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TASCA Vittore


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Un mese circa durò la sosta di Messina. La 2ª Brigata aveva visto sestuplicare, in circa cinque settimane, i suoi componenti, per il notevole afflusso di volontari siciliani (i « picciotti ») e di volontari provenienti da altre regioni italiane. Numerosi erano pure i disertori dell'esercito borbonico che entravano a far parte della divisione garibaldina. Ormai la 2ª Brigata aveva circa 3.000 componenti.
Tra il 24 ed il 25 agosto la brigata attraversò lo Stretto di Messina e così ebbe inizio la seconda parte della conquista del Regno delle Due Sicilie. Il primo di settembre la brigata giunse a Catanzaro, sei giorni dopo era a Cosenza, dove da poco era giunto Nino Bixio con la 18ª Divisione (da lui comandata). Il 10 settembre, a Paola, i Volontari si imbarcarono su navi a vapore ed il giorno successivo arrivarono a Napoli, che pochi giorni prima aveva accolto con grande entusiasmo Giuseppe Garibaldi .
Il 15 settembre i volontari di Eber (era allora abitudine, come accadde più volte nella storia militare, di chiamare i reparti, piccoli o grandi, con i nomi dei loro comandanti) erano a Caserta, nelle cui immediate vicinanze il nemico si accingeva a scatenare la battaglia decisiva. La brigata costituiva, fermandosi presso Caserta, la riserva dell'esercito garibaldino.
Il primo ottobre la battaglia del Volturno ebbe inizio con l'attacco, da parte di una divisione e di una brigata borboniche, alla sinistra dello schieramento garibaldino. Le truppe di riserva vennero inviate a S. Maria di Capua Vetere a portare il loro aiuto alla Divisione Milbitz , che da parecchie ore era sottoposta a ripetuti assalti di ingenti forze nemiche.
Il Battaglione Tasca , giunto in prima linea verso le ore 14, ebbe l'ordine di conquistare il Convento dei Cappuccini, occupato dalle truppe borboniche.
L'avanzata venne fatta con rapidità e decisione. Due squadroni di cavalleria borbonica furono lanciati alla carica contro il Battaglione Tasca , schieratesi, dopo l'avanzata, a brevissima distanza dal Convento. I volontari sostennero, rimanendo fermi ai loro posti, e respinsero l'assalto dei cavalieri, che furono perciò costretti a ripiegare in disordine. Nel tardo pomeriggio la battaglia si concluse favorevolmente per l'esercito garibaldino. Il Battaglione Tasca, dopo la conquista del Convento, trascorse la notte sul campo di battaglia. In questa battaglia e nei giorni successivi i « picciotti » di Vittore Tasca si dimostrarono non solo valorosi e decisi, ma anche disciplinati e resistenti alle fatiche imposte dalla guerra.

7. - Comandante ed organizzatore militare (1861-1866).
L'incontro di Teano fu la felice conclusione della « Spedizione dei Mille ».
Vittore Tasca il 10 dicembre diede le dimissioni da ufficiale dei volontari garibaldini e ritornò a Bergamo. Potrà sembrare strano che Vittore, pur dopo la dimostrazione delle sue innegabili qualità militari, non continuasse nell'esercito regio come ufficiale, nonostante ne avesse la possibilità. Ciò infatti era stato offerto ai garibaldini e l'altro subalterno dell'8ª Compagnia all'inizio della Spedizione, Luigi Enrico Dall'Ovo , anch'egli bergamasco, divenne ufficiale effettivo dell'esercito regio e, più tardi». raggiunse il grado di generale. Vittore probabilmente rinunciò a questa possibilità, in quanto difficilmente sarebbe stato capace di vivere nell'esercito durante i periodi di pace. Egli infatti amava la vita militare, ma solo in reparti formati da volontari. Si sentiva a suo agio solo con soldati che, per l'imperiosa voce dell'amor di Patria, si fossero distolti dalle normali occupazioni per creare, sui campi di battaglia, la nuova epopea d'Italia.
Vittore Tasca, ritornato a Bergamo, sentì di porre, a favore della sua Patria e della sua città, il suo entusiasmo e le sue capacità di organizzatore. I ricordi delle sofferenze patite durante la dominazione straniera, delle grandi gioie provate nell'istillare ai giovani l'amore per la libertà e l'indipendenza, delle valorose gesta compiute e fatte compiere dai suoi soldati, lo portarono a interessarsi di un'istituzione che aveva il nobile fine di garantire, per l'avvenire, la sicurezza e la pace nell'indipendenza politica.
Questa istituzione era la Guardia Nazionale. Dapprima Vittore fu il vice-comandante della Legione di Bergamo della Guardia Nazionale; in seguito, quando Gabriele Camozzi lasciò il comando della Legione poiché era entrato a far parie del Parlamento nazionale, Vittore Tasca lo sostituì con il grado di colonnello comandante. Anche qui le sue qualità di organizzatore si rivelarono subito, tanto è vero che, sotto il suo comando, la Guardia Nazionale visse a Bergamo i suoi periodi di maggiore efficienza.
Il colonnello Tasca avrebbe voluto sempre più organizzata ed addestrata la Legione, ma purtroppo non era sempre seguito con Io stesso entusiasmo dagli ufficiali e dai militi. Essi forse non brillavano sempre per aspetto marziale, come avrebbe voluto il loro comandante. Un giorno l'avvocato Pietro Patirani (1), era il dicembre del 1861, osò definire la Legione « Guardia del Papa ». Vittore reagì subito e con grande energia. Una regolare sfida a duello venne fermata dalla presentazione, da parte dell'avv. Patirani, di una lettera di scuse che venne pubblicata dalla stampa.
Il 4 giugno 1862, in seguito ai fatti di Sarnico, Vittore Tasca diede le dimissioni da colonnello comandante della Legione. Il Sindaco di Bergamo, Gian Battista Camozzi Verteva, cercò di convincerlo a ritirar le dimissioni, ma, nonostante l'amicizia che legava i due. Vittore fu irremovibile.
Solo dopo un anno e mezzo, quando si accorse che senza di lui la Legione di Bergamo aveva perso molto della sua efficienza, il Tasca (verso la fine del 1863) riprese il comando della Guardia Nazionale. Questo comando gli fu affidato di nuovo per volere unanime degli ufficiali e dei militi della Legione. Egli accettò l'incarico per tre ragioni ben individua-
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(1) Da: « Notizie Patrie » (Calendario Bergamasco), anno 1862. 246
bili: l'amore per l'organizzazione, il desiderio di rendersi utile alla città e alla Patria, la soddisfazione di essere stato invitato con voto unanime di tutti i componenti la Legione.
L'attività di Vittore Tasca, a beneficio della Guardia Nazionale, non si limitò alla sua organizzazione e all'addestramento dei suoi componenti, ma si indirizzò anche ad altre iniziative che potessero migliorare la preparazione militare degli ufficiali e dei militi, anche al di fuori del normale addestramento. La prima di queste iniziative fu la Società del Tiro a Segno, che nella provincia di Bergamo fu da lui voluta e guidata nei suoi primi tempi di attività. Nell'esercitarsi al tiro al bersaglio, non si partecipava solo ad un piacevole svago, ma si raggiungeva una maggiore dimestichezza con le armi. Nei poligoni di tiro, quasi senza rendersene conto, i partecipanti si preparavano ad essere dei buoni soldati, pronti a rispondere ad eventuali chiamate della Patria. In quegli anni circa un terzo d'Italia non era ancora entrata a far parte del Regno Sabaudo. Per gli ufficiali della Guardia Nazionale, organizzò un'ottima scuola di scherma. In queste attività e nelle altre che gli erano consuete sin dalla prima giovinezza, Vittore Tasca trascorse gli anni che separarono la conquista delle Due Sicilie dallo scoppio della terza Guerra d'Indipendenza.
La nuova chiamata della Patria, decisa ad affrontare un ulteriore passo verso la sua unità, trovò Vittore Tasca pronto. Egli rientrò a far parte delle truppe garibaldine, che allora formarono un Corpo di Volontari costituito da 10 reggimenti e da alcuni altri reparti minori. Riprese il grado di maggiore, con cui si era dimesso poco più di cinque anni prima.
Ebbe il comando di un battaglione dell'8° Reggimento. Il giorno 13 settembre divenne tenente colonnello. Giuseppe Garibaldi , in una lettera dello stesso settembre, dichiarò esplicitamente che l'avrebbe visto volentieri al comando di un reggimento. E colonnello comandante di un reggimento lo sarebbe diventato, se la conclusione della terza Guerra d'Indipendenza non fosse stata tanto rapida e così poco brillante per l'esercito italiano. Alla fine di settembre Vittore Tasca rientrò a Bergamo e fu accolto con grande entusiasmo dagli ufficiali della Guardia Nazionale. La partecipazione del Tasca alla terza Guerra d'Indipendenza non fu coronata da successi di carattere militare.
Giuseppe Garibaldi , con il suo Corpo di Volontari, non potè combattere che battaglie di scarsa importanza. E neppure a queste battaglie (Condino, Monte Suello, Bezzecca) Vittore, con il suo battaglione, partecipò.
Il ritorno a Bergamo, dopo la conclusione della guerra, segnò la fine dell'attività militare del Tasca. La sconfitta dell'Austria, ad opera della Prussia, aveva segnato un grave smacco per l'Impero Asburgico che ormai non rappresentava più una grave minaccia per le terre entrate a far parte del Regno d'Italia. In conseguenza di ciò la Guardia Nazionale perse molto della sua importanza.
Anche per il Tasca questa non rappresentava più un campo per svolgere un'alta missione per la tutela e la sicurezza della Patria.
Dopo questo rientro. Vittore Tasca, pur conservando grande venerazione ed amicizia per Giuseppe Garibaldi , non partecipò alle successive spedizioni garibaldine (come pure era stato assente anche in alcune delle precedenti).
Parecchie potrebbero essere le cause di queste mancate partecipazioni, ma forse la più probabileè da ritenersi la seguente: Vittore non voleva che tentativi rivoluzionari si trasformassero in gravi attentati all'ordine pubblico e all'unità nazionale. Nella Spedizione dei Mille e nella terza Guerra d'Indipendenza la partecipazione garibaldina era stata di grande efficacia e aveva coinciso completamente con gli interessi del giovane Stato italiano. Altri tentativi garibaldini, invece, pur essendo lodevolissimi nelle intenzioni, portarono dei turbamenti allo svolgimento della vita politica e diplomatica del Regno d'Italia. Vittore Tasca certamente si era reso conto di ciò.

8. - Gli ultimi venticinque anni di vita.
Cessate le vicende militari, Vittore Tasca mise ancora la sua attività a beneficio della Patria e, in modo particolare, della sua provincia. Questo suo contributo era, di necessità, assai diverso dai precedenti. Ma anche in questi nuovi campi d'azione il Tasca seppe sempre comportarsi con grande onestà e senza la spinta di ambizioni personali. Dato il suo carattere schivo, è più difficile avere notizie precise di tutto quanto egli compì nei venticinque anni di vita che trascorse dopo la terza Guerra d'Indipendenza. La sua partecipazione alla vita bergamasca e nazionale si può suddividere in tre diverse attività: amministrazione pubblica, rappresentanza politica nel Parlamento nazionale, tutela dello spirito e delle tradizioni garibaldine.
Anche se questi tre campi di attività spesso lo impegnarono contemporaneamente, tuttavia è opportuno esaminarli singolarmente, per meglio avvicinare e rievocare la figura di Vittore Tasca.
La stima e le simpatie, che il Tasca aveva conquistate con le benemerenze patriottiche ed il carattere, lo portarono ad occupare, per vent'anni circa (dal 1860 in avanti), uno dei seggi del Consiglio Comunale di Bergamo. Partecipò molto assiduamente alle varie sedute consiliari, ma solo per periodi brevissimi ebbe incarichi di maggior onore nell'amministrazione (non fu mai ne Sindaco ne Assessore effettivo, ma solo Assessore supplente per brevi periodi).
Nel Consiglio Comunale (1) si preoccupò soprattutto di problemi riguardanti Io spirito patriottico e l'arte (in modo particolare la pittura e la musica). Lo vediamo infatti interessarsi attivamente
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(1) Per quanto riguarda
l'attività di amministratore comunale vedansi: Atti del Consiglio Comunale di Bergamo.
delle vicende dell'Accademia Carrara, della Galleria Lochis e di altre istituzioni sorte ad incremento ed a tutela dell'arte.
Quando si costituì a Bergamo un Comitato cittadino per onorare la memoria di Gaetano Donizetti (1) e di Simone Mayr, in occasione del trasporto delle loro salme dal cimitero di Valtesse alla Basilica di Santa Maria Maggiore, egli ne fu uno dei componenti. Il Comitato lo ebbe fra i più attivi suoi mèmbri, dapprima come Vice-Presidente e poi come Presidente. In questa sua partecipazione dimostrò, in modo molto chiaro, le sue grandi doti di organizzatore e di animatore.
Nell'aprile del 1875 il Comitato, eletto da alcune settimane, non aveva ancora iniziato, praticamente, la sua attività. Si era dato perciò motivo a mormorazioni da parte dei soliti pessimisti, pronti a disperarsi (a parole) per la brutta figura, cui sarebbe stata esposta la città in caso di fallimento dell'iniziativa. Nel settembre dello steso anno, grazie all'intensa  attività del Comitato, che aveva saputo suscitare vivissimo interessamento in città, si svolsero le onoranze nel migliore dei modi. Per sopperire alle spese l'Amministrazione comunale offrì L. 12.000, l'Amministrazione Provinciale L. 10.000, la Congregazione di Carità L. 800, la Camera di Commercio L. 1.000. La cittadinanza aderì con molta generosità, offrendo oltre 16.000 lire (questa somma, rapportata al valore della moneta del 1960, supera i 12 milioni).
Anche lo svolgimento delle varie manifestazioni, in onore dei due musicisti, dimostrò le capacità organizzative di Vittore Tasca che diresse e coordinò i lavori delle varie sottocommissioni. Anche nella parte amministrativa il Comitato mostrò il suo buon funzionamento. Il bilancio consuntivo, presentato pochi giorni dopo il termine delle manifestazioni, presentava oltre 50.000 lire di entrate e un avanzo di poco superiore alle 1.000 lire.
Per tre volte (2) Vittore Tasca entrò a far parte della Camera dei Deputati, nella 11ª, nella 16ª e nella 17ª Legislatura. Nel gennaio 1871 fu eletto per la prima volta come candidato dell'opposizione democratica. Nella Legislatura successiva rimase soccombente, nello scrutinio di ballottaggio, di fronte a Francesco Cedrelli.
Questo insuccesso l'aveva convinto a non più presentarsi come candidato, ma verso la fine del 1876, quando l'Associazione Progressista di Bergamo lo scelse come suo rappresentante, non se la sentì di rifiutare. Egli era perciò diventato uno degli esponenti
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(1) Il lavoro, compiuto dal Comitato Cittadino per onorare Gaetano Donizetti e Simone Mayr, risulta dalla « Gazzetta Provinciale di Bergamo » (parecchi numeri dall'aprile al settembre del 1875) e da « Notizie Patrie » (anno 1876).
(2) Le vicende elettorali e l'attività parlamentare di Vittore Tasca risultano da « Notizie Patrie » (anni 1873, 1877, 1878, 1891, 1892); dalla « Gazzetta Provinciale» (di particolare interesse i numeri del novembre 1876); dal discorso pronunciato, in occasione della morte di Vittore, alla Camera dei Deputati dal Presidente on. Giuseppe Biancheri. Vedasi pure: TELESFORO SARTI: Il Parlamento Subalpino e Nazionale, Tipografia Editrice dell'Industria, Terni, 1890.
della « sinistra », che da pochi mesi aveva ottenuto la responsabilità del Governo. L'elezione nel Collegio elettorale di Bergamo ebbe uno svolgimento drammatico. Dopo il primo scrutinio Vittore Tasca sopravanzava, di circa il 20 per cento dei voti, il suo competitore Francesco Cedrelli (candidato dei liberali moderati). Il numero dei voti non era però tale da permettere l'elezione al primo scrutinio, era perciò necessaria la votazione di ballottaggio, che doveva svolgersi la domenica successiva a quella del primo scrutinio.
Tre giorni prima dello svolgimento del ballottaggio Francesco Cedrelli improvvisamente decedeva. Il
Tasca, conosciuta la notizia, ritirò la propria candidatura (anche se la sua elezione appariva ormai sicura), esprimendosi così in una lettera pubblicata dai giornali: « Davanti a questo lutto cittadino non trovo che una scelta : quella del mio cuore e della mia dignità, che mi impongono di ritirarmi da una lotta che sarebbe troppo dolorosamente ineguale ».
Pochi mesi dopo si svolse reiezione suppletiva nel Collegio di Bergamo. Vittore ebbe come suo competitore un grande personaggio della politica italiana d'allora: Silvio Spaventa. Eppure, nonostante ciò, il Tasca rimase soccombente per un limitato numero di voti. Solo dopo quasi quindici anni, quando Silvio Spaventa divenne Senatore, Vittore Tasca fu rieletto, ma ormai la 16ª Legislatura era vicina al suo termine.
Nell'elezione successiva venne riconfermato Deputato come uno dei rappresentanti del Collegio di Bergamo. Si era avuto, per la 17ª Legislatura, un allargamento dei Collegi e l'elezione di più Deputati per ciascuno di essi. In precedenza invece il Collegio era uninominale.
Vittore Tasca partecipò con grande assiduita ai lavori parlamentari. Anche se non ricoprì incarichi politici o governativi, prestò un'opera assai utile ed apprezzata in varie Commissioni parlamentari. Quando lo colse la morte, dopo breve malattia, era da poco rientrato da Roma.
Vittore Tasca nulla lasciò che si riferisse alla sua vita sentimentale. Non si sposò e non risulta che vi siano state nella sua esistenza grandi o piccole vicende amorose. Nella villa di Brembate Sotto, dove trascorse gran parte del suo tempo libero, specialmente durante gli ultimi anni della sua vita, rievocò, attraverso monumenti e cimeli vari, le più belle vicende della sua esistenza, quelle cioè che lo videro combattente per la Patria a fianco di Giuseppe Garibaldi . Tre anni dopo la morte di
Garibaldi , fu innalzato a Bergamo un monumento in onore del « Duce dei Mille ». Per innalzare questo ricordo marmoreo fu costituito un Comitato, la cui presidenza fu affidata a Vittore.
Come era stato fatto dieci anni prima in onore di Donizetti e di Mayr, il Comitato lavorò con grande entusiasmo e seppe provvedere anche ai più minuti particolari. L'inaugurazione del monumento fu accompagnata da manifestazioni patriottiche e da feste di carattere popolare. Più volte Vittore commemorò in pubblico, con profonda devozione e con animo commosso, la figura e le imprese di Giuseppe Garibaldi .
Purtroppo le sue fatiche, impiegate per la tutela delle tradizioni garibaldine, in gran parte furono spese inutilmente. Il Museo che, in onore di Garibaldi e dei suoi volontari, era stato costituito nella villa di Brembate Sotto, ebbe breve durata. La villa cambiò più volte proprietari e quanto era stato raccolto con grande cura andò disperso.
La mattina del 21 aprile del 1891, a Brembate Sotto, morì Vittore Tasca munito (1) dei conforti religiosi. Egli infatti, contrariamente a molti altri garibaldini, non si allontanò dalla religione cattolica. I suoi funerali riuscirono imponenti.
Prima di concludere queste pagine è utile insistere ancora su quanto riguarda il carattere e la personalità di Vittore Tasca.
Egli era rude e burbero, ma generoso e profondamente onesto.
Era privo di ogni forma di ambizione.
Ebbe, durante la sua vita e a riconoscimento delle sue benemerenze militari, varie distinzioni di grande valore come il titolo di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia (il successivo grado di cavaliere ufficiale dello stesso Ordine venne da lui rifiutato nel 1867, come fu fatto anche da altri garibaldini) e dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Non da documenti, ma dalle parole di una gentildonna, che bambina conobbe Vittore Tasca, ormai agli ultimi anni della sua esistenza, ho avuto modo di conoscere altri aspetti del suo carattere.
Egli era molto affezionato ai bambini, con i quali sapeva essere molto paziente e comprensivo. La sua grande passione per la musica lo portava ad organizzare, nella sua villa, veri e propri concerti con musicisti che egli erano amici. A Brembate era spettacolo consueto vedere gli appassionati musicisti percorrere le vie del paese, trasportando a grande fatica un pianoforte, indispensabile per i loro concerti e che veniva loro prestato. Il pianoforte era portato nella villa Tasca, dove si svolgevano i concerti. Nonostante il carattere burbero. Vittore amava scherzare con gli amici. Uno di questi, milanese, aveva a Brembate Sotto una villa, cui era assai affezionato. Questi, durante un inverno, si vide recapitare a Milano un'imposta di una finestra della sua villa di campagna. Lo speditore, Vittore Tasca, faceva presente che l'imposta aveva subito un piccolo danno, ma che se... non si fosse provveduto in tempo, il guaio poteva diventare maggiore. Cosi Vittore Tasca bonariamente amava scherzare.
A conclusione di quanto si è detto, si può affermare che Vittore Tasca, attraverso il suo amore per la Patria, le sue benemerenze militari, la sua sensibilità artistica, il suo senso di solidarietà, ben sintetizza le doti di coloro che portarono a conclusione il Risorgimento, con la lotta per l'indipendenza e l'unità d’Italla.

PIETRO RAFFAELLI

(1) Ciò risulta dalla breve biografia, inclusa nel già ricordato Brembate e il suo Santuario di San Vittore.
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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 25/Apr/2004 alle 12:38 Etichettato con ICRA
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