Storia del teatro ovadese IV

Il primo dopoguerra

Dopo la l’immane tragedia della prima guerra mondiale a cui, come gran parte della gioventù dell’epoca aveva dovuto prender parte, Eraldo Ighina torna ad Ovada e nel 1919 allestisce un nuovo spettacolo per partecipare alla raccolta di fondi per la realizzazione del monumento che ancora oggi ricorda i caduti ovadesi durante la grande guerra.

In quegli anni, ancora segnati dal dramma della grande guerra, il Circolo Filodrammatico allestirà diversi spettacoli per raccogliere fondi per gli ex-combattenti e per altre opere di bene.

Negli anni venti ad Ovada vi erano così due compagnie teatrali, la Filodrammatica Juventus ed il Circolo Filodrammatico, che talvolta collaborarono, ma più spesso lavorarono in separata sede, con repertori molto diversi tra loro. Cosa lodevole fu che entrambe le compagnie teatrali recitarono in rappresentazioni destinate a raccogliere fondi da destinare in beneficenza.

Di notevole rilevanza fu la somma che la Filodrammatica Juventus riuscì a raccogliere nel 1922 a favore dei malati di tubercolosi, una cifra astronomica per l’epoca, ben 35.150 lire.

In quegli anni la tubercolosi era un vero e proprio flagello e nel 1926 nel castello di Lercaro (periferia di Ovada), presso l'ospizio, venne aperto un sanatorio. Sanatorio a cui donarono fondi anche quelli del Circolo Filodrammatico, ed in cui operò personalmente Eraldo Ighina, in quanto medico.

Quegli anni furono decisamente vitali per il teatro ovadese, ed i due teatri, lo Splendor ed il Torrielli, furono teatro di indimenticabili serate di teatro e beneficenza da parte di entrambe le compagnie teatrali ovadesi.