…Mio padre è
stato uno dei primi ad iscriversi al Partito Fascista. Pagò
la prima tessera di iscrizione e dopo dieci giorni vennero a
dirgli che doveva pagarla di nuovo perché il segretario era
scappato con la cassa. Da quel momento divenne antifascista.
Si salvò dal confino grazie a Roberto Forges Davanzati, un
suo ex compagno di scuola che era diventato ministro, ma non
riuscì più a girare un film per parecchio tempo…
…Se metto nei
miei western tanti primi piani, è perché do molta
importanza agli occhi. È qui che si legge tutto il coraggio,
la minaccia, la paura, l’incertezza, la morte…
…La violenza
dei miei film ha un’estrazione politica. Non è che nei film
americani la gente non morisse. Moriva male, in campo lungo, e
il pubblico quasi non si rendeva conto dell’idea della
morte… In quella proposta dei miei film non c’è
compiacimento, ma un preciso intento morale. Bisogna far
sapere che quando si spara si ottengono certi effetti sul
corpo umano…
…Cosa vuol
dire buono, brutto, cattivo? Siamo tutti un po’ brutti, un
po’ cattivi, un po’ buoni. E c’è della gente che sembra
cattiva, ma che conoscendola si scopre che è migliore…
…Ho detto e
lo ripeto, che Ennio Morricone è il miglior sceneggiatore dei
miei film. Non potrei mai andare sul set se non avessi
a disposizione la musica di Ennio. Anche attori abituati alla
presa diretta come Henry Fonda, Charles Bronson e Robert De
Niro si sono trovati in un primo momento disorientati di
fronte al mio modo di girare con la musica. Poi, però, quando
li ho voluti accontentare e ne ho fatto a meno, sono stati
loro a volerla di nuovo. La musica li aiutava a entrare nei
personaggi e nell’atmosfera del film…
…Clint
Eastwood lo avevo intravisto in una serie televisiva
americana, e mi era sembrato subito perfetto. La verità è
che avevo bisogno di una maschera più che di un attore e
Eastwood a quell’epoca aveva soltanto due espressioni: con
il cappello e senza il cappello. Nessuno meglio di lui avrebbe
potuto incarnare il protagonista dei miei primi film…
…Lee Van
Cleef sembrava introvabile. Mi raccontarono che aveva smesso
di lavorare. Era stato a disintossicarsi in una clinica per
alcolizzati… Per vivere si era messo a fare il pittore…
Quando lo vidi nella hall dell’albergo indossava un trench
sporco, che gli arrivava fino ai piedi, stivaloni, capelli
sale e pepe tagliati a spazzola, sembrava un’aquila,
sembrava Van Gogh. Dissi a Ottavio Oppo: "È talmente
giusto per la parte che non ci voglio nemmeno parlare…"
…Bronson era
proprio quello che volevo. Quando andai in America a cercarlo,
ero ormai conosciutissimo e quindi avevo un codazzo di agenti
che mi offrivano i nomi più grandi. E quando chiedevo di
Charlie Bronson, quelli mi rispondevano esterrefatti: "Chi?".
Si sparse la voce che fossi pazzo. Invece per me Bronson era
importantissimo, perché era proprio quello che con la faccia
che si ritrova è capace di fermare le locomotive. Il
giustiziere che, anche se in Groenlandia, lì ti trova e lì
ti segue…
…Il regista
sono io. Se ti voglio con la barba, datti da fare perché
cresca immediatamente. Se cambio idea e ti voglio senza barba,
tagliala, se penso che staresti meglio con mezza barba,
fattene crescere metà. Sono io che decido…
Sergio
Leone all’attore John Derek, che si rifiutò di provare i
combattimenti con la spada ne Il colosso di Rodi.
…Non amo il
falso film politico, il film comizio. Preferisco certi film
politici indiretti, come Prima pagina di Wilder e Qualcuno
volò sul nido del cuculo di Forman, che colpiscono il
pubblico più che gli slogan di partito…