Pizzo Tambò
per la cresta sud sud ovest (attraverso il Pizzo degli Zocconi)


La zona del Passo dello Spluga, insieme alle valli adiacenti, rappresenta una delle zone di maggior depressione dello spartiacque principale alpino, almeno nella sua zona centrale. Il valico è infatti circondato da montagne isolate, che non di molto superano i tremila metri, dall'aspetto che io trovo un po' mesto. Generalmente costituite da rocce poco solide, ai loro piedi si stendono vedrette di non grandi dimensioni, la cui formazione a quote relativamente basse dipende dalle abbondanti precipitazioni nevose.
Il Pizzo Tambò è di questa regione una delle vette più elevate e racchiude in sè molte delle caratteristiche descritte. Raggiungibile abbastanza agevolmente nella stagione estiva per la via normale dal passo, anche in inverno e primavera con gli sci è una meta molto ambita. Poco o per niente battute sono le altre vie di salita alla cima.
Incuriosito dalla relazione che compare sulla GMI "Mesolcina Spluga" ed approfittando delle ottime previsioni meteo, coinvolgo due amici per andare alla scoperta di una delle trascurate possibili ascensioni alternative: la cresta sud sud ovest, con traversata del Pizzo degli Zocconi.
Notte al bivacco Cecchini, da dove secondo la GMI l'accesso alla cresta pare più agevole, attraverso le vette della Cima Settentrionale di Val Loga e del Pizzo degli Zocconi piuttosto che aggirandoli per scomodi ghiaioni.
Risultato: complice la neve presente in quota, che complica alcuni tratti in discesa dal Pizzo degli Zocconi e probabilmente con le recenti gelate ha staccato nuovi detriti incrementando la friabilità del terreno, ci abbiamo messo quasi il doppio del tempo previsto dalla GMI. A parte la friabilità e l'esagerato tempo impiegato, ascensione interessante, "very far from the beaten tracks", con scorci insoliti sul versante sud del Tambò e sulle ampie vallate circostanti. Nessuna traccia di passaggio rinvenuta (ometti, scatolette arrugginite... niente di niente).
Si tratta di una ascensione alpinistica, per la prima volta effettuata da E. Bircher e E. Imhof jr. il 2 Agosto 1913. Pur non presentando difficoltà tecniche insormontabili, richiede una certa robustezza di stomaco nei confronti della diffusa frabilità del terreno, senza della quale non ci si godrebbe la giornata. Sono utili corda, cordini e fettucce e magari un paio di chiodi, casco ed in funzione della stagione eventualmente picozza e ramponi.


Descrizione dell'itinerario

Avvicinamento
Difficoltà E, dislivello 850 m, orari come da relazione.
Si lascia Montespluga (1918 m) in direzione ovest lungo l'ampia Val Loga. Si seguono i segnavia radi che permettono di indivuiduare il sentiero, che sale per balze erbose e ghiaioni al bivacco Cecchini (2773 m, 9 posti, ore 2.30), sopra la bocchetta del Ferrè, in posizione panoramica verso il Pizzo Ferrè con il suo ghiacciaio e le altre cime della Valchiavenna.

Ascensione
Difficoltà AD-, dislivello 500 m, sviluppo molto maggiore, orari come da relazione.
Dal bivacco per terreno morenico e nevai si raggunge in direzione ovest il soprastante passo di Val Loga (2927 m). Si prosegue ora verso destra lungo lo spartiacque con la Val Curciusa (in territorio svizzero), attraversando da sud a nord la Cima Settentrionale di Val Loga (2968 m), fino al passo degli Zocconi (2922 m), superando qualche facile blocco. Proseguire lungo la cresta aggirando qualche gendarme e per un tratto più ripido, ma sempre facile, portarsi sul Pizzo degli Zocconi (3092 m, ore 2). Da qui scendere lungo la cresta nord, aerea e di rocce spesso mobili, aggirando alla meglio i gendarmi. Un'ultima placca di 25 m (possibile doppia) in discesa porta presso la bocchetta degli Zocconi (3023 m).
Dalla bocchetta risalire verso la cresta a sinistra dell'imponente parete del Dente del Tambò, aggirando la prima parte a est e poi lungo il filo. Raggiunto un tratto più ripido, per paretine (II e III) raggiungere la base della vetta strapiombante del Dente. Aggirarla su una rampa-cengia sul lato ovest ed il tratto successivo a sinistra o a destra, fino ad una breccia. Superare sulla sinistra la breve paretina successiva (III) e quindi sul lato ovest proseguire attraversando un canale per blocchi mobili. Da qui per rocce meno ripide, ma sempre mobili, lungo la cresta fino all'anticima 3273 m e alla vetta (ore 5-6 dal bivacco).

Rientro a valle
Difficoltà F, dislivello in discesa 1350 m
Lungo le numerose tracce di sentiero della via normale, che dapprima percorrono brevemente il ripido ma facile versante sud (un po' esposto), quindi girano verso est e raggiungono il ghiaione che scende alla base della piramide finale. Percorsa facilmente al limite più alto la vedretta della Spianata, si risale un ultimo pendio nevoso e quindi seguendo i numerosi ometti si raggiunge un'ampia sella sullo spartiacque, da dove per tracce di sentiero più evidenti si prosegue sul lato italiano fino al passo dello Spluga. Lungo la strada in breve tagliando i tornanti si torna a Montespluga (ore 2.30 dalla cima).

Bibliografia: A. Gogna, A. Recalcati, G.M.I. “Mesolcina Spluga Monti dell'Alto Lario”, ed. CAI-TCI, 1999 – itinerario 197f
Cartografia: Kompass 1:50000 foglio 92 “Chiavenna Val Bregaglia”


Immagini della salita
15-16 ottobre 2005

1) Pizzo degli Zocconi, bocchetta degli Zocconi, Dente del Tambò e Pizzo tambò da Montespluga

2) Il Pizzo Stella dal bivacco Cecchini

3) Tramonto su Pizzo d'Emet e Pizzo Bernina

4) Pizzo degli Zocconi e Pizzo Tambò dal bivacco

5) Il Pizzo Ferrè con il suo ghiacciaio

6) Aurora dietro il Badile e il Pizzo Stella

7) Prime luci sul Pizzo Tambò

8) Sulla Cima Settentrionale di Val Loga

9) Dalla Cima Sett. di Val Loga, vista su ciò che ci aspetta

10) Salendo al Pizzo degli Zocconi

11) Nei pressi della seconda vetta di giornata

12) Si domina la svizzera Val Curciusa

13) Vista ravvicinata del Dente del Tambò dai pressi della bocchetta degli Zocconi

14) Arrivo in vetta

15) Vista verso sud dalla cima

16) L'anticima e sullo sfondo le Alpi Occidentali

17) Foto di gruppo in vetta




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