APPELLO al Direttore Responsabile

della Rivista LE SCIENZE

(in sua assenza, alla Storia)

 

AVVERTENZA: Successivamente a questo appello, il numero di luglio 2009 di LE SCIENZE ha pubblicato, nella rubrica LETTERE, un Dibattito sull'entanglement tra "due dei massimi esperti internazionali in materia di fisica quantistica e fondamenti della fisica": Francesco De Martini e Giancarlo Ghirardi, con due opposte tesi sull'argomento, che ha suscitato "curiosità, dibattiti e interrogativi da parte di molti lettori". La "dotta disputa" non ha ancora messo d'accordo meccanica quantistica e relatività sul funzionamento dell'Universo.

 

Egregio Direttore, il Suo editoriale sul numero di Maggio 2009 della rivista (L'inganno del senso comune) e l'articolo cui si riferisce (Sfida quantistica alla relatività speciale di Albert e Galchen) segnano un punto di svolta nella storia del pensiero scientifico contemporaneo. Ne prendo auspicio per anteporli all'intero contenuto del mio lavoro sulla gravitazione, abbandonando in questo mio appello l'usuale veste polemica che mi rende comprensibilmente illeggibile per gli ambienti ufficiali. La prego quindi vivamente di far conto solo del contenuto testuale della presente, verificandone la rispondenza alle norme riconosciute di un serio discorso scientifico.

La chiave dell'articolo si trova, a mio avviso, nel quartultimo e terzultimo comma di esso ("Questo e la maggior parte...O che altro?"). Perché è proprio una funzione d'onda che, sempre a mio avviso, risolve il problema, sintetizzato in un precedente passo dell'articolo: "Il tipo di non località che si incontra nella meccanica quantistica sembra richiedere una simultaneità assoluta, il che porrebbe una minaccia molto concreta e sinistra alla relatività speciale. E' questo il guaio."

Sennonché la funzione d'onda giusta non può essere quella di Schrödinger né qualsiasi altra postulabile in termini conosciuti. Ma allora che altro?, come si domandano gli autori dell'articolo. E' a questo punto che, incredibilmente (in apparenza), io chiedo di provare - con tutto il rigore richiesto dalle norme scientifiche vigenti - che la funzione d'onda risolutiva, quella che mette d'accordo simultaneità assoluta e distanza qualsiasi tra emittente e ricevente e manda a casa sull'argomento meccanica quantistica e relatività - viene offerta dalla fisica unigravitazionale! Questo essa fa con la propria teoria generale e, quel che più conta, con un programma grafico-matematico immediatamente disponibile (si scarica dal sito Internet), che ho chiamato "Olopòiema" (Fattura Universale). E' la particolare geometria cinetica dell'onda unigravitazionale, che non è primitivamente concentrica all'emittente (onda longitudinale), ma eccentrica e rotante (onda trasversale), a determinare la coesistenza dei due caratteri suddetti apparentemente inconciliabili. Una legge di composizione ondulatoria provoca un fronte d'onda comune istantaneo tra due particelle distanti, le quali interagiscono perciò contemporaneamente l'una con l'altra in modo sia locale che simultaneo. Il cosiddetto "teletrasporto fotonico" (entanglement), che è precisamente l'argomento conclusivo del mio lavoro, è - per quanto anche questo possa apparire incredibile - fenomeno identico in natura alla misconosciuta telepatia: rara coincidenza simultanea e a distanza tra le onde di opposti emisferi cerebrali di individui diversi (forse estensibile più comunemente anche ad animali, specie quelli sociali).

L'appello che, in conclusione, io Le rivolgo, signor Direttore, è che - nel puro nome della Scienza e con i soli criteri da essa suggeriti - Lei valuti questa lettera dai fatti in essa contenuti, piuttosto che dalle opinioni che si possono avere sul suo mittente. L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che ha promosso il mio libro, non è trascurabile garanzia di serietà. La storia, come suppongo, Gliene sarà grata.

La ringrazio e Le porgo cordiali saluti. Napoli, 1° Maggio 2009

Renato Palmieri

repalmi@tin.it

http://xoomer.virgilio.it/cid12/

Via Tito Angelini, 41 - 80129 Napoli

NOTA

La trattazione del "teletrasporto fotonico" (o quantistico: v. copertina di LE SCIENZE: Attacco alla Relatività) conclude il sito sopra indicato e il mio libro (La Fisica Unigravitazionale e l'Equazione Cosmologica, Appendice, parte seconda, § 5), risalendo alla notizia di NATURE del 30 gennaio 2003. I suoi precedenti teorici sono nel capitolo IV a) della sezione III (La "composizione ondulatoria": dalle onde fotoniche alle onde galattiche), da leggere con l'ausilio del programma Olopòiema, e nel capitolo IX (Le funzioni mentali. La "telepatia"). Il comune prefisso tele- si conforma perfettamente alla natura identica dei due fenomeni, mentre risulta sbagliato il secondo elemento linguistico -trasporto per le particelle fotoniche, le cui onde soltanto vanno a coincidere istantaneamente a coppie in una sola. Esatto è invece il termine inglese "entanglement" (avviluppamento, irretimento) per entrambi i fenomeni: infatti le figg. 11 a) e 11 b) del citato capitolo IV a) mostrano come le propagazioni eccentriche di due fotoni - supposti puntiformi all'incrocio della coppia di assi cartesiani - formano una rete che avviluppa istantaneamente i due corpuscoli in una sola onda comune, tridimensionalmente sferica, marcata in fig. 11 b). Ma questa stessa figura e la sua trattazione nel capitolo rivelano un altro aspetto incredibile del fenomeno: le "frange di interferenza" ad anelli di Newton (raggi secondo radici quadrate dei numeri interi) tra due sorgenti luminose eguali non sono altro che un risultato ordinario di entanglement, la cui vera geometria fisica sfugge completamente alla dottrina ufficiale

P. S. Da un mensile dello stesso Maggio 2009: "Un'antenna per Einstein", quella costruita a Pisa negli ultimi anni e oggi a regime. Costo del progetto: 76 milioni di euro, di cui 41 dati dall'Italia. Il titolo andrebbe modificato: "Un'antenna per (un'idea insensata di) Einstein": catturare un'onda gravitazionale dall'esplosione di una stella. "Su tre chilometri (la lunghezza dei bracci dell'antenna), la differenza di percorso (la vibrazione) è solo un millesimo del diametro di un protone": cioè, quasi nulla. Questa costosissima miseria, in un Universo che è stampato visibilmente da infinite onde gravitazionali in tutte le sue strutture, dal mondo subatomico agli ammassi di galassie! Costi simili e connesse rinomanze sono il vero motivo per cui la Relatività punta all'Eternità, nel silenzio riverente dei suoi sostenitori.

P. S. 2  La notizia ci richiama alla memoria quella messa a dormire - salvo imprevedibili risvegli - del gigantografico LHC. Ovvero, il Large Hadron Collider, il superacceleratore del CERN di Ginevra, costato 80 miliardi di euro, che il 10 settembre 2008 emise il suo primo lampo e prometteva di emetterne molti altri in futuro. Se non un lampo, almeno un barlume di intelligenza - unico in quella chiassosa  impresa di "6000 cervelli" - si rivelò nella scommessa di Stephen Hawking, con la posta vincente di 100 dollari, se non si fosse trovato con l'esperimento il famigerato "bosone di Higgs". Ma forse non metteva in conto il fatto che, considerati gli interessi in campo, i produttori di LHC chiamerebbero "particella di Dio" anche una zucca nel giardino. Così come uno spiffero nello stesso giardino passerebbe come un'onda gravitazionale.

P. S. 3  Come si rivitalizza uno zombi: "Avventure nello spazio-tempo curvo" (LE SCIENZE, settembre 2009).

P. S. 4  Come avevamo pronosticato nel P. S. 2, oggi, 3 luglio 2012, la grande notizia:  i fisici del CERN hanno trovato la zucca nel giardino e l'hanno chiamata "bosone di Higgs"! 

Dai festeggiamenti trionfali del giorno dopo, 4 luglio, nasce una più appropriata definizione della "scoperta", come quella della "particella di Babbo Natale", che offre una motivazione di comodo ai miliardi di euro gettati via  nell'LHC, per produrre un'ammucchiata istantanea di protoni in veste pirotecnica.  Non esiste nessuna ragionevolezza né alcuna controllabile verità fisica di una massa "pesante" primitiva, generatrice per suddivisione di masse minori: idea del tutto opposta alla tesi aggregativa, che è quella storica e conforme alla concezione unigravitazionale del fotone elementare.

P. S. 5  Ma ecco il prodigio. L'immagine del CERN, inconcludente ai fini dello stesso CERN ("bosone di Higgs") e della fisica corrente, che ne è il supporto dispendioso quanto fuorviante, se riletta in chiave unigravitazionale, e cioè propriamente universale, getta una luce importante sulla coerenza dei processi naturali nella loro totalità. Infatti, quella che abbiamo chiamata "ammucchiata" di protoni, si mostra realmente come abbozzo di una struttura vorticosa "a petali", con un "occhio" centrale, analoga alla forma di un fiore e, più in particolare, del DNA, secondo il concetto antidarwinistico della nuova fisica.

 

Il presente appello continua contenuti e carattere della sezione VIII , "Lettere a LE SCIENZE".