IL GIORNALINO

grafica di M.G.Di Vita – ogni diritto riservato

 

 

Anno2004 numero 2 - Febbraio

Stampato in proprio ad uso esclusivo dei soci della A.S.Mediterranea

 

A stesura del Giornalino già ultimata è pervenuta la notizia sotto riportata che non potevamo non diffondere in apertura di questo numero.Pertanto il tono scherzoso di alcuni dei testi successivi potrà apparire fuori luogo, ma siamo sicuri che i lettori sapranno interpretare nel giusto modo lo spirito con il quale la Redazione del Giornalino ha deciso comunque di non stravolgere il menabò.

 

Triste notizia

 

 

E’ giunta una breve lettera datata 12 febbraio 2004 inviataci dall’esponente della Seconda Linea Missionaria ONLUS di Ostia, Piero Rolleri , la quale comunica:

 

"Con molto dolore vi informiamo che Chikondi Kusata (la bambina del Malawi adottata a distanza dalla Mediterranea n.d.r.) non è più tra noi. Complicazioni polmonari, aggravate dalla sieropositività, hanno posto fine alla sua breve esistenza. Nel ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per lei, restiamo a vostra disposizione qualora decideste di adottare un altro bambino del Malawi.

Un abbraccio fraterno".

 

 

Quando abbiamo "adottato" quella bambina, ci è stata presentata una scheda con una foto rappresentante una bimbetta irrigidita davanti all’obiettivo, infagottata nel vestito "buono" indossato per l’occasione, con lo sguardo fisso davanti a sè, come quello di tanti bambini costretti a fare cose che non riescono a capire e poche scarne notizie: nata nel 1993, bambina, frequentante la quinta elementare, ultima di quattro fratelli, orfana di entrambi i genitori...insomma, una bambina "virtuale", lontanissima, nello spazio e nella sua sostanza, dal nostro mondo, quasi una pratica burocratica da gestire con facile noncuranza, senza particolari impegni morali e di responsabilità. Ora quella "pratica" ci riconduce, con la sua morte, ad una realtà alla quale abbiamo dedicato finora qualche pensiero distratto e nulla più, e forse ci fa sentire impotenti, e anche un po’ in colpa: è difficile ora superare lo scoglio di una retorica scontata, e dare un qualche senso, un significato a ciò che Chikondi ha rappresentato per noi, ma soprattutto cosa abbiamo significato noi per lei, per le sue speranze, per le sue aspettative di un futuro che le è stato negato. Ecco, forse qui è la magra e amara consolazione: forse anche un piccolo gesto di solidarietà come il nostro può accendere, assieme a tante altre, una scintilla di speranza per tante Chikondi, milioni e milioni di bambini, vittime di una ingiustizia planetaria, condannate da fame, stenti e ignoranza, una scintilla di speranza che possa tramutarsi in un raggio di luce che illumini il tracciato di una strada ancora da costruire, assieme a quelle popolazioni, con un disegno sostenuto dalla volontà e dall’impegno di tutte le nazioni cosiddette "civili", una strada che porti ad un domani lontano da fame e epidemie, che porti lavoro e istruzione. Forse Chikondi è morta con nel cuore un po’ di quella speranza, il sogno di quella strada... facciamo sì che altre Chikondi la possano percorrere.

 

 

 

Editoriale

 

Questo è il numero 2 del Giornalino del 2004, ma in effetti, considerando che nel frattempo c’è stato il rinnovo degli organi statutari con tutto ciò che ne consegue sul piano dei programmi e delle idee per l’avvenire, potremmo considerarlo il numero 1 del nuovo corso. Nuovo? Non c’è dubbio che le ultime elezioni, in maggior misura rispetto a quelle degli anni passati, hanno portato forze nuove a cimentarsi con le cariche sociali, dando uno scossone, certamente positivo, al gruppo dirigenziale, tuttavia ( e qui viene da citare le parole del Presidente all’apertura dell’Assemblea del 17 gennaio) è da sottolineare che l’efficacia di questo gruppo, la sua capacità ( sempre perfettibile, per carità...) di gestire al meglio la vita dell’associazione, si è andata formando negli anni secondo una linea di continuità dove, tenendo ferme le ragioni, le finalità, lo spirito delle origini, si è andato via via costituendo un patrimonio di regole non scritte, di comportamenti, di procedure ( e il certosino lavoro dei Segretari che si sono succeduti nel tempo, vedi in particolare quello svolto da Vincenzo Donati, ne è la riprova sul campo) che hanno dato certezza e sicurezza, e quindi consapevolezza delle potenzialità di sviluppo, sulle quali si è fondata la crescita della Mediterranea, basata anche sulla sperimentazione di nuove strade e nuove iniziative. Insomma, un lungo giro di parole riassumibile nello slogan " cambiamento nella continuità": cambiamento per il quale tornerà utilissimo il contributo di idee dei "nuovi", anche per dar man forte agli irriducibili entusiasmi dei "veci",( confermati o rientrati con le recenti elezioni) che da parte loro comunque garantiranno che non venga mai spezzato quel filo rosso che lega negli anni il cammino della Mediterranea, dal giorno della sua nascita fino ad oggi, domani e dopodomani...

Altra cosa da notare è il fatto che questa volta si è trattato di elezioni più "vere" ( si può dire?) in quanto hanno partecipato al voto ben 75 elettori, i quali si sono espressi su una rosa ampia di candidature: ciò ha comportato necessariamente l’esclusione di validissimi candidati, i quali avranno sicuramente modo di rifarsi alle prossime votazioni, ma nel contempo rendendo più credibile il risultato, ottimo sotto tutti gli aspetti, non ultimo quello della democraticità delle scelte operate dal "popolo Mediromano".

Auguri di buon lavoro a tutti i membri del Consiglio Direttivo!

 

Vorrei esprimere una mia opinione per quanto concerne il regolamento delle gare e delle classifiche.

In particolar modo mi riferisco al punto dell’art.3 in cui si dice che le gare sociali poste al di fuori dei confini del Comune di Roma avranno un punteggio raddoppiato rispetto alle altre gare sociali.

Mi sembra chiaro che questa regola penalizza persone come me che tra il lavoro, la casa, i figli piccoli, a volte fanno i salti mortali anche per partecipare ad una gara che si svolge sotto casa.

Si vuole in questo modo privilegiare non l’impegno dei soci ma i soci liberi da impegni ( ma questo è un altro discorso ).

Sono iscritta a questa società da ormai diversi anni e a volte ho dovuto rinunciare mio malgrado a gare a cui tenevo perdendo cosi il relativo punteggio. Non capisco per quale motivo dovrei essere doppiamente penalizzata.

E poi mi chiedo, quando a fine anno vengono redatte le classifiche noi abbiamo sempre premiato l’atleta più veloce, oppure quello che ha percorso più chilometri o ancora il primo di società ( il quale come risulta evidente deve aver partecipato a un maggior numero di gare sociali ) e quindi a mio parere solo questi devono rimanere i criteri di valutazione.

Questo ovviamente non vuol dire che tutte le gare debbano svolgersi ad Ostia.

Il Direttivo deciderà l’ubicazione delle varie gare come riterrà più opportuno, ed io come atleta deciderò in base alle mie esigenze se partecipare oppure no .

Questo rimane solo il mio modesto parere dal momento in cui l’articolo è stato approvato dall’assemblea dei soci.

                            Con affetto e senza acrimonia

                                                                                     Tiziana (Mancini)

 

La risposta

Innanzitutto, a nome di tutto il Consiglio Direttivo, ringrazio la Redazione del Giornalino per aver messo a disposizione questo spazio di "dialogo" con i Soci, raccogliendo l’esigenza, già da tempo avvertita, che i flussi dell’informazione sulla vita sociale non siano a senso unico ma si alimentino di uno scambio reciproco tra dirigenti e soci: potrà essere questo, se opportunamente alimentato, uno strumento ulteriore per rendere la conoscenza dei problemi più puntuale e argomentata.

E ora veniamo al dunque.

Carissima Tiziana, la tua gentile lettera , in effetti, ha sollevato un problema che , a dire il vero, nello stendere la proposta di regolamento non avevo sufficientemente valutato: "premiare" e quindi incentivare la partecipazione alle gare lontane può effettivamente creare una disparità di trattamento nei confronti di chi, per motivi di famiglia, lavoro o altro ha difficoltà ad allontanarsi dal proprio domicilio. L’altro lato della medaglia, comunque, è rappresentato dal criterio di scelta delle gare sociali " fuori sede" che privilegia quelle situazioni ove alla gara sia abbinabile la possibilità di fruire di una gita "fuori porta" con il coinvolgimento appunto dei familiari, e della ricerca di gare meno affollate delle nostrane dove poter raggranellare qualche premio e riconoscimento, individuale o di società ( per fare un esempio, già vissuto, del primo tipo ricordiamoci la campestre che abbiamo fatto a Ninfa, e del secondo la Strafiuggi, ove comunque dopo l’incetta di premi siamo riusciti ad abbinare anche il momento del relax e della festosa pappatoria a casa dei coniugi Ariete). Altro aspetto da considerare è che il meccanismo del punteggio raddoppiato per ogni gara vale solo per la classifica "societaria" che è la meno prestigiosa tra quelle in vigore e per la quale c’è minore competizione: cercare di ravvivarla un pò, approfittando di quelle poche trasferte che riusciamo a organizzare ( pensando che delle gare organizzate nei nostri pressi non ce ne sfugge nessuna), non mi sembra sia poi tanto grave. Ti assicuro comunque che nella programmazione delle gare "sociali" terremo sicuramente conto, nel limite del possibile, delle esigenze che ci hai manifestato, pensando che anche altre persone possano trovarsi nelle tue stesse condizioni. Ciao! E grazie!

Elio Maria Magliulo, quale estensore del Regolamento in discussione...

 

 

Al Presidente, al Vice-Presidente, al Segretario e a tutti i Consiglieri del Consiglio Direttivo della A.S. Mediterranea:

 

Oggetto: segnalazione di accampamenti abusivi, con annesse discariche, all’interno della Pineta di Castelfusano

 

Caro Direttivo,

approfitto della rubrica "Lettere al Direttivo", che la redazione del nostro Giornalino mette a disposizione dei soci (e non) per la comunicazione, anche con una certa diffusione, di osservazioni, segnalazioni o anche semplici suggerimenti (nonché opinioni e quant’altro si voglia far sapere all’organo esecutivo della nostra Associazione), per segnalare quanto rilevato durante una corsetta pomeridiana su uno dei tanti sentieri della nostra amata, frequentatissima Pineta di Castelfusano.

Sabato pomeriggio 7 febbraio u.s., verso le ore 18, per effettuare un blando allenamento pre-gara (la domenica successiva avrei partecipato alla Mezza Maratona di Tarquinia), mi trovavo a correre su una traccia in pineta. Dal cavalcavia di via del Mediterraneo sulla ferrovia Roma – Lido e, costeggiando i binari, tale traccia arriva alla via Cristoforo Colombo; attraversando, quindi, quella striscia di pineta compresa fra la strada asfaltata di via del Gran Pavese (quella con i riferimenti metrici per i duemila, tanto per intenderci) e la strada ferrata di cui sopra.

Percorrendo, dunque, tale tracciato parallelo al litorale, in prossimità della Stazione Metro Castelfusano, con la fronte al mare proprio alle spalle della banchina, all’interno della duna sabbiosa e in mezzo alla fitta macchia mediterranea che la ricopre, alla fine di una diramazione del sentiero, (deviazione che risultava abitualmente utilizzata grazie ai segni lasciati dal frequente passaggio di persone), rilevavo la presenza di un vero e proprio "accampamento" corredato di:

 

· due capanne costruite con rami, arbusti, teli di cellophane, buste di plastica, stracci di varie dimensioni, delle approssimative dimensioni di due tende da campeggio e quindi di circa mt. 2.5 x 1 x 1,

· un area di rispetto, tutt’intorno ai ricoveri di cui sopra, per un raggio di circa una decina di metri, "arredato" con sedie da giardino in plastica, indumenti, effetti personali (appeso ad un ramo faceva bella mostra di sé uno specchio con mensolina in plastica, suppongo per la rasatura personale) e tante, tante bottiglie di vetro, di plastica, lattine di birra vuote, avanzi di cibo, scarpe vecchie, materassi, coperte, cuscini, fazzoletti di carta "usati", ovunque nello spazio circostante,

· svariati "angoli cottura" costruiti con pezzi di mattoni per l’accensione di fuochi, con segni evidentissimi e recenti della loro funzione ed utilizzo,

· una valloncino, adiacente all’area, adibito a discarica di immondizia, costituita da una compluvie di sacchetti di plastica, rifiuti organici ed inorganici di qualunque origine e specie, della superficie di circa 50 metri quadri,

· a distanza d’una decina di metri da suddetto sito, a cielo aperto in mezzo ad una radura, si può osservare un’area arredata con: improvvisate panchine, realizzate con supporti di laterizi e con le relative sedute costituite dalle paline segnaletiche delle diverse specie vegetali che si possono ammirare e riconoscere in pineta; paline che sono state divelte, sottratte e trasportate dalla loro sede ai bordi del sentiero da cui provenivo; un paio di focolari e, anche qui, una profusione di lattine di birra vuote e bottiglie di vetro e di plastica,

 

il tutto completamente invisibile dall’alto perché immerso nella selva e coperto dalle fronde.

Non nascondo che sono rimasto sbalordito. All’interno di una riserva naturale, mi appariva e mi appare tuttora un enormità quello che si può tranquillamente osservare a pochi metri dalla strada asfaltata normalmente utilizzata per i nostri allenamenti o per una semplice passeggiata.

La riflessione che niente impedirebbe agli abitanti della zona di buttare i propri rifiuti nei vicini cassonetti e secchioni per l’immondizia mi ha fatto momentaneamente trascurare inopportune remore di ordine umanitario. Anche laddove non fossero bastate le norme vigenti in materia di tutela ambientale, che sanciscono l’indisponibilità del demanio forestale da parte di privati per scopi abitativi e per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani.

Nell’ambito del programma di collaborazione che la A.S. Mediterranea ha concordato con il C.E.A. – Centro di Educazione ed Informazione Ambientale - e che si può riassumere, sostanzialmente, nell’attività di vigilanza volontaria nella Pineta di Castelfusano, durante tutto l’arco dell’anno e in occasione (o meno) della consueta attività sportiva che da sempre svolgiamo nella Riserva Naturale Statale "Litorale Romano", ho creduto mio dovere rendere noto quanto sopra.

Penso che, per competenza e per opportunità, il Consiglio Direttivo dovesse essere il primo destinatario della presente "denuncia", poiché deputato anche a fungere da adeguata cassa armonica delle istanze civili dei suoi associati tanto più che aderenti ad una compagine sinceramente compresa della importanza strategica della protezione dell’ambiente naturale; istanze che, forse, se provenienti solamente da un singolo quanto zelante (rompiscatole?) cittadino, prive della risonanza di un ente esponenziale attivo come la Mediterranea, rischierebbero di rimanere velleitarie voces clamantes in deserto.

Ovviamente confermo la piena disponibilità del sottoscritto a collaborare a tutte le attività di segnalazione, individuazione della località e dell’ubicazione dello scempio descritto e, dovesse rendersi necessario, della sua bonifica. Certo della entusiasta adesione e supporto degli amici tutti.

Osservo, laddove ce ne fosse bisogno, che, di concerto con il C.E.A., alla cosa potremo/dovremo dare il doveroso e giuridicamente previsto seguito, a mezzo di formale denuncia alle Autorità competenti (Corpo Forestale dello Stato, Comune di Roma – XIII Municipalità, Ama, Magistratura?).

Nel caso, inaudito, che alla nostra segnalazione non dovesse far seguito la dovuta reazione di chi di dovere, sono certo che alla stampa locale, e alla emittente televisiva con la quale il consigliere Saverio Rudi intrattiene una special relationship, non mancheranno i mezzi e l’audience necessari per mobilitare, un pochino, l’attenzione di cittadini più sensibili alle tematiche ecologiche.

Ringrazio per lo spazio concesso e saluto l’augusto consesso con i più sentiti auguri di buon lavoro.

 

Marco G. M. Nicassio

 

Castelfusano, 15 febbraio 2004

 

La risposta:

Caro Marco, non credo ci sia da darti una qualche risposta, in quanto hai già ben previsto l’uso che dobbiamo fare della tua denuncia. Il Consiglio Direttivo, nell’ultima riunione, ha deciso di riallacciare i rapporti con il Centro di Educazione Ambientale (C.E.A.) per collaborare alla tutela del patrimonio ambientale della pineta: il primo atto sarà proprio quello di far pervenire loro la tua circostanziata segnalazione. Grazie.

Il Segretario.

 

 

Terra mia

Di Olha&Igor Danylo

 

Salve cari soci della A.S. Mediterranea, siamo 2 fratelli (sorella&fratello)provenienti da un paese lontano 3000 km. ca. da voi, quest’anno ci siamo iscritti entrambi con la vostra equipe io come sostenitrice mio fratello come atleta praticante, sotto suggerimento di qualche atleta mi è stato fatto notare che vi è un giornalino dove poter dire, fare o quant’altro si voglia per far conoscere al pubblico ciò che si desidera. Allora colgo l’occasione, per parlare un po’ della nostra terra, una terra, la nostra patria, che amiamo tantissimo e della quale andiamo orgogliosi; ne parleremo oggi un po’ per grandi linee in generale, ma poi per approfondire, nei prossimi numeri, cercando di entrare nei vari temi più specificatamente. Temi che varieranno di volta in volta e che spazieranno dalla cultura al folklore, dall’arte alla politica, dagli usi e costumi all’economia per non dimenticare poi storia, cucina ecc. ma non dilunghiamoci troppo nelle presentazioni tanto ci sarà tempo e modo di conoscerci meglio, quindi passiamo subito al nocciolo della questione:

Ucraina (Ukraìna), repubblica federata fondata sulle ceneri dello sgretolamento dell’ex Unione Sovietica, dalla quale ha proclamato l’indipendenza il 24/08/1991, la sua capitale è Kiev (Kyìv), è una terra ricca di risorse ancora non sfruttate dall’attuale popolazione, che per i suoi 603700 Kmq. diventa la seconda nazione d’Europa, enorme nella sua espansione geografica che ha la maggiore estensione andando da est ad ovest, mentre risulta smisuratamente piccola andando da nord a sud.

La sua posizione geografica la inquadra nel nord-est europeo, i suoi attuali confini sono a NE e ad E con la Federazione Russa a SW con la Moldova e la Romania a W con l’Ungheria e la Slovacchia a NW con la Polonia e la Bielorussia mentre a S si affaccia sul Mar Nero l’estremità meridionale con la penisola di Crimea delimita ad E il Mar d’Azov. Il territorio comprende un vasto lembo del Bassopiano Sarmatico, mosso a SE dalle alture del Donec e a W dal Ripiano Podalico.Solo alla periferia si elevano i monti; a W quelli dell’arco dei Carpazi e a S i monti della Crimea. I principali fiumi sono: il Donec, il Dnepr, il Dnestr, il Danubio. Il clima è semicontinentale, con inverni freddi ed estati calde e umide. Le sue coordinate sono lat. 52°-44°N; long. 22°-40°E. L’unità monetaria è il hrivna ca. 1/5 di € . La forma di governo è una repubblica,a cui capo vi è un presidente, L. Kuchma alla sua seconda elezione.

Congiuntura economica,per attirare capitali e attività straniere il governo ha liberalizzato l’acquisto di terreno e immobili e ha creato le condizioni per stipulare contratti di partnership che possono contare su affitti e costi del lavoro tra i più bassi dell’est (a parità di preparazione professionale).

Risorse economiche, vastissime le foreste che si alternano a zone paludose, le pianure steppose, ricoperte di terra nera, sono in gran parte acquisite all’agricoltura e irrigate per mezzo di colossali complessi di sbarramenti fluviali. Le maggiori coltivazioni agricole sono: frumento, orzo, barbabietole da zucchero, girasoli, avena, mais, cotone, tabacco, ortaggi e frutta. Vigneti nella valle del Dnepr e in prossimità della costa. Cospicuo l’allevamento. Il sottosuolo è ricco di giacimenti di carbone, di minerali ferrosi, manganese, petrolio, gas naturali e minerali polimetallici oltre a fosforite, caolino, gesso, calce e torba. Di grande importanza le industrie siderurgiche metallurgiche, metalmeccaniche, chimiche, cantieristiche, di trasformazione di prodotti agricoli, tessili. Discretamente sviluppate le vie di comunicazione. I porti di maggior movimento sono Odessa, sul Mar Nero, Zdanov sul Mar d’Azov. Aeroporti intercontinentali a Kiev e Harkov. Altri centri Lvov, Dnepropetrovsk, Doneck, Zaporoz’e, Krivoj Rog. La lingua ufficiale è l’ucraino.

Le produzioni del settore primario sono ancora gestite in buona parte da grandi aziende collettive. Il nuovo codice agricolo approvato negli ultimi mesi del 2001 dovrebbe favorire il passaggio a un’agricoltura di mercato, grazie alla possibilità di trasferire la proprietà dei terreni a partire dal 2005. I principali prodotti agricoli sono i cereali oltre i suddetti sopra segale, miglio, patate e vari tipi di ortaggi. L’allevamento, soprattutto bovino, suino e ovino, fornisce carne, prodotti ceseari, uova e lana. Mentre il settore secondario e cioè le risorse minerarie dove l’Ucraina possiede (come detto sopra) vasti giacimenti di carbone, localizzati soprattutto nel bacino del Donec’, di minerali di ferro (Kryvyi Rih, Kremenchuk, Kerch, Belozerka) oltre a riserve di gas naturale (Drohobych, Sebelinka, Boryslav, Bytkov, Mraznica, Dashava) e petrolio (giacimenti di Boryslav e Drohobych). La rete di oleodotti copriva 6952 km nel 1996. Si estraggono inoltre: lignite, manganese (Nikopol’) magnesite (Kryvyi Rih, Zaporizhzhia), Sali potassici (Stebnik), zolfo (Rozdol, Nemyriv), uranio (Smolino, Zeltyje Vody), sale, mercurio (Nikitovka), grafite (Zavalievskoye), torba.

Energia: circa ¼ dell’energia elettrica prodotta è di origine nucleare e proviene dalle centrali di Kostjantynivka, Energodar, Rivne, Khmel’nyts’kyl, Zaporizhzhia e Chornobyl’ tristemente famosa per il disastro eco-ambientale avvenuto nell’aprile dell’86, da allora a tutt’oggi presenta ancora rischi di fuoriuscite pericolose, poiché il sarcofago di cemento che ricopre il reattore (esploso nel 1986, uno dei 4 allora in funzione) mostra oggi falle e cedimenti strutturali.

Industria: L’industria è sviluppata soprattutto nei settori pesanti. La siderurgia ha impianti a Kryvyi Rih, Zaporizhzhia, Dnipropetrovs’k, Donets’k, Makiivka, Nikopol’, Azovstal, Mariupol, Yenakiieve, Alchevs’k, Kerch; la metallurgica a Kostiantynivka, Zaporizhzhia, Nikopol’, Nikitovski. Ad Amvrosjeka, Kramatos’k,Dnipropetrovs’k si produce cemento. Le industrie chimiche sono ubicate a Chernihiv, Sumy, Charkiv, Lysychans’k, Makiivka, Cherkasy, Kremenchuk, Slov’ians’k, Donets’k, Dnipropetrovs’k,Zaporizhzhia. La produzione di fibre sintetiche è localizzata a Cherkasy, Kiev e Chernihiv; quella dei prodotti farmaceutici a Kiev e Charchiv. A Lysychns’k, Kremenchuk, Kerson, Mykolaiv, Drohobych, Nadvirna, Odessa sono in funzione raffinerie di petrolio. L’industria meccanica produce autovetture (Leopoli, Kremenchuk, Dnipropetrovs’k, Zaporizhzhia), trattori (Charkiv, Kiev, Odessa), macchine agricole (Charkiv, Zaporizhzhia), locomotive, biciclette. A Odessa, Mykolaiv, Sebastopoli, Kiev, Kherson e Kerch operano cantieri navali. Un’area industriale sempre più sviluppata è quella di Kharkiv, nel nord-est, dove coesistono industrie meccaniche, farmaceutiche e produzioni agroalimentari.

Di rilievo è anche l’industria elettrotecnica, localizzata in prevalenza a Sumy, Kiev, Kharkiv, Kostiantynivka, Zaporizhzhia e Mariupol’. Altre industrie sono quelle tessili, del legno, della carta, del tabacco, della gomma e conciarie.

Il settore terziario è il commercio con l’estero. L’Italia è uno dei maggiori partner commerciali dell’Ucraina: nel campo dei prodotti tessili e del pellame, è tra i primi fornitori, mentre nel complesso dei prodotti, è il secondo fornitoree il primo tra i paesi UE.

State trovando nomi impronunciabili ma sono solo alcune delle principali città di questa nazione, la quale viene comunemente associata, qui in Italia, spesso a Shevchencko giocatore di football che segna goal nel Milan, o alle tristi vicissitudini accomunate per tutti i popoli dell’est europeo, cioè dello sfruttamento lavorativo anche a scopo sessuale, dovuto per lo più alla caduta dell’egemonia sovranica russa, che con lo smantellamento della cortina di ferro ha dato vita al proliferarsi della ragione di arricchimento facile; così da formarsi varie bande più o meno grandi o organizzate per un commercio illegale di ogni tipo cose o persone che ha coinvolto, oltre le ex repubbliche russe, anche le varie nazioni adiacenti gestite dall’ormai decaduto tirannico comunismo russo.

La storia del mio paese è legata a quella di tutto l’impero russo ma in particolar modo c’è un popolo che ha fatto grandi ed eroiche le gesta di questa nazione: i cosacchi, ma questa è un'altra storia quindi ne parleremo la prossima volta, ora chiudiamo questa lunga dicitura quasi tutta dedicata all’economia, con un saluto PUTZULUJE TEBIA’ I DIAKUII SIM. (un bacio e grazie a tutti).

 

Olha e Igor Danylo

 

 

 

 

 

Metti una serata………

al Cineforum "Colle di Giano"

 

Prendiamo una domenica mattina.

Una bella giornata di sole, l’aria frizzante di febbraio, il nostro "gruppone" reduce da un medio, facce stanche ma soddisfatte, chi si "allunga" i muscoli, chi si libera della maglietta zuppa di sudore e fatica…

 

Beh, metti una domenica come tante e poi qualcuno, la sottoscritta (non per vantarmi!), che butta là la proposta di passare la serata al cineforum di Colle di Giano dove proiettano "Dancer in the dark". Alcuni si mostrano interessati, il nostro buon Nicassio è subito entusiasta. Altri, invece, mi guardano un po’ straniti e comincia uno strano valzer "sai, vorrei tanto venire ma ho il gatto a casa che mi aspetta …. ho un’unghia incarnita…. tra una settimana parto e devo fare le valigie… l’oroscopo del giorno mi sconsiglia i film scandinavi… poi, sai, la sera fa freddo"….

 

E così solo uno sparuto manipolo di eroi, incuranti del freddo e degli acciacchi fisici (!!?!!), si ritrova all’appuntamento con Anna Maria in piazza Capelvenere, ad Acilia… a 15 minuti scarsi di macchina da Ostia.

 

Paghiamo il modestissimo biglietto (euro 1.50 appena!) ed entriamo.

Le organizzatrici della rassegna che si intitola "I Registi europei in 11 film", Federica Ricevuto e la sua collega Silvia Capuano, ci danno il benvenuto. La location è, senza dubbio, spartana ma funzionale, l’atmosfera semplice ed informale. Ci sediamo.

 

Si chiacchiera del più e del meno… che nel caso nostro – ahimè! – essendo impenitenti podisti (o sedicenti tali!), ha sempre a che vedere con la corsa. Poi Federica e Silvia prendono la parola ed introducono il film che stiamo per vedere. Ci parlano del regista. Stasera è il turno di Lars Von Trier, il discusso autore de "Le onde del destino", film bellissimo, forte come un pugno nello stomaco. Le ragazze proseguono inquadrando brevemente l’opera cinematografica, ci raccontano qualche aneddoto relativo alla realizzazione del film poi le luci si spengono, cala il silenzio e il film inizia…

 

Quando le luci si riaccendono, ho ancora gli occhi lucidi. Ho trovato il film infinitamente poetico e commovente. L’interpretazione della protagonista Bjork è una d’intensità struggente. Nel film è Selma, un’operaia emigrata dall’Est Europa con un grande sogno e una passione per i musical, dotata di una purezza interiore che le permette di librarsi al di sopra di tutte le meschinità di cui è vittima. L’intera storia è ambientata in una tranquilla cittadina della provincia americana degli anni ’50, tutta casette linde, giardino e bandiera a stelle e strisce e …. Qui mi fermo!

 

Non è mia intenzione raccontarvi il film… anche perché ciò che è piaciuto a me, che mi ha profondamente emozionato, non è detto che poi incontri anche i vostri gusti. Ciò che mi sta a cuore è segnalarvi questa iniziativa, messa in piedi dall’impegno ammirabile e dalla tenacia di Federica e della sua amica.

 

Queste due ragazze, coraggiosamente e a dispetto di una prassi cinematografica e televisiva che ci schiaccia e ci spinge ad essere meri "fruitori passivi" di ciò che viene trasmesso sul piccolo e grande schermo, ci invitano a riflettere, a confrontarci con il messaggio che il nostro "vicino di poltrona" ha ricavato dallo stesso film, a discutere, a tirare fuori - se ne abbiamo voglia - le emozioni che ci ha suscitato…e, se poi, come è capitato a me, si ha la fortuna di "incappare" in una serata in cui è presente il nostro Professore (G. Di Siena) che è anche un preparatissimo cultore di cinema …allora una serata può diventare anche lo spunto per un vivace dibattito!

 

Il mio vuole essere un invito, molto caloroso, a non perdervi i prossimi appuntamenti al Cineforum Colle di Giano perché se è vero che noi della Mediterranea abbiamo gambe e polmoni per correre, stomaco e palati sopraffini per gustare la buona cucina…. abbiamo anche una gran bella testa!!

 

In gamba ragazzi!!

 

Chiara Cingolani

 

 

 

Guardando le stelle

Di Marina Marini

 

Riassunto dei precedenti capitoli: siamo nel futuro. Sull’asteroide, "Aureum", si estrae una gran quantità d’oro.La protagonista, che lavora al progetto "estrazione", si sta informando in Rete circa una rivolta scoppiata sull’asteroide quando è assalita da uno strano ed irresistibile sonno…….Si risveglia dopo poco nel suo ufficio completamente vuoto, non ci sono né persone né mobili, fugge in ascensore ma, invece di scendere come aveva chiesto, questo sale, sale, sale…..

Le porte dell’ascensore si aprono in un corridoio buio con molti usci, ne sceglie uno a caso, entra e si dirige verso una poltrona dopo che la porta si è chiusa automaticamente dietro le sue spalle.

Dopo poco entra un giovane signore elegantissimo ed imperturbabile, le dice di essere un commissario governativo, che si trova su Aureum e che l’aspettavano per aiutarli a governare la rivolta.

Escono, il paesaggio è tetro, tutto uguale, l’aria freddissima, arrivano ad una miniera. Entrano, la protagonista, che si chiama Lumen, vuole conoscere gli operai; uno di loro muore mentre qualcuno la chiama per nome.

Lumen parla con i responsabili ponendo loro molte domande; dopo è accompagnata nella sua stanza con la sensazione che non avrà una grossa collaborazione e un vecchio conoscente bussa alla sua porta.

Iulius è il nome del vecchio amico che, stando bene attento a non farsi scoprire, racconta a Lumen che gli operai, in realtà, sono stati sequestrati sulla Terra e portati lì a forza, sono tenuti sotto controllo elettronicamente e vivono in condizioni disumane. Ma di rivolta non c’è nessuna traccia, sono troppo provati fisicamente per potersi ribellare. Ma allora perché lei è stata portata su Aureum?

Lumen, continuando a controllare, per lo più non vista, quello che succede nella miniera, scopre che Uno, Caesar e Gregorius sono degli umanoidi e lo dice al suo amico Julius per formulare un piano d’attacco.

Arriva il primo intervento di Lumen; viene chiamata per un operaio che dà segni di squilibrio in mensa e, lei, riesce facilmente a calmarlo spiegandogli che sta cercando una soluzione con Iulius e che non deve far insospettire i responsabili. La notte va a vedere le cucine.

Una notte terribile per Lumen; scopre la provenienza della carne che viene data a mensa. Come pensava Iulius si tratta degli operai che, dopo essere deceduti, vengono sezionati, congelati e, una volta cotte le porzioni, vengono siringate con quella che, sicuramente, è una droga per mantenere gli operai in uno stato di ottundimento e decide di dirlo agli uomini.

Il discorso fatto agli operai spiegando che la carne è drogata, non va più presa e che, praticamente, sono prigionieri, non è facile ma andava fatto per cercare di uscire fuori da questa brutta situazione.

Lumen scopre che, durante la notte, non ci sono persone nella sala di controllo e i terminali vanno in automatico.

Si nasconde, poi, nella stanza dei dirigenti sentendo che il piano di estrazione su Aureum non è più sotto il comando del Governo ma è stato appaltato ad un privato che disattende a tutte le regole volte al bene e alla conservazione dei diritti degli operai.

Dopo aver sentito che nella miniera non ci sono armi, c’è il controllo sulla carne mangiata e, solo da quella stanza, può contattare il Governo, arriva una chiamata da quello che Caesar, Gregorius e Uno chiamano "Capo"………….

 

 

Capitolo Quattordicesimo

"Pronto, siete soli in stanza?"

"Si, Capo, attendiamo istruzioni."

" L’operaio che è stato male deve essere soppresso, non ci possiamo permettere il lusso che sobilli gli altri, né tantomeno, che torni qui sulla Terra scoprendo così il mio piano. La signora và controllata continuamente, la notte chiudete ermeticamente tutte le porte presenti nella miniera, non deve girare nessuno. Saranno riaperte solo dagli inservienti delle pulizie mezz’ora prima che riprenda il lavoro. Ricordatevi che siete nelle mie mani, basta un piccolo impulso mandato dal mio terminale che i vostri circuiti salteranno, ora che vi abbiamo dato la capacità di apprezzare l’essere funzionanti sicuramente vi atterrisce l’idea di venire spenti definitivamente!"

" Sarà fatto come dite, le faremo una relazione via @-mail."

"Avete sentito tutti?" dice Caesar "dobbiamo fare immediatamente quello che ci ha ordinato. Non so perché mi sento a disagio, come se avessi l’idea di fare cose sbagliate. Non so come mai succede questo, noi non siamo programmati per avere sensazioni né, meno che mai, sentimenti. Cosa mi starà succedendo, voi come state?"

"Anche per noi è la stessa cosa" risponde Gregorius "ne avevo parlato con Uno proprio ieri. Comunque non ci dobbiamo preoccupare, la cosa importante è che obbediamo agli ordini. La posta in gioco è troppo alta, non possiamo sbagliare. L’operaio sarà eliminato questa sera, durante l’orario della mensa, poi chiuderemo tutte le porte. Conviene impiantare un televisore a circuito interno in camera della Signora Lumen per poterla controllare anche quando è lì, per il resto del tempo Uno la seguirà. Avete capito bene?"

" Sì, ci vediamo questa sera. La giornata di oggi ci servirà per organizzarci!"

Nascosta nella scrivania aspetto che escano dalla stanza, devo vedere immediatamente Iulius, dobbiamo fare un piano, abbiamo solo oggi per muoverci.

Dopo un po’ di tempo sento che la porta si apre, dei passi si allontanano dalla stanza e, poi, sento il tonfo della porta che si richiude. Aspetto ancora qualche momento per essere sicura di trovarmi sola nella stanza ed esco pensando a cosa mi posso inventare per vedere Iulius.

Stavo attraversando la sala controllo per andare verso il vetro che mi permetteva di vedere cosa stessero facendo gli operai quando sento la voce di Uno che mi chiama.

Mi volto e, esibendo un sorriso da prima pagina, lo saluto allegramente chiedendogli cosa stesse facendo e che programmi aveva per la giornata. Mi risponde che non aveva impegni e che sarebbe stato contento di accompagnarmi e di stare un po’ in mia compagnia. Io, che sapevo cosa nascondesse questa richiesta, gli rispondo che dovevo andare un attimo in camera e che, poi, sarei andata volentieri a vedere come stava l’operaio che si era sentito male e se poteva accompagnarmi.

Ci dirigiamo verso la mia stanza, ci fermiamo davanti alla porta e dico ad Uno di scusarmi perché dovevo andare un attimo a rinfrescarmi un po’ e se poteva aspettarmi fuori tanto sarei stata velocissima.

Una volta entrata prendo due biglietti di carta e, su uno, scrivo tutto quello che so mettendo il nome di Iulius come destinatario, mentre sull’altro, scrivo all’operaio quello che pensavano di fargli durante la mensa e, quindi, di far finta di sentirsi tanto male da non poter andare a mangiare; avremmo trovato una soluzione!

Esco subito dalla stanza dopo essermi cambiata di gran fretta e chiedo ad Uno se, allora, vuole accompagnarmi dagli operai.

Uno, forse convinto dall’immediatezza e sicurezza delle mie parole, non ha alcun sospetto anzi, probabilmente, pensa di aver trovato la soluzione ai suoi problemi senza doversi scervellare troppo.

Arriviamo nella sala d’estrazione ed Uno scende con me in mezzo agli operai e mi guida verso il posto dove lavorava l’uomo con cui volevo parlare.

"Buongiorno, come si sente?"

Dicendo così faccio il gesto di volergli dare la mano e, tenendo ben nascosti nel palmo i due biglietti, li passo nella mano dell’uomo che, ormai libero dalla droga che era nella carne, li mimetizza nella manica della giacca.

"Potrei stare meglio, mi gira ancora la testa e mi sento confuso, spero di rimettermi presto. Grazie per l’interessamento, gli altri mi hanno chiesto se poteva venire da noi prima di mangiare per avere notizie fresche dalla nostra Terra. Sa è un po’ di tempo che manchiamo e la nostalgia si fa sentire!"

Mi volto verso Uno con sguardo interrogativo e lui, forse sentendosi sicuro del fatto che poteva controllarmi, fa cenno di sì con la testa permettendomi di prendere quest’appuntamento con gli uomini.

Dopo un cenno d’intesa, saluto l’operaio dandomi appuntamento per la sera e dicendo:

"Speriamo che non succeda più nulla, nessun guasto che ci impedisca di poterci rifocillare tranquillamente a mensa, in fondo è l’unico momento di relax in cui si può parlare fra di noi" dico allontanandomi dall’uomo e parlando con Uno, ma con voce alta tanto da farmi sentire anche dagli altri " cosa accadrebbe se si rompessero più macchine estrattrici insieme o, se il circuito di video controllo avesse dei guasti? Siete pronti per fronteggiare questa evenienza?"

"Bé, sicuramente, questo ci procurerebbe qualche problema, ma possiamo intervenire nel giro di pochi minuti con i robots meccanici. Sicuramente riusciamo ad aggiustare tutto nel giro di dieci o quindici minuti al massimo!"

"Bene" rispondo "mi sentivo preoccupata da questo, sa gli uomini, se vedono che non si possono fidare delle macchine con le quali lavorano, perdono la motivazione e lavorano poco e male. Ci terrei a fare bella figura con il Governo visto che mi hanno mandato qui per aiutarvi!"

Mentre parlo così penso di non essere mai riuscita ad affermare con tanta sicurezza e scioltezza il falso; è proprio vero che necessità fa virtù!!!!!!

Appena lasciamo la sala degli estrattori, Uno mi dice che deve parlare un attimo con Caesar e mi chiede di attenderlo nella sala controllo insieme ad uno degli uomini che lavorano là( lui non sa che io sono a conoscenza del fatto che sono tutti umanoidi e di una classe non tanto elevata )e che potevo chiedergli di sapere quale fosse il loro lavoro.

Mentre lui è dentro, sicuramente sta riferendo quello che abbiamo fatto, mi accosto ad un operatore e gli chiedo di farmi vedere il collegamento con l’operaio che si era sentito male.

Vengo subito accontentata, anche perché uno di questi cosi non si sognerebbe mai di non ubbidire ad un ordine.

Vedo attentamente tutto il processo per collegarsi e, quindi, riesco facilmente ad annullare il processo e a liberare l’uomo dal controllo salvandolo da morte certa.

Favorita dal fatto che nessuno degli umanoidi presenti nella miniera, dal più semplice al più sofisticato, sono a conoscenza di tutto quello che sono venuta a sapere, ordino all’operatore di non parlare con nessuno di quello che ci siamo detti per motivi di sicurezza e, facilmente, ottengo la sua collaborazione.

Uno esce dalla stanza di Caesar e mi chiede se ho qualche desiderio allora, continuando a mentire, gli chiedo se posso parlare con la Terra per dire che tutto va bene, che la miniera è organizzata benissimo e che tutti i problemi si sarebbero risolti in men che non si dica.

A questa mia richiesta Uno si irrigidisce un poco e temo subito di aver esagerato ma mi tranquillizzo quando lui mi risponde che, prima di sera, non ci sarebbe stata la possibilità di collegarsi e che avrebbe chiesto a Caesar e Gregorius ma, pensava, non ci sarebbero stati problemi.

Camminando senza meta per i corridoi arriviamo alla porta della mia camera e chiedo ad Uno se potevo riposarmi un po’ in attesa della cena.

Entro e mi chiudo la porta dietro le spalle. Appena entrata mi guardo intorno per vedere se c’è qualcosa di nuovo nella stanza e mi accorgo di un piccolissimo terminale video mimetizzato nel muro.

"Sono entrati, sono controllata!"

Prendo degli indumenti dal mio armadio, decisamente di più di quelli che servono per vestirsi e li stendo con cura sul letto avendo l’accortezza di volgere le spalle al terminale e coprire con il mio corpo quello che stavo facendo. Con calma riempio un paio di pantaloni ed una camicia con tutti gli altri vestiti che avevo tirato fuori facendo una specie di fantoccio poi inizio a spogliarmi tirando in aria i vestiti che mi tolgo tanto da coprire il terminale video e, confidando nella stupidità delle macchine, metto il manichino nel letto girato di spalle e mi nascondo sotto il letto con la carta e la penna che avevo già preso.

 

Capitolo Quindicesimo

Come avevo calcolato, la camicia che avevo fatto impigliare sulla piccola telecamera nel muro cade dopo pochissimo tempo e lascia vedere il mio manichino, sdraiato su un fianco, che dorme tranquillamente nel letto voltando le spalle al suo controllore.

Io nel mio nascondiglio sotto il letto, ben attrezzata per scrivere, preparo una serie di biglietti: uno per tranquillizzare l’operaio che doveva essere soppresso scrivendo che avevo eliminato il collegamento con il terminale che aveva applicato dietro la nuca, altri, da distribuire ai vari operai, per organizzare una rivolta subito prima dell’ora di mensa.

Sabotando tre o quattro macchine estrattrici poco prima dell’interruzione dell’orario di lavoro si sarebbe provocato l’intervento dei robots meccanici, io, dal canto mio, avrei interrotto i collegamenti della sala controllo con i terminali applicati dietro il collo degli operai che, quindi, non sarebbero stati ricaricati e, approfittando del caos generato, due squadre di rivoltosi si sarebbero impadronite, una della sala di controllo e l’altra avrebbe liberato gli operai prigionieri pronti a sostituire quelli che non erano più in grado di lavorare.

Mentre scrivevo, pensavo che avrei parlato con i Dirigenti e con Uno, avevo sentito la loro indecisione circa gli ordini ricevuti e, secondo me, dovevo provare a convincerli ad aiutarci, avrei cercato di manomettere la possibilità di fargli arrivare impulsi distruttivi, non so ancora come ma un po’ me la cavo con i computers, avrei avuto solo bisogno di avere del tempo per studiare la situazione e loro, se avessero voluto, avrebbero potuto darmene.

Ora devo uscire dal mio nascondiglio e ancora non so come fare.

Sono sotto il letto e striscio fuori dalla parte nascosta alla vista della telecamera, non mi alzo in piedi ma mi infilo sotto le lenzuola cercando di non farmi vedere, in fondo potrebbe sembrare che mi sto girando dentro il letto, scavalco il manichino e lo faccio uscire dal letto nella stessa maniera in cui sono entrata io e, ovviamente, dalla parte del letto nascosta alla telecamera, lo spingo bene sotto il letto e rimango un po’ distesa cercando di togliere un po’ di tensione dai miei muscoli.

Ho bisogno di calma, di credere fermamente che tutto quello che ho pensato sia giusto, che avrò la collaborazione che mi serve e che riuscirò a trascinare dalla nostra parte Uno e i Dirigenti.

Senza di loro i nostri giorni potrebbero finire su questo asteroide, come torneremo a casa?

Ora devo far arrivare questi biglietti agli uomini, questi particolari potrebbero far fallire tutto il mio piano; mi metto a sedere sul letto, mi stiro più volte per avere la sensazione che il mio corpo sia vivo e risponda bene, mi vesto ormai sono pronta per uscire.

Esco dalla stanza e mi incammino per il corridoio andando verso la sala controllo, dopo poco arriva Uno e mi dice che aveva parlato con Caesar e che, se volevo, avrei potuto parlare con la Terra tra pochissimo.

"Bene, andiamo!"

Mentre mi dirigo con Uno verso la stanza di Caesar e Gregorius penso che, sicuramente, non parlerò con il rappresentante del Governo ma con qualcuno che si passerà per lui ma dovrò fare finta di crederci per non allarmare nessuno e, intanto, guarderò con attenzione come stabilire il collegamento con la Terra.

Non mi conviene parlare subito con i Dirigenti per cercare di tirarli dalla nostra parte, se non ci dovessi riuscire metterebbero in atto delle contromosse per fronteggiare la nostra rivolta, meglio sfruttare la sorpresa e parlarci dopo, a cose avvenute.

Ormai sono in ballo, non posso fare altro, devo solo cercare il modo di dare i biglietti agli operai prima della fine del turno di lavoro.

Entro nella stanza, saluto Caesar e Gregorius e mi avvicino alla consolle insieme a loro per parlare con la madre Terra.

Non nascondo un po’ di emozione anche se, so sicuramente, che mi stanno prendendo in giro e fisso nella mia mente tutti i passaggi fatti per avere il contatto; se non dovessi riuscire a portare i Dirigenti dalla mia parte, avrò bisogno di sapere come collegarmi con la Terra!

Dopo poco si sente un "pronto!" piuttosto debole allora mi avvicino al microfono e dico:

"Salve, sono Lumen, mi avete mandato qui su Aureum per cercare di risolvere i problemi esistenti su questo asteroide. Il lavoro svolto fin qui direi che ha dato buoni risultati, gli uomini stanno bene, a parte qualche piccolo malessere che comunque rientra nella norma, la miniera è molto ben organizzata, il cibo è buono e abbondante. Penso di fermarmi ancora qualche giorno per essere sicura che tutto vada per il meglio e, poi, posso rientrare. Quando ci risentiamo?"

"Richiami fra tre giorni alla stessa ora, sono contento che tutto vada così bene. Lei è stata preziosa, come al solito! A risentirci."

Credo, con questo colloquio, di aver convinto tutti che sono solo una in cerca di carriera, disposta a passare sotto silenzio tutto quello che ha visto.

Mi fa schifo ma serve così!

Mi rivolgo ad Uno, che si stava scambiando occhiate soddisfatte con gli altri due, e dico: "Vorrei portare agli operai delle sigarette in regalo e dire che ho parlato con la Terra, che sanno come stanno e che, presto, saranno sostituiti.. Gli uomini hanno bisogno di essere coccolati un po’ altrimenti si ribellano. Voi capite, vero?"

"Sicuramente, mando a prendere due pacchetti ad operaio e andiamo a portarglieli. Li vuole dare lei?"

"Grazie, sarebbe auspicabile."

In breve tempo arrivano le sigarette e ci dirigiamo subito verso la sala estrattiva, non pensavo di essere così fortunata a trovare subito la soluzione per dare i biglietti agli uomini!

Arriviamo in cima alle scale che portano alla sala, mi fermo un attimo per avere uno sguardo d’insieme sperando, anche, che Iulius mi guardi.

Così avviene, infatti, i nostri sguardi s’incrociano e vedo che lascia la sua macchina per dirigersi verso la fine della scala; dopo di lui si avvicinano anche gli altri.

Sono sull’ultimo gradino, gli operai mi circondano e inizio a parlare, dico che sulla Terra conoscono il loro lavoro, apprezzano quello che fanno, promettono di riportarli a casa prestissimo e che, io e i Dirigenti della miniera, volevamo dare loro un piccolo regalo per dimostrare la nostra benevolenza.

Passo i pacchetti ad ognuno, sotto ogni pacchetto c’è un biglietto e due riportano, uno, il nome di Iulius e l’altro, quello dell’uomo che era stato condannato a morte.

Mentre le sigarette passano dalla mia mano a quella degli operai il mio sguardo incrocia quello delle persone che, via via mi si parano di fronte e, con tutti, cerco di essere rassicurante, di trasmettere complicità e gli dico che la loro collaborazione è, per me, fondamentale.

Non mi resta che sperare che tutto vada come vorrei, devo solo aspettare qualche ora e la vera rivolta inizierà.

 

 

 

 

 

Non mi resta che ………………… leggere

( di Mimmo – Domenico Piacente )

 

Ciao !!!

Io sono di nuovo qui a proporvi qualche articoletto che ho trovato rovistando in un grande cassetto chiamato Internet.

Prima, però, volevo complimentarmi con il direttivo uscente per l’organizzatissima festa sociale, soprattutto per i meravigliosi premi della riffa ( il videoregistratore è bellissimo ).

Io non ho potuto trattenermi per molto però ho potuto vedere il sempre grande impegno degli organizzatori; da parte di noi soci (iniziando da me che sono stato presente pochissimo ), invece, non ho visto una grande presenza, spero che quando sono andato via io siano arrivati gli altri soci che risultano nello stato di famiglia della Mediterranea.

Ora vi lascio alla lettura e lancio un grande In Bocca al Lupoooo!

Agli amici del nuovo direttivo capitanati ormai da anni dal nostro Presidente Ettore ( perché non lo puniamo e lo nominiamo presidente a vita della Mediterranea ? ).

 

Un abbraccio a tutti

e a presto.

Mimmo

 

 

 

Pillole di…. Caffè

Alcune notizie flash che riguardano una delle bevande più amate al mondo

Arabica o Robusta?

La composizione delle due specie di caffè: coffea Arabica (Arabica) e Canefhora nella varietà robusta (Robusta) è assai diversa. La caffeina varia nelle due specie dallo 0,9 al 2,16%

Una tazza di caffè preparato con 8 gr. di macinato della specie Arabica apporterà mediamente 80 mg. di caffeina, 130 mg. di potassio e 16 mg. di sodio.

Preparata con 8 gr. di specie Robusta i valori salgono rispettivamente a 200 mg., 143 mg. e 53 mg.

Caffeina… mon amour!

Il componente più "ricercato" del caffè è senza dubbio la caffeina: una 1,3,7 trimetilxantina, derivata dalla purina, come la teofillina e la teobromina, con le quali ha in comune azioni farmacologiche.

Il contenuto di caffeina varia tra il caffè espresso bevuto a casa e quello bevuto al bar. Con gli apparecchi domestici il volume del liquido aumenta aggirandosi sui 35-50 ml. e la quantità di caffeina varia fra i 56,4-121 mg. Nel caffè espresso del bar invece, la quantità di caffeina si aggira fra i 55,1 - 110,6 mg.

Un problema... articolato

In uno studio degli Annals of the Rheumatic Diseases si sostiene che il caffè bollito è nocivo per le articolazioni. C'è un collegamento tra il consumo di caffè e la poliartrite reumatoide, che colpisce soprattutto le donne. I danni dipenderebbero però soprattutto dal dal sistema di preparazione della bevanda. Nei paesi nordici ed in America il caffè viene bollito e non filtrato come si fa da noi: il filtraggio diminuisce gli effetti nocivi.

 

CONTENUTO IN CAFFEINA DI ALCUNE COMUNI BEVANDE (in mg. )

Caffè espresso al bar : 60 - 120

Caffè alla napoletana : 60 - 130

Caffè solubile : 40 - 110

Caffè decaffeinato : 2 - 5

Caffè americano : 97 - 125

Caffè in polvere (100 gr.) : 1000 - 2000

Thè (una tazza) : 15 - 20 (fino a 90)

Thè in lattina : 20 - 35

Bevanda tipo cola (una lattina) : 30 - 40

Cioccolata (una tazza) : 10

 

Alta…Pressione

Ultimamente da Amsterdam arriva una notizia piacevole per gli amanti del caffè. La società europea di Cardiologia riunita, ha dichiarato che bere sei caffè al giorno non aumenta a pressione arteriosa e non mette a rischio il cuore. Ovviamente ciò vale per chi può bere caffè.

W L'espresso!

Il caffè alla turca, americano, bollito ed il caffè lungo sono più ricchi di caffeina del caffè espresso italiano tradizionale. Inoltre il caffè nero è più digeribile del caffè macchiato.

Nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti, si usano 15-16 gr. di caffè per preparare una tazza ottenendo circa 200 ml. di bevanda. Il caffè anglosassone è differente dall'espresso anche a parità di miscela adoperata. Consumando tre espressi all'italiana al giorno si ingeriscono mediamente attorno ai 300 mg. di caffeina e circa 12 mg. di acido nicotinico. Nel caso del caffè anglosassone, quando questo viene usato come bevanda durante i pasti, il consumatore ne beve due razioni di 200 ml al giorno ed ha così ingerito circa 500 mg. di caffeina e circa 115 mg. di acido nicotinico.

 

 

In questa sezione ci occuperemo di una delle attività sportive tra le più diffuse ed amate: la corsa.

 

Di recente sembra che la corsa sia ritornata prepotentemente di moda. Personalmente credo che rappresenti il vero "sport per tutti": dai bambini agli anziani, tutti infatti possono praticarla secondo le proprie possibilità, come (dalla camminata "vigorosa" alla maratona), dove (al chiuso, in palestra, in un parco, in città, in pista, al mare, in montagna) e quando vogliono (in vacanza o nel week-end oppure durante la pausa pranzo lavorativa). E poi è possibile correre da soli, in coppia o in più persone, con i bambini o col cane, è un’attività piuttosto semplice, istintiva e naturale, non è per nulla dispendiosa e ci dà la possibilità di vivere a pieni polmoni la natura che ci circonda e le città in cui viviamo, che spesso, a causa dell’automobile, non riusciamo a goderci fino in fondo.

 

La corsa, inoltre, nelle sue innumerevoli varianti, è uno tra gli sport (amatoriali o agonistici) tra i più diffusi e seguiti, è il complemento più importante e diffuso per tutti i tipi di sport (dai giochi sportivi, alle arti marziali, boxe, ginnastica, atletica, ecc), inoltre è il momento più toccante, il culmine dei giochi olimpici. La corsa tiene lontani dalle brutte abitudini (fumo e alcool, per esempio) e rende più resistenti e tonici per le attività che svolgiamo quotidianamente (lavoro, studio, sesso…), scarica positivamente il corpo dalla tensione e la mente dai brutti pensieri, rilassa e concilia il sonno, ma ci offre anche la possibilità di meditare, di estraniarci per qualche istante dal mondo, di ritornare a sentire l’essenza, la "voce", il ritmo del nostro corpo cioè il respiro e il battito del cuore. Scusate la digressione un tantino new age, ma chi corre come me da tanti anni non può non comprendere le mie parole: la corsa per lo sportivo è l’essenza dello sport.

Mi fa molto piacere, quindi, soprattutto quando viene la bella stagione, vedere le strade e i parchi che si riempiono di corridori. Ma il successo rinnovato della corsa credo sia dovuto non solo a quei motivi che prima vi ho accennato, ma soprattutto ad uno ben più attuale. È indubbio che ai giorni nostri, anche in paese come il nostro, tradizionalmente restio all’attività fisica e di scarsa cultura sportiva, i concetti di salute, benessere, forma fisica e il culto del corpo, stanno prendendo velocemente piede. Non che ci sia niente di male, per carità, anzi è anche giunto il momento di staccare il sedere dalla poltrona e di fare un po’ di attività fisica, magari rinunciando ogni tanto a passare i pomeriggi davanti alla tv, o a sbraitare in qualche stadio dinanzi a 22 individui in mutande che corrono dietro a una palla…

 

 

Che c’entra allora la corsa in tutto questo discorso? Lo sapete bene che la corsa è il modo più facile per svolgere un lavoro aerobico, è l’esercizio brucia grassi e calorie per eccellenza e quindi è un ottimo sistema per riprendere (o conquistare) quella silhouette messa a dura prova da mesi di inattività e di bagordi alimentari.

 

Be’ certo, da sportivo purista che da anni pratica la corsa come una religione, le arti marziali e la cultura fisica e che quindi da tempi non sospetti ha sempre considerato lo sport come una sfida, un momento per elevarsi al di sopra dei propri limiti e non come mezzo per diventare "belli" fuori, dovrei prendermela con quanti tra voi si trasformano in "runners della domenica" solo per la paura di dover mostrare un giorno, al mare, glutei, pance e fianchi taglia lottatore-Sumo!

Ma non vi rimprovero, capisco che è una esigenza moderna doversi mostrare al meglio della nostra forma, magari cercando di combattere ed esorcizzare la vecchiaia, purchè ricordiate sempre che la parte migliore sta all’interno, non all’esterno di voi stessi! Se anche il motivo per cui iniziate la pratica della corsa (e qualsiasi altro genere di sport) non è completamente "nobile" non importa, sappiate che i benefici che ve ne deriveranno saranno così tanti che spero non l’abbandonerete più. Un consiglio però, lo sport è una cosa seria, e così come può portarvi benefici, se male praticato può danneggiarvi seriamente, pertanto corsa sì, ma seguendo con attenzione tutti i consigli e le informazioni che vi forniremo in seguito e soprattutto il parere del vostro medico.

ErrePì

 

 

A correzione e integrazione del precedente articolo trasmessoci dal nostro Mimmo e pubblicato sullo scorso numero del Giornalino, Antonella Pasquali ci ha fatto pervenire, a mo’ di rettifica, la sotto riportata risposta del prof.Ticca, notissimo nutrizionista di fama internazionale, ad un quesito postogli circa la credenza che non bere durante i pasti faciliti le diete dimagranti: la risposta è esauriente , e smentisce seccamente tale credenza, quindi, ricordatevi di bere sempre, anche durante i pasti e soprattutto se volete seguire una dieta.

 

 

 

 

 Le ripetute dello "Chef"

di Marco Bianchi

Cari soci della A.S. Mediterranea eccomi di nuovo a voi per una puntata mangereccia, di questa rubrica, siamo ormai giunti alla sesta ricetta, oggi parleremo di primi, precisamente primi di carne, tratteremo una zuppa e una pasta asciutta e come solito cercherò di farvi spendere poco tempo e soprattutto poco denaro. Non dilunghiamoci troppo ma andiamo subito ad incominciare.

 

Agnolotti alla Cavour

 

Piatto di cucina tradizionale, proveniente dalla regione Piemonte, ha una difficoltà elaborata, con un tempo di preparazione 50’+30’ ed una cottura di 10’, si cuoce tranquillamente su di un fornello, non in microonde, e non è congelabile, può essere conservato per 3 giorni ed ha un costo medio; stagionalmente si serve in autunno e inverno e soprattutto caldo. Per la sua preparazione occorrono 1 tegamino, 1 ciotola, 1 tritacarne, 1 terrina, 1 tasca da pasticceria, 1 stampino tondo, 1 pentola, 1 zuppiera. Oltre naturalmente i seguenti ingredienti per 4 persone:

Per la pasta

200g farina bianca

2 uova

1 cucchiaio di olio extravergine

sale q.b.

Per la farcia

250g carni miste d’arrosto (vitello, manzo, maiale, già pronte)

75g mortadella

50g cervella di manzo

1 uovo

50g mollica di pane

½ bicchiere di latte

3 cucchiai di grana grattugiato

1 pizzico di noce moscata

1 pizzico di cannella in polvere

sale e pepe q.b.

 

Per la cottura

1 litro di brodo di carne già pronto

 

Preparazione

 

1) Preparate la pasta. Setacciate sulla spianatoia la farina con il sale e disponetela a fontana, mettetevi al centro le uova e l’olio; impastate e lavorate fino a ottenere un impasto liscio e segoso. Avvolgetelo in un telo e lasciatelo riposare per 30 minuti circa. Nel frattempo preparate la farcia. Fate scottare per 5 minuti la cervella in tegamino con acqua in ebollizione; scolatela, privatela delle pellicine e tritatela finemente.

2) Fate ammorbidire la mollica di pane in una ciotola con il latte; scolatela e strizzatela bene. Passate al tritacarne le carni arrosto e la mortadella; mettetele in una terrina, unitevi la cervella, la mollica di pane, il formaggio grattugiato, l’uovo, la panna, un pizzico di sale, pepe e noce moscata e la cannella in polvere; mescolate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un composto bene amalgamato e molto morbido.

3) Stendete la pasta in una sfoglia molto sottile e dividetela a metà. Con una tasca da pasticceria o con un cucchiaino distribuite sopra una parte della sfoglia tanti mucchietti, della dimensione di una nocciola, del ripieno di carne ponendoli alla distanza di 2 cm circa uno dall’altro.

4) Coprite con l’altra metà della pasta, premendo con la punta delle dita tutt’attorno ai mucchietti di ripieno, quindi ritagliate gli agnolotti con uno stampino tondo. In una pentola portate ad ebollizione il brodo e fatevi cuocere gli agnolotti per 5 minuti circa a fuoco moderato. Poneteli in una zuppiera e serviteli in tavola accompagnandoli, a piacere, con grana grattugiato.

 

Nota dietetica: controindicati in caso di arteriosclerosi, uricemia e gotta, malattie epatiche, intestinali, dello stomaco, dei reni, della pelle, dispepsia, ipertensione, ipertrofia prostatica, appendicite cronica, morbo celiaco, ipertiroidismo, obesità e cellulite.

 

E questa è la parte liquida ora passiamo a quella asciutta:

 

Frisinsal de tagliadele

 

Piatto di cucina tradizionale veneta ha una difficoltà media con un tempo di preparazione di 15’+20’ un tempo di cottura di 30’ si può cuocere oltre che su un fornello nel microonde ha la possibilità di essere congelato si può conservare anche per 2 giorni di un costo medio stagionalmente si serve in autunno ed in inverno e soprattutto caldo. Ha bisogno di una piccola attrezzatura composta da 1 ciotola 1 pentola 1padellino 1 tortiera. Gli ingredienti per 4 pax sono:

400g tagliolini all’uovo

100g salame d’oca (oppure prosciutto d’oca)

30g uvetta passa

30g pinoli

1 rametto di rosmarino

4/5 foglie di salvia

4 cucchiai di pangrattato

8 cucchiai di olio extra vergine d’oliva

sale q.b.

 

 

Preparazione

 

1) Ponete l’uvetta a bagno per 20 minuti in una ciotola con acqua tiepida; poi sgocciolatela e strizzatela. Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e, appena prenderà il bollore, versatevi i tagliolini, facendoli cuocere piuttosto al dente (per 2/3 minuti)

2) Nel frattempo mondate il rosmarino, quindi lavatelo e tritatelo assieme alla salvia, tagliate a pezzetti il salame d’oca; mettete infine questi ingredienti in un padellino con 4 cucchiai d’olio e fateli soffriggere per 7/8 minuti.

3) Appena la pasta sarà pronta, scolatela e conditela con il soffritto, i pinoli e l’uvetta passa. Ungete con l’olio rimasto una tortiera e spolverizzatela con il pangrattato; poi versatevi la pasta condita e ponete in forno caldo a 180°C per 20/25 minuti. Passato questo tempo, sfornate e servite caldo in tavola nello stesso recipiente di cottura.

 

Vini consigliati: Colli Berici Tocai rosso (Veneto) a 14°C Velletri rosso (Lazio) a 16°C

Consigli pratici: la ricetta sarà altrettanto gustosa se invece del salame o del prosciutto d’oca si utilizzerà quello di maiale.

Curiosità:

L’oca era considerata in molte regioni italiane, specialmente nella pianura padana e per i contadini più poveri, un sostituto del maiale. Con le carni e parte del grasso si preparavano infatti anche dei salumi.

Nota dietetica:

Controindicato in caso di arteriosclerosi, uricemia e gotta, malattie epatiche, intestinali, dello stomaco, dei reni, della pelle, di cuore, delle vie urinarie, iperglicemia, ipertensione, ipertrofia prostatica, acetone, appendicite cronica, morbo celiaco, emorroidi, cistiti, obesità e cellulite.

 

Con questo vi auguro un buon divertimento e soprattutto buon appetito!!!

N.B. Da oggi per ogni dubbio, certezza, consiglio, curiosità, informazione od altro sono a vostra disposizione c/o l’indirizzo di posta elettronica: bianchi.marco1965@libero.it non abbiate timore di scrivermi un i-mail, che nel mio tempo libero sarò qui per rispondervi. Arrivederci alla prossima "scorpacciata".

 

Ed ecco a voi, dopo i manicaretti dello "chef", un piatto veramente speciale: il "Gran Bollito Misto alla Mediterranea"!!

 

 

Brevi di cronaca

(dal nostro inviato speciale)

 

23 novembre 2003 – "Campestre della Madonnetta"

Anche se in ritardo ( è un po’ che la rubrica "Brevi di cronaca" manca da queste pagine) non ci fa male ricordare l’esperienza vissuta con l’organizzazione in prima persona, come Mediterranea, della 1° edizione ( e speriamo ce ne siano tante altre...) della "Campestre della Madonnetta – Memorial Aldo Ciabocco"). Tanta fatica, tanta apprensione ma poi , al di là di piccole sbavature organizzative che saranno sicuramente evitate nel futuro, tanta soddisfazione: i partecipanti non erano tantissimi ( 182 classificati all’arrivo) ma sono rimasti tutti contenti, del percorso, dei premi, della organizzazione. Il tempo ci ha assistito con una bella giornata di sole che, oltre ad asciugare i tratti fangosi che tanto ci preoccupavano alla vigilia, ha rallegrato lo spettacolo di tanti podisti al nastro di partenza, con i loro completini colorati che si stagliavano sul verde lucente dei prati. Dopo gara di prammatica, con allegrissimo pranzo al ristorante del Parco della Madonnetta " Gli amici di Aldo". Cosa si vuole di più?

30 novembre 2003– " Trofeo Lidense"

13 chilometri da correre tutti d’un fiato sulle strade di casa per questa mini-classica del litorale organizzata ad Ostia dagli amici Amatori Castel Fusano. Per la Mediterranea l’impegno era particolarmente sentito in quanto si è trattato di una gara "sociale": 22 uomini e 7 donne hanno lottato per la conquista dei punti messi in palio, e anche per dare alla squadra la soddisfazione di vincere quale secondo premio di società una piccola somma, sempre graditissima. Da segnalare il risultato tecnico: 13 dei nostri maschietti e quattro delle femminucce hanno corso sotto ai 5’ al chilometro.

7 dicembre 2003 – "Maratona di Latina" – "Maratona di Milano"

Non sono solo le strade di casa ad assistere alle imprese dei Mediterranei: alla Maratona di Latina hanno in corso ben sei dei nostri ( Gianfranco Tacconi che ogni volta migliora il suo record, Sergio Parisi che non ne perde una così come Giuseppe Di Siena, Serafino Dell’Osso che come medico cura se ipse macinando chilometri a più non posso, Livio Villani che a dispetto del nome è un esempio di cortesia e garbo in tutte le occasioni in cui si presenta, e le nostre due tenacissime Maria Bibiri e Rosaria Calderone).

Gino Corvaro invece ha fatto risplendere i nostri colori nella cornice della Maratona di Milano.

 

 

14 dicembre 2003 – " Trofeo Runnig TV"

Articolata su 1, 2, o 3 giri, a piacere, del Circuito di CastelFusano, al costo quasi simbolico di 1 Euro, si è svolta questa gara in preparazione della Maratona di Ostia che ha raccolto più adesioni del previsto, nonostante la concomitanza della più blasonata "Best Woman" di Fiumicino: anche qui 25 nostri atleti si sono fatti onore distribuiti sulle tre prove, in questa gara favorita dalle ottime condizioni atmosferiche.

21 dicembre 2003 – " Ostia in corsa per l’ambiente"

La Mediterranea ha scelto questa gara organizzata dalla Podistica Ostia nella pineta in ricostruzione quale ultima gara sociale dell’anno: 34 atleti hanno confermato il favorevole trend che ha caratterizzato la partecipazione dei Mediterranei a tante gare susseguitesi in breve tempo, a dimostrazione di un rinnovato interesse "di massa" per la corsa. Tanti premi ( prosciutti, salcicce, porchetta) per tanti e anche per la Mediterranea ( terza) e poi sosta nel prato vicino al traguardo per una spensierata bicchierata ( ma c’era anche molto da masticare) per lo scambio degli auguri di Natale.

28 dicembre 2003 – "Maratona di Ostia"

Una "breve cronaca" non basta davvero per dare conto di una giornata molto, ma molto particolare, quale quella vissuta dalla Mediterranea in occasione della 1° edizione della Maratona di Ostia alla quale abbiamo partecipato nella duplice veste di co-organizzatori e di atleti impegnati nelle due prove, di 13 chilometri e della classica distanza dei 42, 195 chilometri, nel bene e nel male di tante piccole o grandi cose che non sono andate per il verso giusto e che richiederanno nel futuro severe correzioni. Certamente il tempo, che per tutto il mese di dicembre è stato splendido, quel giorno ce l’ha messa tutta a rovinarci la festa, ma tante smagliature organizzative, con un po’ più di preparazione, di preveggenza, e anche di entusiasmo e partecipazione, potevano essere evitate. Ma l’esperienza serve anche a questo: ad imparare per fare meglio le prossime volte. Comunque la Mediterranea si è fatta onore, sia sul campo di gara con i tanti atleti che hanno partecipato alla 13 chilometri e con la pattuglia ristretta ma agguerrita di maratoneti, sia nel lavoro di allestimento della manifestazione e di gestione dei punti di spugnaggio e di ristoro affidatici, che hanno svolto la loro funzione in maniera ineccepibile ( salvo il ristoro finale dove abbiamo registrato le maggiori carenze, cui ha fatto fronte con dedizione assoluta il nostro Presidente). Ora si lavorerà per migliorare la seconda edizione e consolidare il successo comunque conseguito di oltre cinquecento maratoneti iscritti.

11 gennaio 2004 – "La Corsa di Miguel"

Sarà il richiamo ad un tema di alto significato civile, sarà magari anche la voglia di correre dopo le feste, ma ogni volta questa gara si trova a dover fronteggiare una massa di partecipanti sempre più grande, con qualche problema organizzativo che però viene facilmente perdonato dagli atleti presenti: tra questi ben trenta dei nostri a conferma del ritrovato gusto per le competizioni, e la predilezione per gare abbastanza brevi e non troppo lontane da casa. Come a dire: fatica sì, ma con giudizio!

17 gennaio 2004 – La Festa Sociale

In questa carrellata sui fatti più significativi vissuti dalla Mediterranea non può mancare un breve resoconto sulla nostra Festa Sociale ( sugli aspetti "istituzionali" legati all’Assemblea dei Soci andatevi a vedere i barbosissimi documenti delle prime pagine di questo numero). Buona la partecipazione dei Soci ( anche se non tutti hanno pensato di farsi accompagnare dai propri familiari). Quest’anno, a causa di una crisi di creatività del nostro "sdrammaturgo", non è stato possibile allestire lo spettacolo teatrale che pure era stato annunciato. Peccato! Tuttavia la festa è filata liscia via piacevolmente con le numerose premiazioni delle nostre classifiche e poi con la proiezione del CD sulla "Mediterranea story" montato con grande bravura da Gisella, che ha messo assieme le foto più significative dell’Associazione, documenti di particolarissimi momenti vissuti insieme in serenità e allegria, dalle prime uscite del gruppo fino ai giorni nostri. Brava! Poi, come da prammatica, si è dato il via al rito del Buffet ( con la B maiuscola di Buffettone!!) degno delle migliori tradizioni Mediterranee. Gli Officianti alla fine, esausti ma soddisfatti, si sono poi lasciati con l’impegno a rivedersi il 20 febbraio, per una replica carnascialesca.

19 gennaio 2004 – Inaugurazione della nuova bacheca.

Il 19 gennaio mattina, sotto gli occhi meravigliati ( e in alcuni anche un po’ invidiosetti) del popolo dei podisti domenicali che affollano la pineta, il genio pontieri della Mediterranea, sotto la guida dell’Architetto Marco Nicassio e dell’Ingegnere Fernando Pensieri, ha eretto il monumento all’informazione, il santuario dello scambio dei volantini, il faro delle tabelle smarrite: il "bachecone" della Mediterranea, geniale struttura architettonica sintesi tra il tipo "vip" dello chalet di Saint Moritz e il Taj Mahal. Già è uso degli imprenditori e professionisti ostiensi darsi appuntamento al "bachecone", e "andare a fare due passi al bachecone" è già diventata tradizione per i giorni di festa delle famiglie e delle comitive del XIII Municipio. Si sta costituendo il Comitato Permanente delle Guardie d’Onore al Bachecone: cercansi volontari di bella e austera presenza.

25 gennaio 2004 – Nepi – "Maratonina dei Tre Comuni".

Brrr!!! ( cioè , brrr!!). "Più ghiaccio c’è e più mi diverto": questo lo slogan che 1900 podisti azzurri ( nel senso del bluastro, per arresto circolatorio) andavano ripetendo saltellando rattrappiti prima della partenza della classicissima invernale del Lazio. Poi in effetti sembra che man mano che i chilometri di saliscendi si succedevano, il freddo abbia lasciato il posto al piacere di correre tra le colline del Viterbese: così almeno hanno riferito i 20 intrepidi Amundsen della Mediterranea al termine della loro fatica. Il nostro cronometrista, invece, è rimasto irrigidito nei pressi del traguardo e per portarlo a pranzo è stato necessario scongelarlo al microonde. Ci sono state alcune notevoli performances: da quelle del serafico " sessantenne" Giampaolo Guarnieri che ha dichiarato di preferire le garette di 4-5 chilometri e poi ha corso i 22,600 chilometri alla media di 4’34" al chilometro ( e sorvoliamo sulla media di 4’02" del solito insaziabile Mario Pipini), oppure quella di Ihor Danylo, il nostro Lebid, che ha sbagliato strada e invece di correre la non competitiva di 5 chilometri si è sciroppata tutta la maratonina calzando improbabili cioce tipo corsa coi sacchi.

Poi, ovvio finale, tutti a tavola: una lunga tavolata di quaranta distinti commensali (?) che , a fine pasto, hanno festeggiato il compleanno di Chiara Cingolani, con una buonissima torta offerta dalla stessa.

8 febbraio 2004 – Mezza maratona di Tarquinia.

Non c’è più il mitico ultimo chilometro di erta con l’arrivo nel cuore della cittadina etrusca che dava fascino e pepe alla gara, tuttavia la bellissima giornata assolata ha rallegrato e reso tutto più facile alla spedizione dei nostri quattordici alfieri, specialmente la gara corsa a ritmi sostenuti dalla partenza fino al traguardo di frutta e dessert in trattoria...

15 febbraio 2004 – Trofeo Pro-Loco

Al grido di "Tanto thè per te!!" la Mediterranea ha gestito alla grande il ristoro di questa gara "familiare " ( famiglia allargata, visto che c’erano circa 400 persone). Quindi un sentito grazie dai podisti presenti ai tanti volenterosi che si sono prodigati ai tavoli per servire, oltre al suddetto thè ( caldooo!!) anche arance, panettoni, biscotti. Grazie anche ai podisti della Mediterranea che correndo hanno conquistato il secondo premio per le società più numerose. Insomma, una mattinata piacevole, dove si è dimostrato che con un minimo di organizzazione e un po’ di sano entusiasmo non è poi tanto difficile allestire un ristoro, buono magari anche per situazioni più importanti ( la Maratona di Ostia? Boh!? Mbeh!...)

 

Il parlante

Carissimi "Mediterranei",

pensavate, moderni Pinocchi, di esservi liberati di me con qualche mazzaroccata in testa, eh!! E invece no, rieccomi qui, col mio vecchio vizio di parlare, parlare, parlare! Ho subito uno sfratto traumatico con la demolizione della vecchia bacheca, ma ora, signori miei, sono sistemato alla grande, ben protetto da questo Castel Bachecone ( c’è nessuno che proponga in Municipio il cambio di nome di Castel Fusano?) così sapientemente costruito dagli architetti Marco Nicassio e Fernado Pensieri, tanto che ora non mi fermerà più nessuno: dal mio nido d’aquila (?) vi guardo e vi osservo, e vi dico la mia, che vi piaccia o no!

Dall’ultima mia maldicenza, ne è passata di acqua sotto i ponti ( gare e garette, Madonnette e Santi vari, Maratona di Ostia e altre sciagure più o meno nazionali, Natale, Capodanno e Capocollo, Festa Sociale...), eppure siete sempre qui, uguali a voi stessi come voi stessi: sempre in palla per affrontare nuove iniziative, ma condite con tutta una serie di sì, vabbè, ma, insomma, però, (peggio delle riunioni della mia famiglia...) che fanno parte del vostro speciale folcloristico rituale sociale per esorcizzare la sfiga, il quale potrebbe, se preso troppo alla lettera, frenare gli entusiasmi e lo spirito d’avventura necessari a prendere decisioni che vanno certamente ponderate, ma prima o poi assunte. Tanto più che chi si assume poi la responsabilità di tagliar corto lo fà, così mi pare da questo magnifico belvedere( non è che stando troppo comodo mi si stempera la cattiveria?), per spirito di servizio e di pubblica utilità, non certo per protagonismo o altro: tanto per non fare nomi, l’agenzia "I viaggi di Saverio" mi sembra che agisca al meglio, raccogliendo tutti i compromessi possibili, sempre in nome dell’armonia del gruppo, che dovrebbe essere la vostra opzione prioritaria anche se qualcosa può differire dalle aspettative di qualcuno. Andate quindi in giro per il mondo, amici miei, e divertitevi più che potete! Poi commenterete gli esiti, e io, dalle ampie verande del "Bachecone Holiday Inn", vi ascolterò curioso ( e anche un po’ invidioso per non avervi potuto accompagnare, ma qui, se mi allontano, mi occupano subito casa)

Vi abbraccio. Vostro

 

 

 

 

 

LA GALLERIA DEI RITRATTI

Nella "Galleria" proponiamo, in ogni edizione, il ritratto di un socio o di un amico della "Mediterranea" con l’intento di far cosa gradita all’interessato (ovvio, no?) ma anche di approfondire la conoscenza tra di noi.

 

Vittorio e Marco

 

"Firmissima est inter pares amicitia"(Curzio Rufo),

cioè "quanto mai salda è l’amicizia fra simili", nel caso tra podisti che nellaMediterranea si riconoscono, al di là di età, interessi, storie diverse...

 

 

 

TANTI AUGURI A...

       

 

 

Pratico Giovanni 1 febbraio

Passero Giuseppe 4 f ebbraio

Campanella Marco 6 f ebbraio

Pambianchi Gianni 12 febbraio

Pietrelli Vaniero 20 febbraio

Ariete Carlo 20 febbraio

Piredda Arnaldo 24 febbraio

Buono Vincenzo Franco 28 febbraio

Di Siena Giuseppe 29 febbraio

Nenci Tiziana 1 marzo

Ballerini Paolo 2 marzo

Cristarella Maria Fiorella 2 marzo

Palmiotti Isabella 13 marzo

Francucci Umberto 15 marzo

Guagnozzi Giuliana 15 marzo

Petrella Lucio 18 marzo

Alonzi Fabio 26 marzo

Lausi Claudio 30 marzo