CILENTO IN BICI |
Un documento della fine del X sec. d.C., riportato da uno storico settecentesco, il barone G. Antonini, testimonia la precoce presenza del cenobio basiliano, forse uno dei più antichi monasteri fondati dai monaci di Oriente giunti a Velia per sfuggire alla persecuzione iconoclasta. La posizione topografica della badia è di particolare rilievo: si trova infatti sul percorso fluviale che collega l'hinterland montuoso con lo sbocco a mare ed in un territorio particolarmente fertile per la presenza di ben due corsi d'acqua, il Badolato ed il Palistro, e per la regolarità dei terrazzi collinari. |
L'itinerario
fluviale, ben noto ai Greci di Velia, costellato di insediamenti e
fattorie in età lucana, è ancora valido ed utilizzato in età romana. |
La
continuità d'uso della zona è documentata, inoltre, dalla presenza di
una necropoli alto medievale che ha in parte riutilizzato ed in parte si
è sovrapposta agli ambienti di età romana; un paio d'orecchini a
cestello d'oro e le forme della ceramica rinvenuta nei corredi datano la
necropoli tra il VI ed il VII sec. d.C. Il complesso monumentale conserva intatta la planimetria con i diversi ambienti e spazi scoperti funzionali alla vita del monastero; il corpo più antico è costituito dalla Chiesa di S. Maria, ad unica navata con abside poligonale e volta a crociera di impianto angioino, confermato anche da un |
affresco raffigurante il giglio angioino conservato in una piccola
finestra tompagnata; recenti restauri hanno scoperto, su una parete, le
tracce di un affresco che consente di datare il primo impianto del luogo
di culto tra il X e l'XI sec. d.C. Allo stesso periodo risale la
caratteristica sagoma della torre campanaria, a pianta quadrata alta circa
m. 15, che termina con un elemento a cuspide aggiunto in un secondo
momento. Un piccolo gioiello di arte bizantina è la Chiesetta di S. Filadelfo, posta in posizione decentrata rispetto all'intero complesso. L'impianto originale doveva essere ad un un'unica navata con un'abside decentrata; successivamente vi è stata aggiunta la seconda navata separata da un diaframma costituito da quattro archi, poggianti su colonne. La navata più antica, destinata ai monaci, conserva uno splendido ciclo di affreschi che raccontano storie di Santi, con al centro la Vergine orante, che si inseriscono perfettamente nel quadro della pittura bizantina del X-XI secolo. Appartiene allo stesso arco cronologico la statua lignea del Santo che costituisce uno dei rari esempi di scultura lignea bizantina rinvenuta nel Cilento. |