Area
e organizzazioni locali
Se l’associazione volontaria
dei residenti
promuove e mantiene il “carattere”, diventa allora opportuno indagare
su
quanto la dimensione del distretto influisce sull’emergere e
vitalità
di questo organismo. Ne nascerà una, in un’area occupata da una
dozzina di famiglie? L’esperienza ci dice, no. Potrebbe svilupparsi in
un distretto residenziale di un miglio quadrato? È possibile, ma
non molto probabile. In aree di quella dimensione si trovano
associazioni
dedicate al golf, al tennis, al teatro dilettante, o a più basse
tariffe ferroviarie, ma non a conservare il “carattere” residenziale.
Perché?
Perché succede raramente in città, e solo occasionalmente
nelle zone suburbane, che una data “qualità” si distenda su
un’area
tanto grande. La popolazione di un distretto del genere è di
solito
troppo grande per costruire un’assemblea adeguatamente rappresentativa
dei cittadini, e che possa essere contenuta nella media degli
auditorium
locali. Accade raramente, anche, che un gruppo così vasto sia
abbastanza
omogeneo economicamente, culturalmente, e da punto di vista razziale,
da
associarsi spontaneamente per praticabili scopi locali. Ovviamente,
questa
affermazione non vale per le ricche zone di campagna dove ciascuna
tenuta
può estendersi per centinaia di acri.
Un indizio sulla dimensione di
distretto
urbano atta a favorire l’associazione volontaria per scopi locali,
è
fornita dai numerosi organismi di contribuenti, per il miglioramento di
zona, o di comunità, che possono trovarsi in molte città
del paese. Non sono disponibili dati esatti, ma la semplice
osservazione
mostra che queste società generalmente sorgono in zone di nuova
edificazione, dove esiste carenza di servizi pubblici e sono necessari
miglioramenti. Marciapiedi adeguati, illuminazione stradali, fogne,
ufficio
postale e servizi di trasporto, pompieri e polizia, scuole, sono alcuni
degli oggetti di queste associazioni di contribuenti. Esse possono
contare
all’inizio solo su un centinaio di famiglie. Sono forti quando
sostenute
da cinque o seicento gruppi familiari, e raggiungono una dimensione
massima
quando arrivano a rappresentare circa 1.000 famiglie, ovvero una
popolazione
di 5.000 abitanti. Continuano ad esistere anche in situazioni di
popolazione
più grande o più densa, ma da questo punto in poi, il
grado
in cui la comunità è effettivamente rappresentata in esse
gradualmente diminuisce. Se ciò è vero, lo standard che
abbiamo
fissato per l’unità di vicinato è più o meno
quello
giusto per una sana organizzazione locale.
Unità che contengono 6.000
o più
persone non sembrano, secondo quanto sopra, essere molto adatte ai
requisiti
per una associazione. Ci sono comunque due considerazioni a questo
proposito.
Anche un quartiere grande passa attraverso un periodo in cui la sua
popolazione
è piccola, ed è durante quei giorni di formazione che
l’associazione
inizia a instaurarsi. Dopo essere diventata un’istituzione locale va
avanti
sin quando può rendere un servizio, anche se la popolazione
è
cresciuta più di quanto necessario.
L’altra considerazione è
che le
condizioni di un vicinato ben concepito presentano migliori e
più
numerose opportunità per le organizzazioni locali di quanto non
sia mai accaduto nelle comuni lottizzazioni o comunità di
villaggio
del passato. Sappiamo che gli uomini tendono a organizzarsi per fini
comuni.
Dunque uno sviluppo sociale che mette insieme persone di gusti e
abitudini
simili, nonché di simili capacità per praticarli,
è
destinato a stimolare e promuovere l’organizzazione volontaria ad un
livello
inusuale. Solo il tempo ci dirà la vera capacità di vita
associata di un vicinato pianificato unitariamente, ma già da
ora
si intravede notevole ricchezza in questo senso.
Variazioni
sulla dimensione standard
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Quello che si può dire
sulle variazioni,
è che a seconda del grado in cui esse esistono in un
insediamento
di vicinato, comportano il sacrificio di qualcuno dei vantaggi e delle
comodità alla base degli standards e requisiti stabiliti per una
comunità urbana modello. Se, comunque, alcune condizioni
impediscono
a un costruttore di sperare nella piena realizzazione di tutti i
vantaggi
di uno schema vicinato, sarà sempre meglio per lui individuare
quelli
possibili anziché scartare totalmente l’idea. La popolazione che
si prevede può essere troppo piccola per sostenere una scuola
pubblica
standard, ma qualche tipo di scuola a localizzazione centrale, comunale
o privata che sia, servirà probabilmente meglio i suoi futuri
residenti
di una situazione in cui fossero costretti a mandare i bambini a scuola
a distanze considerevoli. Stabilendo un sito scolastico e realizzando
le
strade che ci convergono, egli potrà concretamente assicurare i
suoi residenti riguardo a un conveniente servizio educativo, e
più
o meno alla portata del loro controllo. Nel paese esistono, come
abbiamo
mostrato, numerose scuole urbane che ospitano meno di 800 bambini, e
molte
di queste sono dotate delle strutture più moderne. Con questa
piccola
capacità, esse sono, semplicemente, non molto economiche: una
considerazione
che ha meno peso in un quartiere agiato.
Un terreno può essere molto
più
vasto di 160 acri, la le maggiori distanze di spostamento verso la
scuola
e i negozi così determinate non conterebbero molto, se tutti
possedessero
un’automobile. La questione della distanza conveniente da un centro
servizi
di quartiere, ad ogni modo, spesso viene presa poco in considerazione,
in particolare dal punto di vista della soddisfazione dei collaboratori
domestici. Per le cameriere, cuochi e giardinieri, i negozi locali e il
cinema sono luoghi di riposo e divertimento, e dato che il percorso
è
spesso lungo una via di traffico, è anche spesso il posto dove
essi
prendono il filobus per andare “in centro”. Anche le persone agiate
trovano
conveniente avere una stazione di servizio, un chiosco di giornali, un
mercato, e altri negozi non troppo lontano. I centri commerciali sono
stati
resi tabù in molti quartieri di alta classe a causa del loro
effetto
di degrado. Ora si capisce, comunque, che essi possono essere sistemati
a servizio delle comodità locali, e allo stesso tempo
localizzati,
controllati e progettati in modo da non aver effetti deleteri sulla
qualità
residenziale. Ma una volta che siano inclusi fra i vari elementi dello
schema di insediamento, la distanza di viaggio – ovvero l’area – deve
essere
presa in considerazione.
L’altro fattore che limita la
dimensione
– a parte le strade di traffico principale – è un altro forse
non
troppo importante in un quartiere ampio e di prezzo elevato. Come
è
stato osservato, più lontano un distretto è dalle parti
congestionate
della città, maggiore sarà lo spazio consentito fra le
strade
principali. Più distante il suburbio, più grande l’area
che
è possibile chiudere al traffico di attraversamento. Un’area
protetta
non è tanto necessaria in un distretto dove i singoli lotti
edificati
sono così ampi che i bambini non devono giocare per le strade.
Ma
se un vicinato possa o non possa mantenere la sua integrità
quando
una strada di grande traffico lo attraversa, è un problema
serio.
Molto dipende dalle caratteristiche della strada. Se fosse percorsa da
linee di filobus e vi ci stessero allineati negozi la cosa certamente
eserciterebbe
una certa influenza sul carattere residenziale, e ancora in grado di
inserire
una scheggia nell’identità del luogo. Una persona potrebbe
abitare
nel “quartiere tale sulla Parkway”, ma sentirsi sempre obbligata ad
aggiungere
“sul lato tale”, a causa di qualche distacco o differenza sociale
segnata
da quella linea. I residenti che abitano su entrambi i lati di quella
parkway
potrebbero mettersi insieme per il suo miglioramento o conservazione,
ma
i loro interessi riguardo alla scuola, alla spesa, al tempo libero
probabilmente
li vedrebbero in due campi separati.
In una parola, dunque, i fattori
limitativi
delle dimensioni sono tutti elastici, ma hanno dei punti di rottura.
Nella
zona media ad abitazioni unifamiliari una variazione del 30 o anche 40
per cento, su o giù, nello standard dei 160 acri, può
avvenire
senza distruggere il carattere di vicinato. Un quartiere di alto prezzo
può salire a 500 acri di superficie e sprofondare a 2.500
abitanti
in popolazione, ma conservare tutti i vantaggi connessi allo schema di
vicinato, contando solo sulla pianificazione accurata e la benedizione
iniziale di un terreno favorevole.
Dimensione
delle unità a case d’appartamenti
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Nei quartieri a case con
alloggi multipli
c’è naturalmente poca difficoltà ad inserire popolazione
sufficiente a sostenere servizi di vicinato, e i minori costi di
costruzione,
insieme ad altri fattori, tendono a limitare l’area coperta. Dunque non
ci sono problemi di distanze per gli spostamenti. Le variazioni di
superficie
che ci interessano quindi non sono verso l’alto. La questione,
piuttosto,
è: quanto può essere grande un quartiere di case ad
appartamenti
per poter ancora contenere caratteristiche di vicinato? Ovviamente, il
principale elemento esterno che strutture ad appartamenti possono
offrire
all’uso comune dei residenti è qualche tipo di spazio esterno.
Un
cortile a fungere da pozzo d’aria e di luce è forse l’esempio
più
immediato di questo tipo, ma è piuttosto difficile che sia
sufficiente
a formare la base per una vita di vicinato. Un parco per la ricreazione
comune, comunque, getta le fondamenta per una naturale associazione fra
persone, e un gruppo di case ad appartamenti che racchiuda, o quasi
racchiuda,
questo tipo di area inevitabilmente mostrerà una vita sociale
con
origini di prossimità. Lo spazio comune deve, ad ogni modo,
essere
praticamente circondato dagli edifici, o sarà difficile
conservarne
il piacere per i residenti.
Molti dei vantaggi di un quartiere
ad
appartamenti multipli sono visibili a “Tudor City”, un progetto delle
Fred
F. French Companies a New York City, di cui un certo numero di edifici
sono già stati completati. Questo insediamento occupa parti di
quattro
isolati fra la 40° e 44° Strada e la Prima e Seconda Avenue,
comprese
numerose aree che coprono nell’insieme sei acri di terreno. Gli edifici
sono sia ad appartamenti che a casa-albergo. Sono disposti a
fronteggiare
una vasta area centrale a parco, parte della quale è dedicata ad
un campo da golf in miniatura su 18 buche. Essendo localizzato su
un’altura
(Prospect Hill) che rende le strade trasversali a fondo cieco in questo
punto, il quartiere gode di insolita libertà dai rumori del
traffico.
Oltre al parco e al campo da golf, si stanno realizzando uno spazio
giochi,
garage, negozi, caffetteria, ristorante, lavanderia e altri vari
servizi.
Attraverso l’uso di questi privilegi in comune, i legami sociali e
l’associazionismo
fra residenti sono destinati a svilupparsi. Quindi, “Tudor City”
è
un eccellente esempio dei guadagni in termini di carattere residenziale
resi possibili dal trattamento unitario di un vicinato ad appartamenti,
e preannuncia chiaramente un importante futuro per questo tipo di
progetti.
Un intervento di case ad
appartamenti
nei sobborghi può coprire 75 acri e alloggiare una popolazione
di
10.000 persone. In questo tipo di schema possono essere fornite tutte
le
comodità dei servizi di vicinato, con l’eccezione che
difficilmente
ci sarà tanto spazio esterno per il gioco e il tempo libero
quanto
sarebbe desiderabile. Si potrà, comunque, separare nettamente
un’unità
di questo tipo dal traffico di attraversamento, e conferire un tipico
carattere
residenziale all’intera zona. Se si dovesse ricostruire una porzione
del
centro città, comunque, interventi di quelle dimensioni non
consentirebbero
di escludere le grandi strade di attraversamento. Questo limita di
fatto
le unità di case ad appartamenti, nelle sezioni congestionate, a
quattro o cinque isolati, e anche in questi casi parte dell’area entro
le linee dell’edificato dovranno essere utilizzate per scopi di
traffico.
Limiti
fisici
dell’unità
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Nella pianificazione di una
unità
di vicinato, perché dedicare tanta attenzione ai confini? La
risposta
generale è che limiti chiari consentono al pubblico di vedere
una
comunità in quanto tale, di riconoscerla come entità
distinta.
Quando i confini scompaiono, perde la propria identità e scivola
fuori dalla consapevolezza collettiva. Ma cosa ci si guadagna,
dall’avere
persone consapevoli di un certo vicinato? Senza questa consapevolezza i
valori che abbiamo descritto – comodità delle scuole e dei
negozi,
sicurezza nella vita per la strada, conservazione del carattere
residenziale
– di solito non si ottengono, o non si mantengono, semplicemente
perché
nessuno li stabilisce come obiettivi determinati.
Un villaggio ingoiato dalla
città
in espansione esce dalla consapevolezza dei cittadini quando perde i
suoi
margini. Le generazioni più anziane possono ancora pensare ad
esso
perché mantengono la memoria dei confini antichi, che
però
ai bambini restano sconosciuti, dato che non esiste una linea che le
loro
menti possano percepire. Una lottizzazione di iniziativa privata
suburbano
ha un nome, che viene usato dai residenti sin quanto a circondarlo ci
sono
aree non costruite. Un insediamento circondato dall’aperta campagna
segna
una tacca distinta nella consapevolezza. Una sezione di città
segnata
da un taglio ferroviario su un lato, un corso d’acqua sull’altro, una
parkway
sul terzo e una sopraelevata sul quarto, acquista rapidamente un nome
particolare,
anche se nessun insediamento si è mai sviluppato lì; e
quel
nome aiuta a rendere permanente un posto nei pensieri della gente.
Metodi
di demarcazione
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Come è stato già
osservato,
gli interstizi fra le unità di vicinato sono necessari, come
canali
per la circolazione generale. Il fatto può apparire non troppo
chiaro
nel caso di un nuovo quartiere ai margini della città. Un
distretto
circondato su tre lati da boschi sembra abbia bisogno di una strada
importante
di grande traffico che faccia da confine solo sul quarto lato. Ma se i
vari percorsi dei boschi entrassero nell’unità in qualunque
punto,
questi verrebbero usati alla fine da un traffico senza destinazione
all’interno
del distretto, e che potrebbe diventare una fonte di pericolo per i
residenti.
Fisicamente, un’unità potrebbe essere vistosamente delimitata su
uno o più lati da una ferrovia, un canale, o una striscia di
territorio
ad uso industriale. Questo tipo di confini sarebbero completamente
adeguati
alla creazione di una consapevolezza di identità del distretto.
Ma se ci fosse un flusso naturale di traffico lungo quella ferrovia o
fiume,
e questo fosse interrotto dall’unità di vicinato, ci sarebbe
bisogno
di una strada di grande comunicazione su quel lato. Dato che questo
prima
o poi è il caso generale, l’unica regola sicura è di
allineare
su tutti i lati strade in grado di sostenere tutto il traffico che deve
evitare il distretto.