Itinerario nr. 8: il Po di Venezia a favore di corrente da Papozze a Taglio di Po (lunghezza 20 km. circa; tempo previsto: mezza giornata)

Descrizione paesaggistico-naturalistica.

E' l'itinerario che ripercorre il primo tratto del Delta, dove il Po si divide in Po Grande (o Po di Venezia, che convoglia l'89% dell'intera portata) ed in Po di Goro (rimanente 11%).

Pagaiando in questo tratto, ci si rende conto di quanto imponente sia il "nostro amico Eridano" e di quanto piccoli ci sentiamo invece noi, proprio quando ci troviamo in mezzo al suo alveo.

Farete i vostri primi incontri con gli ambienti golenali (golena di Panarella, golena di Corbola, golena di Contarina), i "pennelli" (di Corbola), le isole boschine (di Cavanella), le cave di sabbia (di Panarella, Corbola, Cavanella e Contarina), le fornaci abbandonate (di Corbola e di Cavanella), i segnali della navigazione interna, le conche di navigazione, ecc.

Sull'acqua si possono incontrare svassi, gabbiani ed anatre.

Sugli alberi delle rive, nitticore, garzette, aironi cinerini, cornacchie grigie, gazze e rondini.

Penetrando nelle golene si possono avvistare ancora Ardeidi, vari limicoli ed uccelli di ripa (corrieri piccoli, cavalieri d'Italia, ecc.) e diverse specie di Passeriformi.

Tra gli uccelli più belli, segnalo la presenza del martin pescatore, una "freccia azzurra" che fuggirà sul pelo dell'acqua, emettendo il suo tipico "sibilo" d'allarme, nel caso in cui si spaventasse per la vostra presenza.

La riva sinistra ricade nella giurisdizione dei Comuni di Papozze (con la frazione di Panarella), Adria (con quelle di Bottrighe, Mazzorno Sinistro e Cavanella Po), Loreo e Porto Viro (con Contarina); quella destra dei Comuni di Ariano (con S. Maria in Punta), Corbola e Taglio di Po (con Mazzorno Destro, l'abitato di Cà Zen e lo stesso centro municipale).

Percorso in auto.

Imbarco.

Da Adria prendete la strada che porta a: "Bottrighe-S.S. Transpolesana".

Da Bottrighe imboccate la S.P. 33. Al km. 4+600, girate a sinistra per Papozze.

Percorrerete, quindi, via Caderuschi, che condurrà sino all'argine sinistro del Po (per avere la certezza di non avere sbagliato, dovreste avere incontrato alla vostra destra lo stadio comunale).

Giunti sotto l'argine del Po, prendete la rampa sulla sinistra, sino a raggiungere la strada arginale (via argine Po).

Percorretela verso valle per circa 700 m., sino ad incrociare, sulla destra, la discesa che reca all'attracco di Papozze (vedasi foto nr. 155).

Sbarco.

La seconda auto dovrà essere parcheggiata nei pressi dell'attracco fluviale di Taglio di Po (attracco "La Piarda"), sulla strada arginale della riva destra del Po di Venezia (vedasi foto nr. 156). Per raggiungerlo, seguite le indicazioni di seguito riportate.

Mantenetevi sulla strada arginale della riva sinistra del Po di Venezia. Quando giungerete nei pressi dell'abitato di Panarella, fate una piccola deviazione in paese per visitare una bella villa (Villa Lardi), risalente alla metà del '500 (vedasi foto nr. 157).

Tornate sulla strada della riva sinistra del Po di Venezia e proseguite sino a Bottrighe. Poi recatevi ad Adria e seguite le indicazioni che vi guideranno sulla S.S. 495.

Imboccata la suddetta statale (la S.S. di Codigoro), se provenite da Adria, dopo avere attraversato il ponte sul Po di Venezia, al km. 65, girate a destra per "Corbola".

Giungendo da Codigoro, invece, svoltate a destra prima del km. 65.

Procedete sino a Corbola lungo la S.P. 46.

Arrivati all'incrocio tra quest'ultima (km. 0 della S.P. 46) e via Ponte in Ferro, piegate a destra e transitate per quest'ultima via.

Dopo 900 m. incontrerete la strada arginale della riva destra del Po di Venezia, che, naturalmente, dovete percorrere verso valle (verso destra).

Sulla sinistra, poco dopo avere imboccato quest'ultima strada, potete fermarvi a dare un'occhiata alla bella fornace di Corbola, in discreto stato di conservazione (vedasi foto nr. 158).

Riprendete, poi, il percorso di prima. Passate sotto il ponte della S.S. 495, e sulla destra, all'altezza dell'abitato di Mazzorno Destro, potete osservare una vecchia casa padronale (vedasi foto nr. 159).

Più avanti, sulla destra, un'altra villa, Cà Nani, merita una sosta per mirarne il sinuoso andamento dei frontoni, soluzione architettonica assolutamente atipica rispetto alla tipologia canonica delle altre case di campagna della zona (vedasi foto nr. 160).

La villa veneziana più bella del Delta, però, si incontra ancora più avanti, sempre sulla destra, in località Cà Zen. E' una sobria costruzione della metà del '700, Cà Zeno, caratterizzata da un corpo centrale a tre piani, con attico, e da due lunghe ali laterali a due piani. Sul retro vi è un bel giardino (vedasi foto nr. 162).

A ridosso dell'argine, sempre di pertinenza di Cà Zeno, c'è anche una interessante cappella (vedasi foto nr. 161).

Seguitate sempre sulla stessa strada sino ad arrivare all'attracco fluviale "La Piarda" (le "Piarde" erano attracchi fluviali per il carico e scarico delle barche da trasporto fluviale), a Taglio di Po, dove è ubicato lo sbarco.

Percorso in canoa.

Dall'imbarco di Papozze, potete vedere di fronte a voi, sull'altra riva, l'incile del Po di Goro e l'imbarco di Serravalle.

Pagaiando verso valle, potete osservare, sulla riva sinistra, la cava di sabbia di Panarella e la golena omonima.

Sulla riva destra, tra l'incile del Po di Goro e Corbola si staglia il camino di una grande fornace.

Il pennello di Corbola (vedasi foto nr. 163), si trova a 6,5 km. dall'imbarco.

Dopo di esso, sulla destra, c'è una cava di sabbia, la golena di Corbola e la fornace di cui alla foto nr. 158.

L'accenno alla cava di sabbia (la Cava Medea), mi dà lo spunto per fare una digressione su come, non tanto tempo fa, veniva "vissuto" il rapporto tra gli abitanti dei paesi ripuari ed il Po stesso.

Fino a non molti anni orsono, infatti, nelle vicinanze della sopracitata cava, c'erano i resti della "Colonia Elioterapica Fluviale di Corbola".

Edificata in epoca fascista, era una costruzione a due piani, in bello stile liberty, dotata di otto aule al piano inferiore e di una scalinata che conduceva al piano superiore (dove vi era il dormitorio ed il refettorio). Serviva come centro di soggiorno e cura delle malattie respiratorie.

La facciata, munita di un bel porticato, era preceduta da un ampio piazzale dove, secondo le tradizioni di allora, i bambini facevano educazione fisica.

La colonia, aperta solo nel periodo estivo, era messa in comunicazione, mediante una strada alberata, con la spiaggia adiacente, lunga centinaia di metri, dalla caratteristica sabbia finissima.

Tutto era ben curato e pulito ed i bimbi facevano tranquillamente il bagno in Po, perché la riva degradava con una dolce pendenza ed in quel punto la corrente non era troppo forte.

Il lido era frequentato anche dai maggiorenti di allora (era considerato, addirittura, un posto da "V.I.P."), oltre che dai semplici abitanti locali, che, sotto gli ombrelloni o semplicemente sotto i pioppi, si riparavano dal sole, si rinfrescavano in acqua e si ristoravano al chiosco che veniva all'uopo allestito.

Dopo la guerra, lo stabile finì ineluttabilmente in stato di abbandono ed in tempi più recenti venne anche demolito (a causa dei soliti "motivi di sicurezza idraulica").

E' un vero peccato che sia andata a finire così, sia perché dal punto di vista architettonico era un palazzo pregevole, ed anche perché costituiva una sorta di testimonianza di come veniva vissuto un tempo il rapporto con il Grande Fiume, quando concedeva una tregua tra un'alluvione e l'altra.

Pur senza esistere ancora oggi le colonie fluviali, molto più a monte di Corbola, in Piemonte, Lombardia ed Emilia, gli abitanti dei paesi fluviali continuano tuttora a fruire delle spiaggette del Po per prendere il sole e stare all'aria aperta (perché, ovviamente, sono lontani centinaia di chilometri dal mare, il luogo dove comunemente si fanno queste cose).

Nel Delta, invece, ormai tutti dispongono di mezzi di trasporto propri ed essendo il mare ad un "tiro di schioppo", hanno abbandonato l'uso di trascorrere tutti assieme le giornate di svago in golena (le spiagge del mare, ovviamente, sono preferite rispetto a quelle fluviali).

Solo gli zingari, come già detto, mantengono ancora quella tradizione, perché sono più legati alla natura ed abituati a passare le notti sotto le stelle.

Ho ritenuto necessario fare questa piccola divagazione nel passato, per far capire com'erano le tradizioni e le abitudini di un tempo relativamente al rapporto tra uomo e Po.

Essa, comunque, per concludere il quadro, mi dà l'occasione di spingermi ancora oltre, per spiegare a chi si appassiona ora alla vita del Grande Fiume, quali erano gli scenari ben prima del ventennio fascista.

Posso dire a tal proposito che, sostanzialmente, per migliaia di anni le cose non mutarono di molto. A cambiare radicalmente usi e costumi, fu l'invenzione del motore e la scoperta dell'energia elettrica. In pratica, in poco più di un secolo, questi due eventi spazzarono via duemila anni di consuetudini rimaste uguali in tutti i paesi rivieraschi.

Mancando le fonti di energia che conosciamo noi, infatti, vi erano lungo il Po dei mulini che venivano azionati dalla forza dell'acqua; zattere con catene a strascico sul fondo e grosse chiatte scendevano il Grande Fiume sospinte dalla corrente; pesanti natanti lo risalivano trainati a riva, lungo le vie alzaie, da coppie di buoi o di cavalli.

A completare la scena, vi erano pontoni in legno per gli approdi, stazioni di sosta per cavalli e cavallanti e su grossi zatteroni, ancorati a riva, si trovavano, come detto, i mulini.

Il fiume, naturalmente, come ora, veniva utilizzato anche per scopo irriguo.

Un mondo decisamente lontano dal nostro, quindi, in cui tutto accadeva in modo più lento e naturale, secondo il ritmo imposto dal Fiume e dalla sua corrente, che era l'unico "motore" naturale e non inquinante (a parte quello "fornito dalla muscolatura degli animali") allora conosciuto.

Tornando al percorso in canoa, dopo 1,3 km. dal pennello (e cioè a 7,8 km. dalla partenza), si passa sotto una linea elettrica.

A 2,3 km. dalla linea elettrica (cioè a 10,1 km. dall'imbarco), si transita sotto il ponte della S.S. 495 (vedasi foto nr. 164). Sulla riva destra, un canale permette di penetrare all'interno della selvaggia golena di Corbola (vedasi foto nr. 165).

A 3,0 km. dal ponte (ossia a 13,1 km. dalla partenza), si incrocia un metanodotto.

A 0,6 km.dal metanodotto (quindi a 13,7 km. dall'imbarco), si passa sotto un elettrodotto.

Ad 1,0 km. da quest'ultimo (cioè a 14,7 km. dalla partenza), si incontra l'isola boschina di Cavanella Po. Vi suggerisco di eseguirne il periplo per ammirarne da vicino la vegetazione. A monte, sulla sinistra, c'è una cava di sabbia (vedasi foto nr. 42).

A 2,5 km. dall'isola boschina (a 17,2 km. dalla scivolo di Papozze), sulla riva sinistra, c'è la Conca di Volta Grimana (vedasi foto nr. 50).

A 0,9 km. dalla Conca (quindi a 18,1 km. dall'imbarco), sulla destra, in prossimità di Cà Zen, c'è un pioppeto che si allaga facilmente durante le piene (l'ideale per fare slalom se c'è acqua a sufficienza).

Sulla sinistra, invece, c'è una cava di sabbia (vedasi foto nr. 166).

Sempre sulla riva sinistra, a 2,0 km. dal pioppeto di Cà Zen (20,1 km. dalla partenza), c'è il Centro Turistico Nautico Po di Venezia, sorto dal restauro di una preesistente fornace (nella foto nr. 43, si può vedere com'era prima della "ristrutturazione").

Poco più avanti, sulla sinistra, c'è la golena di Contarina (vedasi foto nr. 167).

A 0,5 km. dal Centro Turistico Nautico Po di Venezia (a 20,6 km. da Papozze), sulla riva destra, c'è lo sbarco.

visualizza foto foto nr. 155. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia, l'imbarco di Papozze

 

visualizza foto foto nr. 156. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia, lo sbarco a Taglio di Po

 

visualizza foto foto nr. 157. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia. Panarella, Villa Lardi

 

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foto nr. 158. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia. La fornace di Corbola. Come le vecchie idrovore,le fornaci forniscono un esempio di "archeologia industriale" del Polesine. Sono caratterizzate dal lungo camino in pietra, dai forni di cottura, dai magazzini per il deposito dei laterizi e dalle vasche per la raccolta della materia prima. Erano ubicate all'interno delle golene e producevano mattoni sfruttando l'argilla del Fiume, che veniva opportunamente lavorata e sottoposta a cottura. Davano lavoro a centinaia di persone, però le alluvioni ne decretarono irreversibilmente ed inesorabilmente la loro fine. Ora, quello che rimane di esse, testimonia una delle tante lotte perse dall'uomo contro "l'invincibile forza del Grande Fiume"

 

visualizza foto foto nr. 159. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia. Mazzorno destro, casa padronale

 

visualizza foto foto nr. 160. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia. Cà Nani

 

visualizza foto foto nr. 161. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia. La cappella di Villa Zeno. Villa Zeno, a Cà Zen di Taglio di Po, a ridosso della riva destra del Po di Venezia, rappresenta uno degli esempi della passata dominazione dei nobili veneziani, grandi latifondisti al tempo della Serenissima. Le loro belle ville, con le annesse chiesette, i vasti giardini, le corti e gli altri edifici rurali, davano un pregevole "tocco architettonico" al paesaggio non ancora completamente bonificato di allora. Non è detto, perciò, come per altre ville analoghe (come Cà Tiepolo ad Albarella), che oltre che come centro residenziale,non fungesse da casino di caccia

 

visualizza foto foto nr. 162. Itin. nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia.Villa Zeno vista dall'entrata dal lato campagna

 

visualizza foto foto nr. 163. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia. Pennello di Corbola

 

visualizza foto foto nr. 164. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia, il ponte della S.S. 495

 

visualizza foto foto nr. 165. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia, la golena di Corbola

 

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foto nr. 166. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia, cava di sabbia vicino a Contarina

 

visualizza foto foto nr. 167. Itinerario nr. 8: il 1° tratto del Po di Venezia, la golena di Contarina

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