ORDINE PROVINCIALE MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI
P E S C A
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IL TRISTE
ESERCIZIO DI SPARARE SUL PIANISTA
A leggere le ultime dichiarazioni della Dr.ssa Baraldi c’è da rimanere totalmente basiti.
Il suo “brunettismo”, nelle peggiore accezione del termine già più volte
affiorato, si è ora
totalmente appalesato.
Già impositiva come il Ministro, già intollerante
al confronto come il Ministro, il Sub Commissario
mostra adesso anche l’ancora
nascosta arma della demagogia ingiuriosa.
I Direttori Generali? Teste pagate per eseguire e
non per ragionare.
I Medici di famiglia? Pensassero agli alto spendenti e giù lì un bel riferimento alle escort,
così alludendo ad innominabili
interessi legati alle presunte iperprescrizioni.
E’ del tutto evidente che affermazioni di tal
fatta nascono dalla stizza di chi – nel suo incedere
di “mente eletta sola al
comando” – trova l’ostacolo di soggetti pensanti, addirittura capaci di
obiettare perché magari preoccupati
della tenuta complessiva del sistema o perché convinti
- tra i
medici di famiglia ce ne sono tanti - di essere utilizzati come foglie di fico
per un piano
di rientro che taglia sui
nosocomi periferici ma non investe a sufficienza sul territorio.
Ma
Ha competenza, esperienza e visione certamente di
rango superiore.
Inoltre, particolare non ininfluente, è anche un medico.
E allora non le sarà certamente sfuggito che
migliaia di colleghi operano in Abruzzo in condizione
di grave precarietà.
Negli ospedali ci confrontiamo quotidianamente con
le disfunzioni del sistema, l’inadeguatezza
delle strutture, le carenze
endemiche d’organico e con istituti contrattuali premianti puntualmente
misconosciuti.
Quanto ai medici convenzionati, dopo aver chiesto
loro di garantire un sistema incentivato
di assistenza anche
assumendo personale infermieristico e di segreteria, sono anni che patiscono
un costante
ridimensionamento del budget economico concordato con grave apprensione anche
per il personale alle
dipendenze.
E’ quindi una categoria già fortemente irretita,
più volte tradita da interlocutori inaffidabili,
sempre diversi e senza alcuna
memoria storica.
Ma è comunque una categoria che, pur patendo
questo sistema molto più di quanto abbia contribuito
a crearlo, nel suo
complesso continua nel quotidiano a suonare uno spartito che non ama nella
speranza
che sulla tolda si lavori per
tappare le falle.
Se, invece di remare tutti
insieme, ci si abbandona al triste esercizio di sparare sul pianista, è
allora
davvero possibile che per rabbia
e disillusione estrema si decida anche di chiuderlo, questo spartito.
Così, tanto per vedere l’effetto che fa.
IL
PRESIDENTE
Dr. Enrico
Lanciotti