Cap. III: il paesaggio e la flora

Il territorio è assolutamente pianeggiante. Il paesaggio del Delta, inserito nel Polesine Orientale (o Basso Polesine, cioè la parte più ad est della Provincia di Rovigo), viepiù, rispetto a quello del resto del Polesine, è caratterizzato da una campagna quasi priva di alberi e siepi che lo rende molto monotono.

Purtroppo, infatti, la mentalità di alcuni agricoltori del posto, forse perché memori delle fatiche delle epiche opere di bonifica che hanno permesso di "rubare" la terra alle piene ed alle alluvioni del Grande Fiume, ha fatto si che ogni centimetro quadrato di terreno venga sistematicamente sfruttato per le coltivazioni intensive (barbabietole, grano, mais, soia, erba medica, riso, meloni e cocomeri).

La campagna del Delta, pur conservando un suo fascino, quindi, non è certo tra le più ricche di alberi della Pianura Padana (se si eccettua la zona a ridosso degli argini); per larghi tratti è coltivata a risaie, che, quando sono allagate, contribuiscono ad aumentare la sua già grande "superficie umida".

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foto nr. 1. Tipico aspetto della campagna bassopolesana in estate:le enormi balle cilindriche di paglia

 

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foto nr. 2. L'aspetto desolante della campagna del Delta del Po veneto si coglie appieno in questa foto invernale di un terreno agricolo in corso di aratura.Il contrasto tra il nero della terra rivoltata dal versoio ed il giallo di quella ancora da lavorare, rende il paesaggio ancora più "spettrale"

 

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foto nr. 3. La primavera, per fortuna, con la sua vegetazione riccamente colorata, infestante i terreni coltivati, rende già "più godibile" il panorama.Ne è una riprova questo appezzamento,adiacente a quello ritratto nella foto precedente, che ha assunto, rispetto a prima, connotati senz'altro "più gradevoli" 

 

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foto nr. 4.Meno male che,ogni tanto, gli agricoltori "abbelliscono" le loro campagne piantando qualche albero solitario.In alcuni casi,invece,come riportato in questa foto, adornano le strade campestri che conducono alle loro corti con filari di pioppi cipressini

 

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foto nr. 5. Tipica scena di una risaia in tarda estate: l'incendio delle stoppie 

A colmare la mancanza di piante, per fortuna, intervengono gli ambienti umidi di acqua dolce, tipici, per esempio, delle golene dei vari rami del Po, in cui si sono mantenuti habitat ancora selvaggi. Vi si trovano, tra le molte specie vegetali, tappeti di lenticchie d'acqua, di erba di pesce, castagne d'acqua, ninfee bianche e gialle, tife, ecc., oltre ai boschi ripari di salice bianco, salice da ceste e pioppo bianco, che ospitano la ricca fauna selvatica caratteristica degli ambienti umidi deltizi, che altrimenti non troverebbe il posto ideale per vivere, visto quanto detto in precedenza per il terreno agricolo.

Ciò che contraddistingue in modo esclusivo il Delta, però, oltre agli ambienti umidi d'acqua dolce, sono le lagune, le sacche, i bonelli, gli scanni e le valli da pesca e caccia.

La laguna, facendo riferimento ancora alla bonifica, rappresenta un "contesto idraulico" intermedio tra la bonifica ed il mare, ma è decisamente più vicina a quest'ultimo che ad un territorio prosciugato.

Essa ha fondali bassi e melmosi ed è in collegamento con il mare,dal quale è separato da un cordone dunoso, detto scanno (o scano), spesso interrotto, che consente la comunicazione tra i due ambienti in dinamico equilibrio.

La vegetazione del litorale e degli scanni comprende, tra le varie specie, il cakileto, l'agropireto, l'ammofileto, ecc.

La laguna si forma normalmente nell'area compresa tra due foci, una a nord ed una a sud, che, con il loro progressivo avanzamento, depositano il materiale alluvionale che poi forma lo scanno.

Quando le lagune hanno superfici notevoli vengono dette sacche (Sacca Scardovari-3.800 Ha), altrimenti vengono dette semplicemente lagune (Laguna di Caleri-1.250 Ha, Laguna di Busiura e Barbamarco-674 Ha, Laguna della Vallona-920 Ha, Laguna del Burcio-145 Ha, Laguna del Basson-333 Ha, Laguna del Canarin-890 Ha, Laguna di Bonelli Levante o Allagamenti-557 Ha).

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foto nr. 6. Esempio di vegetazione degli ambienti umidi di acqua dolce: tife 

 

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foto nr. 7. La selvaggia vegetazione di uno scanno

 

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foto nr. 8. Uno dei fiori più belli degli scanni: Calystegia soldanella

 

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foto nr. 9. I fiorellini gialli di Inula crithmoides, una delle piante tipiche degli scanni

 

visualizza foto il giunco litorale (juncus litoralis), una robusta e pungente pianta degli scanni

 

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l'ammofila (canna delle sabbie),una graminacea perenne che riesce ad ostacolare il trasporto della sabbia

 

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resti di una barca da pesca, sepolti dalla sabbia

 

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xantium italicum (nappola), una pianta pioniera degli scanni

 

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lo "spettrale" aspetto della nappola in "fase quiescente", con i tipici frutti rivestiti da aculei

 

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l'indaco bastardo (amorpha fruticosa), una leguminosa che, oltre che sugli scanni, è frequente in tutte le golene

 

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fiori di oenothera biennis, grossa pianta a ciclo biennale che si trova di frequente nell'ambiente retrodunale

 

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la tamerice (tamarix gallica), un alberello che viene piantato per frenare l'erosione degli scanni

 

visualizza foto un "gustoso" tocco di colore tra le piante degli scanni: il rovo

 

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il finocchio marino (echinophora spinosa), una ombrellifera perenne degli scanni

 

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il trifoglio dei campi (trifolium arvense), una leguminosa che forma spesso sulle dune dense e "soffici" colonie

 

visualizza foto nelle zone retrodunali riesce a crescere anche il pioppo nero

 

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euforbia delle spiagge (euphorbia peplis), vive esclusivamente tra la battigia e l'anteduna

 

visualizza foto canna domestica sulla sommità dunale

 

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l'eryngium maritimum, pianta spinosa, glauca e con un tipico rivestimento ceroso che la protegge dal sole

I bonelli sono invece degli isolotti a forma di cuspide, colonizzati da vastissimi fragmiteti (canneti), che emergono a volte alla foce dei rami del Po. Più o meno sommersi a seconda del regime delle piene, sono solcati da piccoli canali, paradeli, che non sempre sono pervi a causa dei tronchi trasportati dalla corrente e che spesso conducono a specchi d'acqua più o meno estesi, che si fanno spazio nel fittissimo canneto che li circonda.

Le valli da pesca e da caccia sono porzioni di territorio, non demaniale contrariamente alle lagune ed alle sacche, costituite da una superficie di acqua salmastra con piccole barene affioranti (dossi argillosi o sabbiosi che emergono dalle valli e dalle lagune), racchiuse da argini che sono in comunicazione con il mare o con le lagune circostanti, ma anche con un corso di acqua dolce, mediante chiaviche o sifoni. Vi si pratica la pesca di allevamento e normalmente anche la caccia. Tipico di tale ambiente è il casone di valle, la signorile abitazione valliva, di cui parlerò più dettagliatamente in seguito.

La flora degli ambienti alofili delle lagune e delle valli da pesca è caratterizzata, tra le tante specie, dai zostereti, dai salicornieti, ecc.

Nel Delta vi sono anche boschi litoranei, contraddistinti da vegetazione arbustiva (ginepro comune, olivello spinoso, ecc.), dalle tipiche essenze della vegetazione mediterranea (asparago selvatico, caprifoglio, ecc.) e dalle leccete e dalle pinete litoranee (come quelle di Rosolina o di Donada).

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foto nr. 10. L'astro settembrino, una delle più belle piante delle barene

 

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foto nr. 11: La salicornia in autunno conferisce un meraviglioso colore rossastro alle barene

 

visualizza foto salicornia perenne su un tappeto di conchiglie

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