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Una regia al femminile dopo 24 anni

Ecco fatto; così saranno soddisfatti anche quelli che (per fortuna) si battono per le pari opportunità.

Per la verità nella centenaria storia dell'Abretti una donna la troviamo anche nel gruppo che ha ripreso le sorti della disciolta Filodrammatica Juventus, la storica Cristiana Tagliafico nel 1980.

E ora ci risiamo, Emilia Nervi, la volitiva Lara in "Attenti alla Cioccolata, Callaghan", la moglie assente de "La zia di Dallas", la mite Fiorella di "Caviale e lenticchie" ora debutta nella regia..

Il pezzo è "Non aprite quell'armadio!" di Corrado Petrucco.

"..bene, allora visto che tu sostieni che si può ancora far ridere puntando sulla costruzione e sul movimento della scena (magari in stile Feydeau) be', dimostracelo scrivendo qualcosa.. E questo è il risultato..."

Questo scrive l'autore nella prefazione di questo testo. Una scommessa per Petrucco.

Ora una scommessa anche per Emilia e il suo gruppo che scalpita..

"Come si rapina una banca" è un breve corso per chi volesse intraprendere questa attività che Samy Fayad ha voluto mettere a punto. Fa da cavia una famiglia un pò "sui generis".

Dice di noi Paolo Quattrocchi...

Giovedi 27, l'ultima delle due repliche di "Callaghan" alla cassa si è presentato a sorpresa uno dei due autori che si autodefiniscono "autori viventi";  per la precisione Paolo Quattrocchi, venuto appositamente da Roma per vederci!

La cosa se da un lato ci ha colmato di orgoglio, dall'altro ci ha caricati della  responsabilità di non deludere.

"chissà " si borbottava dietro le quinte "se i personaggi erano stati pensati proprio cosi..."         ".. va a finire che piglio la papera proprio stasera.."      ".. e se non parte la musica o il rumore.. "        qualcuno con maggior senso pratico tagliava corto "senti, se gli farà proprio schifo, al massimo gli rimborseremo il biglietto aereo.."

"Spegni la sala.. vai con la musica." e intanto qualcuno si era posizionato in modo da poter vedere la poltrona dove stava seduto Quattrocchi.

Entra Tommaso, prime battute.. entra Callaghan.. troppo calcata come parte.. ma no che dici normale... lui che fa?"  "niente che deve fare"  " per me si annoia" entra Lara.. "ma che fa?..." ".. ma cosa vuoi che faccia? guarda normalmente.. no aspetta.. RIDE, ti dico che ride..."

..ultime battute, Callaghan bacia Della, Tommaso bacia Lara, buio, luce in sala.

Arriva sul palco l'autore tuttora vivente. "Siete stati fantastici" (ma parlerà di noi?).  E per evitare che si penta del giudizio, glielo facciamo scrivere sulle locandine.

Dopo qualche giorno ci arriva una mail.  Sentite un pò qua..

"Caro Guido  ..voglio ringraziare te e tutti i ragazzi dell'A Bretti. Bravi, bravi, bravi! Siete stati veramente bravi e divertenti, e il testo (me ne sono reso conto ancora meglio vedendolo in scena) è complesso e presenta veramente tante difficoltà di allestimento. La  regia è riuscita perfettamente a rendere lo spirito della commedia: ha adottato soluzioni intelligenti e originali e ha indirizzato benissimo l'interpretazione degli attori. Bravo!

Ti prego di fare personalmente a tutti i ragazzi della compagnia i miei complimenti (e quelli di Mauro, a cui ho raccontato tutto). Bravo Fabrizio, per il suo divertentissimo Tommaso imbranato e succube della madre! Brava Emilia, per la sua davvero esilarante interpretazione dell' "inflessibile" Lara! Bravo Alberto, per il suo spiritosissimo Callaghan pieno di dubbi (in realtà con un solo dubbio principale)! Brava Francesca, per la sua ironica Della, irresistibile nella trasformazione da segretaria bruttina incompresa a conturbante "socia" di Callaghan! Bravo Gian Paolo, col suo buffissimo Julio un po' isterico! Brave Sara e Monica, deliziose e carinissime nel tratteggiare le "sorelline" svampite Jacqueline e Greta! Bravo Riccardo, con il suo simpaticissimo petulante Sergente O' Hara perennemente agonizzante! Brava Chiara, per la sua spassosissima Pia La Nocciola, sorprendente "dea ex machina" chiarificatrice dell'intricato intreccio. Bravo Paolo, comicissimo (nonostante la difficoltà di recitare con la maschera) nella sua doppia interpretazione linguistica franco-tedesca del "doppio" Aulait-Von Dent.    E un bravo di cuore anche a Martina per le belle e originali scene (ottima l'idea dei "gialli" appesi al soffitto), ad Andrea per le luci e le azzeccate musiche ed a Annamaria per il prezioso lavoro dietro le quinte.
Ma la bravura, da sola, spesso non basta.   Un grosso grazie a tutti (anche chi ho dimenticato di citare) soprattutto per la pazienza e la passione che hanno messo nella realizzazione della commedia. Viva il teatro amatoriale!..."

Un commento a caldo nel dialetto dell'autore , magari non proprio impeccabile:

ME COJONI !!

Programmazione 2003-2004

"Settembre andiamo è tempo di provare..." la sede di è tutto un via vai di gente con copioni, foglietti, foto.. sembra di essere tornati a scuola.. qualcuno bofonchia sulla parte non proprio consona alle sue attitudini.. Già perché ora i gruppi sono 2 e anche le grane raddoppiano; ma parliamo di cose serie.

Il testo scelto dal gruppo diretto da Fabrizio Repetto è un testo assolutamente nuovo, molto molto brillante e non facile.     E' la parodia del giallo in tutti i suoi aspetti e la scena per metà è occupata dallo scrittore che crea la storia e l'altra metà è dedicata ai protagonisti della storia stessa che iniziano a vivere mano a mano che la situazione viene impostata.    A essere parodiati non sono solo i personaggi del giallo e i loro nomi (Von Dent e Au lait per dirne un paio) ma anche la situazione è uno sghignazzo dello stereotipo più classico.    "Attenti alla Cioccolata Callaghan" ripropone il paradosso alla "Frankenstein junior"; entrambi si divertono a volgere in comico il meccanismo che tiene in piedi l'intero tipo di letteratura.    Gli autori  Quattrocchi e Cattivelli (coi quali siamo in contatto) ci hanno assicurato che ovunque è andato in scena ha avuto un buon successo.      E noi ci crediamo..    Speriamo di proporvelo per fine anno.

Per il gruppo condotto da Guido Ravera invece si è deciso di rimettere in scena il già collaudato "Postu all'ardossu".    Pero non sarà una replica. Sarà una rilettura vera e propria dove cambieranno i personaggi e l'intera vicenda verrà insomma riproposta. La trama orami è arcinota agli spettatori fedeli dell'Abretti.    Durante l'ultima guerra una coppia di ovadesi nel tentativo di sfuggire alle bombe ripara in una casa chiusa, dove si capisce che l'uomo era solito passare ore piacevoli.    Da qui la situation dove il marito cerca di non far capire alla moglie di essere di casa lì.  Si ride, almeno si spera che si riderà, ma non manca anche in questo testo la vena amara.   Il testo è di Emilio Caglieri un commediografo popolare fiorentino, convinto antifascista che scriveva soprattutto in vernacolo e che è ancora tutt'oggi tra gli autori dialettali più rappresentati.   La stesura originale aveva per titolo "La zona tranquilla" e nel commento si legge che la trama era da un'idea di Odoardo Spadaro ( l'autore di "La porti un bacione a Firenze" "Valzer della povera gente" e altre).    Noi, senza farcene accorgere, abbiamo sostituito il dialetto ovadese al vernacolo fiorentino e ci siamo inventati una casa chiusa a Ovada.  Tutto il resto è uguale dappertutto.  Compresa la guerra. 

Addio Padre Mantovani

"Carissima Franca..." iniziavano tutte cosi le lettere di ringraziamento che P. Mantovani puntualmente inviava dopo ogni donazione. Era diventata ormai una consuetudine.

A noi la cosa un pò seccava per la verità. Come solo Franca? sarà anche la tesoriera ma noi chi siamo? Ma qualche riga dopo si leggeva "..pregherò per tutta la compagnia Abretti per i giovani e i meno giovani..."    Ah beh!  va già meglio...

Se l'incasso era più povero si dava di meno, ma qualcosa per P. Mantovani c'era sempre.

E così di anno in anno, di commedia in commedia di cosine ne abbiamo comperato;

dei letti per l'ospedale, i panelli solari, un sistema per l'irrigazione. L'ultimo acquisto qualche mese fa. Un bel mulino per macinare il frumento operazione che in Uganda viene ancora fatta a mano. E vi pare poco?

P.Mantovani inviò subito la sua bella lettera:   "Carissima Franca.." e stavolta aggiunse anche una sua foto che lo ritraeva a fianco del prezioso strumento scansafatiche. "..Poi vi farò sapere il nome del villaggio dove verrà installato..".

E invece non sapremo più niente né del mulino, né di P. Mantovani, freddato assieme a un altro Padre mentre era alla guida della sua vecchia auto. Freddato in un torrido pomeriggio africano da un balordo che voleva le sue scarpe da ginnastica.

Rabbia. Prima di ogni altro pensiero la rabbia;   perché troppo spesso a decidere la sorte dei più, è solo un balordo.

Tanto più che a settembre P. Mantovani sarebbe dovuto rientrare in Italia per un periodo di cura (84 anni non erano pochi e ultimamente il suo cuore faceva i capricci).

Insomma sarebbe stato sufficiente che la Parca si fosse distratta un attimo.

Ci deve essere una spiegazione a tutto ciò, solo che noi non sappiamo trovarla.

E non sanno trovarla nemmeno gli Ugandesi, che adoravano quell'omone dalla lunga barba bianca che aveva sempre una soluzione per ogni problema; e lui adorava l'Uganda.   Tanto da volerci rimanere anche dopo la morte.       Aveva chiesto così, e così sarà.

Addio P. Mantovani. Questa volta ci siamo tutti, non solo Franca, a salutarti perché l'occasione è molto speciale. Ci siamo tutti coi nostri trucchi, i costumi le parrucche.  Siamo lì, orgogliosi, nel nostro piccolo, di averti aiutato ad aiutare.

L'Uganda oggi è un pò più povera e l'Abretti ha chiuso il sipario su un personaggio per non riaprirlo mai più.

Centenario

lI 19 marzo 1903 la Filodrammatica Juventus si esibiva per la prima volta al teatro Splendor con il dramma "Cristoforo Colombo alla scoperta dell'America". Iniziava così l'antica tradizione teatrale ovadese di cui siamo orgogliosi custodi.

La compagnia A Bretti ha già in cantiere diverse iniziative per celebrare il centenario e spera di poterlo festeggiare con i propri fans.

Esperimento giovani

Nell'ambito delle attività per la celebrazione dell'imminente centenario, la A Bretti con lo scopo di formare nuove leve di attori che continuino la tradizione teatrale ovadese e di fornire altri spettacoli ai suoi fans, ha deciso di intraprendere l'esperimento di un gruppo giovani.

Non sappiamo se l'attività si concluderà in modo positivo e se si riuscirà effettivamente a portare in scena qualcosa, ma noi della A Bretti lavoriamo sempre per divertire i nostri fans. Speriamo di riuscirci.

........... questo è ciò che scrivevamo in quell'occasione; quello che possiamo dire oggi è che la cosa ha funzionato. Due serate con la sala gremita e moltissimi applausi. Tanto che ci siamo convinti a continuare e oggi ci si prepara a una nuova esperienza col gruppo "giovani". In autunno penseremo infatti alla messa in scena di un nuovo testo, altre persone speriamo che si aggiungano a quelle attuali e a rotazione ci si scambiera i ruoli nella regia nel preparare le scene e quant'altro. Naturalmente il risultato lo valuterete sempre e solo voi.. il nostro pubblico sempre più numeroso e affezionato al quale diciamo semplicemente grazie