Non
sono un bacchettone, non ho alcun pregiudizio sessuale, non ho
nulla in contrario ad un film pornografico (fatto da adulti e
visto da adulti, tutti liberi e consenzienti): ma devo dire
che certi film porno soft che da qualche tempo vanno di
moda – come Irreversibile, o In the cut, o il
patinato e vuoto The dreamers, tanto per fare solo
alcuni esempi – mi irritano profondamente. E la ragione è
semplice: in tutti quei film, il sesso e l’atto sessuale non
vengono usati come strumento narrativo, linguaggio funzionale
a dire qualcosa, ma sono puro, semplice e volgare
esibizionismo (per fare un esempio contrario, di come il sesso
anche estremo può essere tragico e terribile linguaggio,
riguardate Ultimo tango a Parigi, o la terribile
masturbazione davanti alla foto della fidanzata del
protagonista di Fuga di mezzanotte). Ma dove sono i
significati nascosti dietro alla deflorazione (con relativo
sangue imeneo) di The dreamers? Dove il messaggio della
sega (non masturbazione: è un termine troppo ‘colto’ per
quella scena) davanti alla foto di Marlene Dietrich? E cosa ci
dovrebbe insegnare il pompino (non fellatio: vedi
sopra) di Meg Ryan? E lo stupro della Bellucci, che recondito
simbolo rappresenta? Quante idiozie. Se a Bertolucci piace
spiare dei ragazzi che si toccano davanti ad una camera da
presa, affari suoi; se la Ryan, a quarant’anni suonati, vuol
mostrare di non essere solo la fidanzatina d’America ma di
saper fare anche la porca, c…. suoi; se la Bellucci voleva
regalarsi una scopata selvaggia in video, e a suo marito è
piaciuto stare a guardarla, buon per loro. Ma che non lo si
chiami cinema d’autore, per piacere, e che la smettano,
certi critici compiacenti e soprattutto certi registi e
relativi attori, di trattarci da deficienti. Chiamiamo le cose
per quel che sono, e soprattutto chiamiamo le voglie per quel
che sono. Se uno ha voglia di sesso, se la toglie liberamente,
come vuole e con chi vuole; ma non venga a cercare improbabili
e non dovute assoluzioni da parte del pubblico contrabbandando
un porno soft, appunto, per chissà quale opera
dell’intelletto. E la prossima volta, facciano un bel porno
sul serio: così godono di più loro e anche noi.