Da Gressoney La Trinité al
Corno Bianco
per la cresta nord ovest (dal passo dell'Uomo Storto)


Il Corno Bianco è una montagna massiccia e voluminosa, la maggiore della catena spartiacque Sesia-Lys, il contrafforte del Monte Rosa al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta. Offre un panorama molto interessante, sia sugli orizzonti più vicini, sia su quelli più lontani, estesissimi.
Tutti gli itinerari che conducono alla vetta sono lunghi e faticosi per via degli ingenti dislivelli dal fondovalle, anche se il rifugio Carestia, costruito negli anni '90 in Val Vogna, fornisce ora un punto d'appoggio confortevole. La cima si trova in realtà a diverse centinaia di metri dallo spartiacque sul lato piemontese, pertanto l'accesso è più diretto dalla Valsesia, ma è possibile anche da Gressoney, attraverso itinerari inevitabilmente più complicati.
La via più diretta dalla valle del Lys si svolge per la cresta nord ovest, con traversata della Punta di Netscio. Spesso aerea, splendidamente isolata e selvaggia, la cresta appare lontana, molto più di quanto dicano le mappe, dalle file di alpinisti sui ghiacci del Monte Rosa o dalle ferrate “tarzaniane” di Gressoney. Si tratta di un itinerario lungo, quasi interamente oltre i 3000 m, di carattere alpinistico, calcato per la prima volta da E. Carr, J.H. Wicks e C. Wilson con Enrico Rey il 12 luglio del 1894. È da percorrere per buona parte in conserva e in alcuni tratti preferibilmente a tiri, su roccia generalmente solida, ma che comunque richiede attenzione, specie nel tratto finale. Presenti numerosi spuntoni e blocchi incastrati, utili per fare sicurezza.
È possibile raggiungere la cresta alla Punta di Netscio partendo dal bivacco Gastaldi, cosa che obbliga a portare con se i ramponi per l'accesso alla bocchetta di Netscio, oppure fin dall'inizio al passo dell'Uomo Storto, cosa che però suggerisce un bivacco “rustico” presso gli alpeggi di Netsch Flue o di Scherpia, come ho avuto la ventura di fare e come descriverò nel seguito. Si può raggiungere questa cresta anche da Alagna, appoggiandosi al bivacco Ravelli in Val d'Otro. In discesa sono possibili diverse combinazioni oltre a quella descritta, che riporta esattamente al punto di partenza, per le quali rimando alla bibliografia indicata.


Descrizione dell'itinerario

Avvicinamento
Difficoltà EE, dislivello 1200 m, orari come da relazione.
Da La Trinitè per sentiero come per il bivacco Gastaldi. Presso il pianoro con baite di Netsch Flue (ore 1.30) si devia a sx per il lago Gabiet. Attraversando il successivo Vallone Spissen lasciare il sentiero e risalirlo per magri pascoli e ghiaioni, toccando i laghi di Spissen, fino all'evidente sella del Passo dell'Uomo Storto (3 ore da Gressoney), dove appare il Monte Rosa illuminato dalle prime luci della giornata.

Cresta
Difficoltà AD-, dislivello 500 m, sviluppo 1600 m, orari come da relazione.
Si risale a destra fin sotto la sommità della Punta dell'Uomo Storto o direttamente per cresta (I e II, roccia buona), o aggirando a destra. Dall'intaglio 3005 m presso la vetta si continua per la cresta sul filo o appena a destra su roccia discreta, per gradoni via via più ripidi (II e III). Si percorre un'aerea crestina che porta ad un breve canale ghiaioso appena sotto il filo, si risale una paretina ben gradinata di 8 m (IV) e si prosegue per cresta fino alla Punta di Netscio (3280 m, I e II, ore 2) (lungo tratto aggirabile a destra - ometto visibile da prima della crestina - su terreno più facile ma apparentemente molto meno solido). Di fronte si sviluppa l'articolata seconda metà della cresta.
Si scende per pochi metri su terreno facile, si riprende la cresta nuovamente affilata ed esposta e si traversano sulla destra orizzontalmente alcuni gendarmi (I e II), fino alla base di un torrione più alto (1 ch. di sosta). Lo si supera a destra per fessura, si esce a sinistra in cresta con un passo faticoso (III). Altro tratto sul filo in leggera discesa, esposto ma semplice (a tratti I), fino al colletto del Corno Bianco. Da qui ci si sposta a sinistra del filo e per circa 100 m di sviluppo (III e II) su blocchi in parte mobili alla vetta (3320 m; ore 2.30, ore 4.30 di cresta).

Rientro a Gressoney
Difficoltà F, dislivello in discesa 2000 m, risalita 250 m, orari come da relazione.
Si scende per il passo d'Artemisia fino allo smeraldino Lago Nero (2672 m), si prendono a destra i segnavia bianco-rossi dell'Alta Via "Tullio Vidoni" e si risale fino al passo del Rissuolo (2930 m). Da qui si scende nel sottostante vallone di Ciampono per poche decine di metri e si devia a destra lungo l'Alta Via (segnavia bianco-rossi) che in quota su deboli tracce lungo una cengia erbosa esposta (chiamata "harroweg", cioè strada dei carri) conduce ad una selletta (circa 2800 m) da dove si scende nel vallone di Netscio e si raggiunge il sentiero del bivacco Gastaldi, che conduce al punto di partenza (4.30 ore dalla vetta, al netto delle soste).

Bibliografia: G. Buscaini, G.M.I. “Monte Rosa”, ed. CAI-TCI, 1991 – itinerario 162c
Cartografia: Kompass 1:50000 foglio 88 “Monte Rosa”


Immagini della salita
15-16 agosto 2005

1) Il lago superiore nel Vallone Spissen con Corno Vitello e Testa Grigia

2) Piramide Vincent, Punta Parrot e Punta Gnifetti dal passo dell'Uomo Storto

3) Il gradone più impegnativo

4) Aerea crestina prima del tratto più impegnativo

5) Mont Nery e Dame di Challant davanti al Monviso dalla Punta di Netscio

6) La vetta del Corno Bianco e la seconda parte della cresta dalla Punta di Netscio

7) Dalla vetta del Corno Bianco, la cresta e al centro la Punta di Netscio

8) Vista verso il Vallone del Rissuolo dalla vetta

9) Dai Lyskamm alla Punta Gnifetti (dietro la Parrot emerge la Dufour)

10) Il massiccio del Monte Bianco dietro la Testa Grigia e mille altre vette valdostane

11) Foto di gruppo in vetta

12) Dal Gran Paradiso al Monte Bianco, in primo piano la Punta di Ciampono

13) Il lago Nero e la risalita fino al passo del Rissuolo

14) Il lago Nero

15) Discesa nell'alto vallone di Ciampono




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