OSSERVATORIO
*** Ferrara e l'Altrove ***
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GALLERIA LETTERARIA E CULTURALE UNGHERESE
Lirica
ungherese |
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Kisfaludy Sándor (1772 – 1844) A KESERGŐ SZERELEM 172.
dal Téged látlak az egeknek Ady Endre
(1877-1919) FÉLIG CSÓKOLT CSÓK
Egy félig csókolt csóknak a tüze Sírva szaladunk Hányszor megállunk. Összeborulunk. Bevégzett csókkal lennénk szívesen Ady
Endre (1877-1919) ŐRIZEM SZEMED Már vénülő kezemmel Világok pusztulásán Már vénülő kezemmel Nem tudom, miért, meddig |
Sándor Kisfaludy (1772
– 1844) L'AMOR TRISTE Nell’alto
lindo azzurro Di
luogo a ogni versante, Traduzione © di
Mario De Bartolomeis Endre Ady (1877-1919) UN
BACIO DATO A METŔ Il fuoco d'un bacio
dato a metŕ Davanti a noi divampa. Fredda č la sera.
Talora corriamo. Piangendo corriamo E non arriviamo. Quante volte ci fermiamo. C'abbracciamo. Ardiamo e tremiamo. Mi respingi da te: le mie labbra son tutto sangue, Le tue labbra son tutto sangue. Nemmeno oggi avremo le nostre nozze. Saremmo col piacere di baci ultimati Dei morti placati,
Ma quel bacio ci occorre, ma quel fuoco ci chiama, E diciamo tristemente: Domani. Allora, domani. Endre Ady (1877-1919) VEGLIO I TUOI OCCHI Giŕ con le mani di un anziano Nelle mie prendo la tua mano, Giŕ con i miei occhi da vecchio I tuoi occhi li tengo d'occhio. Attraverso i mondi in caduta Come un'antica bestia inseguita Dall'orrore da te sono arrivato Ed attendo assieme a te spaventato. Giŕ con le mani di un anziano Nelle mie prendo la tua mano, Giŕ con i miei occhi da vecchio I tuoi occhi li tengo d'occhio. Non so perché, fino a quando Ancora per te perdurerň, Afferro la tua mano perň Ed i tuoi occhi li sto vegliando. Traduzioni © di Melinda Tamás-Tarr |
Prosa ungherese
Éva Janikovszky (1925-2003)
- Frammenti (4) -
La Bori alla fiera ha perso gli occhiali da
sole, la zia Juliska ha perso me, mentre lo zio Joska ha perso la scommessa,
visto che ha fatto una scommessa con mio papŕ: se badano loro a me non mi
succederŕ sicuramente niente.
Bori ha preso quattro in matematica e ha detto
“sě, perché qui da noi non c’č spazio e non si puň studiare bene”.
Secondo me la Bori ha ragione perché da noi
veramente non c’č spazio e qui non si puň studiare bene. Altrimenti neanch’io
avrei preso quattro in scrittura. Dopodiché mio papŕ ha detto che se il
problema č soltanto questo, lui lo risolverŕ e dalla nostra stanza butterŕ via
tutte quelle robe inutili per avere spazio sufficiente per studiare e per non
dover piů prendere dei quattro.
Io ho detto al papŕ che per prima butti via le
cartoline e le foto degli attori, mentre la Bori gli ha detto che č meglio
buttare via le mie scatolette di fiammiferi e i miei ippocastani.
La mamma ha detto al papŕ che secondo lei
queste macchinette da spingere ormai sono superflue, come anche il tavolo del
calcetto occupa troppo spazio.
Il papŕ ha detto alla mamma che č veramente
ridicolo continuare a custodire le bambole e tutte queste pentoline.
Ma la mamma non ha lasciato buttare via le
bambole perché la Panni una volta era sua, e ha buttato via solo il calcetto
che purtroppo non č mai stato di mio papŕ, perché a lui non č rimasto nessun
giocatolo.
Da allora papŕ mi ha giŕ fatto un altro
calcetto che č piů grande di quello di prima, e io ho preso due dieci in canto,
visto che per quello non c’č bisogno di tanto spazio.
Quando la sera mamma e papŕ non guardano la
tivů parlano sempre del futuro di Bori che non si č ancora deciso.
E pensare che io non andavo ancora a scuola
quando loro avevano giŕ detto a Bori di stare attenta perché ora si decideva
sul suo futuro, e io la compativo, poverina, perché sapevo giŕ quanto brutto č
quando si decide qualcosa.
E si vede che lo sa anche Bori, quindi sta
tanto attenta che il suo futuro non sia deciso, e cosě intanto papŕ continua a
comprarle libri e a chiederle se sono interessanti, vero? E la mamma la iscrive
dappertutto e le chiede se le piace frequentare quei posti, vero?
E se Bori non fa altro che stringersi nelle
spalle, allora riceve un violino e le scarpe da ginnastica e i fogli da disegno
e un mappamondo e un kit di compassi, perché cosě potrebbe venirle in mente
cosa le interessa di piů.
Io so sempre cosa m’interessa di piů, ma il problema
č che io non riceverň né pallone da calcio né auto né canna da pesca, perché io
non sono stato cosě attento come la Bori e ho detto giŕ l’anno scorso che avrei
voluto diventare un indiano.
Papŕ mi ha detto che sono ormai un ragazzo
abbastanza grande per portare a passeggiare Pacitaci al pomeriggio.
Č vero che per questo ormai sono abbastanza
grande e cosě l’ho anche portato giů tre volte, ma la quarta volta č arrivato
Gábor e non mi invidiava affatto di dover portare a spasso Pacitaci, per cui č andato
al parco giochi sull’altalena.
Allora ho pensato che Pacitaci era giŕ
abbastanza grande per poter andare a spasso da solo, e sono andato anch’io al
parco giochi sull’altalena.
Poi ho anche fatto un fischio a Pacitaci, ma
si vede che qualcuno l’aveva dirottato perché non si č fatto vivo per niente e
allora mi sono messo a piangere, perché finora, al di fuori di lui, a me hanno
affidato soltanto una chiave di casa e se adesso non si trova neanche Pacitaci
potrei proprio dare l’impressione di non avergli badato.
E stavo ancora piangendo quando la Bori, a cui
io ero affidato, finalmente mi ha trovato, perché si vede che nel frattempo
hanno finito la trasmissione delle canzoni.
Móra Ferenc Könyvkiadó, Budapest, 1998
© Janikovszky Éva
- Tavagnacco (Ud) -
Melinda Tamás-Tarr — Ferrara
FIABA
DELLA SERA: LEGGENDE POPOLARI UNGHERESI…
IL CERVO MIRACOLOSO
Successe
una volta che i fratelli Hunor e Magyar, durante la caccia, vagarono lontano ed
arrivarono nella palude del Mar Meotide. Improvvisamente un cervo si presentň
davanti a loro e subito lo inseguirono per catturarlo.
Che magnifico esemplare era! Una femmina
meravigliosa che correva veloce come un lampo. Infatti sparě in un attimo.
Hunor e Magyar la cercarono ma senza alcun risultato.
Sembrň un sogno:
mai avevano visto un cervo cosě splendido: il suo trofeo era come una corona
d’oro che splendeva ai raggi solari; mentre i fratelli, lo guardavano furono
quasi accecati.
« Ssss!… ascolta! Che cosa č questa
dolce musica?» chiesero in coro l’uno all’altro.
Non era nient’altro che il suono della
corona di questa miracolosa bestia: sfuggendo dalla trappola dei fratelli essa
si era scontrata con i rami degli alberi e cespugli.
«Eccola!» gridň Hunor al fratello.
«Catturiamola!» reagě Magyar.
Ma il cervo miracoloso fu piů veloce di
loro e scomparve definitivamente. Hunor e Magyar mentre la cercavano,
esplorarono un nuovo territorio ricco di tanti doni naturali: adatto proprio
per alimentare i loro animali. Decisero di ritornare su questa terra per
vivere. Dopo la ricerca inutile del cervo, ritornarono esausti a casa e
chiesero permesso al loro anziano padre di trasferirsi nella zona del Mar
Meotide appena scoperta.
Avendo il consenso
del vecchio, i fratelli insieme con il loro bestiame vi si trasferirono. Che
paradiso era questa zona! Era ricca di erbe, alberi, uccelli, animali
selvatici, pesci. Qui vissero tranquillamente, nessuno poté disturbarli anche
perché entrare ed uscire da qui non era facile. La provincia di Meotide
confinava con la Persia. Hunor e Magyar vissero qui in pace per cinque anni.
Al sesto anno si prepararono e si
trasferirono in altre zone. Strada facendo nelle steppe per puro caso trovarono
in vicinanza dell’accampamento dei figli incustoditi del re Belár e le loro mogli. Si stava svolgendo una
grande festa: la festa del corno, e queste donne danzavano al ritmo della
musica. La festa fině con la forza: gli uomini di Hunor e Magyar le
catturarono. Tra i figli delle donne rapinate vi erano anche le due femmine piů
belle, le figlie di Dula, sovrano degli Alani. Dopo il loro rapimento Hunor
prese per moglie l’una, Magyar l’altra e da quest’unione nacquero i discendenti
dei due popoli fraterni: gli Unni ed i Magiari…
* Versione riveduta, quella precedente giŕ pubblicata nel
volume: «Da padre a figlio» di Melinda Tamás-Tarr Bonani, C.Q.L.N., Ferrara,
1997 (manoscritto).
Elaborazione italiana © di Melinda
Tamás-Tarr
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http://xoomer.virgilio.it/bellelettere1/Tradurre41-42.htm
http://xoomer.virgilio.it/bellelettere1/auguri.htm
http://xoomer.virgilio.it/bellelettere1/karacsony-natale.htm
http://xoomer.virgilio.it/bellelettere1/Tradurre39-40.htm
http://xoomer.virgilio.it/bellelettere1/galleria39-40.htm
http://xoomer.virgilio.it/bellelettere1/Tradurre-tradire37-38.htm
http:/xoomer.virgilio.it/bellelettere1/Tradurre-tradire35-36.htm
http://digilander.libero.it/rivistaletteraria/indicenn31-32.htm
http://digilander.libero.it/osservletterdgl1/gallettung29-30.htm
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