Il Carnevale a Scampia

 

i manifesti del carnevale..

le immagini

 

Il primo Carnevale a Scampia fu organizzato nel 1983 dall’associazione GRIDAS, che poi ha continuato, collaborando con le scuole e con altre associazioni del quartiere, ad organizzarlo fino ad oggi.

 

Ogni anno il Carnevale, diverso da quello dell’anno precedente, è caratterizzato da un tema sociale che è diverso anno per anno.

L’idea del carnevale nacque, come Felice stesso ci dice, come reazione ad una sorta di privatizzazione della festa del carnevale da parte di un’associazione privata che utilizzava ogni anno la palestra di una scuola elementare, nella quale si faceva “una festa di carnevale con concorso a premi per il vestito più bello, rivelando una mentalità consumistica e un disprezzo offensivo per la povertà di chi non poteva spendere per il vestito di carnevale”[1].

Allora il Gridas decise di restituire al carnevale "il suo senso di festa popolare di strada, di recuperarne le molteplici implicazioni e di usare le maschere per dire qualcosa, al di fuori delle mode imposte dalle programmazioni televisive (cartoni animati giapponesi, robot vari, ecc.), per lanciare uno sguardo sulla realtà quotidiana, mutevole anno per anno e recuperare il diritto di critica”[2].

Il Gridas decise quindi, affinché il discorso non rimanesse chiuso all’interno della scuola e noto solo a chi lavorava o studiava in quella, di dare vita ad un corteo per le strade. L’idea del corteo quindi aggiunse ulteriori motivazioni: in primis la possibilità di portare nel territorio di Scampia i prodotti dei laboratori creativi impegnati nella realizzazione di maschere e di strutture grazie al lavoro di operatori, insieme ai bambini del quartiere stesso. Doveva essere una sorta di “mostra ambulante” che quindi superava l’idea di una mostra effettuata in un luogo chiuso (quale poteva essere la scuola stessa), che comportava comunque il bisogno di spostarsi per andarla a vedere; “una mostra ambulante, quale è appunto un corteo”[3], invece è un qualcosa che entra prepotentemente in un territorio, e “nel quale tutti possano vedere che cosa si è prodotto nella scuola e si possa verificare se si è riusciti ad esprimersi compiutamente, a comunicare con efficacia”[4].

In secondo luogo rappresentava la possibilità di far festa per le strade e negli spazi del quartiere, restituendoli almeno per un giorno ai bambini e a tutti coloro che volevano far festa: spazi e strade, che, in particolar modo a Scampia, essendo enormi, mettono ancor di più in risalto.

Dal 1983 ad oggi, quindi, ogni anno le strade di Scampia sono invase dal carnevale. In questa sezione potrete trovare alcune foto (poche, rispetto a tutto quello che di bello e di festoso ogni anno Scampia ha visto per le sue strade) del corteo e dei laboratori del carnevale, come esempio di ciò che può fare il lavoro di un operatore culturale quando lavora con i bambini, quando opera, quindi, nel sociale.


 

[1] Felice Pignataro, L’utopia per le strade, ed. OR.GRA.ME s.n.c., Napoli 1998

[2] ibidem

[3] ibidem

[4] ibidem