, datata intorno al 1460 e firmata OPUS. KAROLI. CRIVELLI. VENETI., che conferma gli influssi padovani anche se il Bottari ha voluto riconoscervi collegamenti con Domenico Veneziano.

La Madonna col Bambino e putti di Verona, anch'essa firmata OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI, un tempo appartenente al Monastero veneziano di San Lorenzo e databile ancora al 1460, rivela un complesso di influssi, riferibili tanto direttamente allo Squarcione degli Angeli con simboli della Passione dell'Accademia Carrara di Bergamo, quanto a Marco Zoppo e soprattutto a Giorgio Schiavone, partito il quale per Zara, il nostro pittore credette bene accompagnarsi, se due atti notarili del 23 giugno 1463 e dell'11 settembre 1465 lo citano come maestro pittore, cittadino e abitante della città dalmata.

Testimonianze della sua presenza in Dalmazia, sarebbero due attribuite Madonne col Bambino e due angeli, ora a Zagabria e a New York, la cui debolezza formale rispetto alle due tavole precedenti viene ricondotta alla necessità di adeguarsi alle tradizioni locali.

L'esordio artistico di Carlo Crivelli nelle Marche è dato dal polittico di Massa Fermana del 1468. Dopo tale data il pittore rimase sino alla morte in terra marchigiana, ove fu protagonista di una lunga stagione artistica che lo vide introdurre soluzioni iconografiche e spaziali innovative che incontrarono il favore di molteplici committenti.

Dei numerosi polittici realizzati pochi sono rimasti nella sede originaria; i più furono smembrati e dispersi e passati sul mercato antiquario, al punto da rendere difficile il riconoscimento della provenienza delle numerose tavole che sono oggi conservate in un numero molto elevato di istituzioni museali.

                  


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