IL
GIORNALINO
grafica di M.G.Di Vita – ogni diritto riservato
Anno2004 numero 2 - Febbraio
Stampato in proprio ad uso esclusivo dei soci della
A.S.Mediterranea
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A stesura del Giornalino già ultimata è pervenuta
la notizia sotto riportata che non potevamo non diffondere in apertura
di questo numero.Pertanto il tono scherzoso di alcuni dei testi
successivi potrà apparire fuori luogo, ma siamo sicuri che i lettori
sapranno interpretare nel giusto modo lo spirito con il quale la
Redazione del Giornalino ha deciso comunque di non stravolgere il
menabò.
Triste notizia
E’ giunta una breve lettera datata 12 febbraio
2004 inviataci dall’esponente della Seconda Linea Missionaria ONLUS
di Ostia, Piero Rolleri , la quale comunica:
"Con molto dolore vi informiamo che Chikondi
Kusata ( la bambina del Malawi adottata a distanza dalla
Mediterranea n.d.r.)
non è più tra noi. Complicazioni polmonari, aggravate dalla
sieropositività, hanno posto fine alla sua breve esistenza. Nel
ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per lei, restiamo a
vostra disposizione qualora decideste di adottare un altro bambino del
Malawi.
Un abbraccio fraterno".
Quando abbiamo "adottato" quella bambina,
ci è stata presentata una scheda con una foto rappresentante una
bimbetta irrigidita davanti all’obiettivo, infagottata nel vestito
"buono" indossato per l’occasione, con lo sguardo fisso
davanti a sè, come quello di tanti bambini costretti a fare cose che
non riescono a capire e poche scarne notizie: nata nel 1993, bambina,
frequentante la quinta elementare, ultima di quattro fratelli, orfana
di entrambi i genitori...insomma, una bambina "virtuale",
lontanissima, nello spazio e nella sua sostanza, dal nostro mondo,
quasi una pratica burocratica da gestire con facile noncuranza, senza
particolari impegni morali e di responsabilità. Ora quella
"pratica" ci riconduce, con la sua morte, ad una realtà
alla quale abbiamo dedicato finora qualche pensiero distratto e nulla
più, e forse ci fa sentire impotenti, e anche un po’ in colpa: è
difficile ora superare lo scoglio di una retorica scontata, e dare un
qualche senso, un significato a ciò che Chikondi ha rappresentato per
noi, ma soprattutto cosa abbiamo significato noi per lei, per le sue
speranze, per le sue aspettative di un futuro che le è stato negato.
Ecco, forse qui è la magra e amara consolazione: forse anche un
piccolo gesto di solidarietà come il nostro può accendere, assieme a
tante altre, una scintilla di speranza per tante Chikondi, milioni e
milioni di bambini, vittime di una ingiustizia planetaria, condannate
da fame, stenti e ignoranza, una scintilla di speranza che possa
tramutarsi in un raggio di luce che illumini il tracciato di una
strada ancora da costruire, assieme a quelle popolazioni, con un
disegno sostenuto dalla volontà e dall’impegno di tutte le nazioni
cosiddette "civili", una strada che porti ad un domani
lontano da fame e epidemie, che porti lavoro e istruzione. Forse
Chikondi è morta con nel cuore un po’ di quella speranza, il sogno
di quella strada... facciamo sì che altre Chikondi la possano
percorrere.
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Editoriale
Questo è il numero 2 del Giornalino del 2004, ma
in effetti, considerando che nel frattempo c’è stato il rinnovo
degli organi statutari con tutto ciò che ne consegue sul piano dei
programmi e delle idee per l’avvenire, potremmo considerarlo il
numero 1 del nuovo corso. Nuovo? Non c’è dubbio che le ultime
elezioni, in maggior misura rispetto a quelle degli anni passati,
hanno portato forze nuove a cimentarsi con le cariche sociali, dando
uno scossone, certamente positivo, al gruppo dirigenziale, tuttavia
( e qui viene da citare le parole del Presidente all’apertura dell’Assemblea
del 17 gennaio) è da sottolineare che l’efficacia di questo
gruppo, la sua capacità ( sempre perfettibile, per carità...) di
gestire al meglio la vita dell’associazione, si è andata formando
negli anni secondo una linea di continuità dove, tenendo ferme le
ragioni, le finalità, lo spirito delle origini, si è andato via
via costituendo un patrimonio di regole non scritte, di
comportamenti, di procedure ( e il certosino lavoro dei Segretari
che si sono succeduti nel tempo, vedi in particolare quello svolto
da Vincenzo Donati, ne è la riprova sul campo) che hanno dato
certezza e sicurezza, e quindi consapevolezza delle potenzialità di
sviluppo, sulle quali si è fondata la crescita della Mediterranea,
basata anche sulla sperimentazione di nuove strade e nuove
iniziative. Insomma, un lungo giro di parole riassumibile nello
slogan " cambiamento nella continuità": cambiamento per
il quale tornerà utilissimo il contributo di idee dei
"nuovi", anche per dar man forte agli irriducibili
entusiasmi dei "veci",( confermati o rientrati con le
recenti elezioni) che da parte loro comunque garantiranno che non
venga mai spezzato quel filo rosso che lega negli anni il cammino
della Mediterranea, dal giorno della sua nascita fino ad oggi,
domani e dopodomani...
Altra cosa da notare è il fatto che questa volta
si è trattato di elezioni più "vere" ( si può dire?) in
quanto hanno partecipato al voto ben 75 elettori, i quali si sono
espressi su una rosa ampia di candidature: ciò ha comportato
necessariamente l’esclusione di validissimi candidati, i quali
avranno sicuramente modo di rifarsi alle prossime votazioni, ma nel
contempo rendendo più credibile il risultato, ottimo sotto tutti
gli aspetti, non ultimo quello della democraticità delle scelte
operate dal "popolo Mediromano".
Auguri di buon lavoro a tutti i membri del
Consiglio Direttivo!
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Vorrei esprimere una mia opinione per quanto concerne
il regolamento delle gare e delle classifiche.
In
particolar modo mi riferisco al punto dell’art.3 in cui si dice che le
gare sociali poste al di fuori dei confini del Comune di Roma avranno un
punteggio raddoppiato rispetto alle altre gare sociali.
Mi
sembra chiaro che questa regola penalizza persone come me che tra il
lavoro, la casa, i figli piccoli, a volte fanno i salti mortali anche per
partecipare ad una gara che si svolge sotto casa.
Si
vuole in questo modo privilegiare non l’impegno dei soci ma i soci
liberi da impegni ( ma questo è un altro discorso ).
Sono
iscritta a questa società da ormai diversi anni e a volte ho dovuto
rinunciare mio malgrado a gare a cui tenevo perdendo cosi il relativo
punteggio. Non capisco per quale motivo dovrei essere doppiamente
penalizzata.
E
poi mi chiedo, quando a fine anno vengono redatte le classifiche noi
abbiamo sempre premiato l’atleta più veloce, oppure quello che ha
percorso più chilometri o ancora il primo di società ( il quale come
risulta evidente deve aver partecipato a un maggior numero di gare sociali
) e quindi a mio parere solo questi devono rimanere i criteri di
valutazione.
Questo
ovviamente non vuol dire che tutte le gare debbano svolgersi ad Ostia.
Il
Direttivo deciderà l’ubicazione delle varie gare come riterrà più
opportuno, ed io come atleta deciderò in base alle mie esigenze se
partecipare oppure no .
Questo
rimane solo il mio modesto parere dal momento in cui l’articolo è stato
approvato dall’assemblea dei soci.
Con affetto e senza acrimonia
Tiziana (Mancini)
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La risposta
Innanzitutto, a nome di tutto il Consiglio Direttivo,
ringrazio la Redazione del Giornalino per aver messo a disposizione questo
spazio di "dialogo" con i Soci, raccogliendo l’esigenza, già
da tempo avvertita, che i flussi dell’informazione sulla vita sociale
non siano a senso unico ma si alimentino di uno scambio reciproco tra
dirigenti e soci: potrà essere questo, se opportunamente alimentato, uno
strumento ulteriore per rendere la conoscenza dei problemi più puntuale e
argomentata.
E ora veniamo al dunque.
Carissima Tiziana, la tua gentile lettera , in effetti,
ha sollevato un problema che , a dire il vero, nello stendere la proposta
di regolamento non avevo sufficientemente valutato: "premiare" e
quindi incentivare la partecipazione alle gare lontane può effettivamente
creare una disparità di trattamento nei confronti di chi, per motivi di
famiglia, lavoro o altro ha difficoltà ad allontanarsi dal proprio
domicilio. L’altro lato della medaglia, comunque, è rappresentato dal
criterio di scelta delle gare sociali " fuori sede" che
privilegia quelle situazioni ove alla gara sia abbinabile la possibilità
di fruire di una gita "fuori porta" con il coinvolgimento
appunto dei familiari, e della ricerca di gare meno affollate delle
nostrane dove poter raggranellare qualche premio e riconoscimento,
individuale o di società ( per fare un esempio, già vissuto, del primo
tipo ricordiamoci la campestre che abbiamo fatto a Ninfa, e del secondo la
Strafiuggi, ove comunque dopo l’incetta di premi siamo riusciti ad
abbinare anche il momento del relax e della festosa pappatoria a casa dei
coniugi Ariete). Altro aspetto da considerare è che il meccanismo del
punteggio raddoppiato per ogni gara vale solo per la classifica
"societaria" che è la meno prestigiosa tra quelle in vigore e
per la quale c’è minore competizione: cercare di ravvivarla un pò,
approfittando di quelle poche trasferte che riusciamo a organizzare (
pensando che delle gare organizzate nei nostri pressi non ce ne sfugge
nessuna), non mi sembra sia poi tanto grave. Ti assicuro comunque che
nella programmazione delle gare "sociali" terremo sicuramente
conto, nel limite del possibile, delle esigenze che ci hai manifestato,
pensando che anche altre persone possano trovarsi nelle tue stesse
condizioni. Ciao! E grazie!
Elio Maria Magliulo, quale estensore del Regolamento in
discussione...
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Al Presidente, al Vice-Presidente, al Segretario e
a tutti i Consiglieri del Consiglio Direttivo della A.S. Mediterranea:
Oggetto: segnalazione di accampamenti abusivi,
con annesse discariche, all’interno della Pineta di Castelfusano
Caro Direttivo,
approfitto della rubrica "Lettere al
Direttivo", che la redazione del nostro Giornalino mette a
disposizione dei soci (e non) per la comunicazione, anche con una
certa diffusione, di osservazioni, segnalazioni o anche semplici
suggerimenti (nonché opinioni e quant’altro si voglia far sapere
all’organo esecutivo della nostra Associazione), per segnalare
quanto rilevato durante una corsetta pomeridiana su uno dei tanti
sentieri della nostra amata, frequentatissima Pineta di Castelfusano.
Sabato pomeriggio 7 febbraio u.s., verso le ore 18,
per effettuare un blando allenamento pre-gara (la domenica successiva
avrei partecipato alla Mezza Maratona di Tarquinia), mi trovavo a
correre su una traccia in pineta. Dal cavalcavia di via del
Mediterraneo sulla ferrovia Roma – Lido e, costeggiando i binari,
tale traccia arriva alla via Cristoforo Colombo; attraversando,
quindi, quella striscia di pineta compresa fra la strada asfaltata di
via del Gran Pavese (quella con i riferimenti metrici per i duemila,
tanto per intenderci) e la strada ferrata di cui sopra.
Percorrendo, dunque, tale tracciato parallelo al
litorale, in prossimità della Stazione Metro Castelfusano, con la
fronte al mare proprio alle spalle della banchina, all’interno della
duna sabbiosa e in mezzo alla fitta macchia mediterranea che la
ricopre, alla fine di una diramazione del sentiero, (deviazione che
risultava abitualmente utilizzata grazie ai segni lasciati dal
frequente passaggio di persone), rilevavo la presenza di un vero e
proprio "accampamento" corredato di:
· due capanne costruite con rami, arbusti,
teli di cellophane, buste di plastica, stracci di varie dimensioni,
delle approssimative dimensioni di due tende da campeggio e quindi di
circa mt. 2.5 x 1 x 1,
· un area di rispetto, tutt’intorno ai
ricoveri di cui sopra, per un raggio di circa una decina di metri,
"arredato" con sedie da giardino in plastica, indumenti,
effetti personali (appeso ad un ramo faceva bella mostra di sé uno
specchio con mensolina in plastica, suppongo per la rasatura
personale) e tante, tante bottiglie di vetro, di plastica, lattine di
birra vuote, avanzi di cibo, scarpe vecchie, materassi, coperte,
cuscini, fazzoletti di carta "usati", ovunque nello spazio
circostante,
· svariati "angoli cottura"
costruiti con pezzi di mattoni per l’accensione di fuochi, con segni
evidentissimi e recenti della loro funzione ed utilizzo,
· una valloncino, adiacente all’area,
adibito a discarica di immondizia, costituita da una compluvie di
sacchetti di plastica, rifiuti organici ed inorganici di qualunque
origine e specie, della superficie di circa 50 metri quadri,
· a distanza d’una decina di metri da
suddetto sito, a cielo aperto in mezzo ad una radura, si può
osservare un’area arredata con: improvvisate panchine, realizzate
con supporti di laterizi e con le relative sedute costituite dalle
paline segnaletiche delle diverse specie vegetali che si possono
ammirare e riconoscere in pineta; paline che sono state divelte,
sottratte e trasportate dalla loro sede ai bordi del sentiero da cui
provenivo; un paio di focolari e, anche qui, una profusione di lattine
di birra vuote e bottiglie di vetro e di plastica,
il tutto completamente invisibile dall’alto
perché immerso nella selva e coperto dalle fronde.
Non nascondo che sono rimasto sbalordito. All’interno
di una riserva naturale, mi appariva e mi appare tuttora un enormità
quello che si può tranquillamente osservare a pochi metri dalla
strada asfaltata normalmente utilizzata per i nostri allenamenti o per
una semplice passeggiata.
La riflessione che niente impedirebbe agli abitanti
della zona di buttare i propri rifiuti nei vicini cassonetti e
secchioni per l’immondizia mi ha fatto momentaneamente trascurare
inopportune remore di ordine umanitario. Anche laddove non fossero
bastate le norme vigenti in materia di tutela ambientale, che
sanciscono l’indisponibilità del demanio forestale da parte di
privati per scopi abitativi e per lo smaltimento di rifiuti solidi
urbani.
Nell’ambito del programma di collaborazione che
la A.S. Mediterranea ha concordato con il C.E.A. – Centro di
Educazione ed Informazione Ambientale - e che si può riassumere,
sostanzialmente, nell’attività di vigilanza volontaria nella Pineta
di Castelfusano, durante tutto l’arco dell’anno e in occasione (o
meno) della consueta attività sportiva che da sempre svolgiamo nella
Riserva Naturale Statale "Litorale Romano", ho creduto mio
dovere rendere noto quanto sopra.
Penso che, per competenza e per opportunità, il
Consiglio Direttivo dovesse essere il primo destinatario della
presente "denuncia", poiché deputato anche a fungere da
adeguata cassa armonica delle istanze civili dei suoi associati tanto
più che aderenti ad una compagine sinceramente compresa della
importanza strategica della protezione dell’ambiente naturale;
istanze che, forse, se provenienti solamente da un singolo quanto
zelante (rompiscatole?) cittadino, prive della risonanza di un ente
esponenziale attivo come la Mediterranea, rischierebbero di rimanere
velleitarie voces clamantes in deserto.
Ovviamente confermo la piena disponibilità del
sottoscritto a collaborare a tutte le attività di segnalazione,
individuazione della località e dell’ubicazione dello scempio
descritto e, dovesse rendersi necessario, della sua bonifica. Certo
della entusiasta adesione e supporto degli amici tutti.
Osservo, laddove ce ne fosse bisogno, che, di
concerto con il C.E.A., alla cosa potremo/dovremo dare il doveroso e
giuridicamente previsto seguito, a mezzo di formale denuncia alle
Autorità competenti (Corpo Forestale dello Stato, Comune di Roma –
XIII Municipalità, Ama, Magistratura?).
Nel caso, inaudito, che alla nostra segnalazione
non dovesse far seguito la dovuta reazione di chi di dovere, sono
certo che alla stampa locale, e alla emittente televisiva con la quale
il consigliere Saverio Rudi intrattiene una special relationship,
non mancheranno i mezzi e l’audience necessari per mobilitare, un
pochino, l’attenzione di cittadini più sensibili alle tematiche
ecologiche.
Ringrazio per lo spazio concesso e saluto l’augusto
consesso con i più sentiti auguri di buon lavoro.
Marco G. M. Nicassio
Castelfusano, 15 febbraio 2004
La risposta:
Caro Marco, non credo ci sia da darti una qualche
risposta, in quanto hai già ben previsto l’uso che dobbiamo fare
della tua denuncia. Il Consiglio Direttivo, nell’ultima riunione, ha
deciso di riallacciare i rapporti con il Centro di Educazione
Ambientale (C.E.A.) per collaborare alla tutela del patrimonio
ambientale della pineta: il primo atto sarà proprio quello di far
pervenire loro la tua circostanziata segnalazione. Grazie.
Il Segretario.
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Terra mia
Di Olha&Igor Danylo
Salve cari soci della A.S. Mediterranea, siamo 2 fratelli
(sorella&fratello)provenienti da un paese lontano 3000 km. ca. da voi,
quest’anno ci siamo iscritti entrambi con la vostra equipe io come
sostenitrice mio fratello come atleta praticante, sotto suggerimento di
qualche atleta mi è stato fatto notare che vi è un giornalino dove poter
dire, fare o quant’altro si voglia per far conoscere al pubblico ciò
che si desidera. Allora colgo l’occasione, per parlare un po’ della
nostra terra, una terra, la nostra patria, che amiamo tantissimo e della
quale andiamo orgogliosi; ne parleremo oggi un po’ per grandi linee in
generale, ma poi per approfondire, nei prossimi numeri, cercando di
entrare nei vari temi più specificatamente. Temi che varieranno di volta
in volta e che spazieranno dalla cultura al folklore, dall’arte alla
politica, dagli usi e costumi all’economia per non dimenticare poi
storia, cucina ecc. ma non dilunghiamoci troppo nelle presentazioni tanto
ci sarà tempo e modo di conoscerci meglio, quindi passiamo subito al
nocciolo della questione:
Ucraina (Ukraìna), repubblica federata fondata sulle ceneri dello
sgretolamento dell’ex Unione Sovietica, dalla quale ha proclamato l’indipendenza
il 24/08/1991, la sua capitale è Kiev (Kyìv), è una terra ricca di
risorse ancora non sfruttate dall’attuale popolazione, che per i suoi
603700 Kmq. diventa la seconda nazione d’Europa, enorme nella sua
espansione geografica che ha la maggiore estensione andando da est ad
ovest, mentre risulta smisuratamente piccola andando da nord a sud.
La sua posizione geografica la inquadra nel nord-est europeo, i suoi
attuali confini sono a NE e ad E con la Federazione Russa a SW con la
Moldova e la Romania a W con l’Ungheria e la Slovacchia a NW con la
Polonia e la Bielorussia mentre a S si affaccia sul Mar Nero l’estremità
meridionale con la penisola di Crimea delimita ad E il Mar d’Azov. Il
territorio comprende un vasto lembo del Bassopiano Sarmatico, mosso a SE
dalle alture del Donec e a W dal Ripiano Podalico.Solo alla periferia si
elevano i monti; a W quelli dell’arco dei Carpazi e a S i monti della
Crimea. I principali fiumi sono: il Donec, il Dnepr, il Dnestr, il
Danubio. Il clima è semicontinentale, con inverni freddi ed estati calde
e umide. Le sue coordinate sono lat. 52°-44°N; long. 22°-40°E. L’unità
monetaria è il hrivna ca. 1/5 di € . La forma di governo è una
repubblica,a cui capo vi è un presidente, L. Kuchma alla sua seconda
elezione.
Congiuntura economica,per attirare capitali e attività straniere il
governo ha liberalizzato l’acquisto di terreno e immobili e ha creato le
condizioni per stipulare contratti di partnership che possono contare su
affitti e costi del lavoro tra i più bassi dell’est (a parità di
preparazione professionale).
Risorse economiche, vastissime le foreste che si alternano a zone
paludose, le pianure steppose, ricoperte di terra nera, sono in gran parte
acquisite all’agricoltura e irrigate per mezzo di colossali complessi di
sbarramenti fluviali. Le maggiori coltivazioni agricole sono: frumento,
orzo, barbabietole da zucchero, girasoli, avena, mais, cotone, tabacco,
ortaggi e frutta. Vigneti nella valle del Dnepr e in prossimità della
costa. Cospicuo l’allevamento. Il sottosuolo è ricco di giacimenti di
carbone, di minerali ferrosi, manganese, petrolio, gas naturali e minerali
polimetallici oltre a fosforite, caolino, gesso, calce e torba. Di grande
importanza le industrie siderurgiche metallurgiche, metalmeccaniche,
chimiche, cantieristiche, di trasformazione di prodotti agricoli, tessili.
Discretamente sviluppate le vie di comunicazione. I porti di maggior
movimento sono Odessa, sul Mar Nero, Zdanov sul Mar d’Azov. Aeroporti
intercontinentali a Kiev e Harkov. Altri centri Lvov, Dnepropetrovsk,
Doneck, Zaporoz’e, Krivoj Rog. La lingua ufficiale è l’ucraino.
Le produzioni del settore primario sono ancora gestite in buona parte
da grandi aziende collettive. Il nuovo codice agricolo approvato negli
ultimi mesi del 2001 dovrebbe favorire il passaggio a un’agricoltura di
mercato, grazie alla possibilità di trasferire la proprietà dei terreni
a partire dal 2005. I principali prodotti agricoli sono i cereali oltre i
suddetti sopra segale, miglio, patate e vari tipi di ortaggi. L’allevamento,
soprattutto bovino, suino e ovino, fornisce carne, prodotti ceseari, uova
e lana. Mentre il settore secondario e cioè le risorse minerarie dove l’Ucraina
possiede (come detto sopra) vasti giacimenti di carbone, localizzati
soprattutto nel bacino del Donec’, di minerali di ferro (Kryvyi Rih,
Kremenchuk, Kerch, Belozerka) oltre a riserve di gas naturale (Drohobych,
Sebelinka, Boryslav, Bytkov, Mraznica, Dashava) e petrolio (giacimenti di
Boryslav e Drohobych). La rete di oleodotti copriva 6952 km nel 1996. Si
estraggono inoltre: lignite, manganese (Nikopol’) magnesite (Kryvyi Rih,
Zaporizhzhia), Sali potassici (Stebnik), zolfo (Rozdol, Nemyriv), uranio (Smolino,
Zeltyje Vody), sale, mercurio (Nikitovka), grafite (Zavalievskoye), torba.
Energia: circa ¼ dell’energia elettrica prodotta è di origine
nucleare e proviene dalle centrali di Kostjantynivka, Energodar, Rivne,
Khmel’nyts’kyl, Zaporizhzhia e Chornobyl’ tristemente famosa per il
disastro eco-ambientale avvenuto nell’aprile dell’86, da allora a tutt’oggi
presenta ancora rischi di fuoriuscite pericolose, poiché il sarcofago di
cemento che ricopre il reattore (esploso nel 1986, uno dei 4 allora in
funzione) mostra oggi falle e cedimenti strutturali.
Industria: L’industria è sviluppata soprattutto nei settori pesanti.
La siderurgia ha impianti a Kryvyi Rih, Zaporizhzhia, Dnipropetrovs’k,
Donets’k, Makiivka, Nikopol’, Azovstal, Mariupol, Yenakiieve, Alchevs’k,
Kerch; la metallurgica a Kostiantynivka, Zaporizhzhia, Nikopol’,
Nikitovski. Ad Amvrosjeka, Kramatos’k,Dnipropetrovs’k si produce
cemento. Le industrie chimiche sono ubicate a Chernihiv, Sumy, Charkiv,
Lysychans’k, Makiivka, Cherkasy, Kremenchuk, Slov’ians’k, Donets’k,
Dnipropetrovs’k,Zaporizhzhia. La produzione di fibre sintetiche è
localizzata a Cherkasy, Kiev e Chernihiv; quella dei prodotti farmaceutici
a Kiev e Charchiv. A Lysychns’k, Kremenchuk, Kerson, Mykolaiv, Drohobych,
Nadvirna, Odessa sono in funzione raffinerie di petrolio. L’industria
meccanica produce autovetture (Leopoli, Kremenchuk, Dnipropetrovs’k,
Zaporizhzhia), trattori (Charkiv, Kiev, Odessa), macchine agricole (Charkiv,
Zaporizhzhia), locomotive, biciclette. A Odessa, Mykolaiv, Sebastopoli,
Kiev, Kherson e Kerch operano cantieri navali. Un’area industriale
sempre più sviluppata è quella di Kharkiv, nel nord-est, dove coesistono
industrie meccaniche, farmaceutiche e produzioni agroalimentari.
Di rilievo è anche l’industria elettrotecnica, localizzata in
prevalenza a Sumy, Kiev, Kharkiv, Kostiantynivka, Zaporizhzhia e Mariupol’.
Altre industrie sono quelle tessili, del legno, della carta, del tabacco,
della gomma e conciarie.
Il settore terziario è il commercio con l’estero. L’Italia è uno
dei maggiori partner commerciali dell’Ucraina: nel campo dei prodotti
tessili e del pellame, è tra i primi fornitori, mentre nel complesso dei
prodotti, è il secondo fornitoree il primo tra i paesi UE.
State trovando nomi impronunciabili ma sono solo alcune delle
principali città di questa nazione, la quale viene comunemente associata,
qui in Italia, spesso a Shevchencko giocatore di football che segna goal
nel Milan, o alle tristi vicissitudini accomunate per tutti i popoli dell’est
europeo, cioè dello sfruttamento lavorativo anche a scopo sessuale,
dovuto per lo più alla caduta dell’egemonia sovranica russa, che con lo
smantellamento della cortina di ferro ha dato vita al proliferarsi della
ragione di arricchimento facile; così da formarsi varie bande più o meno
grandi o organizzate per un commercio illegale di ogni tipo cose o persone
che ha coinvolto, oltre le ex repubbliche russe, anche le varie nazioni
adiacenti gestite dall’ormai decaduto tirannico comunismo russo.
La storia del mio paese è legata a quella di tutto l’impero russo ma
in particolar modo c’è un popolo che ha fatto grandi ed eroiche le
gesta di questa nazione: i cosacchi, ma questa è un'altra storia quindi
ne parleremo la prossima volta, ora chiudiamo questa lunga dicitura quasi
tutta dedicata all’economia, con un saluto PUTZULUJE TEBIA’ I DIAKUII
SIM. (un bacio e grazie a tutti).
Olha e Igor Danylo
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Metti una serata………
al Cineforum "Colle di Giano"
Prendiamo una domenica mattina.
Una bella giornata di sole, l’aria frizzante di
febbraio, il nostro "gruppone" reduce da un medio, facce
stanche ma soddisfatte, chi si "allunga" i muscoli, chi si
libera della maglietta zuppa di sudore e fatica…
Beh, metti una domenica come tante e poi qualcuno,
la sottoscritta (non per vantarmi!), che butta là la proposta di
passare la serata al cineforum di Colle di Giano dove proiettano
"Dancer in the dark". Alcuni si mostrano interessati, il
nostro buon Nicassio è subito entusiasta. Altri, invece, mi guardano
un po’ straniti e comincia uno strano valzer "sai, vorrei tanto
venire ma ho il gatto a casa che mi aspetta …. ho un’unghia
incarnita…. tra una settimana parto e devo fare le valigie… l’oroscopo
del giorno mi sconsiglia i film scandinavi… poi, sai, la sera fa
freddo"….
E così solo uno sparuto manipolo di eroi,
incuranti del freddo e degli acciacchi fisici (!!?!!), si ritrova all’appuntamento
con Anna Maria in piazza Capelvenere, ad Acilia… a 15 minuti scarsi
di macchina da Ostia.
Paghiamo il modestissimo biglietto (euro 1.50
appena!) ed entriamo.
Le organizzatrici della rassegna che si intitola
"I Registi europei in 11 film", Federica Ricevuto e la sua
collega Silvia Capuano, ci danno il benvenuto. La location è, senza
dubbio, spartana ma funzionale, l’atmosfera semplice ed informale.
Ci sediamo.
Si chiacchiera del più e del meno… che nel caso
nostro – ahimè! – essendo impenitenti podisti (o sedicenti
tali!), ha sempre a che vedere con la corsa. Poi Federica e Silvia
prendono la parola ed introducono il film che stiamo per vedere. Ci
parlano del regista. Stasera è il turno di Lars Von Trier, il
discusso autore de "Le onde del destino", film bellissimo,
forte come un pugno nello stomaco. Le ragazze proseguono inquadrando
brevemente l’opera cinematografica, ci raccontano qualche aneddoto
relativo alla realizzazione del film poi le luci si spengono, cala il
silenzio e il film inizia…
Quando le luci si riaccendono, ho ancora gli occhi
lucidi. Ho trovato il film infinitamente poetico e commovente. L’interpretazione
della protagonista Bjork è una d’intensità struggente. Nel film è
Selma, un’operaia emigrata dall’Est Europa con un grande sogno e
una passione per i musical, dotata di una purezza interiore che le
permette di librarsi al di sopra di tutte le meschinità di cui è
vittima. L’intera storia è ambientata in una tranquilla cittadina
della provincia americana degli anni ’50, tutta casette linde,
giardino e bandiera a stelle e strisce e …. Qui mi fermo!
Non è mia intenzione raccontarvi il film… anche
perché ciò che è piaciuto a me, che mi ha profondamente emozionato,
non è detto che poi incontri anche i vostri gusti. Ciò che mi sta a
cuore è segnalarvi questa iniziativa, messa in piedi dall’impegno
ammirabile e dalla tenacia di Federica e della sua amica.
Queste due ragazze, coraggiosamente e a dispetto di
una prassi cinematografica e televisiva che ci schiaccia e ci spinge
ad essere meri "fruitori passivi" di ciò che viene
trasmesso sul piccolo e grande schermo, ci invitano a riflettere, a
confrontarci con il messaggio che il nostro "vicino di
poltrona" ha ricavato dallo stesso film, a discutere, a tirare
fuori - se ne abbiamo voglia - le emozioni che ci ha suscitato…e, se
poi, come è capitato a me, si ha la fortuna di "incappare"
in una serata in cui è presente il nostro Professore (G. Di Siena)
che è anche un preparatissimo cultore di cinema …allora una serata
può diventare anche lo spunto per un vivace dibattito!
Il mio vuole essere un invito, molto caloroso, a
non perdervi i prossimi appuntamenti al Cineforum Colle di Giano
perché se è vero che noi della Mediterranea abbiamo gambe e polmoni
per correre, stomaco e palati sopraffini per gustare la buona cucina….
abbiamo anche una gran bella testa!!
In gamba ragazzi!!
Chiara Cingolani
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Guardando le stelle
Di Marina Marini
Riassunto dei precedenti capitoli :
siamo nel futuro. Sull’asteroide, "Aureum", si estrae una
gran quantità d’oro.La protagonista, che lavora al progetto
"estrazione", si sta informando in Rete circa una rivolta
scoppiata sull’asteroide quando è assalita da uno strano ed
irresistibile sonno…….Si risveglia dopo poco nel suo ufficio
completamente vuoto, non ci sono né persone né mobili, fugge in
ascensore ma, invece di scendere come aveva chiesto, questo sale, sale,
sale…..
Le porte dell’ascensore si aprono in un corridoio
buio con molti usci, ne sceglie uno a caso, entra e si dirige verso una
poltrona dopo che la porta si è chiusa automaticamente dietro le sue
spalle.
Dopo poco entra un giovane signore elegantissimo ed
imperturbabile, le dice di essere un commissario governativo, che si
trova su Aureum e che l’aspettavano per aiutarli a governare la
rivolta.
Escono, il paesaggio è tetro, tutto uguale, l’aria
freddissima, arrivano ad una miniera. Entrano, la protagonista, che si
chiama Lumen, vuole conoscere gli operai; uno di loro muore mentre
qualcuno la chiama per nome.
Lumen parla con i responsabili ponendo loro molte
domande; dopo è accompagnata
nella sua stanza con la sensazione che non avrà una grossa
collaborazione e un vecchio conoscente bussa alla sua porta.
Iulius è il nome del vecchio amico che, stando bene
attento a non farsi scoprire, racconta a Lumen che gli operai, in
realtà, sono stati sequestrati sulla Terra e portati lì a forza, sono
tenuti sotto controllo elettronicamente e vivono in condizioni disumane.
Ma di rivolta non c’è nessuna traccia, sono troppo provati
fisicamente per potersi ribellare. Ma allora perché lei è stata
portata su Aureum?
Lumen, continuando a controllare, per lo più non
vista, quello che succede nella miniera, scopre che Uno, Caesar e
Gregorius sono degli umanoidi e lo dice al suo amico Julius per
formulare un piano d’attacco.
Arriva il primo intervento di Lumen; viene chiamata
per un operaio che dà segni di squilibrio in mensa e, lei, riesce
facilmente a calmarlo spiegandogli che sta cercando una soluzione con
Iulius e che non deve far insospettire i responsabili. La notte va a
vedere le cucine.
Una notte terribile per Lumen; scopre la provenienza
della carne che viene data a mensa. Come pensava Iulius si tratta degli
operai che, dopo essere deceduti, vengono sezionati, congelati e, una
volta cotte le porzioni, vengono siringate con quella che, sicuramente,
è una droga per mantenere gli operai in uno stato di ottundimento e
decide di dirlo agli uomini.
Il discorso fatto agli operai spiegando che la carne
è drogata, non va più presa e che, praticamente, sono prigionieri, non
è facile ma andava fatto per cercare di uscire fuori da questa brutta
situazione.
Lumen scopre che, durante la notte, non ci sono
persone nella sala di controllo e i terminali vanno in automatico.
Si nasconde, poi, nella stanza dei dirigenti sentendo
che il piano di estrazione su Aureum non è più sotto il comando del
Governo ma è stato appaltato ad un privato che disattende a tutte le
regole volte al bene e alla conservazione dei diritti degli operai.
Dopo aver sentito che nella miniera non ci sono armi,
c’è il controllo sulla carne mangiata e, solo da quella stanza, può
contattare il Governo, arriva una chiamata da quello che Caesar,
Gregorius e Uno chiamano "Capo"………….
Capitolo Quattordicesimo
"Pronto, siete soli in stanza?"
"Si, Capo, attendiamo istruzioni."
" L’operaio che è stato male deve essere
soppresso, non ci possiamo permettere il lusso che sobilli gli altri,
né tantomeno, che torni qui sulla Terra scoprendo così il mio piano.
La signora và controllata continuamente, la notte chiudete
ermeticamente tutte le porte presenti nella miniera, non deve girare
nessuno. Saranno riaperte solo dagli inservienti delle pulizie mezz’ora
prima che riprenda il lavoro. Ricordatevi che siete nelle mie mani,
basta un piccolo impulso mandato dal mio terminale che i vostri
circuiti salteranno, ora che vi abbiamo dato la capacità di
apprezzare l’essere funzionanti sicuramente vi atterrisce l’idea
di venire spenti definitivamente!"
" Sarà fatto come dite, le faremo una
relazione via @-mail."
"Avete sentito tutti?" dice Caesar
"dobbiamo fare immediatamente quello che ci ha ordinato. Non so
perché mi sento a disagio, come se avessi l’idea di fare cose
sbagliate. Non so come mai succede questo, noi non siamo programmati
per avere sensazioni né, meno che mai, sentimenti. Cosa mi starà
succedendo, voi come state?"
"Anche per noi è la stessa cosa"
risponde Gregorius "ne avevo parlato con Uno proprio ieri.
Comunque non ci dobbiamo preoccupare, la cosa importante è che
obbediamo agli ordini. La posta in gioco è troppo alta, non possiamo
sbagliare. L’operaio sarà eliminato questa sera, durante l’orario
della mensa, poi chiuderemo tutte le porte. Conviene impiantare un
televisore a circuito interno in camera della Signora Lumen per
poterla controllare anche quando è lì, per il resto del tempo Uno la
seguirà. Avete capito bene?"
" Sì, ci vediamo questa sera. La giornata di
oggi ci servirà per organizzarci!"
Nascosta nella scrivania aspetto che escano dalla
stanza, devo vedere immediatamente Iulius, dobbiamo fare un piano,
abbiamo solo oggi per muoverci.
Dopo un po’ di tempo sento che la porta si apre,
dei passi si allontanano dalla stanza e, poi, sento il tonfo della
porta che si richiude. Aspetto ancora qualche momento per essere
sicura di trovarmi sola nella stanza ed esco pensando a cosa mi posso
inventare per vedere Iulius.
Stavo attraversando la sala controllo per andare
verso il vetro che mi permetteva di vedere cosa stessero facendo gli
operai quando sento la voce di Uno che mi chiama.
Mi volto e, esibendo un sorriso da prima pagina, lo
saluto allegramente chiedendogli cosa stesse facendo e che programmi
aveva per la giornata. Mi risponde che non aveva impegni e che sarebbe
stato contento di accompagnarmi e di stare un po’ in mia compagnia.
Io, che sapevo cosa nascondesse questa richiesta, gli rispondo che
dovevo andare un attimo in camera e che, poi, sarei andata volentieri
a vedere come stava l’operaio che si era sentito male e se poteva
accompagnarmi.
Ci dirigiamo verso la mia stanza, ci fermiamo
davanti alla porta e dico ad Uno di scusarmi perché dovevo andare un
attimo a rinfrescarmi un po’ e se poteva aspettarmi fuori tanto
sarei stata velocissima.
Una volta entrata prendo due biglietti di carta e,
su uno, scrivo tutto quello che so mettendo il nome di Iulius come
destinatario, mentre sull’altro, scrivo all’operaio quello che
pensavano di fargli durante la mensa e, quindi, di far finta di
sentirsi tanto male da non poter andare a mangiare; avremmo trovato
una soluzione!
Esco subito dalla stanza dopo essermi cambiata di
gran fretta e chiedo ad Uno se, allora, vuole accompagnarmi dagli
operai.
Uno, forse convinto dall’immediatezza e sicurezza
delle mie parole, non ha alcun sospetto anzi, probabilmente, pensa di
aver trovato la soluzione ai suoi problemi senza doversi scervellare
troppo.
Arriviamo nella sala d’estrazione ed Uno scende
con me in mezzo agli operai e mi guida verso il posto dove lavorava l’uomo
con cui volevo parlare.
"Buongiorno, come si sente?"
Dicendo così faccio il gesto di volergli dare la
mano e, tenendo ben nascosti nel palmo i due biglietti, li passo nella
mano dell’uomo che, ormai libero dalla droga che era nella carne, li
mimetizza nella manica della giacca.
"Potrei stare meglio, mi gira ancora la testa
e mi sento confuso, spero di rimettermi presto. Grazie per l’interessamento,
gli altri mi hanno chiesto se poteva venire da noi prima di mangiare
per avere notizie fresche dalla nostra Terra. Sa è un po’ di tempo
che manchiamo e la nostalgia si fa sentire!"
Mi volto verso Uno con sguardo interrogativo e lui,
forse sentendosi sicuro del fatto che poteva controllarmi, fa cenno di
sì con la testa permettendomi di prendere quest’appuntamento con
gli uomini.
Dopo un cenno d’intesa, saluto l’operaio
dandomi appuntamento per la sera e dicendo:
"Speriamo che non succeda più nulla, nessun
guasto che ci impedisca di poterci rifocillare tranquillamente a
mensa, in fondo è l’unico momento di relax in cui si può parlare
fra di noi" dico allontanandomi dall’uomo e parlando con Uno,
ma con voce alta tanto da farmi sentire anche dagli altri " cosa
accadrebbe se si rompessero più macchine estrattrici insieme o, se il
circuito di video controllo avesse dei guasti? Siete pronti per
fronteggiare questa evenienza?"
"Bé, sicuramente, questo ci procurerebbe
qualche problema, ma possiamo intervenire nel giro di pochi minuti con
i robots meccanici. Sicuramente riusciamo ad aggiustare tutto nel giro
di dieci o quindici minuti al massimo!"
"Bene" rispondo "mi sentivo
preoccupata da questo, sa gli uomini, se vedono che non si possono
fidare delle macchine con le quali lavorano, perdono la motivazione e
lavorano poco e male. Ci terrei a fare bella figura con il Governo
visto che mi hanno mandato qui per aiutarvi!"
Mentre parlo così penso di non essere mai riuscita
ad affermare con tanta sicurezza e scioltezza il falso; è proprio
vero che necessità fa virtù!!!!!!
Appena lasciamo la sala degli estrattori, Uno mi
dice che deve parlare un attimo con Caesar e mi chiede di attenderlo
nella sala controllo insieme ad uno degli uomini che lavorano là( lui
non sa che io sono a conoscenza del fatto che sono tutti umanoidi e di
una classe non tanto elevata )e che potevo chiedergli di sapere quale
fosse il loro lavoro.
Mentre lui è dentro, sicuramente sta riferendo
quello che abbiamo fatto, mi accosto ad un operatore e gli chiedo di
farmi vedere il collegamento con l’operaio che si era sentito male.
Vengo subito accontentata, anche perché uno di
questi cosi non si sognerebbe mai di non ubbidire ad un ordine.
Vedo attentamente tutto il processo per collegarsi
e, quindi, riesco facilmente ad annullare il processo e a liberare l’uomo
dal controllo salvandolo da morte certa.
Favorita dal fatto che nessuno degli umanoidi
presenti nella miniera, dal più semplice al più sofisticato, sono a
conoscenza di tutto quello che sono venuta a sapere, ordino all’operatore
di non parlare con nessuno di quello che ci siamo detti per motivi di
sicurezza e, facilmente, ottengo la sua collaborazione.
Uno esce dalla stanza di Caesar e mi chiede se ho
qualche desiderio allora, continuando a mentire, gli chiedo se posso
parlare con la Terra per dire che tutto va bene, che la miniera è
organizzata benissimo e che tutti i problemi si sarebbero risolti in
men che non si dica.
A questa mia richiesta Uno si irrigidisce un poco e
temo subito di aver esagerato ma mi tranquillizzo quando lui mi
risponde che, prima di sera, non ci sarebbe stata la possibilità di
collegarsi e che avrebbe chiesto a Caesar e Gregorius ma, pensava, non
ci sarebbero stati problemi.
Camminando senza meta per i corridoi arriviamo alla
porta della mia camera e chiedo ad Uno se potevo riposarmi un po’ in
attesa della cena.
Entro e mi chiudo la porta dietro le spalle. Appena
entrata mi guardo intorno per vedere se c’è qualcosa di nuovo nella
stanza e mi accorgo di un piccolissimo terminale video mimetizzato nel
muro.
"Sono entrati, sono controllata!"
Prendo degli indumenti dal mio armadio, decisamente
di più di quelli che servono per vestirsi e li stendo con cura sul
letto avendo l’accortezza di volgere le spalle al terminale e
coprire con il mio corpo quello che stavo facendo. Con calma riempio
un paio di pantaloni ed una camicia con tutti gli altri vestiti che
avevo tirato fuori facendo una specie di fantoccio poi inizio a
spogliarmi tirando in aria i vestiti che mi tolgo tanto da coprire il
terminale video e, confidando nella stupidità delle macchine, metto
il manichino nel letto girato di spalle e mi nascondo sotto il letto
con la carta e la penna che avevo già preso.
Capitolo Quindicesimo
Come avevo calcolato, la camicia che avevo fatto
impigliare sulla piccola telecamera nel muro cade dopo pochissimo
tempo e lascia vedere il mio manichino, sdraiato su un fianco, che
dorme tranquillamente nel letto voltando le spalle al suo controllore.
Io nel mio nascondiglio sotto il letto, ben
attrezzata per scrivere, preparo una serie di biglietti: uno per
tranquillizzare l’operaio che doveva essere soppresso scrivendo che
avevo eliminato il collegamento con il terminale che aveva applicato
dietro la nuca, altri, da distribuire ai vari operai, per organizzare
una rivolta subito prima dell’ora di mensa.
Sabotando tre o quattro macchine estrattrici poco
prima dell’interruzione dell’orario di lavoro si sarebbe provocato
l’intervento dei robots meccanici, io, dal canto mio, avrei
interrotto i collegamenti della sala controllo con i terminali
applicati dietro il collo degli operai che, quindi, non sarebbero
stati ricaricati e, approfittando del caos generato, due squadre di
rivoltosi si sarebbero impadronite, una della sala di controllo e l’altra
avrebbe liberato gli operai prigionieri pronti a sostituire quelli che
non erano più in grado di lavorare.
Mentre scrivevo, pensavo che avrei parlato con i
Dirigenti e con Uno, avevo sentito la loro indecisione circa gli
ordini ricevuti e, secondo me, dovevo provare a convincerli ad
aiutarci, avrei cercato di manomettere la possibilità di fargli
arrivare impulsi distruttivi, non so ancora come ma un po’ me la
cavo con i computers, avrei avuto solo bisogno di avere del tempo per
studiare la situazione e loro, se avessero voluto, avrebbero potuto
darmene.
Ora devo uscire dal mio nascondiglio e ancora non
so come fare.
Sono sotto il letto e striscio fuori dalla parte
nascosta alla vista della telecamera, non mi alzo in piedi ma mi
infilo sotto le lenzuola cercando di non farmi vedere, in fondo
potrebbe sembrare che mi sto girando dentro il letto, scavalco il
manichino e lo faccio uscire dal letto nella stessa maniera in cui
sono entrata io e, ovviamente, dalla parte del letto nascosta alla
telecamera, lo spingo bene sotto il letto e rimango un po’ distesa
cercando di togliere un po’ di tensione dai miei muscoli.
Ho bisogno di calma, di credere fermamente che
tutto quello che ho pensato sia giusto, che avrò la collaborazione
che mi serve e che riuscirò a trascinare dalla nostra parte Uno e i
Dirigenti.
Senza di loro i nostri giorni potrebbero finire su
questo asteroide, come torneremo a casa?
Ora devo far arrivare questi biglietti agli uomini,
questi particolari potrebbero far fallire tutto il mio piano; mi metto
a sedere sul letto, mi stiro più volte per avere la sensazione che il
mio corpo sia vivo e risponda bene, mi vesto ormai sono pronta per
uscire.
Esco dalla stanza e mi incammino per il corridoio
andando verso la sala controllo, dopo poco arriva Uno e mi dice che
aveva parlato con Caesar e che, se volevo, avrei potuto parlare con la
Terra tra pochissimo.
"Bene, andiamo!"
Mentre mi dirigo con Uno verso la stanza di Caesar
e Gregorius penso che, sicuramente, non parlerò con il rappresentante
del Governo ma con qualcuno che si passerà per lui ma dovrò fare
finta di crederci per non allarmare nessuno e, intanto, guarderò con
attenzione come stabilire il collegamento con la Terra.
Non mi conviene parlare subito con i Dirigenti per
cercare di tirarli dalla nostra parte, se non ci dovessi riuscire
metterebbero in atto delle contromosse per fronteggiare la nostra
rivolta, meglio sfruttare la sorpresa e parlarci dopo, a cose
avvenute.
Ormai sono in ballo, non posso fare altro, devo
solo cercare il modo di dare i biglietti agli operai prima della fine
del turno di lavoro.
Entro nella stanza, saluto Caesar e Gregorius e mi
avvicino alla consolle insieme a loro per parlare con la madre Terra.
Non nascondo un po’ di emozione anche se, so
sicuramente, che mi stanno prendendo in giro e fisso nella mia mente
tutti i passaggi fatti per avere il contatto; se non dovessi riuscire
a portare i Dirigenti dalla mia parte, avrò bisogno di sapere come
collegarmi con la Terra!
Dopo poco si sente un "pronto!" piuttosto
debole allora mi avvicino al microfono e dico:
"Salve, sono Lumen, mi avete mandato qui su
Aureum per cercare di risolvere i problemi esistenti su questo
asteroide. Il lavoro svolto fin qui direi che ha dato buoni risultati,
gli uomini stanno bene, a parte qualche piccolo malessere che comunque
rientra nella norma, la miniera è molto ben organizzata, il cibo è
buono e abbondante. Penso di fermarmi ancora qualche giorno per essere
sicura che tutto vada per il meglio e, poi, posso rientrare. Quando ci
risentiamo?"
"Richiami fra tre giorni alla stessa ora, sono
contento che tutto vada così bene. Lei è stata preziosa, come al
solito! A risentirci."
Credo, con questo colloquio, di aver convinto tutti
che sono solo una in cerca di carriera, disposta a passare sotto
silenzio tutto quello che ha visto.
Mi fa schifo ma serve così!
Mi rivolgo ad Uno, che si stava scambiando occhiate
soddisfatte con gli altri due, e dico: "Vorrei portare agli
operai delle sigarette in regalo e dire che ho parlato con la Terra,
che sanno come stanno e che, presto, saranno sostituiti.. Gli uomini
hanno bisogno di essere coccolati un po’ altrimenti si ribellano.
Voi capite, vero?"
"Sicuramente, mando a prendere due pacchetti
ad operaio e andiamo a portarglieli. Li vuole dare lei?"
"Grazie, sarebbe auspicabile."
In breve tempo arrivano le sigarette e ci dirigiamo
subito verso la sala estrattiva, non pensavo di essere così fortunata
a trovare subito la soluzione per dare i biglietti agli uomini!
Arriviamo in cima alle scale che portano alla sala,
mi fermo un attimo per avere uno sguardo d’insieme sperando, anche,
che Iulius mi guardi.
Così avviene, infatti, i nostri sguardi s’incrociano
e vedo che lascia la sua macchina per dirigersi verso la fine della
scala; dopo di lui si avvicinano anche gli altri.
Sono sull’ultimo gradino, gli operai mi
circondano e inizio a parlare, dico che sulla Terra conoscono il loro
lavoro, apprezzano quello che fanno, promettono di riportarli a casa
prestissimo e che, io e i Dirigenti della miniera, volevamo dare loro
un piccolo regalo per dimostrare la nostra benevolenza.
Passo i pacchetti ad ognuno, sotto ogni pacchetto c’è
un biglietto e due riportano, uno, il nome di Iulius e l’altro,
quello dell’uomo che era stato condannato a morte.
Mentre le sigarette passano dalla mia mano a quella
degli operai il mio sguardo incrocia quello delle persone che, via via
mi si parano di fronte e, con tutti, cerco di essere rassicurante, di
trasmettere complicità e gli dico che la loro collaborazione è, per
me, fondamentale.
Non mi resta che sperare che tutto vada come
vorrei, devo solo aspettare qualche ora e la vera rivolta inizierà.
|
Non mi resta che ………………… leggere
( di Mimmo – Domenico Piacente )
Ciao !!!
Io sono di nuovo qui a proporvi qualche articoletto che
ho trovato rovistando in un grande cassetto chiamato Internet.
Prima, però, volevo complimentarmi con il direttivo
uscente per l’organizzatissima festa sociale, soprattutto per i
meravigliosi premi della riffa ( il videoregistratore è bellissimo ).
Io non ho potuto trattenermi per molto però ho potuto
vedere il sempre grande impegno degli organizzatori; da parte di noi soci
(iniziando da me che sono stato presente pochissimo ), invece, non ho
visto una grande presenza, spero che quando sono andato via io siano
arrivati gli altri soci che risultano nello stato di famiglia della
Mediterranea.
Ora vi lascio alla lettura e lancio un grande In Bocca
al Lupoooo!
Agli amici del nuovo direttivo capitanati ormai da anni
dal nostro Presidente Ettore ( perché non lo puniamo e lo nominiamo
presidente a vita della Mediterranea ? ).
Un abbraccio a tutti
e a presto.
Mimmo
Pillole di…. Caffè |
Alcune notizie flash che riguardano una delle
bevande più amate al mondo |
Arabica o Robusta? |
La composizione delle due specie di caffè:
coffea Arabica (Arabica) e Canefhora nella varietà robusta
(Robusta) è assai diversa. La caffeina varia nelle due specie dallo
0,9 al 2,16%
Una tazza di caffè preparato con 8 gr. di
macinato della specie Arabica apporterà mediamente 80 mg. di
caffeina, 130 mg. di potassio e 16 mg. di sodio.
Preparata con 8 gr. di specie Robusta i valori
salgono rispettivamente a 200 mg., 143 mg. e 53 mg. |
Caffeina… mon amour! |
Il componente più "ricercato" del
caffè è senza dubbio la caffeina: una 1,3,7 trimetilxantina,
derivata dalla purina, come la teofillina e la teobromina, con le
quali ha in comune azioni farmacologiche.
Il contenuto di caffeina varia tra il caffè
espresso bevuto a casa e quello bevuto al bar. Con gli apparecchi
domestici il volume del liquido aumenta aggirandosi sui 35-50 ml. e
la quantità di caffeina varia fra i 56,4-121 mg. Nel caffè
espresso del bar invece, la quantità di caffeina si aggira fra i
55,1 - 110,6 mg. |
Un problema... articolato |
In uno studio degli Annals of the Rheumatic
Diseases si sostiene che il caffè bollito è nocivo per le
articolazioni. C'è un collegamento tra il consumo di caffè e la
poliartrite reumatoide, che colpisce soprattutto le donne. I danni
dipenderebbero però soprattutto dal dal sistema di preparazione
della bevanda. Nei paesi nordici ed in America il caffè viene
bollito e non filtrato come si fa da noi: il filtraggio diminuisce
gli effetti nocivi. |
CONTENUTO IN CAFFEINA DI ALCUNE COMUNI BEVANDE
(in mg. ) |
Caffè espresso al bar : 60 - 120 |
Caffè alla napoletana : 60 - 130 |
Caffè solubile : 40 - 110 |
Caffè decaffeinato : 2 - 5 |
Caffè americano : 97 - 125 |
Caffè in polvere (100 gr.) : 1000 - 2000 |
Thè (una tazza) : 15 - 20 (fino a 90) |
Thè in lattina : 20 - 35 |
Bevanda tipo cola (una lattina) : 30 - 40 |
Cioccolata (una tazza) : 10 |
Alta…Pressione |
Ultimamente da Amsterdam arriva una notizia
piacevole per gli amanti del caffè. La società europea di
Cardiologia riunita, ha dichiarato che bere sei caffè al giorno non
aumenta a pressione arteriosa e non mette a rischio il cuore.
Ovviamente ciò vale per chi può bere caffè. |
W L'espresso! |
Il caffè alla turca, americano, bollito ed il
caffè lungo sono più ricchi di caffeina del caffè espresso
italiano tradizionale. Inoltre il caffè nero è più digeribile del
caffè macchiato.
Nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti, si
usano 15-16 gr. di caffè per preparare una tazza ottenendo circa
200 ml. di bevanda. Il caffè anglosassone è differente
dall'espresso anche a parità di miscela adoperata. Consumando tre
espressi all'italiana al giorno si ingeriscono mediamente attorno ai
300 mg. di caffeina e circa 12 mg. di acido nicotinico. Nel caso del
caffè anglosassone, quando questo viene usato come bevanda durante
i pasti, il consumatore ne beve due razioni di 200 ml al giorno ed
ha così ingerito circa 500 mg. di caffeina e circa 115 mg. di acido
nicotinico. |
In questa sezione ci occuperemo di una delle
attività sportive tra le più diffuse ed amate: la corsa. |
|
Di recente sembra che la corsa sia ritornata
prepotentemente di moda. Personalmente credo che rappresenti il vero
"sport per tutti": dai bambini agli anziani, tutti
infatti possono praticarla secondo le proprie possibilità, come
(dalla camminata "vigorosa" alla maratona), dove
(al chiuso, in palestra, in un parco, in città, in pista, al mare,
in montagna) e quando vogliono (in vacanza o nel week-end
oppure durante la pausa pranzo lavorativa). E poi è possibile
correre da soli, in coppia o in più persone, con i bambini o col
cane, è un’attività piuttosto semplice, istintiva e naturale,
non è per nulla dispendiosa e ci dà la possibilità di vivere a
pieni polmoni la natura che ci circonda e le città in cui viviamo,
che spesso, a causa dell’automobile, non riusciamo a goderci fino
in fondo. |
La corsa, inoltre, nelle sue innumerevoli
varianti, è uno tra gli sport (amatoriali o agonistici) tra i più
diffusi e seguiti, è il complemento più importante e diffuso per
tutti i tipi di sport (dai giochi sportivi, alle arti marziali,
boxe, ginnastica, atletica, ecc), inoltre è il momento più
toccante, il culmine dei giochi olimpici. La corsa tiene lontani
dalle brutte abitudini (fumo e alcool, per esempio) e rende più
resistenti e tonici per le attività che svolgiamo quotidianamente
(lavoro, studio, sesso…), scarica positivamente il corpo dalla
tensione e la mente dai brutti pensieri, rilassa e concilia il
sonno, ma ci offre anche la possibilità di meditare, di estraniarci
per qualche istante dal mondo, di ritornare a sentire l’essenza,
la "voce", il ritmo del nostro corpo cioè il respiro e il
battito del cuore. Scusate la digressione un tantino new age,
ma chi corre come me da tanti anni non può non comprendere le mie
parole: la corsa per lo sportivo è l’essenza dello sport.
Mi fa molto piacere, quindi, soprattutto quando
viene la bella stagione, vedere le strade e i parchi che si
riempiono di corridori. Ma il successo rinnovato della corsa credo
sia dovuto non solo a quei motivi che prima vi ho accennato, ma
soprattutto ad uno ben più attuale. È indubbio che ai giorni
nostri, anche in paese come il nostro, tradizionalmente restio all’attività
fisica e di scarsa cultura sportiva, i concetti di salute,
benessere, forma fisica e il culto del corpo, stanno prendendo
velocemente piede. Non che ci sia niente di male, per carità, anzi
è anche giunto il momento di staccare il sedere dalla poltrona e di
fare un po’ di attività fisica, magari rinunciando ogni tanto a
passare i pomeriggi davanti alla tv, o a sbraitare in qualche stadio
dinanzi a 22 individui in mutande che corrono dietro a una palla… |
|
Che c’entra allora la corsa in tutto questo
discorso? Lo sapete bene che la corsa è il modo più facile per
svolgere un lavoro aerobico, è l’esercizio brucia grassi e
calorie per eccellenza e quindi è un ottimo sistema per
riprendere (o conquistare) quella silhouette messa a dura prova da
mesi di inattività e di bagordi alimentari. |
Be’ certo, da sportivo purista che da anni
pratica la corsa come una religione, le arti marziali e la cultura
fisica e che quindi da tempi non sospetti ha sempre considerato lo
sport come una sfida, un momento per elevarsi al di sopra dei propri
limiti e non come mezzo per diventare "belli" fuori,
dovrei prendermela con quanti tra voi si trasformano in "runners
della domenica" solo per la paura di dover mostrare un
giorno, al mare, glutei, pance e fianchi taglia lottatore-Sumo!
Ma non vi rimprovero, capisco che è una esigenza
moderna doversi mostrare al meglio della nostra forma, magari
cercando di combattere ed esorcizzare la vecchiaia, purchè
ricordiate sempre che la parte migliore sta all’interno, non all’esterno
di voi stessi! Se anche il motivo per cui iniziate la pratica della
corsa (e qualsiasi altro genere di sport) non è completamente
"nobile" non importa, sappiate che i benefici che ve ne
deriveranno saranno così tanti che spero non l’abbandonerete
più. Un consiglio però, lo sport è una cosa seria, e così come
può portarvi benefici, se male praticato può danneggiarvi
seriamente, pertanto corsa sì, ma seguendo con attenzione tutti i
consigli e le informazioni che vi forniremo in seguito e soprattutto
il parere del vostro medico.
ErrePì
|
A correzione e integrazione del precedente articolo trasmessoci dal
nostro Mimmo e pubblicato sullo scorso numero del Giornalino, Antonella
Pasquali ci ha fatto pervenire, a mo’ di rettifica, la sotto riportata
risposta del prof.Ticca, notissimo nutrizionista di fama internazionale,
ad un quesito postogli circa la credenza che non bere durante i pasti
faciliti le diete dimagranti: la risposta è esauriente , e smentisce
seccamente tale credenza, quindi, ricordatevi di bere sempre, anche
durante i pasti e soprattutto se volete seguire una dieta.
|
Le
ripetute dello "Chef"
di Marco Bianchi
Cari soci della A.S. Mediterranea eccomi di nuovo a voi
per una puntata mangereccia, di questa rubrica, siamo ormai giunti alla
sesta ricetta, oggi parleremo di primi, precisamente primi di carne,
tratteremo una zuppa e una pasta asciutta e come solito cercherò di farvi
spendere poco tempo e soprattutto poco denaro. Non dilunghiamoci troppo ma
andiamo subito ad incominciare.
Agnolotti alla Cavour
Piatto di cucina tradizionale, proveniente dalla
regione Piemonte, ha una difficoltà elaborata, con un tempo di
preparazione 50’+30’ ed una cottura di 10’, si cuoce tranquillamente
su di un fornello, non in microonde, e non è congelabile, può essere
conservato per 3 giorni ed ha un costo medio; stagionalmente si serve in
autunno e inverno e soprattutto caldo. Per la sua preparazione occorrono 1
tegamino, 1 ciotola, 1 tritacarne, 1 terrina, 1 tasca da pasticceria, 1
stampino tondo, 1 pentola, 1 zuppiera. Oltre naturalmente i seguenti
ingredienti per 4 persone:
Per la pasta
200g farina bianca
2 uova
1 cucchiaio di olio extravergine
sale q.b.
Per la farcia
250g carni miste d’arrosto (vitello, manzo, maiale,
già pronte)
75g mortadella
50g cervella di manzo
1 uovo
50g mollica di pane
½ bicchiere di latte
3 cucchiai di grana grattugiato
1 pizzico di noce moscata
1 pizzico di cannella in polvere
sale e pepe q.b.
Per la cottura
1 litro di brodo di carne già pronto
Preparazione
1) Preparate la pasta. Setacciate sulla spianatoia la
farina con il sale e disponetela a fontana, mettetevi al centro le uova e
l’olio; impastate e lavorate fino a ottenere un impasto liscio e segoso.
Avvolgetelo in un telo e lasciatelo riposare per 30 minuti circa. Nel
frattempo preparate la farcia. Fate scottare per 5 minuti la cervella in
tegamino con acqua in ebollizione; scolatela, privatela delle pellicine e
tritatela finemente.
2) Fate ammorbidire la mollica di pane in una ciotola
con il latte; scolatela e strizzatela bene. Passate al tritacarne le carni
arrosto e la mortadella; mettetele in una terrina, unitevi la cervella, la
mollica di pane, il formaggio grattugiato, l’uovo, la panna, un pizzico
di sale, pepe e noce moscata e la cannella in polvere; mescolate con un
cucchiaio di legno fino ad ottenere un composto bene amalgamato e molto
morbido.
3) Stendete la pasta in una sfoglia molto sottile e
dividetela a metà. Con una tasca da pasticceria o con un cucchiaino
distribuite sopra una parte della sfoglia tanti mucchietti, della
dimensione di una nocciola, del ripieno di carne ponendoli alla distanza
di 2 cm circa uno dall’altro.
4) Coprite con l’altra metà della pasta, premendo
con la punta delle dita tutt’attorno ai mucchietti di ripieno, quindi
ritagliate gli agnolotti con uno stampino tondo. In una pentola portate ad
ebollizione il brodo e fatevi cuocere gli agnolotti per 5 minuti circa a
fuoco moderato. Poneteli in una zuppiera e serviteli in tavola
accompagnandoli, a piacere, con grana grattugiato.
Nota dietetica: controindicati in caso di
arteriosclerosi, uricemia e gotta, malattie epatiche, intestinali, dello
stomaco, dei reni, della pelle, dispepsia, ipertensione, ipertrofia
prostatica, appendicite cronica, morbo celiaco, ipertiroidismo, obesità e
cellulite.
E questa è la parte liquida ora passiamo a quella
asciutta:
Frisinsal de tagliadele
Piatto di cucina tradizionale veneta ha una difficoltà
media con un tempo di preparazione di 15’+20’ un tempo di cottura di
30’ si può cuocere oltre che su un fornello nel microonde ha la
possibilità di essere congelato si può conservare anche per 2 giorni di
un costo medio stagionalmente si serve in autunno ed in inverno e
soprattutto caldo. Ha bisogno di una piccola attrezzatura composta da 1
ciotola 1 pentola 1padellino 1 tortiera. Gli ingredienti per 4 pax sono:
400g tagliolini all’uovo
100g salame d’oca (oppure prosciutto d’oca)
30g uvetta passa
30g pinoli
1 rametto di rosmarino
4/5 foglie di salvia
4 cucchiai di pangrattato
8 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
sale q.b.
Preparazione
1) Ponete l’uvetta a bagno per 20 minuti in una
ciotola con acqua tiepida; poi sgocciolatela e strizzatela. Mettete sul
fuoco una pentola con abbondante acqua salata e, appena prenderà il
bollore, versatevi i tagliolini, facendoli cuocere piuttosto al dente (per
2/3 minuti)
2) Nel frattempo mondate il rosmarino, quindi lavatelo
e tritatelo assieme alla salvia, tagliate a pezzetti il salame d’oca;
mettete infine questi ingredienti in un padellino con 4 cucchiai d’olio
e fateli soffriggere per 7/8 minuti.
3) Appena la pasta sarà pronta, scolatela e conditela
con il soffritto, i pinoli e l’uvetta passa. Ungete con l’olio rimasto
una tortiera e spolverizzatela con il pangrattato; poi versatevi la pasta
condita e ponete in forno caldo a 180°C per 20/25 minuti. Passato questo
tempo, sfornate e servite caldo in tavola nello stesso recipiente di
cottura.
Vini consigliati: Colli Berici Tocai rosso (Veneto) a
14°C Velletri rosso (Lazio) a 16°C
Consigli pratici: la ricetta sarà altrettanto gustosa
se invece del salame o del prosciutto d’oca si utilizzerà quello di
maiale.
Curiosità:
L’oca era considerata in molte regioni italiane,
specialmente nella pianura padana e per i contadini più poveri, un
sostituto del maiale. Con le carni e parte del grasso si preparavano
infatti anche dei salumi.
Nota dietetica:
Controindicato in caso di arteriosclerosi, uricemia e
gotta, malattie epatiche, intestinali, dello stomaco, dei reni, della
pelle, di cuore, delle vie urinarie, iperglicemia, ipertensione,
ipertrofia prostatica, acetone, appendicite cronica, morbo celiaco,
emorroidi, cistiti, obesità e cellulite.
Con questo vi auguro un buon divertimento e soprattutto
buon appetito!!!
N.B. Da oggi per ogni dubbio, certezza, consiglio,
curiosità, informazione od altro sono a vostra disposizione c/o l’indirizzo
di posta elettronica: bianchi.marco1965@libero.it non abbiate timore di
scrivermi un i-mail, che nel mio tempo libero sarò qui per rispondervi.
Arrivederci alla prossima "scorpacciata".
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Ed ecco a voi, dopo i manicaretti dello
"chef", un piatto veramente speciale: il "Gran Bollito
Misto alla Mediterranea"!!
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Brevi di cronaca
(dal nostro inviato speciale)
23 novembre 2003 – "Campestre della Madonnetta"
Anche se in ritardo ( è un po’ che la rubrica
"Brevi di cronaca" manca da queste pagine) non ci fa male
ricordare l’esperienza vissuta con l’organizzazione in prima
persona, come Mediterranea, della 1° edizione ( e speriamo ce ne siano
tante altre...) della "Campestre della Madonnetta – Memorial Aldo
Ciabocco"). Tanta fatica, tanta apprensione ma poi , al di là di
piccole sbavature organizzative che saranno sicuramente evitate nel
futuro, tanta soddisfazione: i partecipanti non erano tantissimi ( 182
classificati all’arrivo) ma sono rimasti tutti contenti, del percorso,
dei premi, della organizzazione. Il tempo ci ha assistito con una bella
giornata di sole che, oltre ad asciugare i tratti fangosi che tanto ci
preoccupavano alla vigilia, ha rallegrato lo spettacolo di tanti podisti
al nastro di partenza, con i loro completini colorati che si stagliavano
sul verde lucente dei prati. Dopo gara di prammatica, con allegrissimo
pranzo al ristorante del Parco della Madonnetta " Gli amici di
Aldo". Cosa si vuole di più?
30 novembre 2003– " Trofeo Lidense"
13 chilometri da correre tutti d’un fiato sulle
strade di casa per questa mini-classica del litorale organizzata ad
Ostia dagli amici Amatori Castel Fusano. Per la Mediterranea l’impegno
era particolarmente sentito in quanto si è trattato di una gara
"sociale": 22 uomini e 7 donne hanno lottato per la conquista
dei punti messi in palio, e anche per dare alla squadra la soddisfazione
di vincere quale secondo premio di società una piccola somma, sempre
graditissima. Da segnalare il risultato tecnico: 13 dei nostri
maschietti e quattro delle femminucce hanno corso sotto ai 5’ al
chilometro.
7 dicembre 2003 – "Maratona di Latina"
– "Maratona di Milano"
Non sono solo le strade di casa ad assistere alle
imprese dei Mediterranei: alla Maratona di Latina hanno in corso ben sei
dei nostri ( Gianfranco Tacconi che ogni volta migliora il suo record,
Sergio Parisi che non ne perde una così come Giuseppe Di Siena,
Serafino Dell’Osso che come medico cura se ipse macinando chilometri a
più non posso, Livio Villani che a dispetto del nome è un esempio di
cortesia e garbo in tutte le occasioni in cui si presenta, e le nostre
due tenacissime Maria Bibiri e Rosaria Calderone).
Gino Corvaro invece ha fatto risplendere i nostri
colori nella cornice della Maratona di Milano.
14 dicembre 2003 – " Trofeo Runnig TV"
Articolata su 1, 2, o 3 giri, a piacere, del Circuito
di CastelFusano, al costo quasi simbolico di 1 Euro, si è svolta questa
gara in preparazione della Maratona di Ostia che ha raccolto più
adesioni del previsto, nonostante la concomitanza della più blasonata
"Best Woman" di Fiumicino: anche qui 25 nostri atleti si sono
fatti onore distribuiti sulle tre prove, in questa gara favorita dalle
ottime condizioni atmosferiche.
21 dicembre 2003 – " Ostia in corsa per l’ambiente"
La Mediterranea ha scelto questa gara organizzata
dalla Podistica Ostia nella pineta in ricostruzione quale ultima gara
sociale dell’anno: 34 atleti hanno confermato il favorevole trend che
ha caratterizzato la partecipazione dei Mediterranei a tante gare
susseguitesi in breve tempo, a dimostrazione di un rinnovato interesse
"di massa" per la corsa. Tanti premi ( prosciutti, salcicce,
porchetta) per tanti e anche per la Mediterranea ( terza) e poi sosta
nel prato vicino al traguardo per una spensierata bicchierata ( ma c’era
anche molto da masticare) per lo scambio degli auguri di Natale.
28 dicembre 2003 – "Maratona di Ostia"
Una "breve cronaca" non basta davvero per
dare conto di una giornata molto, ma molto particolare, quale quella
vissuta dalla Mediterranea in occasione della 1° edizione della
Maratona di Ostia alla quale abbiamo partecipato nella duplice veste di
co-organizzatori e di atleti impegnati nelle due prove, di 13 chilometri
e della classica distanza dei 42, 195 chilometri, nel bene e nel male di
tante piccole o grandi cose che non sono andate per il verso giusto e
che richiederanno nel futuro severe correzioni. Certamente il tempo, che
per tutto il mese di dicembre è stato splendido, quel giorno ce l’ha
messa tutta a rovinarci la festa, ma tante smagliature organizzative,
con un po’ più di preparazione, di preveggenza, e anche di entusiasmo
e partecipazione, potevano essere evitate. Ma l’esperienza serve anche
a questo: ad imparare per fare meglio le prossime volte. Comunque la
Mediterranea si è fatta onore, sia sul campo di gara con i tanti atleti
che hanno partecipato alla 13 chilometri e con la pattuglia ristretta ma
agguerrita di maratoneti, sia nel lavoro di allestimento della
manifestazione e di gestione dei punti di spugnaggio e di ristoro
affidatici, che hanno svolto la loro funzione in maniera ineccepibile (
salvo il ristoro finale dove abbiamo registrato le maggiori carenze, cui
ha fatto fronte con dedizione assoluta il nostro Presidente). Ora si
lavorerà per migliorare la seconda edizione e consolidare il successo
comunque conseguito di oltre cinquecento maratoneti iscritti.
11 gennaio 2004 – "La Corsa di Miguel"
Sarà il richiamo ad un tema di alto significato
civile, sarà magari anche la voglia di correre dopo le feste, ma ogni
volta questa gara si trova a dover fronteggiare una massa di
partecipanti sempre più grande, con qualche problema organizzativo che
però viene facilmente perdonato dagli atleti presenti: tra questi ben
trenta dei nostri a conferma del ritrovato gusto per le competizioni, e
la predilezione per gare abbastanza brevi e non troppo lontane da casa.
Come a dire: fatica sì, ma con giudizio!
17 gennaio 2004 – La Festa Sociale
In questa carrellata sui fatti più significativi
vissuti dalla Mediterranea non può mancare un breve resoconto sulla
nostra Festa Sociale ( sugli aspetti "istituzionali" legati
all’Assemblea dei Soci andatevi a vedere i barbosissimi documenti
delle prime pagine di questo numero). Buona la partecipazione dei Soci (
anche se non tutti hanno pensato di farsi accompagnare dai propri
familiari). Quest’anno, a causa di una crisi di creatività del nostro
"sdrammaturgo", non è stato possibile allestire lo spettacolo
teatrale che pure era stato annunciato. Peccato! Tuttavia la festa è
filata liscia via piacevolmente con le numerose premiazioni delle nostre
classifiche e poi con la proiezione del CD sulla "Mediterranea
story" montato con grande bravura da Gisella, che ha messo assieme
le foto più significative dell’Associazione, documenti di
particolarissimi momenti vissuti insieme in serenità e allegria, dalle
prime uscite del gruppo fino ai giorni nostri. Brava! Poi, come da
prammatica, si è dato il via al rito del Buffet ( con la B maiuscola di
Buffettone!!) degno delle migliori tradizioni Mediterranee. Gli
Officianti alla fine, esausti ma soddisfatti, si sono poi lasciati con l’impegno
a rivedersi il 20 febbraio, per una replica carnascialesca.
19 gennaio 2004 – Inaugurazione della nuova
bacheca.
Il 19 gennaio mattina, sotto gli occhi meravigliati (
e in alcuni anche un po’ invidiosetti) del popolo dei podisti
domenicali che affollano la pineta, il genio pontieri della
Mediterranea, sotto la guida dell’Architetto Marco Nicassio e dell’Ingegnere
Fernando Pensieri, ha eretto il monumento all’informazione, il
santuario dello scambio dei volantini, il faro delle tabelle smarrite:
il "bachecone" della Mediterranea, geniale struttura
architettonica sintesi tra il tipo "vip" dello chalet di Saint
Moritz e il Taj Mahal. Già è uso degli imprenditori e professionisti
ostiensi darsi appuntamento al "bachecone", e "andare a
fare due passi al bachecone" è già diventata tradizione per i
giorni di festa delle famiglie e delle comitive del XIII Municipio. Si
sta costituendo il Comitato Permanente delle Guardie d’Onore al
Bachecone: cercansi volontari di bella e austera presenza.
25 gennaio 2004 – Nepi – "Maratonina dei Tre
Comuni".
Brrr!!! ( cioè , brrr!!). "Più ghiaccio c’è
e più mi diverto": questo lo slogan che 1900 podisti azzurri ( nel
senso del bluastro, per arresto circolatorio) andavano ripetendo
saltellando rattrappiti prima della partenza della classicissima
invernale del Lazio. Poi in effetti sembra che man mano che i chilometri
di saliscendi si succedevano, il freddo abbia lasciato il posto al
piacere di correre tra le colline del Viterbese: così almeno hanno
riferito i 20 intrepidi Amundsen della Mediterranea al termine della
loro fatica. Il nostro cronometrista, invece, è rimasto irrigidito nei
pressi del traguardo e per portarlo a pranzo è stato necessario
scongelarlo al microonde. Ci sono state alcune notevoli performances: da
quelle del serafico " sessantenne" Giampaolo Guarnieri che ha
dichiarato di preferire le garette di 4-5 chilometri e poi ha corso i
22,600 chilometri alla media di 4’34" al chilometro ( e
sorvoliamo sulla media di 4’02" del solito insaziabile Mario
Pipini), oppure quella di Ihor Danylo, il nostro Lebid, che ha sbagliato
strada e invece di correre la non competitiva di 5 chilometri si è
sciroppata tutta la maratonina calzando improbabili cioce tipo corsa coi
sacchi.
Poi, ovvio finale, tutti a tavola: una lunga tavolata
di quaranta distinti commensali (?) che , a fine pasto, hanno
festeggiato il compleanno di Chiara Cingolani, con una buonissima torta
offerta dalla stessa.
8 febbraio 2004 – Mezza maratona di Tarquinia.
Non c’è più il mitico ultimo chilometro di erta
con l’arrivo nel cuore della cittadina etrusca che dava fascino e pepe
alla gara, tuttavia la bellissima giornata assolata ha rallegrato e reso
tutto più facile alla spedizione dei nostri quattordici alfieri,
specialmente la gara corsa a ritmi sostenuti dalla partenza fino al
traguardo di frutta e dessert in trattoria...
15 febbraio 2004 – Trofeo Pro-Loco
Al grido di "Tanto thè per te!!" la
Mediterranea ha gestito alla grande il ristoro di questa gara
"familiare " ( famiglia allargata, visto che c’erano circa
400 persone). Quindi un sentito grazie dai podisti presenti ai tanti
volenterosi che si sono prodigati ai tavoli per servire, oltre al
suddetto thè ( caldooo!!) anche arance, panettoni, biscotti. Grazie
anche ai podisti della Mediterranea che correndo hanno conquistato il
secondo premio per le società più numerose. Insomma, una mattinata
piacevole, dove si è dimostrato che con un minimo di organizzazione e
un po’ di sano entusiasmo non è poi tanto difficile allestire un
ristoro, buono magari anche per situazioni più importanti ( la Maratona
di Ostia? Boh!? Mbeh!...)
|
Il
parlante
Carissimi "Mediterranei",
pensavate, moderni Pinocchi, di esservi liberati di
me con qualche mazzaroccata in testa, eh!! E invece no, rieccomi qui,
col mio vecchio vizio di parlare, parlare, parlare! Ho subito uno
sfratto traumatico con la demolizione della vecchia bacheca, ma ora,
signori miei, sono sistemato alla grande, ben protetto da questo
Castel Bachecone ( c’è nessuno che proponga in Municipio il cambio
di nome di Castel Fusano?) così sapientemente costruito dagli
architetti Marco Nicassio e Fernado Pensieri, tanto che ora non mi
fermerà più nessuno: dal mio nido d’aquila (?) vi guardo e vi
osservo, e vi dico la mia, che vi piaccia o no!
Dall’ultima mia maldicenza, ne è passata di
acqua sotto i ponti ( gare e garette, Madonnette e Santi vari,
Maratona di Ostia e altre sciagure più o meno nazionali, Natale,
Capodanno e Capocollo, Festa Sociale...), eppure siete sempre qui,
uguali a voi stessi come voi stessi: sempre in palla per affrontare
nuove iniziative, ma condite con tutta una serie di sì, vabbè, ma,
insomma, però, (peggio delle riunioni della mia famiglia...) che
fanno parte del vostro speciale folcloristico rituale sociale per
esorcizzare la sfiga, il quale potrebbe, se preso troppo alla lettera,
frenare gli entusiasmi e lo spirito d’avventura necessari a prendere
decisioni che vanno certamente ponderate, ma prima o poi assunte.
Tanto più che chi si assume poi la responsabilità di tagliar corto
lo fà, così mi pare da questo magnifico belvedere( non è che stando
troppo comodo mi si stempera la cattiveria?), per spirito di servizio
e di pubblica utilità, non certo per protagonismo o altro: tanto per
non fare nomi, l’agenzia "I viaggi di Saverio" mi sembra
che agisca al meglio, raccogliendo tutti i compromessi possibili,
sempre in nome dell’armonia del gruppo, che dovrebbe essere la
vostra opzione prioritaria anche se qualcosa può differire dalle
aspettative di qualcuno. Andate quindi in giro per il mondo, amici
miei, e divertitevi più che potete! Poi commenterete gli esiti, e io,
dalle ampie verande del "Bachecone Holiday Inn", vi
ascolterò curioso ( e anche un po’ invidioso per non avervi potuto
accompagnare, ma qui, se mi allontano, mi occupano subito casa)
Vi abbraccio. Vostro
|
LA GALLERIA DEI RITRATTI
Nella "Galleria" proponiamo, in ogni
edizione, il ritratto di un socio o di un amico della
"Mediterranea" con l’intento di far cosa gradita all’interessato
(ovvio, no?) ma anche di approfondire la conoscenza tra di noi.
Vittorio e Marco
"Firmissima est inter pares amicitia"(Curzio
Rufo),
cioè "quanto mai salda è l’amicizia fra
simili", nel caso tra podisti che nellaMediterranea si
riconoscono, al di là di età, interessi, storie diverse...
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TANTI
AUGURI A...
Pratico Giovanni 1 febbraio
Passero Giuseppe 4 f ebbraio
Campanella Marco 6 f ebbraio
Pambianchi Gianni 12 febbraio
Pietrelli Vaniero 20 febbraio
Ariete Carlo 20 febbraio
Piredda Arnaldo 24 febbraio
Buono Vincenzo Franco 28 febbraio
Di Siena Giuseppe 29 febbraio
Nenci Tiziana 1 marzo
Ballerini Paolo 2 marzo
Cristarella Maria Fiorella 2 marzo
Palmiotti Isabella 13 marzo
Francucci Umberto 15 marzo
Guagnozzi Giuliana 15 marzo
Petrella Lucio 18 marzo
Alonzi Fabio 26 marzo
Lausi Claudio 30 marzo
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