Regia
Jean-Paul Salomé Soggetto e sceneggiatura Jerôme Tonnerre,
Danièle Thompson, Jean-Paul Salomé FotografiaJean-François
Robin
MusicaBruno Coulais Interpreti Sophie Marceau, Michel Serrault, Frédéric Diefenthal, Julie Christie, Jean-François Balmer, Lionel Abelanshi, Juliette Greco Durata93'
Nelle sale del grande museo parigino si aggira di notte, il volto coperto da una maschera, il fantasma di un antico principe egiziano mummificato. Accadono fatti misteriosi e terrificanti, anche delitti. La bella Lisa che abita vicino al museo sembra posseduta. Il suo innamorato interviene e un vecchio ispettore indaga.
Dunque,
c’erano a disposizione due cose: una era il Belphégor
di Arthur Bernède, delizioso feuilleton del 1927, uno
degli ultimi epigoni della grandissima tradizione francese del
‘romanzo d’appendice’. L’altra era la versione
televisiva in quattro puntate che ne trasse Claude Barma nel
1965, con Juliette Gréco: misteriosa, affascinante,
coinvolgente. Cosa si poteva fare? Due cose, anche qui: una
era non far niente, il che è spesso la soluzione migliore.
Non te l’ha mica ordinato il dottore di fare il regista. La
seconda era di scegliere di farsi del male, e di fare la
boiata pazzesca. E così è stato. Belfagor è,
diciamolo serenamente, una sovrana scemenza, che stravolge
senza alcuna ragione plausibile non solo il testo originale di
Bernède ma anche la versione, pur già modificata, di Barma,
inventando una storia sciocca e sconclusionata, al cui
confronto persino La mummia appare un’opera di grande
spessore intellettuale. Le situazioni, gli effetti speciali,
le battute sono penose, infantili, tanto che vien da chiedersi
se non si stia assistendo a qualche blockbuster targato
Disney. E nemmeno le grazie indubbiamente pregevoli di Sophie
Marceau giustificano questo spreco di denaro e, da parte
nostra, di tempo. (Corà)