Il
"Giornalino"
Il
Giornalino
Anno2003 numero 6
Giugno
Stampato in proprio ad uso esclusivo dei soci
della A.S.Mediterranea
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Sommario
Un triste annuncio
Editoriale
Adozioni a distanza (di Isa Palmiotti)
Che cosa è il "C.E.A."? (Il Segretario)
I Soci raccontano
"Guardando le stelle!" (di
Marina Marini)
La
corsa, il corpo, la salute
Le ripetute dello "chef" (di Marco
Bianchi)
Avviso "Par Condicio"
Brevi di Cronaca
Il Grillo Parlante (a cura del medesimo)
La Galleria dei Ritratti
Tanti auguri a…
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Un
triste annuncio
Con
grande e sincero dolore diamo l’annuncio della scomparsa, il
giorno 13 giugno 2003, dopo lunga e penosissima malattia,
della cara
Elisa
Benetti Parisi
moglie
del socio Sergio Parisi e socia essa stessa della
A.S.Mediterranea.
A
Lei dedichiamo il nostro commosso ricordo, rievocandone la
gentilezza, la disponibilità, l’arguzia e la vivace
intelligenza che ci regalava in occasione delle nostre
riunioni e dei nostri incontri;
a
Sergio, e a tutta la sua grande e bella famiglia, il senso
della nostra fraterna amicizia, del nostro affetto.
I soci
della A.S.Mediterranea
Volevo ringraziare voi tutti per l’affetto
che mi avete dimostrato in questa triste occasione.
Elisa è rimasta nel cuore di tanta gente, la
ricorderemo soprattutto per le sue eccezionali doti culinarie e
per la sua trascinante allegria.
Quale socia onoraria avrebbe voluto
partecipare più attivamente a tutte le iniziative del gruppo,
purtroppo la sua salute non glielo ha permesso; ma quelle poche
volte che interveniva lo faceva con entusiasmo e mai a mani
vuote: supplì, cozze, porchetta, torte, pizze e focacce; una
vera delizia per i palati più raffinati e riceveva da voi tutti
tanta soddisfazione.
Mi siete stati vicino in tutto il percorso
della sua malattia con una partecipazione veramente toccante
che, per un uomo come me di pochi complimenti,, non è facile
esprimere.
Un ultimo saluto ad una compagna di oltre
cinquant’anni di vita e ancora un sentito grazie a voi tutti
della A.S.Mediterranea.
Sergio Parisi
(P.S. Gr adirei
moltissimo che pubblicaste anche la lettera alla mamma di mia
figlia Paola)
Quello
che non ti ho detto....
Alla
mia mamma.
Quello
che non ti ho detto è che miravo al tuo coraggio nell’affrontare
la vita.
Quello
che non ti ho detto è che ti sono grata per tutti i sacrifici
che hai fatto.
Quello
che non ti ho detto è che da quando sono diventata mamma ho
capito le tue debolezze.
Quello
che non ti ho detto è che invidiavo il tuo modo di essere così
viva e allegra e la tua capacità di farti amare dalla gente.
Quello
che non ti ho detto è che se ora sono una donna capace di
camminare da sola è grazie ai tuoi insegnamenti.
Quello
che non ti ho detto è che avrei voluto tante volte chiederti
scusa.
Quello
che ti ho detto "troppo poco" è che ti voglio tanto
bene.
Quello
che non ti ho detto è che sono contenta di avere un figlio che
ti somiglia perchè la vita gli pulsa dentro.
Quello
che non ti ho detto è che mi sono pentita di non averti sempre
creduto quando mi dicevi che stavi male: era solo per egoismo,
avrei voluto per sempre averti qui con me.
Mi
dispiace se ci sono state delle incomprensioni; mi viene in
mente quante volte dopo un parapiglia mi dicevi "te ne
accorgerai", io mi sentivo ferita perchè sapevo che avevi
ragione, ma tu eri lì e in quel momento bastava.
Te
ne sei andata senza salutarmi, era una cosa che avevo messo in
preventivo vista la lontananza ma era sempre viva la speranza di
poterti riabbracciare un’ultima volta.
Sei
morta dopo una lunga sofferenza desiderando e invocando la fine
di questa agonia, spero però con la consapevolezza che noi
tutti ti abbiamo amato e ti saremo grati per sempre.
Sei
stata per noi un grande esempio con la tua forza e la tua
determinazione.
Hai
realizzato grandissimi progetti e tutti per i tuoi figli senza
perderti mai d’animo.
Mi
sei stata vicino a tuo modo nei momenti difficili e hai sempre
dato una parola di conforto a chi ne aveva bisogno.
Purtroppo
questa prolungata malattia ti aveva fatto perdere il tuo forte
attaccamento alla vita e, se pur con grande dolore, so che
riposare in eterno era il tuo ultimo desiderio.
Tua
figlia Paola
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Editoriale
Non capita tutti i giorni che uno di noi
vinca una gara come 1° "assoluto".
E quindi si capisce perchè abbiamo voluto dedicare la
nostra copertina alla vittoria di Antonella quale 1° donna
al traguardo della "IV Strafiuggi" del 7 giugno.
Ma ciò ci consente di introdurre il nostro solito
"pistolotto" con un argomento che negli ultimi
tempi abbiamo dato per scontato ma che invece necessita di
tanto in tanto di una qualche verifica e di una
rinfrescatina rigeneratrice. Assodato che siamo un gruppo
affiatato di amici, assodato che siamo anche dei
buontemponi, assodato che i nostri interessi spaziano dall’arte
alla storia, dall’ecologia agli interventi nel sociale,
ricordiamoci però che alla base del nostro stare insieme c’è
lo sport, nello specifico la corsa, che ci identifica come
gruppo, tra di noi e, soprattutto, all’esterno. E’ pur
vero che noi corriamo perchè crediamo nella capacità della
corsa di migliorare le nostre capacità fisiche e psichiche,
tanto da caratterizzare le nostre strategie societarie,
cioè il nostro modo di essere e di interpretare, in maniera
talvolta goliardica, l’agonismo e il mondo delle gare, ma
ciò non toglie che è la corsa la ragione di
fondo, la finalità reale, oltre che istituzionale, della
nostra associazione: la ragione dalla quale muovono poi,
felicemente, tutte le altre nostre istanze e motivazioni, e
che pertanto va affermata e valorizzata, perchè rappresenta
il terreno di incontro e di confronto con le altre realtà
associative e che ci consente di crescere, e di proseguire
il nostro percorso alla ricerca di forme nuove e
coinvolgenti di aggregazione. E allora, perchè la
"Mediterranea" vada sempre più avanti e accresca
consensi e adesioni ( non crediamo alle pratiche
conservative tipo " meglio pochi ma buoni..." o
" ma chi ce lo fà fare a cambiare, tanto va sempre
bene così..") teniamo fede alla nostra speciale natura
( con il coraggio di metterci talvolta in discussione e
anche di rischiare), ma sempre ricordando il punto di
partenza: la corsa, con tutto ciò che presuppone, sul piano
personale come fatica, dedizione, costanza negli
allenamenti, partecipazione alle gare ( specialmente quelle
societarie...), e su quello organizzativo ( ricordando che
chi vi lavora lo fa sottraendo tempo ed attenzione ai propri
interessi personali) come iscrizioni alle gare, rilevamento
dei tempi e stesura delle classifiche, assistenza agli
atleti, formulazione di allenamenti mirati e, perchè no,
anche personalizzati. Come vedete dalla copertina, i
risultati si possono conquistare e non dobbiamo
assolutamente sottovalutarli, in una sorta di snobbismo
tipico di chi non vuole troppo impegnarsi. E allora forza!
Caldo, salite, freddo, afa, pioggia, lunghi e
ripetute...tutto ci sta bene, purchè si corra, felici di
correre, alla rincorsa ...della felicità!
Salutiamo in questo numero l’avvio di
una collaborazione con la scrittrice Marina Marini, la
nostra simpaticissima"MM" (detta anche Emme
Emme) non nuova ad exploits letterari, che speriamo duratura
e proficua, per questo giornalino e per tutti i suoi
affezionati lettori, e con l’auspicio che anche altri
tentino la stessa via.
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ADOZIONI A DISTANZA
Moni (ciao in malawiano) carissimi amici
Mediterranei!
Mi fa piacere rendervi partecipi di una
lettera scritta da Padre Piergiorgio Gamba, missionario in
Malawi dal 1976 e promotore delle adozioni a distanza.
"Carissimi genitori dell'Adozione a
Distanza,
in riconoscenza del grandissimo aiuto che
date per sostenere tanti bambini e bambine rimasti orfani in
Malawi, vi mandiamo un breve resoconto della difficile
situazione che stiamo vivendo e della grande speranza che la
vostra generosità ha creato. E' una breve videocassetta che
è stata creata con la collaborazione di tanti volontari,
sia in Malawi che in Italia, che veramente ci mettono tanto
amore e disponibilità in questa avventura dell'adozione a
distanza. Tra tanta sofferenza, la vostra solidarietà sta
creando un mondo di bene.
Noi Missionari Monfortani vogliamo
benedire questa iniziativa che attualmente è tutto quanto
possiamo fare per garantire che anche per gli orfani ci sia
una famiglia ad accorglierli, una scuola che permetta la
loro formazione e un po di cibo che li sostenga.
L'adozione riesce a garantire che un
orfano continui a vivere nel suo villaggio, cresca come
tutti gli altri bambini e si possa continuare a sperare che
un giorno finisca anche la tragedia dell'Aids, che sta
portando via tutti i nostri genitori.
Grazie infinite per tutto il bene che
fate e perdonate se non riusciamo sempre a rispondere con
l'immediatezza necessaria.
Possa il Signore benedire tutto il bene
che fate, vi ringrazio a nome di tutti i missionari
Monfortani e di tutti i laici che lavorano a questo
progetto."
La videocassetta di cui si parla nella
lettera è visibile dai missionari di S.Monica. Io l'ho
vista ed è veramente interessante.
Un bacio a tutti.
Isa
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Che cosa è il " C.E.A"?
Il C.E.A. - Centro Educazione Ambientale
- opera presso la Riserva naturale del Litorale esplicando
una intensa attività di promozione della conoscenza della
Riserva con mostre, incontri, convegni di cultura
ambientalista, visite guidate nelle varie zone dell’ampio
territorio interessato , nonchè con una accorta attività
di mobilitazione del volontariato per la tutela della
Riserva stessa, e in particolare della Pineta, organizzando
turni di vigilanza antincendio e su quant’altro può
nuocere a quel delicato ecosistema.
La "A.S.Mediterranea" si è
proposta al C.E.A. per partecipare ai turni di vigilanza
finalizzando a tale scopo gli allenamenti collegiali in
pineta nei pomeriggi di martedì, giovedì e venerdì e
nella mattina della domenica compatibilmente con gli impegni
agonistici societari. Il C.E.A. ha ben volentieri accolto la
nostra proposta e quindi ora siamo tutti ufficialmente
vigilanti della pineta fino a tutto settembre ( l’evento
è stato anche riportato dalla stampa – v. "Il
Messaggero" –Cronaca di Ostia del 17 giugno 2003).
Il socio Carlo Fissore è il nostro
tramite per i contatti con il C.E.A.
L’impegno dei volontari consiste nell’osservare
e segnalare alla Forestale persone che infrangono la legge:
con modi educati e con garbo si informa la persona del
divieto (di accendere fuochi, lasciare mozziconi di
sigarette accesi, gettare immondizie o peggio, entrare con
veicoli a motore nelle aree interdette, e poi ancora
cacciare, raccogliere legna, raccogliere piante e fiori di
specie protette...) e la si invita a desistere; nel caso
negativo ci si allontana abbastanza da non essere visti ed
ascoltati e si informa immediatamente la Forestale,
telefonando o lasciando presso la Stazione una comunicazione
scritta. Occorre anche controllare le botole degli idranti:
le bocchette devono essere pulite e non presentare perdite
consitenti.
Corpo Forestale :
Centralino Sala Operativa Roma 06/4406/61
Stazione di ostia 06/5647 0336
Servizio Nazionale 1515
Vigili del Fuoco : pronto
intervento 115
ACEA : emergenza 800-228833
Vigili Urbani XIII: 06/67691
C.E.A.: 06/50917817 –
06/50932563 ( lunedì e mercoledì dalle 9,30 alle 12,30 –
venerdì dalle 16,20 alle 19,30 – sabato e domenica dalle
16,30 alle 19, 00)
Gabriella Villani (coordinatrice
del C.E.A.): 347/8238652 dal 1° agosto in poi.
Carlo Fissore: 06/50916453 –
347/1258786
Il C.E.A. organizza per domenica 29 giugno, con
appuntamento alla Stazione di Ostia Antica alle ore 16,45 e
rientro alle 2000, il giro dell’Isola Sacra in barcone.
Costo € 6 – bambini e ragazzi dai 4 ai diciotto anni
(accompagnati) €3. Prenotazioni presso Carlo Fissore entro
il 24 giugno o direttamente al C.E.A entro le ore 12,00 del
25..
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GUARDANDO
LE STELLE
Marina Marini
Capitolo I
Dovendo uscire molto presto, come
tutte le mattine, avevo preparato i miei abiti già da ieri
sera e li avevo sistemati sulla spalliera di una sedia
cercando di evitare che si sgualcissero troppo.
Il mio umore, questa mattina ed i giorni
precedenti, era veramente buono ed, infatti, avevo scelto
dei colori molto solari; non sapevo quello che mi sarebbe
accaduto.
Appena pronta, un’occhiata di sfuggita
allo specchio (solo per rendermi conto se potevo essere
tranquillamente annoverata tra gli esseri umani), un saluto
dispiaciuto agli altri elementi della mia famiglia e, con la
promessa di rivedersi il più presto possibile, mi chiudo la
porta di casa dietro le spalle.
Inizia la giornata e già penso con
piacere al momento in cui potrò dire di aver finito tutti i
miei doveri per concedermi il piccolissimo grande piacere di
rilassarmi sprofondata nel divano, parlando con mio marito e
bevendo un buon bicchiere di "prosecco" freddo.
Mi distolgo da questi pensieri e mi rendo
conto che la mia macchina, trovata ad aspettarmi come tutte
le mattine davanti la porta della mia abitazione, si muove
verso la direzione sbagliata.
Un pochino irritata, punto la mia voce
decisa verso l’interfono di comando ed interrogo la
centralina elettronica di guida:
"Dove stiamo andando? Questa non è
la strada per raggiungere il mio lavoro!"
La voce metallica, senza tono e
piattamente gentile mi risponde che il programma l’obbliga
a fare questo giro, che la meta è in ogni caso la stessa e
che non è tenuta a conoscere i motivi di questa modifica.
Mi metto comoda, chiedo il quotidiano ed
inizio a leggere le novità del giorno aspettando di
arrivare dove dovevo.
Mi prende subito la notizia del conflitto
che si svolgeva in una delle nostre colonie, l’ultima
conquistata dal regime e che si trova ai confini della
nostra Galassia: l’asteroide "Aureum".
L’asteroide, come risulta chiaro dal
suo nome, è pieno del prezioso metallo; qui sulla vecchia
Terra, ormai, le scorte sono quasi esaurite e la scoperta di
questa piccola cassaforte che vaga nello spazio è stata
molto importante per noi, tanto da inviare operai estrattori
sul posto, controllati costantemente da commissioni del
governo mondiale.
La notizia della rivolta mi preoccupa
perché il mio lavoro consiste nel dare la giusta
destinazione al materiale estratto e le priorità sono
molte.
"Un calo della produzione è
inevitabile durante queste sommosse, ne dovrò parlare al
Responsabile del progetto", pensavo tra me e me.
"Non so quanto tempo è passato da
quando sono uscita, ma dovrei essere già arrivata!"
Fuori non riconosco né le strade, né i
parchi che attraversiamo, il mio satellitare è senza linea
e non riesco a far fermare la macchina.
Mi prende una sorta d’agitazione, non
capisco cosa sta succedendo e la mia incapacità nel
risolvere problemi di elettronica m’impedisce anche solo
di pensare ad una qualsiasi soluzione al
problema"macchina che non si ferma"!
Dopo poco c’è un brusco arresto della
mia vettura, gli sportelli si sbloccano e la solita voce
piatta mi comunica che siamo arrivati dove stabilito, come
da programma.
Scendo, mi trovo davanti all’edificio
che ospita la mia Società, questo mi rassicura, do
appuntamento alla macchina per le ore diciassette ed entro.
"Buongiorno!", il portiere è
cambiato.
Prendo l’ascensore e chiedo di essere
portata al cinquantesimo piano.
Una volta entrata nella cabina mi prende
una paura strana, ho la sensazione di trovarmi in un posto
dove non dovrei essere eppure tutto mi è familiare, ci sono
persino i piccoli graffi che, ogni giorno, controllo per
vedere se aumentano di numero; non so da cosa dipende il
disagio che ho dentro.
Sul display s’illumina il numero
cinquanta, è ora di scendere; lasciato l’ascensore mi
dirigo verso la mia stanza, noto che non gira nessuno nei
corridoi ma la spiegazione c’è: il conflitto! il lavoro
sarà aumentato e diventato più difficile per tutti noi..
Apro la porta e vado subito ad accendere
il terminale per avere le ultime notizie sull’asteroide.
Leggo che la situazione è difficile, non
si sa se sarà possibile sedare la rivolta; la vita su
"Aureum" è molto dura, la temperatura è
bassissima, l’attrazione gravitazionale dell’asteroide
è enorme quindi diventa faticosissimo anche sollevare un
foglio di carta; mi sento decisamente dalla parte degli
operai ma la mia posizione m’impedisce di schierarmi in
maniera troppo decisa.
Le parole scorrono sul video, faccio
fatica a seguirle senza perdermi ed improvvisamente un sonno
fortissimo mi piomba addosso, non voglio, cerco di resistere
ma sono troppo stanca, appoggio la testa sul piano della
scrivania, "chiuderò gli occhi solo un pochino",
penso e mi lascio andare.
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Le
ripetute dello "Chef"
di Marco Bianchi
Buon giorno a tutti, cari lettori del
Giornalino,
come vedete sono di nuovo qui a parlare,
manco a dirlo, di pappatoria; ci siamo incontrati nelle due
puntate precedenti su come e cosa cucinare in caso di
improvviso arrivo di ospiti ed affini, quindi abbiamo parlato
di una cucina abbastanza veloce, di qualità ma soprattutto
con ingredienti reperibili facilmente su qualsiasi bancone di
supermercato e che, importantissimo, non svuotino
eccessivamente il vostro portafoglio. Come accennato, ci siamo
incontrati nelle puntate precedenti e chi non ci ha seguito
può andare a rileggere sul Giornalino di marzo la ricetta
dell’antipasto "Sautè di vongole" e su quello di
maggio le ricette dei primi " Zuppa di vongole" e
"Risotto d’Amalfi". L’argomento di questa terza
puntata tratta dei secondi, e poichè avrete già capito dai
titoli che il pranzo o cena che proponiamo è tutto a base di
pesce, andiamo subito a vedere cosa preparare per i nostri
commensali:
Pesce Spada (cu Sammurigghiu )
Questa è una ricetta della tradizione
culinaria siciliana, ha una difficoltà media con un tempo di
preparazione di circa trenta minuti e di altri venti di cottura
al fornello ( quindi niente microonde); non presenta
possibilità di surgelazione ed ha un tempo di conservazione di
un giorno; ha un costo medio e si può preparare in tutte le
stagioni; va servito ben caldo. La preparazione ela cottura
necessitano di una attrezzatura abbastanza ampia così composta:
1 piatto da portata, 1 larga griglia, 1 casseruola, 1 terrina, 1
frusta metallica, 1 ampio recipiente per la cottura a bagnomaria
ed infine una salsiera.
Ingredienti per 4 persone:
4 fette di pesce spada da grammi 200 circa l’una;
5 cucchiai di olio extra vergine d’oliva;
il succo di 1 limone;
1 rametto di rosmarino;
sale e pepe q.b.
Per il salmoriglio ( la tipica salsa "sammurigghiu")
occorrono inoltre: 200 cc. di olio extra vergine d’oliva; 80
cc. di acqua; 2 spicchi di aglio; 40 g. di prezzemolo; il succo
di due limoni; 1 cucchiaio di origano fresco; sale e pepe q.b.
Preparazione
1) Con un panno umido pulite le fette di
pesce spada, eliminate la pelle che le circonda e l’eventuale
vertebra centrale; sistematele su un piatto da portata e
irroratele con il succo di limone e poco olio e lasciatele
macerare per 10 minuti; ponete a scaldare bene sul fuoco la
griglia che dovrà essere pulitissima.
2) Sgocciolate il pesce dalla marinata,
deponetelo sulla griglia e lasciatelo cuocere a fuoco piuttosto
vivace spennellandolo da ambo le parti con un rametto di
rosmarino intriso nell’olio rimasto nel piatto. A cottura
ultimata salate e pepate leggermente.
3) Preparate il salmoriglio: mondate, lavate
e tritate il prezzemolo tenendone da parte qualche fogliolina
che servirà per decorare il piatto; pestate gli spicchi d’aglio
senza tritarli, filtrate il succo di limone e fate scaldare in
una casseruola, senza far bollire, 80 cc. di acqua; mettete l’olio
in una terrina e sempre sbattendo energicamente con una frusta
metallica unite l’acqua calda, il succo dei limoni, il
prezzemolo, l’aglio, un cucchiaio di origano, sale e pepe;
Sistemate la terrina a bagno maria in un altero recipiente più
ampio.
4) Senza smettere di sbattere, lasciate
cuocere la salsa a fuoco lento, o molto basso, per circa cinque
minuti; scaldate con acqua molto bollente la salsiera ed il
piatto da portata; asciugate molto bene le fette di pesce ormai
cotte e sistematele sul piatto, mettete al centro qualche
cucchiaio di salsa salmoriglio, decorate a piacere e servite in
tavola con la restante salsa versata nella salsiera.
Vini consigliati: Corvo Colomba Platino
(Sicilia) 10°; Orvieto Classico (Umbtira) 10°.
Consigli pratici: se usate fette di pesce
surgelato basterà, dopo averlo scongelato, tenerle fra due teli
per circa 20 minuti in modo che venga assorbita tutta l’acqua
che emtteranno e poi proseguire come indicato.
Nota dietetica: questo secondo è
controindicato in caso di uricemia, gotta, iperclridria,
gastrite, ulcera gastroduodenale, ipertensione, ipertiroidismo,
cellulite.
Chiuso con ciò, vediamo ora quale contorno
abbinarci:
Insalata Siciliana
Per rimanere così nella stessa regione
proponiamo una ricetta della cucina tradizionale siciliana di
facile preparazione: ci vogliono 15 minuti di preparazione, non
deve essere cotta, si conserva per un giorno e non è
suscettibile di congelazione, ha un costo medio, è un piatto
freddo da gustarsi nella bella stagione, ha bisogno solo di una
terrina per essere preparata.
Ingredienti per 4 persone:
2 pomodori grossi; 1 cetriolo; 1 cipolla (
preferite le cipolle rosse di Tropea perchè più dolci);1
peperoncino piccante; 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva;
origano e sale q.b.
Preparazione
1) Lavate i pomodori e tagliateli a pezzi
piuttosto grossi; sbucciate la cipolla e affettatela finemente;
sbucciate il cetriolo ed affettatatelo non troppo sottilmente;
spezzettate infine il peperoncino.
2) Unite tutte le verdure in una terrina;
condite con sale, origano e olio, mescolate bene e lasciate
riposare per almeno un’ora prima di servire in tavola.
Vini consigliati: da scegliere secondo il
piatto principale cui si accompagna.
Consigli pratici: si possono
aggiungere alla preparazione anche dei filetti di acciuga o dei
capperi e volendo si può sostituire, secondo i gusti personali,
la cipolla con dell’aglio.
Curiosità: questo è un tipico piatto
dei mietitori; generalmente si utilizzava svuotando una pagnotta
di pane della sua mollica e si riempiva l’incavo così
ricavato con l’insalata, poi si richiudeva il tutto con la
mollica e si portava nei campi come pranzo della giornata.
Nota dietetica: controindicato in caso di
gastroenterocolite, dispepsia, ipercloridria, duodenite,
gastrite, ulcera gastroduodenale, emorroidi e cistiti.
E così abbiamo terminato anche questa
puntata e quindi, essendo al termine del nostro ipotetico pasto,
vuol dire che per la prossima volta proporrò un bel dessert e
poi, se qualcuno avesse ancora fame, beh....aumentate le dosi!
Lo
chef Marco Bianchi
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Brevi
di cronaca
(dal
nostro inviato speciale)
25 maggio 2003 – Ninfa (LT) – "2°
Campestre Oasi di Ninfa"
Proseguendo nella strategia di unire l’utile
al dilettevole, e cioè di partecipare a gare che offrano
anche l’occasione di visite turistiche con il coinvolgimento
di parenti e amici, la "Mediterranea" ha deciso di
andare a Ninfa a correre la sua quinta gara sociale dell’anno.
Detto fatto (per modo di dire), ecco riempito in tutti i suoi
posti un pullman condotto dal nostro bravissimo Luciano
Casertano, il pazientissimo San Cristoforo CHE SENZA DI LUI
CHISSA’ DOVE ANDREMMO assistito dalla gentilissima e
discreta "hostess" Tiziana Nenci ( a
proposito...quando è che tutti e due riprenderanno a correre
e gareggiare? In quel senso ci mancano davvero...) e poi via!
lungo le strade della pianura Pontina per raggiungere le
rovine di Ninfa e i suoi stupendi giardini dove è in
programma la 2° edizione della "Campestre Oasi di
Ninfa". Apprezzabilissima l’intuizione degli
organizzatori di far correre una gara nei giardini di Ninfa,
in mezzo a testimonianze storiche di indubbio fascino, fiori e
piante esotiche, inficiata in parte però da qualche
incertezza organizzativa che ha rischiato di rabbuiare il
clima di serena scampagnata della giornata: le premiazioni,
nonostante il numero abbastanza contenuto dei concorrenti, si
sono dilungate oltre il previsto con frequenti correzioni e
riavvii ( addirittura non avevano neanche incluso in
graduatoria Sergio Parisi ,1° di categoria..) facendo
allungare i tempi della visita ai giardini dei nostri atleti e
accompagnatori ( gli organizzatori, tra l’altro, avevano
promesso l’ingresso gratuito agli atleti, perlomeno così
avevamo capito, cosa rivelatasi poi non vera) e sfalsando il
programma "tedesco" predisposto dal nostro poi
troppo poco autoritario Segretario. Ma Luciano (CHE SENZA
DI LUI CHISSà DOVE ANDREMMO) ha risolto per il meglio i
nostri problemi portandoci a pascolare in un arioso Centro
Accoglienza Fagottari Affamati alle porte di Sermoneta, dove
abbiamo dato fondo senza tentennamenti di sorta a quei due o
trecento generi di conforto che ci eravamo portati dietro
casomai non si trovasse in loco qualcosa per rifocillarci.
Abbiamo assistito anche all’assalto all’arma bianca ( un
temperino pure un poco ruzzinito) di Marco Di Vita ( detto
anche il Bocelli di Castelfusano per via delle tempie
brizzolate) contro un capocollo d’ippopotamo vinto dalla
Mediterranea quale primo premio alla società più numerosa: a
mozzichi e tranci è finito anche quello...
Quindi spazio alla cultura e alla storia
con visita al borgo medioevale di Sermoneta e al suo turrito
Castello Caetani: tutto bello, interessante e pittoresco, un
vero gioiello urbanistico. Appagati ( in tutti i sensi o
quasi) ci siamo affidati alle sicure spalle di Luciano che ci
ha traghettati oltre le paludi pontine e le alte maree di
macchine della domenica pomeriggio, sani e salvi, fino ad
Ostia .
30 maggio – Allenamento "in
altura" al Lago di Albano
Come ormai consuetudine consolidata, ai
primi ( ma questi oramai sono quasi "secondi")
caldi, teniamo almeno una seduta degli allenamenti collegiali
"in altura" compiendo correndo il giro del Lago di
Albano. Quest’anno il gruppo era un po’ ridotto all’osso
visto che sui Castelli Romani si addensavano paurosissime (
nel senso che incutevano una paurissima) nuvole nere
temporalesche, e molti avranno pensato all’impossibilità
dello svolgimento dell’allenamento. In effetti fino a venti
minuti prima dell’ appuntamento fissato per la partenza la
vetta del Monte Cavo spariva sommersa da cortine densissime di
pioggia dalle quali scoccavano saettanti fulmini e raffiche
rabbiose di vento che imbiancavano di creste le acque livide
del lago: era veramente un pomeriggio buio e tempestoso...ma
poi il ristretto manipolo di audaci ( Saverio, Carlo Fissore,
Marco Nicassio, Marco Di Vita, Marco Bianchi Alessandra,
Simone, Chiara, Fernando, Giuseppe Di Siena e l’amico Gino
Corvaro, con il quale ci scusiamo per averlo menzionato in un
precedente scritto come Gino Caneparo, ed Elio Maria che si è
dato all’ippica metallurgica della bicicletta mentre
Antonella è rimasta ad accudire il nipotino nel ruolo di
zia-coach) ha preso coraggio ed è partito, risparmiato dal
tempo che mano a mano si è rasserenato tanto da consentire,
al termine del canonico giro del lago, lungo gli ombrosi
viottoli sterrati che lo circondano, un ristoratore bagno
nelle acque lacustri. Dopodichè, ...e chè ve debbo di’...
tutti ad Ariccia , raggiunti alla fraschetta "La Selvotta"
da Isa, Elio e Luca, ad esaminare da molto vicino i locali
bucatini amatriciani e la porchetta arrosto...tutta salute,
insomma!
31 maggio – Visita ai Musei Vaticani e
alla Cappella Sistina
Fortemente voluta dal Direttivo, dopo un
primo rinvio per insufficienza del numero di partecipanti, si
è finalmente svolta questa visita culturale che forse ha
peccato di presunzione mirando al top di ciò che di cultura
offre la Città Eterna senza pensare che alla stessa meta, e
per di più l’ultimo sabato del mese, tendono migliaia di
pellegrini assetati di conoscenza e bellezza. Il risultato è
che di tanta conoscenza e bellezza, nonostante l’alta
professionalità ( e il piacevole giovanile aspetto...) della
signorina assegnataci per guida, ne è toccato a ciascuno
veramente poco, costretti a dividerlo, tra ressa e spintoni,
con masse compatte di Lanzichenecchi e Samurai più o meno
organizzati: ma anche quel poco è stato sufficiente ad
emozionarci nel profondo. Il percorso tra le raccolte di arte
antica, le stanze di Raffaello e la Cappella Sistina ( in
questa nonostante il boato continuo in sette lingue di un
altoparlante che intimava: FATE SILENZIOOO!!!) ha
rappresentato davvero un pellegrinaggio attraverso il meglio
dell’arte e della sapienza di questo paese. Forse il
Vaticano ( o chi per lui) dovrà studiare modalità diverse (
e magari meno speculative) per fare ammirare i suoi tesori,
che sono anche nostri tesori. Un sentito e sincero
ringraziamento a Gisella che con pazienza e "savoir faire"
ha organizzato e guidato il gruppo, nonostante la confusione
circostante, dedicandoci il suo tempo (e forse qualcosa di
più...).
7 giugno 2003 – Fiuggi (FR) – "4
° Strafiuggi"
Non sarà stata la gara sociale, la sesta
dell’anno per la precisione, della Mediterranea più
partecipata ( "Ma fà troppo caldo..." " C’è
da fare troppa strada..." " Ma chi sono questi che
organizzano?.." ) ma è stata sicuramente la gara dove
abbiamo mietuto più allori. Si dirà: "Bella forza! In
tutto eravate quattro gatti!". E qualcuno potrebbe
prendersi la briga di rispondere: "Innanzitutto gli
assenti, giustificati o no, hanno sempre torto e poi, i nostri
hanno corso e faticato al meglio delle loro possibilità e
sicuramente non hanno tolto indebitamente nulla a
nessuno!". Ma bando alle polemiche e gloria alla
Mediterranea che con sedici partecipanti ( ai quali va
aggiunto Gino Corvaro sempre più dei nostri e affiatatissimo
col gruppo) ha vinto il primo premio quale società più
numerosa consistente in una discreta sommetta di
"rimborso spese" (se pensiamo che la società vive
con le quote associative che sono le più basse sulla piazza
ci vuol poco ad immaginare quanto questo "rimborso"
torni utile!), ha piazzato sul traguardo delle donne assolute
ben quattro atlete su cinque (Antonella 1°, Rosaria 3°,
Chiara 4°, Marina 5°) , le restanti 3 ragazze hanno vinto
premi di categoria e hanno vinto , nelle rispettive categorie
, anche Serafino, Giuseppe Di Siena, Carlo Ariete, Vittorio e
Sergio!! E sempre bando alle polemiche per dire che in un’ora
e venti ( quanto ci vuole per arrivare da Ostia a Piazza del
Popolo) siamo arrivati a Fiuggi che, grazie alla sua
altitudine e all’ombra dei castagni, era sicuramente meno
torrida alle 16,30 di Piazza Anco Marzio ( tanto per citare un
luogo qualsiasi..) alle 9,00 consentendo di correre lungo un
circuito nervoso ("tecnico" secondo il consueto
frasario degli addetti ai lavori) ma piacevole. E poi, volete
mettere! Come non citare le ore liete passate nel giardino di
Carlo ed Emilia dove ci siamo ritrovati allegramente in
compagnia davanti a buone bottiglie e ancor più buone
vivande? L’obiettivo della gara ( correre in un ambiente
piacevole, conquistare qualche premio individuale e di
società, coinvolgere sostenitori, amici e parenti nella parte
"conviviale") è stato pienamente e degnamente
raggiunto.
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Il
parlante
Carissimi "Mediterranei",
come diceva quel tale?..."ridendo
castigat mores"?...Boh?! Le lingue morte non sono il
mio forte: o sono parlate o niente, e se no che grillo
parlante sarei? Comunque volevo scusarmi con voi per qualche
mia impertinenza, non ho la pretesa di fare la morale a
nessuno, e le mie punzecchiature sono solo qualcosa a
cavallo tra lo scherzetto e la mezza verità, quella che si
dice sorridendo, o ridendo, appunto, e che certamente non
arrivano a modificare i " mores" ( i
comportamenti?) di chicche e sia (Totò! Quanto ci manchi!),
figurati dei Mediterranei! Comunque da un po’ di tempo in
qua mi sembrate diventati tutti un po’ troppo paciocconi e
mi capita di vedere sempre meno quelle belle facce stravolte
dall’affanno di quando tornavate dagli allenamenti
impegnativi di qualche tempo fa. Io me ne sto qui in
bacheca, nascosto in qualche nuova fessura ( grazie,
Massimo, per quei due chiodi di compassione che ci hai
infilato: a momenti mi crollava il tetto in testa!), vi vedo
partire tutti insieme e poi vi vedo tornare alla
spicciolata, a gruppetti di uno o due, con l’aria di chi
ha rubato la marmellata, talvolta ben in anticipo sui soliti
tempi di allenamento. Ma che fate filone? (sega n.d.r.). Tagliate
i percorsi? Poi ascolto le vostre scuse non richieste
da nessuno ( coda di paglia ? n.d.r.): ma fa troppo
caldo... è pieno di ozono...hai visto la polvere?!... mi si
è bucato l’ammortizzatore... ecc.ecc. Ragazzi,
guardiamoci nelle palle degli occhi! Ma che non lo sapevate
che correre è faticoso e l’allenamento se non è faticoso
non allena a sentire meno la fatica? E poi ( la mia solita
nostalgia dei vecchietti che ripetono: "Ai tempi
miei...") dove sono finite quelle sfide epiche che si
consumavano negli ultimi cento metri prima della fontanella
con degli sprints degni di miglior causa, quegli sfottò
magistrali che rinnovavano acerrime e simpaticissime
rivalità? Animo!! Parafrasando il poeta: nati non foste per
viver come pecori ma per seguir Antonella e le sue
ripetute!! E metteteci pure un pizzico di cattiveria!
Perdindirindina!!
Vi abbraccio. Vostro
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Nella "Galleria" proponiamo, in
ogni edizione, il ritratto di un socio o di un amico della
"Mediterranea" con l’intento di far cosa gradita
all’interessato (ovvio, no?) ma anche di approfondire la
conoscenza tra di noi.
Carlo
Ariete
"L’omme è omme!!" (cioè: l’uomo
è uomo, e se no che Ariete sarebbe?)
La grinta è il suo forte, ogni metro
conquistato è un muro abbattuto a picconate: "La
muraglia cinese? Si può tirar giù..."
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Tanti auguri a...
Valente Enrico 2 giugno
Turco Sergio 9 giugno
Magliulo Elio Maria 10 giugno
Donati Vincenzo 11 giugno
Pasquali Antonella 14 giugno
Salvi Umberto 15 giugno
Toti Roberto 15 giugno
Sementilli Elio 21 giugno
Ciampone Carolina 22 giugno
Sementilli Michele 25 giugno
Scognamiglio Aniello 30 giugno
Cipriani Drusiano 4 luglio
Povinelli Vittorio 11 luglio
Dammassa Ettore 12 luglio
Caneparo Augusto 14 luglio
Fissore Carlo 15 luglio
Argiolas Andrea 21 luglio
Villani Livio 22 luglio
Di Vita Marco Gaetano 29 luglio
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Copyright 2003 © A.S. Mediterranea
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