19° Lezione
LA CHIESA
fondata da Cristo (prima parte)
 


IL BUON PASTORE

«In verità, in verità io vi dico: Chi non entra per la porta dell’ovile delle pecore, ma vi sale dall’altra parte, quello è un ladro e un brigante, ma chi entra per la porta è il pastore delle pecore.
A lui apre il portinaio; le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome e le conduce fuori.
E quando ha fatto uscire le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.
Non seguiranno però alcun estraneo, ma fuggiranno lontano da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di cosa stesse loro parlando.
Perciò Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me sono stati ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere, ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il Buon Pastore; il Buon Pastore depone la sua vita per le pecore ... Io sono il  Buon Pastore, e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e depongo la mia vita per le pecore. Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest’ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge e un solo pastore.
Per questo mi ama il Padre, perché io depongo la mia vita per prenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di prenderla di nuovo; questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio » (Giovanni 10, 1-18)


LA CHIESA

1) La Chiesa fondata da Cristo

Il termine «chiesa» è una parola traslitterata o meglio "trascritta" direttamente dal greco «ekkle-sìa» che a sua volta è una parola composta dalla preposizione ek (= italiano "da") e kalèô (= italiano "chiamare"). Nell'antica letteratura greca il termine aveva un significato del tutto tecnico e profano che si usava per indicare in genere l'adunanza di un gruppo di persone in un determinato posto. Ekklesìa unita alla frase "di Dio" o "di Cristo", assume un valore religioso ed indica l'assemblea di coloro che sono stati tratti fuori dal mondo per appartenere a Dio o a Cristo.

Il termine «chiesa» (gr. ekklesìa ) appare nel Nuovo Testamento 114, ma nei Vangeli appare solo tre volte e soltanto in Matteo: Matteo 16, 18: « Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa pietra io edificherò la mia chiesa, e le porte dell'inferno non la potranno vincere» Matteo 18,17: « Se poi rifiuta di ascoltarti, dillo alla chiesa; e se rifiuta anche di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano ». Nel versetto di Matteo 16, 18, si possono fare alcune osservazioni: Gesù usa il verbo al futuro " edificherò " e dichiara che la chiesa che lui edificherà sarà " la Sua chiesa "

Da queste prime osservazioni possiamo già trarre alcune deduzioni sulla data di costituzione della chiesa e sulla sua identità

Nel momento in cui Gesù parlava la chiesa non era ancora sorta, altrimenti non si spiegherebbe l'uso del verbo al futuro. Circa l'identità di tale chiesa, dalle parole " la mia chiesa ", in cui viene usato la prima persona dell'aggettivo possessivo " mia ", possiamo chiaramente dedurre che tale chiesa non poteva che chiamarsi "la chiesa di Cristo " o quanto meno " la chiesa di Gesù Cristo ". Meglio senz'altro " di Cristo " in quanto in questo nome è incluso il significato dell'opera redentrice compiuta da Gesù, morto sulla croce, risuscitato il terzo giorno ed asceso in cielo ove siede alla destra di Dio, in attesa della Sua vittoria finale sulla morte e sul peccato.

La chiesa di cui Gesù parla in Matteo 18, 17 non è certamente da identificare con la sinagoga ebraica, come alcuni supposero, perché lo escludono i versetti che seguono da 18 a 20. Né queste parole possono significare « Ascolta i Vescovi », come vorrebbero gli interpreti cattolici. Un'adunanza di ecclesiastici in cui vengono esclusi i laici negando loro il voto deliberativo, non corrisponde né all'antico uso classico di questa parola, né a quello del Nuovo Testamento; senza parlare del fatto che in nessun altro posto più di questo è fuori luogo parlare di gerarchia, quando Gesù poco dopo fece un rimprovero ai suoi discepoli a causa dei loro sogni di grandezza.

In questo caso la disciplina deve essere applicata dall'assemblea, grande o piccola che sia, della congregazione alla quale appartiene l'interessato che si è reso colpevole di un comportamento scandaloso. Questo provvedimento disciplinare è certamente il mezzo prescritto dal Signore per ricondurre al bene coloro che si ostinano nei loro errori o peccati; e, come è da aspettarsi, quando è fedelmente eseguito, produce gli effetti migliori. L'applicazione della disciplina richiede però una vita spirituale intensa, abnegazione e zelo per la purezza del corpo di Cristo, cioè della chiesa, ed amore per le anime dei colpevoli. Questo è necessario in tutti i tempi ma lo è ancora di più ai nostri giorni nei quali il rifiuto della Santa Cena ad un membro scandaloso è considerato come un attentato alla libertà civile. Le chiese storiche protestanti ed evangeliche non l'applicano quasi più, oppure se l'applicano, non è tale e quale a quella che viene richiesta da Gesù e dai suoi apostoli. Eppure senza questa disciplina non ci potrà mai essere una vita spirituale autentica né purità di condotta nell'ambito della Chiesa fondata da Cristo. « e se rifiuta di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano » (Matteo 18, 17b).

È questa l'ultima misura disciplinare che Cristo mette in mano alla Sua chiesa. Gli Ebrei riguardavano i pubblicani come scomunicati; parificati ai pagani, non avevano nessun diritto ai privilegi del popolo d'Israele. Il nostro Signore, senza approvare o disapprovare l'applicazione di questa disciplina nella sinagoga, prescrive che se il colpevole rifiuta di ascoltare il consiglio e di sottomettersi alla sentenza della chiesa, sia trattato come un pubblicano od un pagano: sia considerato, cioè, come separato dalla chiesa e non più come fratello (confronta 2 Tessalonicesi 3, 14-15; 1 Timoteo 1,20.

Fu conformemente a quest'ordine che nella chiesa di Corinto un atto severissimo di disciplina fu esercitato per ordine espresso di Paolo, senza parlare del caso di Anania e Saffira, che fu miracoloso (1 Corinzi 5, 1-5.

Chiudendo questa parentesi sul valore del termine « chiesa» riportato nel Vangelo di Matteo, andiamo ora ad un'antichissima profezia che ci viene riportata sia da Isaia che da Michea:

I) « Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni. Molti popoli verranno dicendo: "Venite, saliamo al monte dell'Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno» (Isaia 2, 2-3).

«Ma negli ultimi tempi avverrà che il monte della casa dell'Eterno sarà stabilito sulla sommità dei monti e sarà innalzato al disopra dei colli, e ad esso affluiranno i popoli. Verranno molte nazioni e diranno: "Venite, saliamo al monte dell'Eterno e alla casa del Dio di Giacobbe, Egli ci insegnerà le Sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell'Eterno. Egli sarà giudice fra molti popoli e farà da arbitro fra nazioni potenti e lontane. Con le loro spade forgeranno vomeri, e con le loro lance falci; una nazione non leverà più la spada contro l'altra e non saranno più addestrate per la guerra. Siederanno ciascuno sotto la propria vite e sotto il proprio fico, e più nessuno li spaventerà, poiché la bocca dell'Eterno degli eserciti ha parlato» (Michea 4. 1-4).

Questa antica profezia, riportata da Isaia e da Michea, quasi con le stesse parole, è stata adempiuta quando è stata fondata la chiesa di Cristo (o regno di Dio). Lo si può riscontrare da quattro affermazioni contenute nella stessa profezia:

a) «Negli ultimi giorni» o «negli ultimi tempi».

Nel linguaggio profetico queste due espressioni alludono alla LEGISLAZIONE CRISTIANA che, è stata preceduta da quella PATRIARCALE e MOSAICA, e che durerà fino alla fine dei tempi. Questa legislazione ebbe inizio proprio nella Pentecoste, seguente alla ascensione di Cristo, con la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e con la fondazione della chiesa di Cristo (o regno di Dio): Atti 2.
b) « Tutte le nazioni (o popoli) affluiranno ad esso». In quel giorno delle persone provenienti da ben diciassette nazioni (Atti 2, 5-11) ascoltarono la predicazione di Pietro che, rivolto a tutti i presenti, disse loro: «La promessa è per voi (giudei) e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani (nella diaspora o dispersione), per quanti il Signore Dio mostro ne chiamerà » (Atti 2, 39).
c) « Da Sion uscirà la legge». In quel giorno — facendo uso delle «chiavi» del Regno che Gesù gli aveva promesso (Matteo 16, 19) — Pietro inizia la predicazione del Regno di Dio che si conclude con queste parole: « Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Cristo» (Atti 2, 36)
d) « E da Gerusalemme la parola dell'Eterno». Fu proprio a Gerusalemme che, secondo l'ordine di Gesù, gli apostoli iniziarono la predicazione del Vangelo con il primo discorso di Pietro che annunziava la salvezza in Cristo (Luca 24, 36-53; confronta anche Atti 1, 6-14; Atti 2, 1-13; Atti 2, 14-36).
La reazione dei presenti alle parole di Pietro fu il rimorso ed il convincimento di aver sbagliato nei confronti di quel Gesù che essi avevano ignorato e le cui parole riecheggiavano ancora in tutte le contrade della Palestina fino a Gerusalemme. I loro connazionali lo avevano consegnato nelle mani dei Romani per essere giustiziato con la morte infamante sulla croce, ma ora questo gruppo di persone su cui era disceso in forma straordinaria e visibile lo Spirito Santo, annunziava a tutto il popolo di Israele che questo Gesù era risuscitato ed era salito in cielo alla destra di Dio e che sarebbe ritornato alla fine dei tempi per giudicare il mondo.
Alla domanda uscita spontaneamente dai lori cuori compunti: «Fratelli che dobbiamo fare?» (Atti 2, 37), Pietro rispose in maniera chiara ed inequivocabile: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo » (Atti 2, 38). Ed aggiunse subito dopo: « poiché la promessa è per voi e per i vostri figli e per tutti coloro che sono lontani, per quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà » (Atti 2, 39). Ne conseguì che « Quelli dunque che ricevettero lietamente la sua parola furono battezzati; in quel giorno furono aggiunte circa tremila persone» (Atti 2, 41), Queste tremila persone furono aggiunte al gruppetto iniziale, costituito dagli undici apostoli, dalle donne, da Maria, madre di Gesù e dai suoi fratelli e successivamente da Mattia, eletto al posta di Giuda (Atti 2, 13-14) e forse anche da qualche altro discepolo (per esempio: Barsaba, detto il Giusto), che era stato con Gesù dal battesimo di Giovanni fino alla sua assunzione in cielo (Atti 1, 22).
Fu in questo modo che si realizzò a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste la promessa fatta da Gesù stesso: «sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa». In quel giorno Gesù ha edificato la Sua Chiesa e da quel giorno in poi la chiesa di Cristo (o Regno di Dio) è una realtà presente ed esistente.

II) MA CON LA FONDAZIONE DELLA CHIESA E' VENUTO ANCHE IL REGNO DI DIO SULLA TERRA?

Rispondere a questa domanda è di fondamentale importanza in quanto gli uomini successivamente hanno fatto un po' di confusione fra questi due termini e sono sorte parecchie teorie che hanno oscurato ancora più le idee su questo argomento. Ma Gesù stesso è stato molto chiaro quando disse: « I n verità io vi dico che vi sono alcuni qui presenti che non gusteranno la morte, senza aver visto il regno di Dio venire con potenza » (Mc 9, 1).

Quel «con potenza» si sarebbe realizzato proprio in quel giorno di Pentecoste, come aveva promesso: «Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi» (Atti 1, 8). Poiché nello stesso giorno della Pentecoste si adempì non soltanto la profezia riguardante la fondazione della Chiesa, ma anche la promessa di Gesù riguardante la venuta del Regno di Dio sulla terra, possiamo affermare che Chiesa di Cristo e Regno di Dio sono due termini sinonimi che indicano la medesima istituzione. La Pentecoste seguente all'ascensione di Gesù in cielo rappresenta una data importante nella Bibbia perché è la data di nascita della chiesa e l'inizio del Regno di Dio in terra.

Essa rappresenta il limite in cui cessa la legislazione mosaica ed inizia l'era cristiana. In quel giorno Dio Padre « ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio, in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue ed il perdono dei peccati » (Colossesi 1, 13-14). Come si può constatare tutta l'iniziativa è partita da Dio. « Dio infatti ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio » (Giovanni 3, 16-18).

III) NATURA, BENEDIZIONI, MISSIONE E DESTINO DELLA CHIESA

a) Natura della chiesa

Quando nel Nuovo Testamento si parla della Chiesa, non se ne parla come di una costruzione materiale, ma come di una «casa» o « famiglia spirituale» che ha un fine e dei mezzi spirituali. L'apostolo Paolo scrivendo al giovane Timoteo, dopo avergli elencato i requisiti dei vescovi o anziani e dei diaconi, gli dice: « ti scrivo queste cose nella speranza di venire presto da te, affinché, se dovessi tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità » (1 Timoteo 3, 14-15). La chiesa è composta di credenti che « non sono del mondo » (Giovanni 17, 16) e che sono divenuti « nuove creature » (2  Corinzi 5, 17) per mezzo della « nuova nascita di acqua e di spirito » (Giovanni 3, 1-5). Pertanto la chiesa di Cristo è un'istituzione divina che Gesù Cristo riunisce insieme (Atti 2, 47) per offrire a Dio un culto in ispirito e verità (Giovanni 4, 24).

b) Benedizioni della chiesa

Che la chiesa non abbia nulla in comune con le istituzioni terrene lo si deduce dalla natura tutta spirituale delle benedizione di cui godono: la remissione dei peccati e la redenzione (Efesini 1, 7), la salvezza eterna (2 Timoteo 2, 10), ogni benedizione spirituale (Efesini 1, 3) e l'adempimento di tutte le promesse di Dio (2 Corinzi 1, 20).

c) Missione della chiesa

Prima di tutto è quella di predicare il Vangelo: Matteo 28, 18-20; Marco 16, 15-16; Luca 24, 47. Essendo «colonna e sostegno della verità » (1 Timoteo 3, 15), la chiesa ha il compito di far conoscere Cristo mediante la predicazione dell'Evangelo « perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede » (Romani 1, 16) onde gli indifferenti e gli increduli pervengano alla fede (Romani 10, 14-17).

In secondo luogo la chiesa deve glorificare Dio in quanto è l'unica istituzione tramite cui si dà a Dio la gloria dovutaGLI (Efesini 3, 21). Nessun altra istituzione di questo mondo ha un fine così nobile ed una missione così elevata!

d) Il destino della chiesa

Spesso si sente dire che la chiesa ha pressoché fallito il suo scopo perché, da quando è stata istituita, il numero dei credenti è piuttosto scarso in rapporto agli abitanti della terra e, tra coloro che ne sono membri, ben pochi sono quelli che seguono fedelmente e scrupolosamente la sana dottrina (Tito 2, 1).Anche se ciò purtroppo è vero, pur tuttavia la chiesa non ha fallito né fallirà nella sua missione in quanto è divina! Gesù regna con tutta la Sua autorità nei cieli e sulla terra e continuerà a regnare « finché non abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi » (1 Corinzi 15, 25), in quel momento consegnerà il Regno (o la Chiesa) al Padre ed essa sarà « gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile» (Efesini 5, 27).

Fino a quel giorno, cioè fino al giorno in cui Cristo consegnerà al chiesa al Padre, « le porte dell'inferno non la potranno vincere» (Matteo 16, 18).

IV) LA CHIESA DI CRISTO ED I VARI NOMI CON CUI E' CHIAMATA NEL NUOVO TESTAMENTO

a) Innanzitutto è chiamata CHIESA: «Edificherò la mia Chiesa », disse Gesù (Matteo 16, 18). Il termine " chiesa" deriva, come abbiamo detto all'inizio, dal greco « ekklesìa » e significa « appartata, chiamata fuori »; cioè « riunione » o « assemblea ». Il vocabolo, come tale, non è d'uso esclusivamente religioso, ma può indicare qualsiasi gruppo di persone riunite per un determinato scopo. Gli antichi greci infatti applicarono il nome di « chiesa » a persone riunite per scopi politici, e lo stesso Stefano (Atti 7, 38) lo applicò alla riunione degli Israeliti al tempo di Mosè, chiamandola « l'assemblea del deserto ». Ma, mentre il termine « chiesa » in sé e per sé significa « una riunione di persone », tale riunione viene in modo particolare qualificata dal genitivo « di Cristo » e significa molto di più di una semplice riunione di persone per altri scopi umani e terreni.

b) La chiesa è chiamata anche REGNO DI DIO, REGNO DEI CIELI ED ANCHE REGNO DI CRIST O. Essa è il REGNO DI CRISTO perché Cristo vi regna avendola aquistata col Suo sangue prezioso (Atti 20, 28). Ma è anche IL REGNO DI DIO perché parlando del Padre, Gesù dice: « e tutte le cose mie sono tue, e le cose tue sono mie» (Giovanni 17, 10). Spesso viene chiamato anche REGNO DEI CIELI sia perché è nata dai cieli, sia perché tende a formare dei cittadini per il cielo (Filippesi 3, 20).

c) E' chiamata anche CASA DI DIO (1a Timoteo 3, 15) o FAMIGLIA DI DIO (Efesini 2, 19) perché l'uomo, convertendosi, « nasce di nuovo ». Noi possiamo entrare a far parte di qualsiasi istituzione terrena nei modi più svariati; ma « membri della famiglia di Dio » si diventa soltanto « nascendo di nuovo», « nascendo d'acqua e di Spirito ».

d) E' chiamato anche CORPO DI CRISTO (Colossesi 1, 18; Efesini 1, 22-23), ovviamente un « corpo » spirituale in quanto comprende tutti coloro che hanno accettato Cristo praticandoNE il Vangelo e che perciò vivono uniti spiritualmente al loro Capo, cioè Cristo, come « i tralci sono uniti alla vite» (Giovanni 15, 1-5)

e) E' chiamata anche EDIFICIO DI DIO (1a Corinzi 3, 9; confronta anche Efesini 2, 19-22) di cui ogni cristiano è « pietra vivente » (1a Pietro 2, 5) . Ma tale « edificio di Dio » non lo si deve intendere in senso materiale, bensì in senso spirituale. La chiesa di Cristo NON E' IL LUOGO dove i cristiani si radunano per rendere il culto al Signore, ma è l'assemblea stessa dei cristiani, dei discepoli di Cristo. La CHIESA DI CRISTO non è costruita con ghiaia, ferro, cemento, calce o con altro materiale, ma è un'istituzione spirituale composta di anime; per questo motivo è chiamata « casa spirituale » (1 Pietro 2, 5).