Il nodo di Gordio:

Lettera aperta a un matematico, a un fisico e a uno storico della scienza

Napoli, 21 giugno 1999

    Caro Prof. Umberto Bartocci,

e p. c. al Prof. Tiziano Cantalupi,

           al Prof. Federico Di Trocchio,

a nome del Gruppo Fisica Nuova di Napoli, rivolgo a Lei e, per Suo tramite, ai Proff. Cantalupi e Di Trocchio un appello a voler dare al rinnovamento della scienza un contributo che, al di là di tante disunioni e incertezze caratterizzanti il mondo problematico di chi avverte la stagnazione del pensiero scientifico contemporaneo, può essere decisivo per tagliare da subito il classico "nodo di Gordio" di quest'epoca al tramonto.

Intendo, naturalmente, il groviglio inestricabile creato in tutte le direzioni della conoscenza, per un già troppo lungo secolo, dal mito della Relatività. E' - a mio avviso - necessario e urgente non continuare ad aggirarsi tra i meandri collaterali della dottrina, ma decidere con criterio autenticamente popperiano che una teoria "falsificata" nel suo fondamento costitutivo da un evento astronomico inequivocabile deve fare una sola cosa: scomparire dall'ordine delle ipotesi scientifiche, con tutti i suoi risvolti e implicazioni, e men che mai pretendere di pontificare - come fanno arrogantemente i relativisti - col crisma di un dogma indiscutibile.

L'evento in questione è stato l'impatto su Giove della cometa Shoemaker-Levy, nei giorni dal 16 al 20 luglio del 1994, le cui modalità hanno rivelato - nella distrazione generale, oltre lo splash cui erano attenti gli astrofisici - l'erroneità assoluta del "principio di equivalenza", elemento fondante della teoria di Einstein. Non c'è libro di testo che non parli dell' "ascensore di Einstein", nel quale, dopo quell'evento, è in realtà diventato evidente che masse differenti - come appunto si dimostra su distanze planetarie, invece che dalla torre di Pisa - subiscono differenti accelerazioni dalla gravità, distanziandosi nettamente tra loro: in particolare, quelle minori sono accelerate più delle maggiori e cadono prima, contrariamente al postulato di Galileo e di Einstein. Frammenti di un unico corpo - il nucleo della cometa - non potrebbero cadere intervallati in misura via via crescente lungo una catena di oltre un milione di chilometri e per la durata di quattro giorni, se non fossero stati accelerati diversamente dalla gravità gioviana.

Sarà estremamente significativo, direi anche sul piano simbolico, che un fenomeno astronomico di grandissimo rilievo, come la caduta di una cometa, segni la data conclusiva di una teoria che ha fuorviato gravemente la scienza per tanto tempo. E' tale il senso del "Manifesto del Fronte Antirelativistico", che si trova allegato a questa lettera aperta e per il quale si chiede un sostegno operativo. 

Il Gruppo Fisica Nuova ritiene, nel rivolgersi a Lei, che la Sua personalità scientifica, così come quella degli altri due interlocutori cui indirizza questa lettera-appello, sia tale per autonomia di giudizio che non si possa considerare la presente come una "captatio benevolentiae" e una forzatura per un appoggio a una tesi interessata. Il programma del GFN è stato dal suo inizio mirato, senza infingimenti e timidezza, a una lotta lunga e dura ma anche fiduciosa nel suo esito finale. Non è però necessario condividerlo, perché da posizioni teoriche diverse si determini al più presto una svolta benefica nel corso generale del pensiero, in un momento drammatico della storia umana come quello attuale. L'auspicio è che non si perda nessuna occasione per avvicinare nel tempo quella svolta.

Il nostro grazie sincero a Lei e agli altri destinatari per l'attenzione e per il qualsiasi conto che si vorrà dare a questa lettera.

               Per il Gruppo Fisica Nuova di Napoli

                         Renato Palmieri  

repalmi@tin.it

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