welcome to my page

Parte 2: caso di un autistico di 29 anni e un progetto per una ricerca.


Autore: Pierluigi Fortini
Data: 1 Gennaio 2004


Progetto di ricerca

a) La bromelina: potenzialita' delle sue applicazioni nel caso di sindrome autistica.

Da quanto si e' visto il quadro (ipotetico) della sindrome autistica si configura essenzialmente in una grave e genetica carenza di zolfo che, dalla carenza della metionina dovuta all' enzima, pyridoxal-5'-phosphato che porta a sua volta il livello dello zolfo ematico a livelli vicini al 20% di quello di un individuo normale, si ha pure una carenza altrettanto drammatica della cisteina e cosi' per tutti i composti che dipendono dal livello dello zolfo. Pertanto non e' azzardato pensare che nell' organismo di un autistco vi e' una infiammazione generale in tutti i tessuti e specialmente nel tessuto nervoso. Ora un potente antiinfiammatorio e' la bromelina le cui proprieta' sono riassunte nell' Appendice A. Oltre a cio' il DL della bromelina e' 10 grammi/kilogrammo di peso cioe' significa che questa sostanza e' completamente innocua perfino a dosi estremamente alte. Entrambe queste proprieta' rendono questa sostanza adatta per fare esperimenti su individui autistici senza temere delle complicazioni per la loro salute. Dalla letteratura sulla bromelina segue che per alcuni individui si possono avere alcuni problemi con il coagulo del sangue; sara' pertanto consigliabile in questi casi tenere questi individui sotto controllo.

b) Effetti della bromelina su un uomo autistico di 29 anni.

Un uomo autistico di 29 anni, per una serie di coincidenze fortuite, lo si e' trovato contemporaneamente a sperimentare sia la dieta di Reichelt che ad ingerire 2 grammi/al giorno di bromelina e questa situazione si e' protratta per 7 mesi (almeno fino ad ora...). Dobbiamo aggiungere a quanto detto sopra le seguenti precisazioni:

1) La dieta di Reichelt fu seguita per 12 anni e non solo per i 7 mesi.

2) in questo periodo di 7 mesi non si e' mai verificato nessuno dei problemi di cui si e' parlato al paragrafo precedente.

3) la quantita' di bromelina (cioe' 2 grammi/al giorno) NON e' stata impiegata come enzima digestivo perche' questa dose sarebbe stata eccessiva: si pensi che la dose ingerita come enzima digestivo non deve superare i 250 mg/al giorno. La persona ha potuto ingerire questa dose cosi' elevata perche' la bromelina fu ingerita tra i pasti e cosi' non interferi' con i processi digestivi. Questa proprieta' e' comune a tutti gli enzimi (si veda ad esempio [1] ).

Se la bromelina viene data lontano dai pasti la stragrande maggioranza passa attraverso l' intestino e viene evacuata; solo circa il 20% e' assorbita direttamente nel sangue. Nel caso dell' autistico di 29 anni, solo 400 mg vengono assorbiti nel sangue e questa quantita' puo' agire come antiinfiammatoria (almeno cosi' pensiamo).

Ecco i principali risultati di 7 mesi in cui e' stata usata la bromelina:

R.1) Poiche' e' una proprieta' generale degli enzimi di essere assorbiti nel sangue, abbiamo tentato di vedere se la bromelina, quando non e' usata come enzima digestivo ma come enzima assorbito direttamente nel sangue, aveva qualche vantaggio per gli autistici. Siamo partiti con una pillola di 1/2 grammo al giorno e poi, crescendo gradualmente la dose, andammo avanti finche' l' effetto dell' ingestione di bromelina si manifesto' come un sonno ininterrotto di 8 ore: questo livello fu raggiunto appunto quando si arrivo' a 2 grammi/al giorno. Questo risultato e' rimasto invariato per tutte le notti fino ad ora (eccezion fatta di casi particolari che consideremo in R.3).

R.2) Oltre al sonno si raggiunse una situazione di calma sia di notte che di giorno. Per questo motivo siamo arrivati alla conclusione che l' autismo non e' una malattia psichiatrica che puo' essere trattata con neurolettici, Prozac, Risperidal eccetera, ma semplicemente per mezzo della bromelina: infatti la malattia autistica, che fino ad oggi e' stato aggredita con psicofarmaci, in realta' non e' una malattia siffatta ma e' dovuta ad una specie di infiammazione di cui abbiamo gia' parlato. L' autismo non e' una malattia psichiatrica quindi ma una malattia genetica che appare come una condizione infiammatoria che puo' essere alleviata (non curata!) per mezzo della bromelina o composti di tal fatta (ad esempio papaina, ficina etc. NON usate come enzimi digestivi).

R.3) Un altro risultato importante e' che la dieta di Reichelt non puo' essere interrotta in ogni caso. Infatti, prima dell' uso della bromelina, se un autistico avesse ingerito un po' di formaggio, la condizione risultante di agitazione ed insonnia poteva rinormalizzarsi solo dopo 10 giorni. Se questa situazione si ripete, dopo l' uso della bromelina, abbiamo verificato che il periodo di "crisi da formaggio" e' diminuito da 10 giorni ad 1-2 giorni purche' la dose sia innalzata da 2 grammi/al giono a 4 grammi/al giorno. Pertanto non e' possibile smetterla con la dieta di Reichelt in ogni caso.

Tutti questi risultati sono estremamente interessanti ma sfortunatamente conosciamo le reazioni di una sola persona; pertanto e' necessario estederli ad altre persone autistiche per essere sicuri di questi risultati. Non dobbiamo dimenticare che il campo della ricerca sull' autismo e' molto infido; infatti basta ricordare che tutti i risultati ottenuti fino ad oggi non hanno avuto la convalida da tests clinici ripetuti, perfino l' azione di psicofamaci si sono rivelati illusori.

c) La bromelina come fattore chelante.

Una importante implicazione di questa ricerca e' se la quantit\`a di metalli pesanti tende a diminuire: infatti se l' azione della bromelina agisce come un chelante (ricordiamo che la bromelina ha una struttura moto complicata, dipendendo essa da dove gli enzimi sono estratti o dal succo della pianta o dal fusto o perfino dalle radici) avremmo dimostrato che l' accumulo di metalli pesanti non e' genetico ma semplicemente dovuto alla debolezza del sistema di depurazione dell' organismo.

Condizioni di lavoro.

I soggetti da sottoporre alla nostra prova non necessariamente devono appartenere a fascie di eta' ben definite perche', se le ipotesi sono corrette, gli stessi sintomi devono manifestarsi a tutte le eta' e quindi i miglioramenti devono osservarsi ad ogni eta'.

Pensiamo che un periodo di almeno 6 mesi sia necessario per eliminare la possibilita' di effetti collaterali non prevedibili.

L' unica condizione su cui bisogna stare attenti e' che la persona autistica non sia sotto l' effetto di medicine usate nelle cure psichiatriche. Se questa e' la situazione, pensiamo che sia in ogni caso relativamente piu facile procedendo in questo modo: si aumenti la bromelina e contemporaneamente si abbassi la dose del neurolettico o simili.

Risultati aspettati:

a) Trovare conferma che la dieta di Reichelt non puo' essere abbandonata.

b) La bromelina agisce come una sostanza benefica a livello del sistema nervoso. In particolare ci attentiamo che le notti insonni e che impediscono agli altri di riposare spariscano.

c) a seconda dell' eta' del soggetto ci attendiamo progressi in campo psicologico e soprattutto nella capacita' di comunicare con gli altri.

d) ci aspettiamo che l' avvelenamento da metalli pesanti subisca una flessione dall' inizio della esperienza: in questo caso l' uso della bromelina funziona da rivelatore sulla intossicazione e permette di valutare se e in quale misura si puo' spingere la dose della bromelina verso piu' alti livelli e valutare cosi' qual' e' il limite di questo metodo disintossicante.

Nota aggiunta in bozze:

Non appena ebbi finito l' ultimo file che deve uscire su questo sito mi imbattei nella ricerca del Laboratorio di Neuroscienze - Universit\`a Campus Bio-Medico di Roma: esistono degli importabti addentellati tra i due approcci che richiedono uno studio dettagliato. Questi sono in breve i seguenti:

1) Entrambi i metodi a differenza dell' approccio di Reichelt partono da un punto di vista non basato sugli enzimi digestivi.

2) Non riuscendo a mettere in evidenza i due oligopeptidi la gente del Campus Bio-Medico ha provato di vedere se riuscivano ad identificare la proteina che conteneva entrambi i due oligopeptidi. La ricerca ha avuto successo: l' unica proteina contenenti entrambi gli oligopeptidi era la reelin. Per conoscere la storia di questa caccia si veda

http://members.tripod.com/~KindTree/KTreelinpage.html

3) In un lavoro successivo [2] (vedi

http://www.jbc.org/cgi/content/full/277/1/303

essi hanno trovato che questa proteina \`e una serina protease della matrice extracellulare. Con mia grande sorpresa mi accorsi che le serine protease appartengono alla stessa classe alla quale appartiene anche la bromelina (vedi

http://www.proteases.net/


Bibliografia

[1] Anthony J. Cichoke: ``The complete book of enzyme therapy" - Avery Penguin Putnam Inc. (1999).

[2] C.C. Quattrocchi, F. Wannenes, A. Persico, A. Ciafre', G. D' Arcangelo, M. Farace and F. Keller: Reelin is a serine protease of the extracellular matix - J.Biol.Chem. 277, 303-309 (2002)

For comments, questions or issues write to pierluigi.fortini@unife.it