ORDINE PROVINCIALE MEDICI
CHIRURGHI E ODONTOIATRI
P E S C A R A
Ente di diritto pubblico – D.L.C.P.S. 13.09.46
n. 233 e s.m. .
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Al
Sig.
PREFETTO
P.zza Italia, 30
65100 P E S C A R A
e, p.c. Agli
Organi di
stampa
LORO SEDI
La
vicenda dell’arresto del Dr. Marco Basile ha profondamente scosso la nostra
comunità.
Questo
provvedimento estremo è giustificato con gravi motivazioni.
In
buona sostanza: nel corso di circa un anno di indagini, partendo da una ipotesi di colpa
professionale del Collega, gli organi
inquirenti hanno sedimentato un teorema accusatorio
secondo cui le presunte azioni
poste precedentemente in essere dal singolo per travisare
i fatti a sua “discolpa” rendono credibile anche l’incredibile e
cioè che il Dr. Basile abbia
poi espiantato un organo e
taciuto la nefrectomia con il concorso connivente almeno di
tutti coloro che all’intervento
hanno partecipato e che hanno assistito la paziente.
Le
afferenze che mi giungono in queste prime fasi da un ambiente ospedaliero affatto
reticente mi rafforzano nel
personale convincimento che l’incredibile resta tale.
Occorre
comunque dirlo chiaro e forte: i colleghi soggetti ad indagine vantano un
profilo umano e professionale
specchiato ed hanno sempre goduto della piena stima di
colleghi e pazienti. Porgerli al
pubblico giudizio come criminali incalliti, sulla base di una
ipotesi
ancora tutta da dimostrare, è
intollerabile.
Infatti, e non poteva
essere altrimenti, sin dalle primissime fasi l’apparato mediatico
è entrato in fibrillazione.
Ogni
appello speso dal sottoscritto a raccomandare moderatezza dei toni e prudenza nei
giudizi è andato quasi sempre
ignorato.
Le
stesse determinazioni dell’Ordine, che nella vicenda ha assunto una posizione
doverosamente ferma ma nel contempo
assolutamente garantista, sono state lette prevalentemente
in chiave colpevolista.
Nonostante
una nostra lettera aperta alla Categoria tesa a raffreddare le tensioni, il clima
si è presto fatto
irrespirabile. A quella che viene vissuta come una vera e propria gogna
mediatica,
è palpabile la sofferenza
di una comunità sanitaria affiatata e positivamente solidale.
Le
premesse istruttorie sono tali da farmi ritenere assai lontana la conclusione delle
indagini e purtroppo ogni nuovo
passo degli inquirenti è soggetto a rilanci mediatici esponenziali.
Alla
foto segnaletica del collega puntualmente ogni giorno a corredo degli articoli
sulla vicenda,
si sono aggiunti in questi
giorni titoli giornalistici pesantissimi e francamente irricevibili:
“la sanità che uccide”, “si cercano i complici” e
via di questo passo. La riorganizzazione in atto delle
chirurgie viene letta come
“chiusura del reparto incriminato” ed il documento stesso con cui i medici
del S. Spirito denunciano
esasperati un clima da caccia alle streghe - generato anche da una conferenza
stampa assai cupa degli
inquirenti che, per loro parte, tacciano di mancata collaborazione
chiunque non confermi la tesi
accusatoria - è stato titolato con esplicito riferimento alla “casta che si
difende.”
In questo allarmante
quadro, che ritengo rasentare in alcune occasioni la fattispecie del
“procurato allarme”, non tarderà ad instillarsi
nella cittadinanza - ed i primi segnali sono già percepibili –
niente altro che sospetto,
sfiducia e finanche avversione nei confronti degli operatori e delle nostre
strutture sanitarie.
La
mia fortissima preoccupazione è che si sia prossimi ad una pericolosissima
frattura assai
difficile da sanare e dalle
ricadute devastanti anche per la salute dei cittadini.
In
qualità di Presidente dell’Ordine dei Medici, Organo ausiliario dello Stato con
dovere di
terzietà, mi appello a Lei perché
voglia far ricorso alla Sua autorevolezza al fine di richiamare
alla responsabilità tutte le
parti in campo.
E’ necessario affrontare
questa complessa vicenda con toni il più possibile ispirati a sereno ed
oggettivo giudizio, in un quadro di
garanzie ove le indiscutibili esigenze di libertà di stampa e di
indagine contemperino il diritto
al rispetto ed alla presunzione di innocenza dei colleghi direttamente
coinvolti e del personale tutto del
S. Spirito.
Con l’auspicio di incontrarLa al più presto, Le porgo i più distinti saluti.
IL
PRESIDENTE
Dr. Enrico Lanciotti