Sul Convegno Internazionale "Galileo Back in Italy - II"

Bologna, 26-28/5/1999

Lettera aperta:

Napoli,19 Maggio 1999

Egregio Prof. Umberto Bartocci,

            ci sono momenti in cui occorre compiere dei gesti molto difficili ma urgenti, quale che ne sia l'esito, come è oggi quello di scriverLe questa lettera aperta, del tutto inusuale e per molti versi inelegante. L'occasione è il congresso indetto per i prossimi giorni a Bologna, il cui manifesto - che pubblico insieme con la presente nel sito Web del Gruppo Fisica Nuova - mi è giunto via e-mail da uno dei miei corrispondenti.

            Io sarei appunto uno degli "eretici" interessati al convegno. Ho letto il testo della Sua intervista a Federico Di Trocchio, nella quale la Sua alta qualifica professionale di matematico e docente universitario si schiera decisamente contro il massimo mito concettuale del secolo che stiamo fortunatamente per lasciarci alle spalle.

            Potrà sembrare paradossale e incongruo il fatto che io Le scriva per motivarLe - non richiesto - la mia non partecipazione al convegno, e ciò proprio in relazione allo scopo dichiarato di esso. Se c'è una cosa sulla quale - a mio avviso - qualsiasi persona ragionevole non può non trovarsi d'accordo, senza bisogno di particolari dimostrazioni, e su cui, d'altra parte, non deve nemmeno aspettarsi nessuno spiraglio di consenso da parte dell'establishment, questa è l'assoluta autoreferenzialità e arbitrarietà delle dottrine presunte "fisiche" del pensiero costituito. Basta scorrere la collezione del paludato periodico LE SCIENZE, e in particolare gli ultimi numeri, con tesi come quella degli "universi a bolla" o con proposte pseudosperimentali del tipo di "un piccolo big bang in laboratorio", per rendersi conto che è illusorio e addirittura dannoso per l'avanzamento della conoscenza ogni tentativo di dialogo con una tale roccaforte dell'assurdo.

            Ma esiste, di contro, un problema assai più serio, rappresentato proprio dal pensiero "eretico", che - sempre a mio avviso - è l'alibi più sicuro e tranquillizzante per lo scientismo contemporaneo. E qui sta anche, come dicevo, la maggiore difficoltà e ineleganza di questa mia lettera: nel fatto, cioè, che un eretico si eriga a giudice dell'intero mondo cui appartiene, considerandolo il principale ostacolo all'abbattimento senza compromessi di un castello scandaloso di vere e proprie fandonie, che da oltre un secolo ottenebrano il corso del pensiero umano.

            Quale è, di fatto, il comportamento degli eretici? Il primo aspetto di esso è che, mentre tutti concordano appassionatamente su alcune facili critiche ai principali presupposti teorici delle dottrine ufficiali, a questi oppongono o un nulla assoluto in senso construens, o una miriade di tesi ed ipotesi perfino meno accettabili delle già strampalate e inconsistenti fantasie ufficiali. Il secondo, quasi generale, è il pietoso tentativo di sottoporre al giudizio dei dottori di Salamanca le proprie tesi per averne "referenze" ai fini di qualche pubblicazione o altra manifestazione del proprio esistere debitamente autorizzata da "lorsignori".

            A questo punto, apparirà in modo addirittura sfacciato l'opzione che io propongo al fronte del pensiero eretico, scrivendo a Lei, in quanto illustre promotore del congresso. Ed è il riconoscimento che ci sono dei passaggi assolutamente obbligati attraverso cui potrà e dovrà verificarsi una reale rivoluzione scientifica, secondo la giusta analisi storica di Kuhn. Un cambiamento radicale di paradigma si determinerà solo sulla contrapposizione a quello vecchio e logoro di un paradigma sostitutivo coerente e completo, fondato su alcune chiavi di geometrica evidenza, sulle quali non decideranno i convegni ma il semplice passare del tempo.

            A mio avviso, i nuovi fondamenti sono i seguenti:

1) nell'universo agisce una sola forza: la gravitazione (fisica unigravitazionale);

2) una sola particella elementare costituisce la materia: il fotone-corpuscolo;

3) il fotone è la sorgente unica dell'ondulazione gravitazionale, che si propaga in un mezzo intermateriale: l'etere;

4) la propagazione ha una precisa geometria "euclidea" e precise leggi funzionali, regolate da una sola "equazione cosmologica".

            Nel mondo frammentato del pensiero eretico esistono migliaia di tesi e teorie disperse, ma nessun "sistema" organico che metta ordine e coerenza tra microcosmo e macrocosmo, ad eccezione di quello "unigravitazionale": basterebbe stampare il solo indice del sito, per rendersene conto, se non si ha la pazienza - come ovviamente è assai meglio - di effettuare senza preconcetti la lettura analitica e comparata dell'intero testo.

            Strumento fondamentale per sostenere e diffondere questa nuova concezione dell'universo è il Gruppo Fisica Nuova di Napoli, che ha scelto, al di là di ipocriti infingimenti e nonostante alcune critiche di vecchio stampo, una lotta senza quartiere allo scandalo insopportabile di uno "strapotere" dottrinario, costituitosi sulla base della più folle irrazionalità e da troppo tempo padrone indisturbato di cattedre, finanziamenti, mezzi di informazione e coscienze profane.

            Come finale postilla, rilevo che il "principio di equivalenza" tra massa inerziale e massa gravitazionale, assunto a pilastro della relatività, fu smentito con anticipo inimmaginabile da un mio saggio a stampa risalente al 1973, come risulta dalla sezione V del sito Web. Si troverà qui, con la negazione dell'esistenza di una reale "barriera" tra forze nucleari ed elettromagnetiche, anche la previsione teorica della fusione fredda, affossata non disinteressatamente dalla fisica accademica.

            La saluto molto cordialmente.

Renato Palmieri

 

Manifesto del Convegno:

      

IN FAVORE DEL PLURALISMO DELLA CONOSCENZA

Nella persuasione che soltanto con il favorire un autentico pluralismo si possa riuscire a compensare il pericoloso squilibrio che si è venuto determinando nel campo della conoscenza, l'ASPS ( as.ps@flashnet.it ) si propone di coadiuvare la meritevole attività del prof. Umberto Bartocci (Socio Asps) che da diversi anni ha rivolto la propria attenzione al mondo dell' eresia scientifica, promovendo ben tre congressi internazionali :

nel 1989, a Perugia, su "I fondamenti della matematica e della fisica nel XX secolo: la rinuncia all'intuizione";

nel 1991, a Ischia, su "Quale fisica per il 2000? Prospettive di rinnovamento, problemi aperti, verità eretiche";

nel 1996, a Perugia - nella ricorrenza del IV centenario della nascita del grande filosofo francese teorizzatore del dubbio metodico - su "Cartesio e la Scienza".

La nostra attività si svilupperà progressivamente nella raccolta di idee e di ogni forma di collaborazione in preparazione del PROSSIMO CONGRESSO, di cui viene dato il primo annuncio.

Convegno Internazionale "Galileo Back in Italy - II" Per il ritorno della razionalità nella fisica moderna Bologna, 26-28 Maggio 1999 - Primo Annuncio

Nonostante tutti i suoi grandi successi tecnologici, la fisica al finire del secolo comincia a essere messa sempre più sotto accusa. Le viene rimproverato di essere una disciplina che ha ormai perso le sue caratteristiche di scienza sperimentale, di essere divenuta troppo astratta e matematizzata. P.K. Feyerabend la riconosce nella maggior parte dei casi "molto più opaca, e molto più illusoria, della scienza del Cinquecento o del Seicento". R. Thom arriva a dire che in essa si riscontra "un orribile miscuglio tra la scorrettezza dei concetti di base e una precisione numerica fantastica", nella pretesa di voler "ricavare un risultato numerico molto rigoroso da teorie che concettualmente non hanno né capo né coda". Gli indiscutibili successi pratici della costruzione hanno infatti attenuato l'interesse critico per i postulati di base, e la loro interpretazione, sicché esiste tutta una serie di nodi concettuali che impongono un riesame dei fondamenti. Questi si possono ricondurre a due grandi schemi, le teorie relativistiche e le teorie quantistiche. In entrambi i casi vengono modificate a tal punto le nozioni ordinarie di spazio, tempo e causalità, che si è edificata una vera e propria nuova filosofia per sostenere la necessità della rinuncia a cercare di interpretare la natura secondo i classici principi di razionalità fondati sulle tre richiamate categorie mentali: secondo l'opinione del premio Nobel R.P. Feynman, bisogna "accettare la Natura così com'essa è - assurda". L'abbandono di quella adaequatio rei et intellectus che dovrebbe costituire lo scopo primario di ogni ricerca scientifica ha fatto sì che la maggior parte dei fisici abbia perduto ogni speranza di poter riuscire a comprendere, e che si sia diffusa nell'ambiente una spiacevole dolorosa rassegnazione.
Di fronte alla descritta situazione si comincia fortunatamente a scorgere qualche reazione, e sono stati per primi i fondamenti della meccanica quantistica a essere rimessi in discussione. Ancora assai scarsa, e completamente osteggiata, è invece la critica nei confronti delle teorie relativistiche, che sono diventate nell'opinione di molti, almeno per quanto riguarda la relatività ristretta, "the holy of holies" della scienza moderna. Si può ritenere al contrario che sia giusto attraverso il successo di tale teoria che si siano insinuati nella fisica quei successivi livelli di astrazione oggi sotto accusa, dal momento che è con essa che hanno fatto irruzione in questa materia l'arbitrarietà definitoria tipica della matematica, e la sua presunzione di essere sganciata nei propri fondamenti concettuali da ogni tipo di intuizione. Inoltre, è esattamente con la scomparsa del concetto di etere, conseguente alla "soluzione" einsteiniana dei problemi dell'elettromagnetismo, che è stato impossibile poi di ricercare nelle proprietà fisiche dello "spazio vuoto" una possibile ragione per le pretese inspiegabili particolarità della fenomenologia del mondo microfisico.

Si invitano tutti coloro che trovano qualche elemento di fondatezza nelle considerazioni precedenti a voler partecipare al convegno internazionale che si terrà a Bologna, nei giorni 26, 27 e 28 maggio 1999. Per adesioni e informazioni rivolgersi a:

Umberto Bartocci
Dipartimento di Matematica - Università
Via Vanvitelli, 1
06100 Perugia - Italy
Tel.: 0039-075-5002494
Fax: 0039-075-5855024
E-mail: bartocci@dipmat.unipg.it

Roberto Monti
Istituto TESRE - CNR
Via P.Gobetti, 101
40129 Bologna -
Tel.: 0039-051-6398702
Fax: 0039-051-6398724
E-Mail: monti@tesre.bo.cnr.it

Comitato Scientifico: Umberto Bartocci, Patrick Cornille, George Galeczki, Rocco Vittorio Macrì, Roberto Monti, James Paul Wesley.

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Stralci da un articolo di Federico Di Trocchio su Umberto Bartocci ("Specchio della Stampa" n.164)

La relatività? Roba vecchia. Einstein? Matto da legare......la teoria su cui si basa la fisica moderna sarebbe da buttare. Il motivo? Il nuovo, riscoperto ruolo dell'etere............

.............. Fino a oggi, però, nessuno c'è riuscito e chi critica Einstein viene considerato, a seconda dei casi, o un po' svitato o matto da legare.
Uno dei pochi accademici italiani a battersi apertamente e decisamente contro Einstein e a non vergognarsi dei suoi imbarazzanti compagni di lotta è Umberto Bartocci, matematico dell'Università di Perugia.
Allievo di Beniamino Segre, Bartocci è andato in cattedra giovanissimo: insegna geometria superiore e storia della matematica ma da anni le sue vere passioni sono collezionare gialli e dimostrare che Einstein aveva torto. In ambedue le attività ha messo un'intensità e una meticolosità non comuni. Non che si sia ingenuamente e follemente innamorato di un presunto errore logico o matematico di Einstein.
Da matematico e da giallista ritiene che la relatività sia l'analogo di un alibi ben costruito e difficile da smontare. Sa però che di solito gli alibi cadono proprio su dettagli minimi ed è su un dettaglio che è convinto di aver fatto inciampare Einstein.
Ha infatti ideato un esperimento che consente di ingigantire un effetto non previsto dalla relatività e in contrasto con essa.
L'esperimento, effettivamente realizzato dai fisici Fabio Cardone e Roberto Mignani, sembra avergli dato ragione. Ma prima di portare Einstein di fronte al tribunale della scienza, vuole essere veramente sicuro delle prove a carico.....
L'esperimento è di quelli che si collocano sul sottile confine tra genialità e follia. Sappiamo tutti che su una nave in movimento uniforme possiamo tranquillamente giocare a ping-pong esattamente come a casa: il movimento della nave (se è uniforme e non subisce accelerazioni) non cambia insomma la traiettoria della pallina. Questa constatazione è il fondamento del principio di relatività galileiano che Einstein ha confermato ed esteso.
Ma è proprio vero che la pallina da ping-pong si comporta sulla nave come se fossimo fermi a terra? Bartocci sostiene di no. Secondo lui esistono delle lievissime variazioni che sarebbe impensabile e impossibile misurare.
Questo il dettaglio sul quale, a suo avviso, crollerebbe la relatività. Ma se le lievi variazioni subite da una pallina da ping-pong su una nave in movimento non sono misurabili non è detto che non si possa ideare un esperimento di altro tipo, che ingigantisca gli effetti del movimento e li renda misurabili.
Ed è proprio questo che ha fatto Bartocci. Ha sostituito alla pallina da ping-pong una carica elettrica (che si può immaginare come una pallina di polistirolo elettrizzata) e al tavolo un magnete che genera un campo attorno alla carica.
Se l'esperimento avviene a terra, per esempio in casa, il campo non esercita alcuna forza sulla pallina di polistirolo e questa sta ferma. Secondo la teoria della relatività lo stesso dovrebbe valere se magnete e carica si trovano su una nave in movimento. Esattamente come per il ping-pong. "Invece non è così", spiega Bartocci. "La carica si muove perché anche in questo caso esistono dei piccoli effetti del movimento che però questa volta è più facile sia giustificare che misurare".
L'elettromagnetismo insegna che un campo magnetico in movimento esercita una forza e quindi è in grado mettere in movimento una carica elettrica. Sappiamo dunque che ci deve essere un effetto del moto anche se non siamo in grado di notarlo perché impercettibile. Ma a differenza del caso del ping-pong, questa volta possiamo ingigantirlo e, dunque, notarlo. Basta aumentare l'intensità del campo magnetico e l'effetto diventerà misurabile.
E infatti Cardone e Mignani lo hanno misurato. "Il principio di relatività, dunque", spiega Bartocci, "non vale.
E siccome è il cardine della teoria di Einstein, vuol dire che la teoria è sbagliata e che non bisogna vergognarsi se non la si capisce.
Vergognoso il contrario: far finta di capirla "
.........

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Nell'occasione vogliamo ricordare uno dei più significativi e partecipi ai precedenti congressi : il dr. Stefan Marinov (scomparso nel 1997), del quale il Prof. Bartocci ci ha inviato una nota bibliografica.

 

Risposta del Prof. Umberto Bartocci alla precedente lettera aperta:

   Caro Professore,
la ringrazio molto per la sua gradita lettera, il cui arrivo mi ha
alquanto sorpreso, dal momento che finora le nostre strade non si erano
mai incrociate, e stavo invece sul punto di scriverle io, dopo avere da
pochissimo tempo scoperto con interesse, dietro suggerimento di
conoscenti, il lavoro contenuto nel suo sito internet. Eppure, sono
ormai oltre 15 anni che mi dedico alla cosiddetta "scienza eretica", e
10 che organizzo convegni al riguardo, quello di Bologna sara’ il quarto
(e voglio subito sottolineare che, se dedico a questo tipo di attivita’
la gran parte delle mie residue forze, non e’ tanto per una forma di
curiosita’ accademica, ma appunto perche’ sono convinto come lei che
l’attuale filosofia della natura sia tutta una perniciosa assurdita’ -
lei scrive qualcosa del tipo, "se non si fosse di fronte a stupidita’
umana, si sarebbe portati a pensare a un complotto diabolico", le diro’
che, grazie ai miei studi storici, mi vado sempre piu’ convincendo che
la seconda ipotesi non e’ del tutto implausibile!), sicche’ credevo di
conoscere ormai tutto quanto si produce nel campo, almeno in Italia!
Constato che non e’ cosi’, e ne sono lieto, perche’ cio’ dimostra che il
patrimonio di quella che chiamerei una doverosa reazione critica di
fronte alle dette assurdita’ con cui la scienza moderna ci vuole sempre
piu’ sconcertare e’ fortunatamente inesauribile. Mi rammarico comunque
che non sia stato possibile unire in qualche modo in passato le nostre
energie, tanto piu’ che sono stato sovente ospite a Napoli dell’Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici, sotto la cui coraggiosa egida abbiamo
pure organizzato un convegno ad Ischia, quale migliore occasione,
purtroppo perduta, per una conoscenza di persona...
   Tali pensieri mi riportano al contenuto della sua lettera, con il
quale sono sostanzialmente d’accordo, anche se con qualche precisazione.
E’ in effetti vero che sul versante diciamo pure eretico si assiste a
una proliferazione incontrollata di opinioni, con un rumore concettuale
che rischia di diventare alla lunga insopportabile; del resto, pero’,
bisogna tenere conto che queste divergenze di opinione (e limitiamoci
pure ad esaminare quelle presenti nel pur sparuto campo degli
anti-relativisti) non vanno considerate anomale, perche’ le possibilita’
a priori sono molte (dall’ipotesi balistica della luce, a quella di una
nuova elettrodinamica alla Wesley-Assis; dall'ipotesi di contrazioni e
dilatazioni reali dovute al moto assoluto nell'etere, che oggi e'
condivisa da persone autorevoli come Cavalleri, Selleri, etc., a quella
di un "etere trascinato" alla Stokes, e cosi’ via), e se il 99% del
gregge segue il partito vincitore, il rimanente 1% di persone che
pensano con la propria testa si ripartisce naturalmente tra decine di
opzioni diverse, che alla fine sono quindi rappresentate ciascuna da
pochissime persone!
   Cio’ nonostante, l’organizzazione di incontri eventi e’ necessaria, e
non tanto per finalita’ di promozione personale, per cercare di
pietosamente sottoporre ai dottori di Salamanca le proprie "scoperte",
ed eventualmente riceverne un buffetto di approvazione, quanto piuttosto
per discutere e selezionare quanto di meglio un pensiero libero, e
quindi certamente alternativo, e’ stato capace di produrre, e
rafforzarne quindi l’efficacia. L’obiettivo finale, da un canto e’
quello di diminuire la forza delle argomentazioni a favore della
relativita’, dimostrando l’estrema poverta’ teorica e sperimentale delle
sue basi, e l’autosufficienza della fisica non relativistica;
dall’altro, quello di proporre nuovi esperimenti che possano finalmente
allontanare certe proposte di trattamento dello spazio e del tempo dal
campo della fisica, e restituire ordine e razionalita’ a tutta la
filosofia naturale, che comincia ad essere tutta "inquinata" proprio a
partire dal successo di Einstein.
   Forse, la principale differenza tra i nostri atteggiamenti e’ che io
continuo a restare convinto che, di fronte a veramente buoni argomenti,
la maggior parte dei membri della comunita’ scientifica cedera’, perche’
molti sono sinceramente persuasi che non si possa reagire di fronte alla
situazione, e che certe "follie" siano necessarie (mi piace usare a
questo riguardo un termine assai espressivo introdotto dall’amico
Selleri, "epistemologia della rassegnazione"), e questo anche se i
"custodi" dell’ortodossia continuerebbero comunque nei loro prevenuti
attacchi, e nello sforzo di non permettere la divulgazione di certe
tesi. Alla lunga, pero’, anche la forza di questi risulterebbe alquanto
indebolita, e un particolare esempio in proposito e’ quello costituito
dall’ex-direttore di Nature, il fisico John Maddox, che cominciava ad
ascoltare certe voci.
   Vero, tutto questo privilegerebbe sempre comunque la parte destruens
su quella construens, ma per edificare un nuovo edificio dove gia’ ne
sorge uno bisogna prima demolire quello vecchio, non ne conviene?
   Questo per quanto riguarda le "strategie politiche". Per quanto
riguarda invece la parte teoretica, concordo con lei, da buon
"cartesiano" quale mi ritengo, che in effetti nell’universo agisce una
sola forza, comunque la vogliamo chiamare, che una sola particella
elementare costituisce la materia, qualunque essa sia (io preferisco
ancora usare il termine cantoriano di monade d’etere), e convengo anche
sui suoi punti 3) e 4), pur nutrendo la sensazione che la fenomenologia
possa essere alla resa dei conti cosi’ varia che possano essere
necessarie diverse sue descrizioni matematiche, ancorche’ tutte
riconducibili, almeno in linea di principio, ad un’unica modalita’
fisica, diciamo pure un’unica "equazione". Posso chiederle se mi sbaglio
o no nel sentire nel suo pensiero echi chiari di quella fisica di
origine appunto cartesiana, che il carissimo amico filosofo Rocco
Vittorio Macri’, cartesiano anch’egli, ha battezzato fisica
unifenomenica?
   Auguro quindi a lei e al Gruppo che ha fondato ogni crescente
successo nella del tutto approvabile "lotta senza quartiere" che sta
conducendo contro strutture che hanno in effetti quello che potrebbe
dirsi un carattere "diabolico" (cos’e’ lo strapotere che lei descrive,
se non il frutto del cedimento a qualcuna delle tentazioni di
Mefistofele?), anche se immagino che la strada da percorrere sia ancora
lunga, e non potendo personalmente, almeno per il momento, che
percorrerla un passetto per volta (come dire, cercando di fare un po’ di
luce su un problema alla volta - come esempio, mi permetto di inviarle a
parte qualche piccola cosa da me scritta assai di recente in vista
appunto del convegno bolognese *).
   Cordialita’ vivissime, sperando che sia possibile continuare a
rimanere in contatto,

il suo  Umberto Bartocci

Perugia, 23.5.99

(*) A simple classical interpretation
of Fizeau’s experiment

(Giuseppe Antoni - Umberto Bartocci)

 

Riceviamo dal Prof. Umberto Bartocci e pubblichiamo (13/1/2000):

   Carissimo Professore,
spero che questa iniziativa possa interessare lei o qualcuno dei suoi
corrispondenti...

   Sempre cordialissimi saluti, e auguri,

il suo  UB

[PLEASE, MAKE AT LEAST THIS ANNOUNCEMENT GO ROUND, FOR SCIENCE'S SAKE]

                                          CALL FOR PAPERS

   Dear friends, colleagues,
I want to wish everybody a very special New Year, mostly to people who,
like me, hope that it will be the year of the beginning of the final
defeat of relativity. For this reason, I am planning a "virtual book":

                     PUTTING SPECIAL RELATIVITY TO TEST

with the aim to collect all EXPERIMENTS that we can think of against
relativity (even already published somewhere else).
   I invite all people sharing my same purpose to join me in this task.
Please send me your contributions (even more than one from a single
person)!

   Always best greetings, from yours most sincerely

Umberto Bartocci

(I thank most heartily Del Larson for helping me in this enterprise).

                                               INSTRUCTIONS:

The experimental proposal should be rather short, at most 4/5 pages
(figures apart, please send them to me with a .tif extension), and it
should contain at least:

1) the description of the phenomenon (or of the measurement) that one
suggests to examine (to do);

2) the correct description of the relativistic "prediction" for this
phenomenon (this measurement);

3) a possible suggestion for a different outcome, as a consequence of a
non-relativistic conceptual footing.

Personal Comments:

- As far as 1 is concerned, it seems useful to me to collect even
"gedanken-experimenten", namely experiments which are (at the moment)
not proposable as practical experiments, but would be able to show at
least a clear theoretical departure from relativistic predictions. Even
the indication of "old" experiments would be good, but in this case it
is required that there be either a new interpretation of the accepted
result, or a new experimental outcome (example: the repetition of the
Trouton-Noble experiment by P. Cornille), or at least a very good
criticism of the interpretation which until now has prevailed
(unfortunately, the "common interpretation" shows until now no
contradiction with relativity).

- As far as 2, let me say once again that it is often the case that the
anti-relativity critic shows ignorance in this regard. This is a pity.
As a matter of fact, we cannot present as an anti-relativistic argument
a simple misinterpretation of the correct relativistic predictions (for
example: the Sagnac, or the Michelson-Gale, experiments).

- As far as 3, it is not necessary to give all details about the
different theory, it is enough to just list key-words and
bibliographical references.