Valle e Pale di San Lucano



Cosa dire di questo selvaggio angolo di Dolomiti?
Certo non che lo conosco bene. Proprio per questo affermo che ci tornerò.
Non posso far di più che consigliarvi una visita (magari fatelo in compagnia del vostro “chi so io”, se potete…): sarà il fascino del posto a convincervi che vale la pena di tornarci, molto più delle mie parole!
Il mio contatto con questa valle è recente. Dopo una decina d’anni di vacanze estive con la famiglia nelle Dolomiti, pensavo di conoscerne tutti i luoghi interessanti. Sapevo dal “verdone” del Touring Club dell’esistenza di quella zona sul retro delle Pale di San Martino, a due passi da Agordo, ma la poca fama turistica me ne aveva tenuto lontano. Un giorno mio padre mi ha regalato un volume dedicato alle Pale, scritto da un certo Luca Visentini, mai sentito prima, ed in esso scopro che, dietro al Cimon della Pala, alla Rosetta, alla Pala di San Martino, si nasconde un modo poco noto, ma veramente affascinante e di enorme interesse alpinistico. Anni dopo, inizio ad andare in montagna con degli amici, che, con mio stupore, scopro collaborare con l’autore del volume nella preparazione delle sue guide.
Mi trovo così in una serena notte d’estate a dormire con gli amici nella
Valle di San Lucano, ai piedi delle impressionanti pareti dell’Agner e delle Pale di San Lucano, senza ancora averle viste di giorno.
Mi ritrovo con gli amici nello stesso posto tre mesi dopo, al termine di una bella serata per i bar di Agordo, nel ponte dei Santi. Ci attende il giorno dopo la salita al Campanile della Besausega (che sarebbe poi “strega” nel dialetto locale).
Ancora all’alba, da Cencenighe (m 775) risaliamo a Pradimezzo, e poi, per il lungo bosco in veste autunnale, imprigionato nelle prime gelate, fino alla Casera d’Ambrosogn, in una valle abbastanza chiusa, se non fosse per la Marmolada che occhieggia dietro di noi. Da qui prendiamo il valloncello che ci porta alla
Forcella della Besausega (m 2180). Un mondo nuovo si apre davanti a noi: nella fresca luce del mattino di Novembre, la piana di Agordo ancora all’ombra delle montagne e le pareti impressionanti che scendono nei canaloni delle Pale di San Lucano. Si gira l’angolo, ed ancora orride pareti, la piatta sommità della II Pala, l’altissimo versante nord dell’Agner. Sfioriamo la sommità del Monte San Lucano (m 2409) e scendiamo verso la II Pala, circondati dall’ancor più selvaggio  dedalo di roccia della III Pala e dello Spiz di Lagunaz. Il Campanile della Besausega attende la scalata di Hombre e Giorgio, mentre la visione dall’alto del precipitoso canale che scende verso Taibon dal terrazzino dove siamo convince me, Paolo e il Luca a goderci la breve arrampicata altrui da qui. A Novembre le ombre si allungano senza avvertirti e torniamo in fretta per l’accidentato percorso fino alla forcella e poi tagliamo sulla I Pala al bivacco Bedin. Sono appena le 17.00, ma fuori è buio, cosa volete che si faccia? Iniziamo la cena, sotto gli occhi esterrefatti di tre veneti trovati sul posto, che dopo aver consumato i tipici surrogati energetici che vanno oggi, non credono ai loro occhi a vederci azzerare pastasciutta, fagioli, tonno, salumi, formaggi, acciughe sotto sale, bocce di rosso e, per finire, il panettone salvato poco prima da Hombre con una manovra di soccorso alpino!
Dopo una dormita di 12 ore filate nel bel bivacco, la mattina dopo torniamo a Cencenighe.

N.B.: dalla primavera 2004 è disponibile in libreria l'autentica bibbia di queste montagne, un libro eccezionale, che vale comunque la pena di avere sui propri scaffali. Si tratta della guida alpinistica PALE DI SAN LUCANO, compilata da Ettore De Biasio ed edita da Luca Visentini Editore. Buona lettura e buone ascensioni!



Descrizione dell'itinerario

Da Cencenighe Agordino (775 m) alla Malga d'Ambrosogn e quindi alla Forcella della Besausega (2130 m) sono quasi 1400 m di dislivello, che si fanno in 3.30-4 ore. Si può accorciare di un quarto d'ora portando la macchina fino a  Pradimezzo. Dalla forcella, per una visita tranquilla del gruppo, conviene pernottare al vicino bivacco Bedin (2210 m; 20 minuti quasi in piano, salendo a sinistra), magari ingannando l'attesa salendo le vicine vette che si alzano sopra il sentiero. Il giorno dopo la salita del Monte San Lucano (2409 m) può essere effettuata in circa 1.30 ore dal bivacco, con circa 300 m di dislivello, tornando alla forcella e risalendo sul versante opposto, per roccette di I grado e poi per terrazze erbose, quindi per una cresta erbosa e brevi roccette finali, il tutto seguendo deboli tracce di sentiero e segnavia sbiaditi. Dalla vetta si può visitare il pianoro della II Pala, come abbiamo fatto noi, scendere per la via di salita, oppure scendere con percorso alpinistico alla forcella di Gardes, da dove riportarsi alla Malga d'Ambrosogn oppure scendere a Col di Pra, sul fondo della Valle di San Lucano, ma non essendoci andato non posso ragguagliarvi.

Si tratta comunque di percorsi faticoso e per escursionisti esperti. Controllare bene le condizioni proprie e della montagna prima di intraprendere escursioni come queste, ed informarsi sulle difficoltà che si incontreranno!




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