La gravitazione ondulatoria

Preliminari

1) Occorre leggere, prima di continuare, la premessa alla successiva sez.IV, la quale significa che le due figure 1 e 2, mentre appaiono il punto di partenza di una indagine che dall'infinitamente piccolo procede verso l'infinitamente grande, in realtà rappresentano il punto d'arrivo d'una nostra analisi che dal noto della concreta e generale esperienza umana, seguendo un percorso rigorosamente fisico e logico, è giunta al cuore ignoto della materia, come avanti si è detto, e cioè alla soglia infinitesima dell'universo fisico, come nel titolo di quella sezione.
Le figure citate non costituiscono, dunque, un presupposto fantasioso, o - come si usa dire - una "ipotesi di lavoro", ma sono un fondamento assolutamente necessario perché il cosmo sia quello che è. Diciamo con tutta chiarezza che qui il lettore deve fare una scelta pregiudiziale. Se vuole tenere per gli indeterministi e per la loro rinuncia a conoscere, smetta di leggerci e dia retta ai vari tromboni della fisica ufficiale, che ci manifestano indirettamente la loro scomunica, pensando di farci desistere, con parole che starebbero bene in bocca ai giudici dei roghi e delle torture. Il pensiero di Kuhn e di Feyerabend, circa la resistenza cocciuta del vecchio establishment in ogni fase storica di svolta, è illuminante in proposito e ci conforta a continuare, fino a che non sarà sprofondato nel ridicolo l' "universo di fandonie" inventato dalla cosmologia contemporanea.
2) Bisognerà anche fare uno studio attento della parte a) di questa sez.III (L'Equazione Cosmologica), che è la base matematica del programma grafico OLOPOIEMA.
3) Le figure precedenti disegnano l'origine della funzione ondulatoria gravitazionale, a partire dall'emissione e propagazione di un'onda oltre l' orizzonte fotonico, rappresentato dalla circonferenza di colore rosso. Geometria e meccanismo cineto-dinamico della "particella elementare" (fotone-gravitone, atomo assoluto) all'interno dell'orizzonte fotonico saranno argomento della sez.IV, della cui conclusione le figure qui presentate fanno parte, mentre in questa sezione sono provvisoriamente all'inizio della trattazione.
4) Delle due fondamentali differenze tra la nostra fisica e quella corrente - l'unigravitazione e la propagazione eccentrica -, la prima costituisce un'idea semplice e chiara di per sé, difficile da capire e da accettare solo per l'insipienza della fisica teorica contemporanea. La seconda, benché stia da sempre sotto gli occhi di tutti in infinite forme naturali, ha costituito, anche da sempre, un reale ostacolo per il suo stesso riconoscimento da parte dell'esperienza umana, istintivamente portata a pensare una propagazione come una perturbazione concentrica di un mezzo (acqua, aria, ecc.).
Solo un'osservazione assolutamente pura poteva pervenire all'individuazione di un carattere "inconcepibile" - sebbene del tutto evidente -, quale l'eccentricità e la conseguente anisotropia, messo dalla Natura a fondamento della propagazione primigenia e tale che solo uno dei suoi due limiti matematici comporta onde e strutture concentriche (v. parte a) di questa sezione, § 6, e Caso o finalità? nella sez.VII per le sue implicazioni filosofiche).
5) La sola definizione possibile del fotone è - come si è detto - di carattere geometrico e cineto-dinamico, e non sostanziale, poiché esso è la soglia ultima dell'universo fisico e quindi non ulteriormente analizzabile. Lo stesso si dica dell'etere, mezzo "intermateriale", non definibile in termini chimici, ma solo nel suo aspetto funzionale, che è fisicamente necessario e sicuramente reale. Le domande circa la sostanza del fotone e dell'etere sono, quindi, semplicemente insensate e vanno respinte senza inutili discussioni, come di pertinenza di un discorso esclusivamente metafisico.