Grigna Settentrionale
per la
“Via del Nevaio”

La Grigna Settentrionale è la più alta e cospicua vetta del Gruppo delle Grigne. È una montagna dai molteplici aspetti: dal versante sud orientale si presenta come un pendio erboso indefinitamente esteso , molto ripido e luogo di rovinose valanghe nel periodo invernale; dal versante occidentale si sfrangia in una serie di canali e costoloni e protende verso il Lario l'importante contrafforte del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, dove si trovano pareti calcaree di grande interesse alpinistico, nonostante la quota inferiore ai 2000 m; dal lato nord la Cresta di Piancaformia e la cresta verso il Pizzo della Pieve racchiudono una distesa di gande, costoloni rocciosi e valloncelli, dove si manifestano numerosi fenomeni carsici. Questo versante in inverno non riceve la luce del sole per numerose settimane e si trasforma in un frigorifero naturale, tanto che in passato da alcune grotte si raccoglieva il ghiaccio da utilizzare per le ghiacciaie milanesi.

Questa peculiare condizione climatica dà a questo versante un aspetto più alpestre, caratterizzato da pini, abeti e larici, pascoli e più in alto spogli ghiaioni e pareti rocciose, non infestati dalla vegetazione, come accade ad esempio su altri versanti ed in alcune parti della Grignetta.

Fra questi valloncelli è racchiusa l'unica lingua di neve perenne (o quasi) delle Grigne: si tratta del Nevaio di Grigna, diviso in diverse chiazze, le più basse delle quali talvolta permangono a fine estate ad appena 1900 m di quota, in un circo ai piedi del Pizzo della Pieve.

Dal Nevaio sale anche una delle numerose vie normali alla vetta, leggermente più impegnativa ad esempio della "Via della Ganda", la vera normale da nord, ma certamente meno affollata anche nelle "ore di punta", nonostante si tratti di un percorso di carattere escursionistico.



Descrizione dell'itinerario


Dal piazzale (1400 m circa) al termine della strada che da Esino Lario sale e oltrepassa il rifugio Cainallo, si prende il sentiero segnalato per il rifugio Bogani, che raggiunge traversando alto la boscosa Valle dei Molini, con qualche saliscendi, tralasciando il bivio per il rifugio Bietti e la Cresta di Piancaformia, e quindi risalendo il vallone fra boschi e pascoli. Dal rifugio si prende il sentiero principale verso la cima della Grigna ed al vicino bivio si prende a sinistra per la Via del Nevaio e il Passo Zapel. Si prosegue in un ameno valloncello con prati e alberi radi a saliscendi, avvicinandosi al passo e alla poderosa parete del Pizzo della Pieve. Giunti al passo, nei cui pressi si possono trovare le prime chiazze del Nevaio, si lascia a sinistra il canalone che scende verso il rifugio Riva e Baiedo e si prende a destra un sentiero segnalato con radi bolli e qualche ometto, che perdendosi più volte risale il vallone su pietraie, qualche breve tratto di roccette e la neve, che a fine stagione si ritira in zone non troppo ripide (ad inizio stagione con neve dura magari i ramponi fan comodo...). Al termine del nevaio più esteso si supera una fascia di roccette e quindi si piega a sinistra per sentiero su comoda cengia, che porta sulla cresta fra il Pizzo della Pieve e la cima. Per la cresta si salgono le ultime decine di metri di dislivello fino alla vetta e al rifugio Brioschi (2409 m, ore 3 con passo tranquillo, difficoltà EE, dislivello circa 1000 m).



Immagini della salita
18 settembre 2004


1) Il Legnone da poco sotto il rifugio Bogani

2) Il Pizzo della Pieve dal tratto compreso fra il rifugio Bogani e il passo Zapel

3) Il versante nord della Grigna

4) La parete del Pizzo della Pieve

5) Il Pizzo dei Tre Signori dal Passo Zapel

6) Risalita del vallone del Nevaio

7) Giunti in cresta, vista su Orobie e Disgrazia

8) La cima della Grigna Settentrionale

9) La Grigna Meridionale buca il mare di nuvole

10) Dalla cima il “retro” del Sasso Cavallo, nella foschia il Lario

11) Vista verso nord con la Cresta di Piancaformia in primo piano

12) La parete del Pizzo della Pieve nella luce pomeridiana

13) Fra passo Zapel e rifugio Bogani




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