Scegliere i mille film più rappresentativi
della storia del cinema da portare con sè su un’ipotetica isola deserta sarebbe
stato facile, sceglierne cento difficile, sceglierne quindici quasi
impossibile.
Ma scegliere resta pur sempre un impegno,
magari rischioso, a cui non ci si può sottrarre, non fosse altro che per
rinnegarlo al momento della scelta successiva. Di fronte a questa necessità
inevitabile, per non cadere nella facile trappola di un’operazione arbitraria e
tendenziosa, si è preferito seguire due itinerari intrecciati (gli autori e i
generi) al di là delle categorie supreme: il più bello, il più importante.
Sulla base di questo criterio è stato meno
difficile estrarre dallo sterminato archivio della produzione cinematografica
gli autori (Bunuel, Fellini, Tarkovskij, Welles, Kurosawa, Antonioni,
Bergman, Godard) che hanno segnato la storia del cinema, ponendosi come
punti di sicuro riferimento artistico, culturale, linguistico e tecnico. Nello
stesso tempo però è giusto sottolineare che anche i film etichettati con il
nome del genere, possiedono un nucleo forte che non può nascere da codici o da
norme ma può soltanto prendere forma grazie a un progetto individuale, per
l'intervento di una personalità guida che agisce, in questo caso, in modo unico
e specifico. Basta solo l’esempio di Hitchocock per dimostrare come il sistema
dei generi non abbia affatto impedito l'affermazione di grandi autori
riconosciuti come tali proprio in quanto eccellenti registi di film di genere.
Nella critica cinematografica italiana, lo
studio della figura dell'autore ha però quasi sempre avuto la meglio su quello
dei generi cinematografici. Ciò è dipeso da molti fattori come l’estensione al
campo cinematografico di metodi e impostazioni tipici della critica letteraria o
la sopravvivenza di teorie idealistiche poco idonee a comprendere i meccanismi
di produzione e i modelli di comunicazione propri del cinema.
La classificazione dei film in base al genere di
appartenenza resta, tuttavia, un aspetto fondamentale dell'istituzione
cinematografica; per questo si è voluto mantenerlo nel ciclo. Generi come la
fantascienza, il giallo, il western, la commedia, il melodramma sono il
risultato di una messa a punto di universi figurativi e congegni narrativi, che
vanno considerati come vere e proprie creazioni collettive nelle quali si è
espressa una visione del mondo e una filosofia della vita, una concezione
estetica e ideologica che hanno fatto la storia del cinema