AERE PERENNIVS

E' pronto per una prossima pubblicazione il prototipo di un libro estratto dal sito del Gruppo Fisica Nuova, con allegato il programma Olopoiema offerto al diretto uso dei lettori.

Ciò rappresenta una fondamentale tappa del cammino ultratrentennale della Fisica Unigravitazionale rivolto alla sostituzione dell'attuale logoro paradigma di pensiero, che può dirsi ormai solo tra virgolette "scientifico". Con maggiore proprietà esso va piuttosto considerato una continua offesa alla ragione e vero responsabile dei guasti che in ogni campo hanno funestato il secolo trascorso, minacciando anche gli inizi di questo terzo millennio. Quando si è costretti a leggere un articolo accademico (LE SCIENZE, marzo 2000) nel quale si sostiene seriamente che, grazie alla fisica quantistica, una regione di spazio "possa contenere meno di nulla", vuol dire che si è toccato il punto di non ritorno sulla via dell'assurdo.

La nuova fisica è il colpo decisivo alla barra del timone. Sulla scorta di Kuhn e Feyerabend, che ci ammaestrano sugli inevitabili meccanismi delle rivoluzioni scientifiche, non ci ha mai fatto velo la modestia nell'affermare, senza timore di ipocrite derisioni, che questi sono i tempi giusti per una svolta radicale.

Per questo ci conforta la medesima "immodestia" di Orazio, quando ebbe a definire la compiuta sua opera poetica un monumento "aere perennius": più duraturo del bronzo.

Alle scontate domande di chi vuol sapere, non avendolo capito, "a che serve" la fisica unigravitazionale, rispondiamo in primissima istanza che serve - e non è poco - a rimettergli in moto il cervello. Se per caso egli allude mercantilisticamente, come gli è stato insegnato dall'establishment petroliero contemporaneo, alla sua utilità "pratica", diciamo che servirebbe, per esempio, con la soluzione del problema della bistrattata "fusione fredda", ad evitare che la nube tossica di cui oggi si parla - vasta già quanto Cina e India messe insieme - giunga a coprire l'intero globo terraqueo, mandando lui a boccheggiare e a morire su una reale "ultima spiaggia".

Ma veramente a noi ora interessa, a vantaggio immediato di tutti i nostri amici - più che gli innumerevoli altri possibili "usi" della nuova fisica, che necessitano certo di nuovi studi e appositi laboratori - quella che, in contrasto apparentemente scherzoso con la solennità del succitato "aere perennius", potrebbe chiamarsi la "scoperta dell'acqua calda" della termodinamica unigravitazionale, della quale parla nella sezione V del sito l'articolo Magnetismo e calore (già pubblicato su un periodico napoletano negli anni 1972-73). "Calorosamente", appunto, esortiamo chi ci leggerà a praticare con la maggiore assiduità possibile terapie di caldo termale (bagni, fanghi, saune), e non al solo scopo di cura per malanni determinati, ma in generale al fine di attiva prevenzione di tumori e processi di invecchiamento sia naturale sia patologico (Alzheimer, Parkinson, sclerosi a placche, ecc.). Non potremo, ovviamente, fare personali statistiche sul numero dei risultati favorevoli che si otterranno da tale pratica: la nostra analisi unitaria dei fenomeni fisici ci assicura, tuttavia, che è bene seguire il nostro disinteressato consiglio.

Non sarà altrettanto utile chiedere il parere sull'argomento alla corporazione dei clinici. Si conoscono già fin troppo bene gli orientamenti della categoria, in quanto tale, e il carattere "disinteressato" delle sue sperimentazioni. Precisiamo naturalmente che sono tantissimi gli ottimi medici, singolarmente presi, che curano la nostra salute: non ugualmente grande è, per contro, la fiducia che riponiamo nella "casta" dei seguaci di Esculapio. Dicevano gli antichi: Senatores boni viri, Senatus mala bestia: i senatori sono brave persone, il senato è una bestia malvagia.

Il nostro lavoro ha attraversato una lunga fase "riepilogativa", come era inevitabile per un'opera che non potrà mai chiudersi definitivamente (Nota del 22 ottobre 2000 in Programma operativo; "Il traguardo" del 27 aprile 2001). Sono di questi giorni i paragrafi 37-40 dell'ultima sezione del sito, Uso di Olopoiema: li proponiamo come sigillo, sia pure temporaneo, alla nostra indagine. Nelle mani di ognuno che legge ne è lasciato il testimone.

Napoli, 16 agosto 2002

 

P. S. Che quel sigillo fosse solo temporaneo, per l'inesauribilità delle conferme che vengono quotidianamente alla fisica unigravitazionale, è subito provato dall'invito che rivolgiamo oggi ai lettori ad aprire dall'indice la pagina dell'Appendice, che nella sua "Parte seconda" contiene una notizia di grandissima importanza. 

Napoli, 3 marzo 2003

 

Non ci sentiamo di chiudere questa pagina con l'ottimismo della ragione, che si esprime nel precedente P.S., di fronte all'immensa tragedia che automi dal volto umano hanno scatenato in questo scorcio del mese di marzo del 2003. Case sventrate di notte e di giorno, bambini massacrati o storpiati, madri urlanti la loro disperazione a Dio e agli uomini sono il risultato dell' "intelligenza" di quegli automi eguale a quella delle loro bombe "intelligenti". (Inutile parlare a sterminatori di gente al mercato del contemporaneo sterminio in terra di Mesopotamia delle radici storiche e artistiche della civiltà umana). Purtroppo si rivela qui l'altro aspetto delle nostre qualità di previsione, circa gli esiti di una "scienza" disumana che governa dispotiche illusioni supertecnologiche contro i bisogni elementari di un mondo in gran parte assetato e affamato. Un aereo bravo portatore di morte costa da 50 milioni di dollari in su, ovvero cento dei nostri vecchi miliardi: il prezzo di un ospedale d'avanguardia. Quanto alla naturale conseguenzialità di ogni guerra "umanitaria" o "preventiva", invitiamo con rammarico i nostri lettori a rileggere il quinto capitolo di "Etica e conoscenza" nella sezione VII del sito. Era l'aprile del 1999 e siamo già alla terza guerra da allora. 

Napoli, 25 marzo 2003

 

Quanto precede, era il nostro "prima". E ciò che segue, è il loro "dopo", quando quegli automi dal volto umano hanno "vinto" (da IL MATTINO di oggi sabato 12 aprile 2003).

Nota a margine:

Qual è il ruolo della scienza d'oggi in queste tragedie? Il termine, in realtà, andrebbe messo rigorosamente tra virgolette, quando s'incontra su LE SCIENZE di questo mese di giugno 2003 (a continuare la nostra rubrica nella sezione VIII del sito) un articolo intitolato Universi paralleli, che l'autore finge di capire, mentre cerca di farlo capire ai suoi lettori. Veramente la cosa si spiega, perché sono idee che provengono dal "multiverso di livello IV", nel quale, a detta dello stesso autore (Max Tegmark, professore di fisica e astronomia nell'Università della Pennsylvania), non vale nessuna delle nostre leggi fisiche e matematiche, e quindi neanche di quelle di una qualsiasi logica umana. Nel capitolo 7 della nostra sezione VII ("Etica e conoscenza", prima richiamata) si sottolinea la presunta "neutralità" di una simile scienza tra virgolette, la quale - non per nulla - ha stampato sulla tolda di una portaerei americana la famigerata formula relativistica, che simula il botto della bomba atomica. Quel tipo di scienza è perfettamente funzionale a una supercorporazione tecnocratica, che vuole ribadire nella gente l'opinione di inarrivabili supreme intelligenze, cui deve prosternarsi e da cui deve lasciarsi guidare. Ed è, una tale scienza, l'alleata migliore di un mostruoso potere economico e politico, a carattere mondiale, che decide le guerre e dissangua il pianeta.

 

Seconda nota a margine (di palo in frasca):

Agosto 2003. Il mese della strage "pacifica" di piante e animali, tra incendi pirotecnici e abbandoni vacanzieri, oltre a quella propriamente "bellica" che la specie umana pratica contro se stessa. Ci colpisce un dato: il silenzio assoluto delle cattedre religiose nei confronti della prima. L' "Uomo", che esse difendono strenuamente dall'obbrobrio delle guerre, vive - a quanto pare - in un universo più deserto del deserto più desolato. C'è una cagna sotto casa nostra, che non mangia nemmeno, riuscendo solo a leccare un poco di acqua in una ciotola, per amore dei suoi stramaledetti padroni.