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CAVOUR, Camillo Benso Conte di - Lettera sulla fede liberaleindietro vai a Cavour Ad Augusto de Sellon, maggio 1833 Se volete conoscere una persona distinta, ragionevole e moderata, che ha del proprio paese l’opinione più nobile e più giusta che io conosca, fatevi presentare alla signora X* che accompagna suo marito. In lei, cosa rarissima e preziosa di questi tempi, troverete i sentimenti più profondi insieme con una grande moderazione di principi. Molte cose sono successe, mio caro, dal tempo delle nostre chiacchierate politiche lungo i viali di Presinge. Uno sconvolgimento terribile, che allora non potevamo immaginare, ha scosso il mondo politico fin dalle fondamenta, e Dio solo sa quando ritroverà un assetto stabile. Lo sconvolgimento generale ha influito sui singoli individui, e tutte le opinioni ne sono state scosse, modificate e in qualche caso persino mutate. Fra i miei amici e conoscenti si è manifestato un cambiamento incredibile; gli uni, riformatori moderati, si son buttati a corpo morto nella corrente del movimento, e adesso vorrebbero addirittura una trasformazione radicale; altri, della medesima tendenza, spaventati, hanno fatto marcia indietro verso la reazione; alcuni che prima sarebbero stati più che soddisfatti di riforme moderate, ora vogliono la repubblica, ed altri che paventavano solo riforme troppo affrettate, sono ;ornati ai tempi di Luigi XIV rispolverando i ricordi del gran re per governare le nazioni del secolo XIèòòò;&egàrave;&èegrave;X. Per àquanto òòòmi riguarda, sono stato a lungo incerto fra tanti indirizzi contrastanti. La ragione mi induceva alla moderazione, la voglia matta di spingere in avanti chi aveva indietreggiato mi risospingeva al movimento; alla fine, dopo numerose e violente agitazioni e oscillazioni, finii col fissarmi, come il pendolo, nel “giusto mezzo”. Perciò vi informo che sono un buon “giusto mezzo”, che desidera, auspica il progresso sociale, e ci lavora con tutte le forze, ma è ben risoluto a non pagarlo con uno sconvolgimento generale politico e sociale. La mia posizione di “giusto mezzo” non mi impedirà però di volere al più presto la liberazione d’Italia dai barbari che l’opprimono, perciò di prevedere che è inevitabile una crisi abbastanza violenta, che tuttavia vorrei avvenisse con tutte le precauzioni che la situazione comporta; sono inoltre persuaso che i pazzi tentativi degli uomini del movimento riescono solo a ritardare la crisi e a renderla più incerta. Dopo avervi fatto questa professione di fede, permettete che vi domandi se si accorda con le vostre idee. Vi confesso che lo spero, e questo pensiero mi è di conforto nelle lotte che devo sostenere a destra e a sinistra. Spero inoltre di poter fare una scappata a Ginevra quest’estate, e di venirvi a trovare a Presinge, dove potremo dichiararci con tutto comodo le nostre fedi politiche.. Camillo Benso conte di Cavour |
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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 25/Apr/2004 alle 12:38 | Etichettato con ICRA | |
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