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ROTTA Giuseppe


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Rota Giuseppe

 

Giuseppe Rota Rossi nacque a Caprino Bergamasco il 6 maggio 1833 da Giovanni e da Caterina Bianchi - Caduto a Santa Croce di Magliano il 5 novembre 1862.

Saldo e ben identificabile nell'antica struttura sorge ancora oggi, sulla strada Bergamo-Lecco, nella proprietà terriera detta del " Roncolino ", il Castello della famiglia caprinese dei Rota Rossi, o de' Rossi.

Caprino è certamente fra i più gloriosi paesi della Valle S. Martino, già " Vallis Martia ", per lo spirito bellicoso dei suoi abitanti.

I Rota Rossi - oriundi da Ca' Rosso in quel di Palazzago - costituiscono l'antico primitivo ceppo feudale, da cui discesero le famiglie Ferretti, Zonca, Marchesi, Piazzoni, Sozzi, che popolarono i paesi di Burligo, Opreno, Torre de' Busi, alle pendici dell'Albenza.

Sempre Caprino onorò di questi signori l'alto principio di libertà, che li portò ad istituire, sin dai primi albori dell'epoca comunale, il libero Comune con la Civica Torre e le mura. Stabilitesi il dominio veneto nell'anno 1428, Caprino fu il centro più ricco della vallata, per il mercato settimanale concesso dalla Repubblica, per l'agricoltura e - in seguito - per il commercio della seta, floridissimo per le facili comunicazioni con Milano, Como e Bergamo.

La floridezza materiale e la tradizionale indipendenza fecero si che, caduto il paese nel 1815 sotto il dominio austriaco, divenisse centro di cospirazione e di insurrezioni. Chi alimentò la fiamma del Risorgimento a Caprino fu la Contessa Teresa Mallegori Sozzi, nella cui villa convennero i patrioti Rota Rossi, Tarchini , Benedetti , Quarenghi , Mallegori Sozzi , Vimercati Sozzi ... Precettore dei figli di Teresa Mallegori Sozzi fu nientemento che Gabriele Rosa di Iseo, giornalista repubblicano, che, in diretto contatto con il Mazzini , unì Bergamo a Brescia nei fervidi preparativi risorgimentali. Ma a Caprino i Rota Rossi furono la famiglia che offri, i migliori sacrifici per la patria. Dei tre rami (Rota de' Rossi di Caprino alta; Roti de mez di Caprino di mezzo; Rota di Piazza, frazione di Caprino), il capitano garibaldino Giuseppe Rota Rossi appartiene al ceppo dei Rota di Piazza. Giuseppe Rota Rossi nacque a Caprino il 6 maggio 1833, da Giovanni e da Caterina Bianchi. Giovanissimo, non si sa con esattezza se egli partecipò alla prima guerra d'indipendenza, mentre presero parte attiva anche alle campagne di Roma e di Venezia del 1849. Per obbligo di leva lo troviamo invece nell'anno 1859, in qualità di sergente, nell'esercito austriaco (25° Battaglione Cacciatori). Allo scoppiare della seconda guerra d'indipendenza disertò e accorse volontario nelle file dei Cacciatori delle Alpi . Risulta pure che egli - a Rezzate - rimase ferito alla coscia sinistra. Non è inconsulto supporre che fu lo stesso Rota Rossi a guidare, il 7 giugno 1859, Giuseppe Garibaldi su verso il colle di Caprino, in visita all'ardente Contessa Teresa Mallegori Sozzi, per attingere - in Deluso per l'inatteso armistizio di Villafranca, che dovette coglierlo a Lovere accanto a Garibaldi , ritornò a Caprino, deciso a tenersi pronto a ulteriori occasioni. Nè l'occasione fu tarda: ed era Genova, da dove sarebbe salpato il 5 maggio 1860 per la campagna di Sicilia e dell'Italia Meridionale. Il suo ardimentoso coraggio nell'impresa è attestato dai meriti, che gli valsero il titolo di " Capitano ", conferitegli il 4 agosto, dopo essere stato Sottotenente e Luogotenente. Si distinse nelle battaglie di Calatafimi, Palermo, Reggio, per cui ottenne il 12 giugno 1861 una menzione onorevole. Terminata gloriosamente la campagna, egli avrebbe potuto ritornare alla sua casa, dove poteva arridergli una sua famiglia e una vita agiata; memore tuttavia che ogni ideale va perseguito sino alla completa donazione, rimase a salvaguardare la conquista. Nel novembre una banda di duecento reazionari scatenò una violenta offensiva. Lo scontro con il plotone della 13" Compagnia avvenne a Santa Croce in Magliano (Campobasso): nell'attacco feroce perì, barbaramente massacrato, ilè capitano Giuòsòeppe Rota Rossi (5 novembre). Ad onorare i volontari accorsi alla difesa della patria, il Comune di Caprino innalzò un monumento, dove il Rota Rossi è ricordato per la campagna dell'Italia Meridionale, accanto ai sette militi e al tenente Francesco dei Conti Vimercati Sozzi , che parteciparono alla spedizione successiva alla prima. Più significativa&egròòò l'epigrafe della lapide murata dai Caprinesi nell'interno del Palazzo Comunale: SUBLIME ESEMPIO - DI PATRIO AMORE E DI CORAGGIOSO ARDIRE - A TE - GIUSEPPE ROTA ROSSI - CHE PUGNASTI A COMO E VARESE - E CADESTI FERITO A REZZATE NEL 1859 - CHE FRA L'EROICA SCHIERA DEI MILLE - SEGUISTI IL GRAN CAPITANO IN SICILIA NEL 1860 - E NEL 1862 MISERAMENTE PERISTI IMMOLATO - DAI BRIGANTI COI TUOI ALLA RABBIA REAZIONARIA - GLI AMICI NELL'AMMIRAZIONE E NEL DOLORE - OFFRONO GLORIA, A TE CHE VERSASTI IL TUO SANGUE PER L'ITALIA - ESECRAZIONE AI TUOI NEMICI. Ecco il suo stato di servizio: 11 aprile 1859: volontario nel 3° Reggimento, 4ª Compagnia Cacciatori delle Alpi , 1 maggio 1859: sergente; 13 maggio 1859: furiere; 1 settembre 1859: congedato col grado di sottotenente del 3° Battaglione 1ª Compagnia Bersaglieri; 6 dicembre 1859: dispensato dal servizio; 17 maggio 1860: sottotenente 4ª Compagnia; 11 giugno 1860: luogotenente; 4agosto 1860: capitano; 8 aprile 1861: capitano di Fanteria Corpo Volontari Italiani; 12 giugno 1861: menzione onorevole: "Combattimenti a Calatafimi, Palermo, Reggio". (Nel 2° Elenco, ove risulta inquadrato nella 18ª Divisione Bixio ); 12 settembre 1861: in aspettativa per riduzione di Corpo; 16 aprile 1862: in aspettativa nell'Esercito con anzianità 27 15 maggio 1862: in effettivo servizio nel 36° Regg. Fanteria; 5 novembre 1862: caduto in un fatto d'armi contro i briganti. Dal ramo dei Rota Rossi di Piazza si sa che un Anselmo si trasferì a Bergamo con il solo nome di Rota, e un Piero, farmacista, a Varese, dove ancora oggi continua il ramo Rota. E' la prima volta che compare ricostruita la biografia di Giuseppe Rota, che non era stata inclusa in Bergamo e i Mille, edito nel 1932. Le ricerche e la stesura di queste note,sono opera della M. Rev. Prof.ssa Milena Ferri.

BIBLIOGRAFIA. - Archivi di Stato di Palermo e di Torino. - Matricola del 36° Fanteria che gli riconosce anche la campagna del 1848 e quella del 3° Cacciatori delle Alpi la campagna del 1849. - Memorie storiche del 36° Reggimento Fanteria, Brigata "Pistoia", pag. 17, Società Tip. Modenese, 1903, Modena.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 23:58 Etichettato con ICRA
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