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SACCHI Achille


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Sacchi Achille

 

nato a Gravedona (Como) il 15 agosto 1835 da Antonio e Domenica Elisabetta Parravicini, morì nel 1890. Nonostante sia nato in provincia di Como è considerato Bergamasco, avendo risieduto a lungo, col padre, avvocato, a Bergamo, dove frequentava la casa del Conte Camozzi, e qui essendosi arruolato per la spedizione. Il suo nome è infatti compreso nella lapide da Bergamo dedicata ai Bergamaschi dei Mille. E' uno dei più precoci, esuberanti ed arditi. Non aspettò l'età delle armi per gettarsi nell'incendio della guerra e già nel 1853, a 18 anni, è carcerato dall'Austria pei fatti del 6 febbraio a Milano. In quell'ardito tentativo di rinnovare la gloriosa insurrezione milanese del 1848, che riveste particolare importanza perché dimostra non spento l'ardore patriottico
dei lombardi, il Sacchi ebbe una parte notevole, benché egli abbia potuto discretamente mascherarla nel processo che ne segui. Liberato, non potendo vivere nelle condizioni di servitù in cui allora si trovava la Lombardia, emigrò tale partecipò alla campagna di Romelia (1853). Nella guerra in Bulgaria combattè col grado di sottotenente aUn battaglia di Sili - e in altre parti del corpo. Partecipò pure all'assedio di Erzèrum, medaglia e dell'Ordine del Medjidiè.

Tornato in Patria si arruolò nel 1859 nel 18° Reggimento Fanteria e con esso partecipò alla battaglia di S. Martino, onde ebbe le medaglie commemorative, italiana e francese. Nel 1860, insieme al fratello Aiace , è dei Mille (il ruolino del Piccinini nel settembre 1860 lo da sottotenente della 14° Compagnia, dopo aver avuto il grado di luogotenente della 3ª Compagnia, 2° Battaglione, Reggimento Bassini , 2ª Brigata della 15ª Divisione: 24 luglio 1860). Lasciò il servizio il 3 febbraio 1861, ma nel 1862 è ad Aspromonte e quindi prigioniero al Forte di Bard; nel 1866 alla campagna del Tirolo (luogotenente 1° Reggimento Volontari Italiani il 31 maggio; trasferito al 10° Reggimento l'8 giugno; licenziato a far tempo dal 25 settembre il 18 gennaio 1867). Forse parla di lui la White Mario narrando che una mattina, mentre il Sacchi per ordine del Bertani si apprestava ad uscire con una squadra di soccorso, giunse un telegramma che annunciava la morte di Chiassi , avvenuta sulle alture di Locca (Tiarno di Sotto). Recatisi sul posto, il " Sacchi tagliò i capelli del morto per ricordo della povera madre ottuagenaria). Nel 1867 seguì nuovamente Garibaldi e il 3 novembre combattè valorosamente a Mentana. Il Sacchi nel 1865 risultava domiciliato a Milano e prima a Bergamo e a Como. Di professione è dato farmacista. Purtroppo la vita di pericolo e di ansia che condusse, lo portò ad essere ricoverato, il 17 maggio 1870, nel manicomio di Aversa dove rimase fino al 15 aprile 1877. La cartella medica lo dice denutrito, senza infermità fisiche, di ottima memoria circa le sue imprese militari, ma convinto di esser stato magnetizzato da un tale, che avrebbe tentato di avvelenarlo, come aveva - secondo lui - avvelenato una sua sorella, che invece viveva e gli scriveva. Dapprima il Sacchi era affetto da allucinazioni visive e fu sempre tranquillo, gentile, docile ai consigli, ma alquanto melanconico e solitario, pur non respingendo la compagnia. La diagnosi fu di frenosi sensoriale. Uscito guarito, sappiamo che si trasferì a Genova, in Vico dritto Ponticello, ma da allora più nessiin'oltra notizia abbiamo potuto avere di lui. Ne si è rièuscitiò a conoscere la data dòella su""a morte, avvenuta forse per qualche disgraziato accidente della sua vita solitaria, se la famiglia, ancora cinque anni dopo, non aveva sue notizie, e ne chiedeva alla Direzione dello stabilimento di cura. In quello stabilimento, nel fascicolo del Sacchi si trova ancora il suo libretto di pensione N. 26867-11596, con decorrenza dal 2 febbraio 1861, rilasciato dal Ministero delle Finanze su decreto del Ministro dell'Interno, 12 aprile 1865, per la cifra di lire mille annue. Il che prova che il Sacchi non si curò neppure di mai riscuotere la sua pensione, onde è preclusa anche questa via di precisarne il luogo e la data di morte, che ricaviamo dall'" Illustrazione Italiana ". Nobilissima famiglia di patrioti e di eroi quella cui appartennero l'Achille e l' Aiace Sacchi . Infatti un fratello Carlo, profugo in Francia prima del 1848,òòò alla Rivoluzione di Parigi, poi combatèè in Italia nel 1848 con la Legione Antonini, si batèè a Vicenza, a Treviso, fu aiutante maggiore di quella Legione, òòò di firmare la capitolazione di Treviso e morì, di nuovo esule, nel settembre del 1848. E il quarto fratello, Nicola, fece come volontario le campagne del 1848 e del 1849,òòò e mori all'Avana nell'isola di Cuba.

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 891. " " Illustr. Ita".", p. 441, con fotografia. - G. SYLVA , L'VIII Compagnia dei Mille. S.E.S.A. Bergamo, 1959, p. 113. - G. LOCATELLI-MILESI, Garibaldi alla riscossa, i" " Rivista di Bergam" ", maggio 1929, pp. 206 ss. - JESSIE WHITE MARIO, Vita di Garibaldi , Milano, Treves, 1910, vol. II, p. 7. - GIUSEPPE STAMPA, Notizie storiche del Comune di Gravedona, 1865. - Notizie dal Direttore del R. Manicomio di Aversa, Gr. Uff. Prof. Dott. Eugenio La Pegna, dal Podestà Comune di Gravedona, sig. Necchi e dal Comune di Genova. - Archivio di Stato di Torino.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 27/Apr/2004 alle 00:01 Etichettato con ICRA
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