Vincenzo Giovanni Roberti nacque a Bergamo l'11 ottobre 1841 da Giovanni e Orsola Capelli, mori ivi il 29 marzo 1912. Aderì con tutto lo slancio dei suoi diciotto anni all'impresa di Sicilia e s'imbarcò a Quarto febbricitante. Nel viaggio s'aggravò e dovette essere lasciato all'ospedale di Orbetello; non appena si fu rimesso, raggiunse i compagni, unendosi alla spedizione
Malenchini
e, arruolato nel 2° Battaglione del 2° Reggimento della Brigata
Türr
, combattè nella battaglia di Milazzo (20 luglio), guadagnandosi il grado di sergente. Dopo la parentesi bellica, ritornò in Patria, dove si formò una famiglia e dove seppe farsi amare per la bontà del suo carattere e per la serietà del suo lavoro. Fu impiegato presso il
quotidiano cittadino " L'Eco di Bergamo " in qualità di direttore della tipografia, e, mortagli la moglie Giuditta Suardi, visse con la figlia maestra, in una modesta casa di Città Alta. Aveva avuto anche un figlio maschio, che morì però in età di cinque anni. Il Roberti aveva pure partecipato alla campagna del 1859 nei
Cacciatori delle Alpi
, nel 1866, quando già aveva una bimba di 6 mesi, accorse nuovamente ad arruolarsi sotto le insegne di
Garibaldi
e con lui fece anche tutta quella campagna. Godeva la pensione dei Mille, poiché, sebbene non figuri nell'Elenco Ufficiale, perché non sbarcò a Marsala, fu tuttavia riconosciuto come appartenente alla Spedizione dei Mille in virtù di una dichiarazione rilasciata personalmente dal Generale
Garibaldi
, che è del seguente tenore:
Milano sette novembre milleottocento ottanta. Dichiaro ad onor del vero che il Sig. Roberti Vincenzo si imbarcò coi Mille a Quarto sul vapore il " Piemonte " e sbarcò a Talamone. Colà ammalatesi dovette rimanervi e appena guarito raggiunse la colonna dei Mille a Palermo colla spedizione
Malenchini
.
G. Garibaldi Bergamo 12 nov. 1880.
Dichiaro autografa la firma del Generale
Giuseppe Garibaldi
, apposta, dietro mia richiesta, al presente documento. Il Sindaco: L. Cucchi.
La dichiarazione è ora nelle mani della figliuola signora Roberti Gavazzeni, abitante in Bergamo, via Torino, 3.
Vincenzo Roberti era insignito, oltre che della medaglia dei Mille, anche della medaglia commemorativa delle campagne del Risorgimento con tre fascette, nonché di quella dell'Unità d'Italia. Da notare che suo padre era stato condannato a morte dall'Austria per essere stato trovato in possesso di tré cariche di polvere pirica, e poi graziato, con una sentenza di cui vale la pena di riportare almeno la chiusa : " Sottoposto in quest'oggi al giudizio Statario Militare fu, nel possesso della polvere a sensi della sopra citata notificazione, condannato a morte: ma in considerazione che il Roberti è padre di cinque teneri figli, con la moglie ammalata ed è anche il vero sostegno della propria famiglia, gli fu perdonato e messo in libertà. Bergamo 21 aprile 1849. Dallo I. R. Comando Militare della Città ". Il nipote di Vincenzo Roberti, figlio della signora Roberti Gavazzeni, ha seguito con onore le orme dell'avo, poiché ha partecipato alla prima guerra mondiale in qualità di tenente degli arditi.
BIBLIOGRAFIA. - Non compreso nell'Elenco Ufficiale, perché non sbarcato con gli altri a Marsala. -
G. SYLVA
, L'VIII Compagnia dei Mille, S.E.S.A. Bergamo, 1959, pp. 94, 113. - Notizie orali dal Garibaldino Zanotti, dalla figlia signora Gavazzeni-Roberti e dall'Anagrafe Comunale di Bergamo. - Archivio di Stato di Torino.
Creato da: Astalalista
- Ultima modifica: 25/Apr/2004 alle 12:38