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BUTTINONI Francesco


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Buttinoni Francesco

 

nato a Treviglio il 16 giugno 1828 da Francesco e Giovanna Villa, morì ivi il 12 marzo 1883.

Una delle più nobili figure di Treviglio nella storia del nostro Risorgimento.

Uscito da una distinta famiglia ed educato a nobili sentimenti, era ventenne quando, ai primi moti del 1848, ch'egli aveva atteso con intento e appassionato animo, corse tosto ad arruolarsi volontario nei bersaglieri Manara, Divisione Durando, al servizio del Governo Provvisorio di Lombardia, il 27 marzo 1848.

Fu nominato sergente il 24 luglio 1848 e congedato il 5 settembre 1848.

Fece tutta la Campagna 1848 contro gli austriaci, segnalandosi specialmente alla polveriera fra Peschiera e Castelnuovo.

L'Ottolini racconta che il " Manara, nello scegliere un centinaio dei suoi per questo colpo di mano, si trovò dinanzi i sette fratelli Buttinoni di Treviglio, i quali tutti volevano prendervi parte. - Ma almeno uno di voi resti di riserva - disse Manara sorridendo. -No, no! - risposero e corsero tutti e sette all'assalto". Altri dice non il Manara , ma Agostino Noaro , economo dell'Ospedale di Treviglio (10 aprile 1848). Dopo la ritirata delle truppe piemontesi corse ad arruolarsi" col fratello Federico, nell'arma d'artiglieria, al servizio del Governo Provvisorio Veneto, il 1° ottobre 1848, ne fu sergente il 22 marzo 1849. e quindi sottotenente il 21 luglio 1849, cessando dal servizio alla capitolazione di Venezia, 24 agosto 1849. Frattanto i suoi quattro fratelli: Carlo, Luigi, Giuseppe e Gaspare, rimasti in Piemonte, si recarono, dopo l'infausta giornata di Novara, a difendere la Repubblica Romana con la Legione Garibaldina.

Francesco ebbe la medaglia commemorativa della campagna 1848-49 e gli fu riconosciuto il servizio prestato nella eroica difesa di Venezia. Durante il decennio di preparazione e neppure alla fine, non gli fu possibile di esulare, anche per la sorveglianza della Polizia.

Ma appena Garibaldi entrò in Bergamo, l'8 giugno 1859, eccolo con molti amici nuovamente in campagna. Fu poi nominato sottotenente nel 9° Reggimento Cacciatori delle Alpi (7 luglio 1859) dal quale fu dimesso a sua richiesta il 5 ottobre 1859. Ebbe quindi le medaglie commemorative italiana e francese della campagna del 1859. Si era dimesso dai Cacciatori per accorrere nell'esercito della " Lega " e fu infatti nominato luogotenente nel 2° Battaglione Bersaglieri dell'Emilia, il 27 ottobre 1859 ; diede le dimissioni dal servizio il 10 dicembre 1859, ad operazioni finite. Sbarcato a Marsala VII maggio 1860, col grado di sottotenente nella P Compagnia comandata dal valoroso Nino Bixio , fu nominato luogotenente l'il stesso e il 27 giugno capitano, comandato presso il colonnello brigadiere Bixio , come ufficiale d'ordinanza. Compì la campagna del 1860; ebbe la medaglia commemorativa di Palermo (ora conservata al Museo del Risorgimento di Milano) e la menzione onorevole al valor militare per essersi distinto nei combattimenti del 18 settembre e 1° ottobre 1860. Passò collo stesso grado nel Corpo dei Volontari Italiani il 4 agosto 1861.

Nominato capitano nel 3° Reggimento Fanteria il 27 marzo 1862, cessò dal servizio perché rimosso dal grado per aver chiesto le dimissioni in Adernò, in quanto non intendeva partecipare alla spedizione contro Garibaldi ad Aspromonte (parere di un Consiglio di disciplina, seguito dal R. D. 5 ottobre 1862). Eppure in lui, dimessosi appena trentaquattrenne dal grado di ufficiale del Regio Esercito, non cessò l'alto spirito garibaldino, che lo spinse ad arruolarsi nuovamente quattro anni dopo, quando Garibaldi chiamò i suoi a raccolta per la campagna del 1866, ove capitano del 1° Reggimento Volontari Italiani, 33° Compagnia, si distinse a Condino (16 luglio).

Fu licenziato dal servizio a far tempo dal 25 settembre 1866, con ordinanza del 18 gennaio 1867. Sposatesi a Cameri con Maddalena Ruspa, ebbe due figli: Ester e Carlo e fu economo dell'Ospedale di Treviglio. E' prezzo dell'opera riferire quanto dice il Pavesi di lui e de' suoi fratelli: "Volontario come gli altri sei fratelli: Carlo, Federico, Gaspare, Giacomo, Giuseppe, Luigi, partecipò alla campagna del 1848-49.

Dei sette fratelli Buttinoli!, partiti con Manara, uno solo (Giacomo) ritornò a Treviglio. Francesco e Federico furono a Venezia; gli altri quattro restarono in Piemonte, dove presero parte alla campagna di Novara, poi andarono a Roma a difendere quella Repubblica.

Caduta anche questa, emigrarono in Grecia e in Egitto, ove morirono esuli ".

Impegnati in tutte le battaglie questi fratelli, tra i quali Francesco è tipico per aver corso l'Italia tutta tra il 1848 e il 1860, sempre generosamente al servizio della santa causa dell'Indipendenza. Treviglio, memore e orgogliosa, ne incise il nome, con quelli degli altri suoi prodi delle gloriose campagne, sotto l'atrio del Palazzo municipale.

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 191. - "Illustr. Ital.", p. 423, con fotografia - POMPILIO SCHIARINI, I Mille nell'Esercito, in "Memorie storiche militari", V, dicembre 1911, pp. 558-59. - A. PAVESI Treviglio attraverso la storia del nazionale Risorgimento, Treviglio, Unione Grafica 191 l,pp. 10,12, 19 20 27 e 29. - OTTOUNI, La Rivoluzione lombarda del 1848-1849, Hoepli, Milano 1887, p. 221. - G. C. ABBA , Storia dei Mille, Bemporad, Milano, 1904, p. 51-. Archivio di Stato di Torino. - Notizie dal nipote Carlo Buttinoni, dal Cav. Gaetano Buttinoni di Treviglio e dall'Anagrafe Comunale di Treviglio.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 16:45 Etichettato con ICRA
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