nato a S. Pellegrino il 2 novembre 1827 da Giovanni ed Angela Bianchetti, morì a Bergamo il 7 febbraio 1893. Nel 1849 e precisamente il 16 gennaio era volontario nel 19° Reggimento Fanteria dell'Esercito piemontese composto da truppe lombarde e, dopo aver partecipato alla campagna del 1849, venne congedato il 9 maggio dello stesso anno. Nel 1860 con entusiasmo partecipò allo Spedizione dei Mille e all'alba del 6 maggio partì da Quarto per la leggendaria campagna contro il Regno dei Borboni.
Si distinse nel combattimento di Calatafimi il 15 maggio, dove fu tra i primi feriti. La ferita alla scapola destra e al polmone fu di tale gravita ch'egli fu creduto morto e tra i Caduti figura erroneamente nella stampa di anonimo pubblicata a Bergamo nell'estate 1860.
L'Astori fu ricoverato nel Convento di S. Vito. Per il valore dimostrato a Calatafimi fu decorato della medaglia d'argento al valor militare (R. D. 30 settembre '62) e con Decreto prodittatoriale venne promosso sottotenente negli invalidi dell'Esercito d'Italia Meridionale il 3 novembre 1860. .
Ricoverato nella Casa Reale Invalidi e Veterani d'Asti il 27 marzo 1863, " essendo venuto in alterco con altro ufficiale suo collega, fu sottoposto ad un Consiglio di disciplina e sospeso dall'impiego con R. D. 15 agosto 1863.
Egli invocava una pensione per ferita riportata in guerra, ma il Consiglio Sanitario Superiore, avendolo visitato e non trovati in esso questi estremi necessari, onde si fa ragione a pensione per infermità od imperfezioni incontrate in servizio, emetteva un voto sfavorevole per qualsiasi assegnamento " (Div. Archivio - Sez. 2" - n. 1133 del 10 ottobre 1863 a firma Delense).
Cessò dal servizio poco dopo, cioè il 15 agosto; quasi guarito fece ritorno alla sua Bergamo dove visse pensionato per la legge 22 gennaio 1865, esercitando il suo umile mestiere di panettiere.
Del nome glorioso dell'Astori fa cenno anche l'
Abba
, il quale lo annovera tra i più valorosi soldati dell'epopea dei Mille. Ancorché la grave ferita di Calatafimi gli abbia impedito di distinguersi in altri fatti d'arme, pure questa bella figura di garibaldino vive nella memoria dei molti che scrissero di storia patria. Malgrado la ferita di Calatafimi, che gli dava una salute precaria, egli volle prendere parte alla campagna del 1866; ed infatti, obbediente al richiamo di
Garibaldi
, accorse nello stuolo dei volontari, che salutarono dalla Val di Ledro la libertà di Trento. Ma gli eventi troncarono l'impresa e, sciolto il Corpo dei
Cacciatori òòò alla sua città. L'Astori, come appare dal Numero unico commemorativo del 27 maggio 1860,èè a Palermo nel 1885 per partecipare alla celebrazione del 1° venticinquennio della Spedizione dei Mille. Dopo la campagna si era unito in matrimonio con Albina Pallido.
BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 40."-" Illustr. Ital" ", p. 418, con fotografia. - 27 Maggio 1860, Appendice, p. 6. - Elenco Volontari Bergamaschi - Duce
Garibaldi
, 1866. Manoscritto in Museo del Risorgimento di Bergamo. -
ABBA
, Ritratti e profili, p. 75. POMPILIO SCHIARINI, I Mille nell'esercito, i" " Memorie storiche militar" ", V, dicembre 1911, p. 550. - MENGHINI, Spedizione, p. 165. -
G. SYLVA
, L'VIII Compagnia dei Mille, S.E.S.A., Bergamo, 1959, pag. 181, 262. - PECORINI-MANZONI, 15° Divisione, p. 498 ss. - Nella stampa commemorativa dei nostri Caduti dei Mille che pubblichiamo in tavola fuori testo, venne erroneamente compreso il suo ritratto. - Notizie dall'Anagrafe Comunale di Bergamo. - Archivio di Stato di Torino.
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- Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 20:50