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ROSSIGNOLI Francesco


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Rossignoli Francesco

 

nato a Bergamo il 1° aprile 1840 da Antonio e Marietta Brembilla, morì a Firenze il 6 ottobre 1889. La fantasia popolare suole raffigurarsi il garibaldino tipo come un giovane focoso, pronto ad ogni sbaraglio e un pochino scapigliato: mezzo paladino e mezzo moschettiere.

In realtà invece quante figure, fra questi puri eroi, di giovani seri, assennati, tutt'altro che attratti dall'avventura senza nobile scopo! Segno questo che l'idea garibaldina oltreché permeare gli strati sociali, aveva pervaso tutte le cortecce egoistiche, conservatrici che ricoprono l'animo umano.

Dote necessaria e caratteristica era soltanto questa: un cuore nobile e generoso. Così si presenta la figura di Francesco Rossignoli, molto buono - dicono quelli che lo conobbero - di carattere mite, tutto dedito al lavoro e, poi, alla sua famiglia; di un'onestà che arrivava sino allo scrupolo. Ed è uno dei fedelissimi. Tre campagne: '60, '66, '67! tre mete gloriose: Sicilia, Trentino, Roma. E' dei Mille da Quarto al Volturno, per cui si fregiò della medaglia decretata ai partecipanti allo sbarco di Marsala dal Senato di Palermo.

L'11 giugno - dopo la capitolazione dei borbonici nella capitale dell'Isola - è nominato furiere. Il 23 ottobre 1860 - cioè alla fine della campagna - è nominato sottotenente nel 2° Reggimento (Decreto Dittatoriale 23 ottobre 1860).

Dopo un corso teorico-pratico presso la Scuola militare di Fanteria ad Ivrea, il 18 luglio '61 è nominato sottotenente nel 3° Reggimento nell'Esercito regolare.

E vi resta sino al 5 ottobre 1862. Non è certo ardito pensare che il cruccio per gli incresciosi fatti di Aspromonte e la conseguente prigionìa di Garibaldi (settembre-ottobre di quell'anno) sia stata la causa determinante delle sue dimissioni.

Nel 1865 risultava domiciliato a Milano, corsia del Giardino numero 18. Nel 1866 eccolo di nuovo nelle file di Garibaldi , sottotenente nel Corpo Volontari Italiani, 5° Reggimento, e vi resta sino al 25 settembre dello stesso anno. Nel 1867 suona la diana per la liberazione di Roma e Rossignoli accorre (medaglia ai benemeriti della liberazione di Roma). Figura poi col suo grado di sottotenente nella Milizia Provinciale sino al 2 marzo '73, e come tenente nella Milizia Territoriale sino al 16 settembre 1881, giorno in cui appare dimissionario a sua domanda. Dall'Elenco Ufficiale risulta, nel 1878, residente a Firenze, impiegato privato in una Compagnia di Assicurazioni, e provveduto della pensione dei Mille (legge 22 gennaio 1865). Compare intervenuto alla celebrazione del venticinquennio della spedizione nel 1885. S'ammogliò verso la fine della sua vita laboriosa e proba, perché quando venne a morte nel 1889 lasciò la vedova con due figli in tenera età. Di questi uno, Giulio, residente a Firenze, conserva del suo glorioso genitore le due medaglie e i ricordi di laboriosità, probità, patriottismo ardente.

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 878. - "Illustr. Ital.", 441, con fotografia. - Notizie dal figlio Giulio (Firenze, Piazza S. Felice, 3) 14 aprile 1932. - Ministero della Guerra: Estratto dal Ruolo Matricolare degli Ufficiali dell'Esercito Italiano (Torino, 23 ottobre 1862). - POMPILIO SCHIARINI, I Mille nell'Esercito, in "Memorie storiche militari", V, dicembre 1911, p. 598. - Dichiarazione di servizio durante la campagna di guerra nel 1866 rilasciato dal Capo dello Stato Maggiore del Corpo dei Volontari Italiani (Rovato, 27 settembre 1866). - Attestato e medaglia del Senato della città di Palermo ai Mille di Marsala (11 maggio 1860) - Medaglie ai benemeriti della liberazione di Roma: Dichiarazione della Comissione istituita dalla Giunta Provvisoria del Governo di Roma, per la partecipazione al tentativo della liberazione della città nel 1867 - Notizie dalle Anagrafi Comunali di Bergamo e di Firenze. - Archivio di Stato di Torino.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 23:54 Etichettato con ICRA
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