"Il Fatto Quotidiano": ovvero, la Santa Inquisizione

                    "Il Mattino": ovvero, la Santa Omissione

            (come dovrebbe funzionare la censura alla libertà di pensiero e di espressione)

di Renato Palmieri

Offriamo ai lettori un'occasione straordinaria. Col secondo link al titolo (nella pagina di apertura) presentiamo loro l'articolo nel testo originale di pubblicazione "Einstein de noantri", di Alessandro della Corte, apparso su Il Fatto Quotidiano di venerdì 29 aprile 2011. Esso va letto con grande attenzione e meditato parola per parola, col massimo possibile di divulgazione, perché è storicamente emblematico di come un pensiero vecchio sia solito reagire alla minaccia di sostituzione da parte di un nuovo paradigma (vedi Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche).

Noi qui ci limitiamo a brevi note introduttive e di guida alla lettura. Si tratta in primo luogo di un attacco violentissimo all'Istituto per gli Studi Filosofici, all'Università di Napoli e ai loro comitati scientifici, col pretesto oltraggioso di tutelarne il prestigio, gravemente "dilapidato" dall'aver dato spazio alle "scienziaggini" - come le definisce il censore - di Renato Palmieri. Il primo comportamento tipico di un inquisitore è, in effetti, quello di far terra bruciata sotto l'inquisito, meglio se col medesimo nelle fiamme e col bavaglio sulla bocca. Il secondo comportamento di un bravo censore sta nel dare come santamente provate le proprie "verità di fede", che sono invece delle vere "scempiaggini", quali buchi neri, big bang, curvatura dello spazio-tempo (espressione da mentecatti) ed altre panzane. La terza regola di condotta per un uomo che si vesta da Torquemada è caricare la condanna con la più alta dose di disprezzo per l'insipienza dell'eretico.

Il quale, nel caso di Renato Palmieri, ringrazia per i suoi dati biografici e per l'informatissimo elenco delle proprie "sciocchezze", che conferma e sottoscrive in blocco, nessuna esclusa: tanto più che, a parte l'intento di discredito, manca nell'articolo un benché minimo argomento di confutazione. Basterà solo qualche osservazione di dettaglio.

Cominciamo da quelle enormità che fanno più ridere il censore. Per esempio, le formiche telepatiche. Il nostro trancia giudizi dispregiativi su ciò che la sua scienza meno è in grado di comprendere (come il comportamento degli animali sociali), per lo stesso pregiudizio antiscientifico che si manifesta nel confinare la telepatia nella pseudo-scienza: incapaci come sono, tutti i censori, di correlarla invece all'entanglement fotonico, sperimentato ma interpretato fantascientificamente. Così per la previsione dei  terremoti e ancora per il comportamento animale. Ad ogni terremoto, mentre i sismologi interrogati ripetono sempre le stesse ovvietà (faglie, placche, sciame sismico, case fatte male, ecc.), gli animali - specie i selvatici - hanno preavvertito e si sono messi in salvo, sfuggendo alla malasorte di migliaia di persone. Cosa che i quotidiani, vituperata fonte di Palmieri, riportano regolarmente (tsunami 2004, L'Aquila 2009) e che gli addetti ai lavori non si degnano di indagare.

Quanto alla voce "Fisica Unigravitazionale" cancellata da wikipedia, essa venne abolita con una maggioranza "schiacciante" di quattro gatti e con un illuminante esempio di democrazia "scientifica" degno della sullodata santa inquisizione. Sul web, in altra forma, la voce è stata salvata da gatti più avveduti.

Ma il vero e nemmeno nascosto motivo della campagna di odio che si è scatenata contro la nuova fisica lo rivela lo stesso articolista, là dove pone tra i molti elementi di giudizio sui risultati di Palmieri "la sproporzione tra l'obiettivo rivoluzionario dichiarato e i mezzi tecnici e concettuali cui Palmieri fa ricorso": il che significa concretamente che, per scoprire nel giardino quel bambino sotto il cavolo chiamato bosone di Higgs, è giusto costruire l'LHC di Ginevra con appena 80 miliardi di euro, piuttosto che usare Olopòiema,  un programma di 276 KB, per capire l'Universo.

Napoli, 7 agosto 2011

 

Sappiamo che si può peccare "in opere", come Il Fatto, ma anche "in omissioni", come fa Il Mattino e come ora vi raccontiamo.

Dunque, il 16 dicembre scorso il giornale se ne esce con un articolo, che non è necessario leggere, perché basta il titolo a qualificarlo: "Vita spericolata dei buchi neri nani, creatori dell'universo". (Potenza creatrice di questa sorta di nani!) Siccome c'era una storia di qualche lettera pubblicata, lo stesso giorno ne inviai un'altra (trascritta di seguito), molto blanda, di commento all'articolo, richiamando nel poscritto una mia precedente, di un più forte giudizio sull'argomento. La lettera, divisa in due parti, suggeriva al direttore di pubblicare solo la prima, per una possibile apertura di discussione tra un pubblico di non "addetti ai lavori", sempre gelosi del loro potere di casta.

Il risultato è stato una "Santa Omissione".

Ma ecco la lettera:

Egregio Direttore, 
l'articolo di Ugo Cundari sui buchi neri ("creatori dell'universo"!), a pag. 23 del Mattino di oggi 16 dicembre 2012, mi ha richiamato alla mente un'idea tradizionale, che vorrei proporre ai lettori (non ai soli fisici, che mi darebbero subito torto). L'idea è: "così in alto, come in basso" e viceversa. In base ad essa si può argomentare che le galassie siano vortici di stelle (ce n'è appunto una che si chiama "Vortice"), analoghi ai vortici atmosferici fatti di vapore acqueo, con fenomeni simili su scale diverse. In tal caso, i buchi neri sarebbero buchi veri! Una prova si ricaverebbe dall'articolo di Cundari, e cioè che i buchi più grandi sono di solito meno potenti di quelli più piccoli, così come avviene per le aree cicloniche terrestri. Distinti saluti.
Renato Palmieri
 
P. S. (non pubblicabile, per ora)  Testo di una lettera inviata al Mattino il 1° novembre scorso:
Egregio Direttore,
    mi permetta una domanda: che ne è del bosone di Higgs? Prima della "scoperta", la mia profezia era che, "considerati gli interessi in campo, i produttori di LHC (il superacceleratore di Ginevra, costato miliardi di dollari) chiamerebbero 'particella di Dio' anche una zucca nel giardino".  E così infatti è stato per quell'ammucchiata di protoni battezzata per l'occasione "bosone di Higgs", che come una mucca da latte fornisce le poppate a tutto l'universo.
    Ed ecco  l'altro sperimentato metodo della cupola di fisici che governa il pianeta, per spillarne soldi e potere: dare di ogni fenomeno, tra quelli che neppure loro capiscono, la spiegazione più illogica e meno comprensibile, per sbalordire il popolo e soggiogarne la fantasia. Chi mai, per esempio, si azzarderà a chiedere informazioni sulla "teoria delle stringhe"?
    Nessuno ancora ha insegnato a quei fisici ciò che a uno scolaro delle elementari si può facilmente dimostrare: che i fenomeni dell'universo sono gli stessi su scale diverse, dal microcosmo al macrocosmo, e che quindi nell' "occhio" di una galassia spirale non ci potrà mai stare un "buco nero", così come non ci sta nell'occhio di Katrina o di Sandy: questi, vortici di vapore acqueo; quella, vortice di stelle. E, comunque, i buchi neri non stanno da nessuna parte!
    Mi pare di sentire le grida sarcastiche degli addetti ai lavori a queste affermazioni, ma nella prossima lettera farò i conti con la relatività. Distinti saluti.
Renato Palmieri

Ora il problema  è: quando - com'è inevitabile, presto o tardi - la fisica attuale sarà riconosciuta come un cumulo di fandonie e l'unica fisica possibile sarà quella Unigravitazionale, in quale categoria si collocheranno i sostenitori del tolemaismo contemporaneo? Un solo consiglio per il Suo bene: non chieda consiglio a un fisico.

Distinti saluti.
Renato Palmieri 
 
Via Tito Angelini, 41
80129 Napoli