Alberto Martino, nato a Milano il 3 agosto del 1977, in piena maturazione del grano, insomma. L'estate è nel pieno del suo fulgore. I contadini si prendono il meritato riposo e la natura non sembra riservare brutte sorprese. Il mondo intero ha lasciato alle spalle la fatica dell'inverno e guarda alla vita con rinnovato ottimismo.

Alberto non è così. Da subito mostra un carattere chiuso. Timido fino all'ostentazione. E ce ne vuole, se mi permettete. La vita lo spaventa in ogni sua forma. Si ammala prestissimo, e di un po' di tutto. Dal cancro (benigno) al timpano, alla più normale varicella. Solo che lui riesce a prendersela due volte. Gli altri non gli piacciono. Sembra che siano sempre lì a giudicarti.

Poi cresce.Si ammala sempre di meno. Diciamo che si è rotto un po' le scatole e non gli lascia più ballare il limbo nelle sue vene, ai virus. Finalmente trova il suo secondo maestro. Il professore di lettere delle medie. E' lui che gli fa ascoltare per la prima volta De Andrè. Ne rimane affascinato. Si compra una chitarra e comincia a strimpellarla. Diventa anche discretamente bravo, a dire il vero e comincia a scrivere canzoni. Non certo le perle senza tempo del suo primo maestro, ma niente male per essere un ragazzino di 13 anni. Cresce ancora e incontra alla veneranda età di 19 anni il primo amore. Il primo corrisposto, s'intende.

 

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Perchè Alberto, con gli anni ha imparato ad attaccarsi alla vita, fortemente, tanto da innamorarsi di tutto. Così come gli spiegherà Fabrizio più tardi.

Non ha molta costanza nello studio, ma l'importante è arrivare fino in fondo, anche quando il cammino s'interrompe a metà. Non ha più paura di tutto, e si prende tutto il tempo che gli serve per metabolizzare ogni situazione, masticarla fino in fondo, sentire il gusto amaro della perdita e apprezzare anche quello. E ride. Ride con gli occhi, più che con la bocca. Perchè nonostante tutto è rimasto molto riservato. 

Ora Alberto è un po' più "grande". Sono passate Maria, Daniela, Elisa, Veronica... I mulini hanno girato interminabilmente, e lui è diventato molto più sicuro di sè. Ha imparato l'ironia sorniona, che lo aiuta quando sente che comincia a stancarsi. Ha imparato che anche a 22 anni, l'importante è essere "vecchi" dentro. Ha imparato a smontare tutto quello che incontra, per vedere davvero dietro cosa c'è. Ora sa che non gli importa se tutti gli dicono "corri". Lui va solo con il suo passo. Ha imparato, insomma, che la coerenza è il più grande dei privilegi, dopo l'Amore, e che non c'è Amore senza fedeltà a sè stessi.

A presto, Alberto.

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