«In verità,
in verità io vi dico: Chi non entra per la porta dell’ovile
delle pecore, ma vi sale dall’altra parte, quello è un
ladro e un brigante, ma chi entra per la porta è il pastore
delle pecore.
A lui apre il portinaio; le pecore ascoltano
la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome e le conduce
fuori.
E quando ha fatto uscire le sue pecore, va
davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono
la sua voce.
Non seguiranno però alcun estraneo,
ma fuggiranno lontano da lui, perché non conoscono la
voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine,
ma essi non capirono di cosa stesse loro parlando.
Perciò Gesù disse loro di nuovo:
«In verità, in verità io vi dico: io sono
la porta delle pecore. Tutti quelli
che sono venuti prima di me sono stati ladri e briganti, ma
le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra
per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà
e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere
e distruggere, ma io sono venuto affinché abbiano la vita
e l’abbiano in abbondanza. Io
sono il Buon Pastore; il Buon Pastore depone la sua vita per le
pecore ... Io sono il Buon Pastore,
e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre
conosce me e io conosco il Padre, e depongo
la mia vita per le pecore. Io ho anche delle altre pecore che non
sono di quest’ovile; anche quelle io
devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà
un solo gregge e un solo pastore.
Per questo mi ama il Padre, perché
io depongo la mia vita per prenderla di nuovo. Nessuno me la
toglie,
ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla
e il potere di prenderla di nuovo; questo è il comando
che ho ricevuto dal Padre mio »
(Giovanni 10, 1-18)
LA CHIESA
1) La Chiesa fondata da
Cristo
Il termine «chiesa» è una parola traslitterata
o meglio "trascritta" direttamente dal greco «ekkle-sìa»
che a sua volta è una parola composta dalla preposizione
ek (= italiano "da")
e kalèô (= italiano
"chiamare"). Nell'antica letteratura greca il termine aveva un
significato del tutto tecnico e profano che si usava per indicare
in genere l'adunanza di un gruppo di persone in un determinato posto.
Ekklesìa unita alla
frase "di Dio" o "di Cristo", assume un valore religioso ed indica
l'assemblea di coloro che sono stati tratti fuori dal mondo per
appartenere a Dio o a Cristo.
Il termine «chiesa» (gr. ekklesìa
) appare nel Nuovo Testamento 114, ma nei Vangeli
appare solo tre volte e soltanto in Matteo: Matteo 16, 18: «
Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra
questa pietra io edificherò la mia chiesa, e le porte dell'inferno
non la potranno vincere» Matteo 18,17: «
Se poi rifiuta di ascoltarti, dillo alla chiesa; e se
rifiuta anche di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano
e il pubblicano ». Nel versetto di Matteo 16,
18, si possono fare alcune osservazioni: Gesù usa il verbo
al futuro " edificherò
" e dichiara che la chiesa che lui edificherà sarà
" la Sua chiesa "
Da queste prime osservazioni possiamo già trarre alcune deduzioni
sulla data di costituzione della chiesa e sulla sua identità
Nel momento in cui Gesù parlava la chiesa non era ancora sorta,
altrimenti non si spiegherebbe l'uso del verbo al futuro. Circa
l'identità di tale chiesa, dalle parole "
la mia chiesa ", in cui viene usato la prima
persona dell'aggettivo possessivo "
mia ", possiamo chiaramente dedurre che tale chiesa non poteva
che chiamarsi "la chiesa di Cristo "
o quanto meno " la chiesa di Gesù Cristo
". Meglio senz'altro " di Cristo
" in quanto in questo nome è incluso il significato dell'opera
redentrice compiuta da Gesù, morto sulla croce, risuscitato
il terzo giorno ed asceso in cielo ove siede alla destra di Dio,
in attesa della Sua vittoria finale sulla morte e sul peccato.
La chiesa di cui Gesù parla in Matteo 18,
17 non è certamente da identificare con la sinagoga
ebraica, come alcuni supposero, perché lo escludono i
versetti che seguono da 18 a 20. Né queste parole possono
significare « Ascolta i Vescovi
», come vorrebbero gli interpreti cattolici. Un'adunanza
di ecclesiastici in cui vengono esclusi i laici negando loro il
voto deliberativo, non corrisponde né all'antico uso classico
di questa parola, né a quello del Nuovo Testamento; senza parlare
del fatto che in nessun altro posto più di questo è
fuori luogo parlare di gerarchia, quando Gesù poco dopo fece
un rimprovero ai suoi discepoli a causa dei loro sogni di grandezza.
In questo caso la disciplina deve
essere applicata dall'assemblea, grande o piccola che sia, della
congregazione alla quale appartiene l'interessato che si è
reso colpevole di un comportamento scandaloso. Questo provvedimento
disciplinare è certamente il mezzo prescritto dal Signore
per ricondurre al bene coloro che si ostinano nei loro errori o
peccati; e, come è da aspettarsi, quando è fedelmente
eseguito, produce gli effetti migliori. L'applicazione della disciplina
richiede però una vita spirituale intensa, abnegazione e zelo
per la purezza del corpo di Cristo, cioè della chiesa, ed amore
per le anime dei colpevoli. Questo è necessario in tutti i tempi
ma lo è ancora di più ai nostri giorni nei quali il rifiuto
della Santa Cena ad un membro scandaloso è considerato come un
attentato alla libertà civile. Le chiese storiche protestanti
ed evangeliche non l'applicano quasi più, oppure se l'applicano,
non è tale e quale a quella che viene richiesta da Gesù
e dai suoi apostoli. Eppure senza questa disciplina non ci potrà
mai essere una vita spirituale autentica né purità di condotta
nell'ambito della Chiesa fondata da Cristo. «
e se rifiuta di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano e il
pubblicano » (Matteo 18, 17b).
È questa l'ultima misura
disciplinare che Cristo mette in mano alla Sua chiesa. Gli Ebrei
riguardavano i pubblicani come scomunicati; parificati ai pagani,
non avevano nessun diritto ai privilegi del popolo d'Israele. Il
nostro Signore, senza approvare o disapprovare l'applicazione di questa
disciplina nella sinagoga, prescrive che se il colpevole rifiuta di
ascoltare il consiglio e di sottomettersi alla sentenza della chiesa,
sia trattato come un pubblicano od un pagano: sia considerato, cioè,
come separato dalla chiesa e non più come fratello (confronta
2 Tessalonicesi 3, 14-15; 1 Timoteo 1,20.
Fu conformemente a quest'ordine che nella chiesa
di Corinto un atto severissimo di disciplina fu esercitato per
ordine espresso di Paolo, senza parlare del caso di Anania e Saffira,
che fu miracoloso (1 Corinzi 5, 1-5.
Chiudendo questa parentesi sul valore del termine
« chiesa» riportato nel
Vangelo di Matteo, andiamo ora ad un'antichissima profezia che
ci viene riportata sia da Isaia che da Michea:
I) «
Negli ultimi giorni avverrà che il monte della
casa dell'Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà
al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni.
Molti popoli verranno dicendo: "Venite, saliamo al monte dell'Eterno,
alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie
e noi cammineremo nei suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà
la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno» (Isaia
2, 2-3).
«Ma negli ultimi tempi
avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà
stabilito sulla sommità dei monti e sarà innalzato
al disopra dei colli, e ad esso affluiranno i popoli. Verranno
molte nazioni e diranno: "Venite, saliamo al monte dell'Eterno e alla
casa del Dio di Giacobbe, Egli ci insegnerà le Sue vie e noi
cammineremo nei suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la
legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno. Egli sarà giudice
fra molti popoli e farà da arbitro fra nazioni potenti e lontane.
Con le loro spade forgeranno vomeri, e con le loro lance falci; una
nazione non leverà più la spada contro l'altra e non
saranno più addestrate per la guerra. Siederanno ciascuno sotto
la propria vite e sotto il proprio fico, e più nessuno li spaventerà,
poiché la bocca dell'Eterno degli eserciti ha parlato»
(Michea 4. 1-4).
Questa antica profezia, riportata
da Isaia e da Michea, quasi con le stesse parole, è stata
adempiuta quando è stata fondata la chiesa di Cristo (o regno
di Dio). Lo si può riscontrare da quattro affermazioni contenute
nella stessa profezia:
a) «Negli ultimi giorni»
o «negli ultimi tempi».
Nel linguaggio profetico queste
due espressioni alludono alla LEGISLAZIONE CRISTIANA che, è
stata preceduta da quella PATRIARCALE e MOSAICA, e che durerà
fino alla fine dei tempi. Questa legislazione ebbe inizio proprio nella
Pentecoste, seguente alla ascensione di Cristo, con la discesa dello
Spirito Santo sugli apostoli e con la fondazione della chiesa di Cristo
(o regno di Dio): Atti 2.
b) «
Tutte le nazioni (o popoli) affluiranno ad esso».
In quel giorno delle persone provenienti da ben diciassette nazioni
(Atti 2, 5-11) ascoltarono la predicazione di Pietro che, rivolto
a tutti i presenti, disse loro: «La promessa
è per voi (giudei) e per
i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani (nella diaspora
o dispersione), per quanti il Signore
Dio mostro ne chiamerà » (Atti 2, 39).
c) «
Da Sion uscirà la legge». In quel giorno
— facendo uso delle «chiavi»
del Regno che Gesù gli aveva promesso (Matteo 16, 19) — Pietro
inizia la predicazione del Regno di Dio che si conclude con queste
parole: « Sappia dunque con certezza
tutta la casa d'Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso,
Dio lo ha fatto Signore e Cristo» (Atti 2, 36)
d) «
E da Gerusalemme la parola dell'Eterno». Fu proprio
a Gerusalemme che, secondo l'ordine di Gesù, gli apostoli iniziarono
la predicazione del Vangelo con il primo discorso di Pietro che annunziava
la salvezza in Cristo (Luca 24, 36-53; confronta anche Atti 1, 6-14;
Atti 2, 1-13; Atti 2, 14-36).
La reazione dei presenti alle
parole di Pietro fu il rimorso ed il convincimento di aver sbagliato nei
confronti di quel Gesù che essi avevano ignorato e le cui parole
riecheggiavano ancora in tutte le contrade della Palestina fino a
Gerusalemme. I loro connazionali lo avevano consegnato nelle mani
dei Romani per essere giustiziato con la morte infamante sulla croce,
ma ora questo gruppo di persone su cui era disceso in forma straordinaria
e visibile lo Spirito Santo, annunziava a tutto il popolo di Israele
che questo Gesù era risuscitato ed era salito in cielo alla destra
di Dio e che sarebbe ritornato alla fine dei tempi per giudicare il mondo.
Alla domanda uscita spontaneamente
dai lori cuori compunti: «Fratelli
che dobbiamo fare?» (Atti 2, 37), Pietro rispose in maniera
chiara ed inequivocabile: «Ravvedetevi
e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo
per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito
Santo » (Atti 2, 38). Ed aggiunse subito dopo: «
poiché la promessa è per voi e per i vostri
figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio
nostro ne chiamerà » (Atti 2, 39). Ne conseguì
che « Quelli dunque che ricevettero lietamente
la sua parola furono battezzati; in quel giorno furono aggiunte circa
tremila persone» (Atti 2, 41), Queste tremila persone
furono aggiunte al gruppetto iniziale, costituito dagli undici apostoli,
dalle donne, da Maria, madre di Gesù e dai suoi fratelli e successivamente
da Mattia, eletto al posta di Giuda (Atti 2, 13-14) e forse anche da
qualche altro discepolo (per esempio: Barsaba, detto il Giusto), che
era stato con Gesù dal battesimo di Giovanni fino alla sua assunzione
in cielo (Atti 1, 22).
Fu in questo modo che si realizzò
a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste la promessa fatta da Gesù
stesso: «sopra questa roccia io edificherò
la mia chiesa». In quel giorno Gesù ha edificato
la Sua Chiesa e da quel giorno in poi la chiesa di Cristo (o Regno
di Dio) è una realtà presente ed esistente.
II) MA CON LA
FONDAZIONE DELLA CHIESA E' VENUTO ANCHE IL REGNO DI DIO SULLA TERRA?
Rispondere a questa domanda è
di fondamentale importanza in quanto gli uomini successivamente
hanno fatto un po' di confusione fra questi due termini e sono sorte
parecchie teorie che hanno oscurato ancora più le idee su questo
argomento. Ma Gesù stesso è stato molto chiaro quando
disse: « I
n verità io vi dico che vi sono alcuni qui presenti che
non gusteranno la morte, senza aver visto il regno di Dio venire con
potenza » (Mc 9, 1).
Quel «con potenza» si sarebbe
realizzato proprio in quel giorno di Pentecoste, come aveva promesso:
«Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito
Santo verrà su di voi» (Atti 1, 8). Poiché
nello stesso giorno della Pentecoste si adempì non soltanto
la profezia riguardante la fondazione della Chiesa, ma anche la promessa
di Gesù riguardante la venuta del Regno di Dio sulla terra,
possiamo affermare che Chiesa di Cristo e Regno di Dio sono due termini
sinonimi che indicano la medesima istituzione. La Pentecoste seguente
all'ascensione di Gesù in cielo rappresenta una data importante
nella Bibbia perché è la data di nascita della chiesa
e l'inizio del Regno di Dio in terra.
Essa rappresenta il limite in cui cessa la legislazione mosaica ed inizia
l'era cristiana. In quel giorno Dio Padre «
ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre ci ha
trasportati nel regno del suo amato Figlio, in cui abbiamo la
redenzione per mezzo del suo sangue ed il perdono dei peccati
» (Colossesi 1, 13-14). Come si può constatare tutta
l'iniziativa è partita da Dio. «
Dio infatti ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito
Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia
vita eterna. Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo
di Lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è
già condannato perché non ha creduto nel nome dell'unigenito
Figlio di Dio » (Giovanni 3, 16-18).
III) NATURA, BENEDIZIONI,
MISSIONE E DESTINO DELLA CHIESA
a) Natura della chiesa
Quando nel Nuovo Testamento si
parla della Chiesa, non se ne parla come di una costruzione materiale,
ma come di una «casa» o «
famiglia spirituale» che ha un fine e dei mezzi
spirituali. L'apostolo Paolo scrivendo al giovane Timoteo, dopo
avergli elencato i requisiti dei vescovi o anziani e dei diaconi,
gli dice: « ti scrivo queste cose
nella speranza di venire presto da te, affinché, se dovessi
tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che
è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità
» (1 Timoteo 3, 14-15). La chiesa è composta di credenti
che « non sono del mondo »
(Giovanni 17, 16) e che sono divenuti «
nuove creature » (2 Corinzi 5, 17) per mezzo
della « nuova nascita di acqua e di
spirito » (Giovanni 3, 1-5). Pertanto la chiesa di
Cristo è un'istituzione divina che Gesù Cristo riunisce
insieme (Atti 2, 47) per offrire a Dio un culto in ispirito e verità
(Giovanni 4, 24).
b) Benedizioni della chiesa
Che la chiesa non abbia nulla
in comune con le istituzioni terrene lo si deduce dalla natura tutta spirituale
delle benedizione di cui godono: la remissione
dei peccati e la redenzione (Efesini 1, 7),
la salvezza eterna (2 Timoteo 2, 10),
ogni benedizione spirituale (Efesini 1, 3) e
l'adempimento di tutte le promesse
di Dio (2 Corinzi 1, 20).
c) Missione della chiesa
Prima di tutto è quella
di predicare il Vangelo: Matteo 28, 18-20; Marco 16, 15-16; Luca
24, 47. Essendo «colonna e sostegno della
verità » (1 Timoteo 3, 15), la chiesa ha il
compito di far conoscere Cristo mediante la predicazione dell'Evangelo
« perché esso è la potenza
di Dio per la salvezza di chiunque crede » (Romani 1,
16) onde gli indifferenti e gli increduli pervengano alla fede (Romani
10, 14-17).
In secondo luogo la chiesa deve glorificare Dio in
quanto è l'unica istituzione tramite cui si dà a
Dio la gloria dovutaGLI (Efesini 3, 21). Nessun altra istituzione
di questo mondo ha un fine così nobile ed una missione così
elevata!
d) Il destino della chiesa
Spesso si sente dire che la chiesa
ha pressoché fallito il suo scopo perché, da quando
è stata istituita, il numero dei credenti è piuttosto
scarso in rapporto agli abitanti della terra e, tra coloro che ne
sono membri, ben pochi sono quelli che seguono fedelmente e scrupolosamente
la sana dottrina (Tito 2, 1).Anche se ciò purtroppo è vero,
pur tuttavia la chiesa non ha fallito né fallirà nella sua
missione in quanto è divina! Gesù regna con tutta la Sua
autorità nei cieli e sulla terra e continuerà a regnare
« finché non abbia messo tutti
i suoi nemici sotto i suoi piedi » (1 Corinzi 15,
25), in quel momento consegnerà il Regno (o la Chiesa) al Padre
ed essa sarà « gloriosa, senza
macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa
ed irreprensibile» (Efesini 5, 27).
Fino a quel giorno, cioè fino al giorno in
cui Cristo consegnerà al chiesa al Padre, «
le porte dell'inferno non la potranno vincere»
(Matteo 16, 18).
IV) LA CHIESA DI CRISTO ED
I VARI NOMI CON CUI E' CHIAMATA NEL NUOVO TESTAMENTO
a) Innanzitutto è chiamata
CHIESA: «Edificherò la mia Chiesa
», disse Gesù (Matteo 16, 18). Il termine
" chiesa" deriva, come abbiamo
detto all'inizio, dal greco « ekklesìa
» e significa « appartata,
chiamata fuori »; cioè «
riunione » o «
assemblea ». Il vocabolo, come tale, non è
d'uso esclusivamente religioso, ma può indicare qualsiasi
gruppo di persone riunite per un determinato scopo. Gli antichi greci
infatti applicarono il nome di « chiesa
» a persone riunite per scopi politici, e lo stesso Stefano
(Atti 7, 38) lo applicò alla riunione degli Israeliti al
tempo di Mosè, chiamandola «
l'assemblea del deserto ». Ma, mentre il termine «
chiesa » in sé e per sé
significa « una riunione di persone
», tale riunione viene in modo particolare qualificata dal
genitivo « di Cristo »
e significa molto di più di una semplice riunione di persone
per altri scopi umani e terreni.
b) La chiesa è chiamata anche
REGNO DI DIO, REGNO DEI CIELI ED ANCHE REGNO DI CRIST
O. Essa è il REGNO DI CRISTO perché Cristo vi regna avendola
aquistata col Suo sangue prezioso (Atti 20, 28). Ma è anche
IL REGNO DI DIO perché parlando del Padre, Gesù dice:
« e tutte le cose mie sono tue, e
le cose tue sono mie» (Giovanni 17, 10). Spesso viene
chiamato anche REGNO DEI CIELI sia perché è nata dai
cieli, sia perché tende a formare dei cittadini per il cielo (Filippesi
3, 20).
c) E' chiamata anche
CASA DI DIO (1a Timoteo
3, 15) o FAMIGLIA DI DIO (Efesini
2, 19) perché l'uomo, convertendosi, «
nasce di nuovo ». Noi possiamo entrare a far parte
di qualsiasi istituzione terrena nei modi più svariati;
ma « membri della famiglia di Dio
» si diventa soltanto «
nascendo di nuovo», «
nascendo d'acqua e di Spirito ».
d) E' chiamato anche CORPO
DI CRISTO (Colossesi 1, 18; Efesini 1, 22-23), ovviamente
un « corpo » spirituale
in quanto comprende tutti coloro che hanno accettato Cristo praticandoNE
il Vangelo e che perciò vivono uniti spiritualmente al loro
Capo, cioè Cristo, come « i tralci
sono uniti alla vite» (Giovanni 15, 1-5)
e) E' chiamata anche EDIFICIO
DI DIO (1a Corinzi 3, 9; confronta anche Efesini
2, 19-22) di cui ogni cristiano è «
pietra vivente » (1a Pietro
2, 5) . Ma tale « edificio di Dio
» non lo si deve intendere in senso materiale, bensì
in senso spirituale. La chiesa di Cristo
NON E' IL LUOGO dove i cristiani si radunano per rendere il
culto al Signore, ma è l'assemblea stessa dei cristiani,
dei discepoli di Cristo. La CHIESA DI CRISTO non è costruita
con ghiaia, ferro, cemento, calce o con altro materiale, ma è
un'istituzione spirituale composta di anime; per questo motivo è
chiamata « casa spirituale
» (1 Pietro 2, 5).